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sabato 27 maggio 2017

VOLGE AL TERMINE IL TORINO FRINGE FESTIVAL di Daniele Giordano

Quello che ci aspettiamo, entrando al Garage Vian (Via Castelnuovo, 10 Torino), l’abbiamo letto nelle poche righe di presentazione, pertanto ci è sembrato appetibile sceglierlo. Il monologo che Crab Teatro, su testo di Annibale Ruccello presenta con la regia di Pierpaolo Congiu, viene affidato a Valentina Tullio che da il volto e l’interpretazione a: ANNA CAPPELLI, con la sua espressività, la dolcezza dell’attrice. Le canzoni scelte come colonna sonora, porta lo spettatore a seguire il dramma con attenzione che si rivela alle volte mansueto per poi divenire rabbioso nei confronti altrui, ma sempre con moderazione. Una donna frustata per una serie di circostanze che affliggono la sua esistenza. Vive sola in una camera d’affitto con una proprietaria ficcanaso, per seguire il posto di lavoro è andata in un luogo lontano da casa, maledettamente single… in attesa del “principe delle fiabe” una vita scialba e come se non bastasse inveisce contro Giuliana, sua sorella minore per via del padre che vuole dare a lei la sua stanza. All’orizzonte s’affaccia il ribaltamento della situazione, l’uomo della sua vita: Tonino, una vera casa e finalmente l’amore tanto agognato! Senza togliervi il gusto di assaporare questo drammatico racconto, diciamo che la solitudine può avere effetti collaterali che vanno oltre la linea di confine… e solo un’interpretazione artistica ricevuta dall’attrice può risaltarne la drammaticità del testo!

Da Berlino approda al Torino Finge Festival La compagnia Barletti/Wass con AUTODIFFAMAZIONE/SELBSTBEZICHTIGUNG per la regia di entrambi. Un lavoro contemporaneo, da parte nostra non è stata eclatante l’interpretazione, forse il testo poteva dare un senso sull’assunzione di responsabilità su frasi o azioni. Tanto meno l’essersi presentati entrambi come si sono affacciati al mondo nascendo.

Così abbiamo pensato di rimanere sino all’ultimo spettacolo, quello proposta da Cecilia D’Amico, proveniente da Roma. Avete presente quelle pubblicità che si sentono per radio, dove per non sprecare tempo e quindi denaro, lo speaker nel più breve tempo possibile deve dire una miriade di parole facendo capire all’ascoltatore il prodotto pubblicizzato. Bene, questo è quanto udirete uscire dalla bocca dell’artista in UNDERWOOD. Una macchinetta di parole uscite dalla bocca della simpatica e brava attrice riporta in scena il consumato varietà riesce a saltare dall’argomento vegano al viaggio aereo…colpa inesorabile della sua ex psicologa. I personaggi da lei interpretati meritano di essere visti… non commentati!

Torino (Italia) sabato 20 maggio 2017


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A cura dell’Autore. Copyright 1990 – Fragment (consider revising). Daniele Giordano mail: lonevolfilm@gmail.com All Rights Reserved.





UN NUOVO E PIACEVOLE SPAZIO PER IL TORINO FRINGE FESTIVAL di Daniele Giordano

La macchina del Torino Fringe Festiva procede a ritmo serrato, come pure i suoi spettacoli che vede consensi e partecipazione del pubblico. Noi abbiamo provato un luogo particolare che per la prima volta vede entrare tra le sue mura un festival come il Fringe. Il luogo che lo ospita, si trova in via San Domenico, 28 a Torino, si tratta del Museo della Sindone, curato dalla Confraternita del Ss. Sudario nato a Torino nel 1598 per opera di un gruppo di fedeli della parrocchia di S. Pietro. In questo piacevole e accogliente spazio trova LES JUMEAUX. Sono i gemelli Davide e Mauro Borra che all’età di diciassette anni, sono andati in giro per l’Europa imbracciando le loro fisarmoniche esibendosi per strada. L’idea è quella di raccontare tra musiche e parole fatti accaduti a questi giovanissimi e impavidi ragazzi partiti dalla “Provincia Granda” come la chiamano gli abitanti di Cuneo, ivi compresa la diserzione alla leva che poco non ci mancava. Lo spettacolo si presenta scorrevole e piacevole sia per il racconto imbastito e curato dal regista Daniele Ronco sia per le musiche parigine. Il tempo trascorre deliziando lo spettatore.

Sempre nel medesimo spazio, abbiamo assistito MANUALE di DISTRUZIONE di e con Mariantonia Capriglione, per la regia di Raffaele Romita. La recita inizia in un modo singolare ma cadenzando il ritmo a mano che l’artista procede nel suo soliloquio. Di certo non è da sottovalutare il testo, poiché le sfumature si susseguono e appaiono sempre più visibili accentuando l’attenzione su quanto l’autrice interpreta non solo con disinvoltura, ma per ottenere il risultato voluto, richiede una preparazione accurata da lasciare sgomento i presenti. Sarebbe il caso di pubblicizzare di più sia il Museo della Sindone, sia la bravura di chi arriva da lontano perché ne vale la pena applaudirla.

Torino (Italia) martedì 16 maggio 2017


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sabato 14 maggio 2016

IL FRINGE, ULTIMO SPETTACOLO recensione di Daniele Giordano

Ebbene, da parte nostra, con quest'articolo terminiamo il soddisfacente e interessante percorso del Torino Fringe Festival che terminerà domenica 15 maggio con una grande festa di chiusura all’Espace. Tirando le dovute somme, come sempre si fa dopo ogni evento, noi come osservatori attenti dobbiamo dire anche la nostra, altrimenti cosa ci facciamo al Fringe? Iniziamo a dire che in questa quarta edizione il livello delle rappresentazioni teatrali le abbiamo trovate di livello medio alto e, questo elogio va agli organizzatori che hanno saputo scegliere tra le tante domande pervenute le commedie più rilevanti, malgrado le scelte fossero fatte su DVD. Come sempre qualche compagnia è riuscita a penetrare tra le maglie “fitto setaccio” ottenendo un mediocre consenso da parte del tantissimo pubblico che ha affollato i luoghi di scena, oltre che di critica. I tanti volontari, accorsi al richiamo del “DODO”, hanno portato a termine il delicato compito assegnato proponendosi con estrema gentilezza e simpatia verso il pubblico, non meno è stato lo staff. Un suggerimento agli organizzatori, dovrebbero pensare, magari facendo ruotare i volontari tra un posto e l’altro in modo che anch’essi possano vedere più spettacoli, questo sarebbe un gesto di gratitudine verso il loro volontariato, ma questo non sta a noi entrare nel merito di chi organizza e decide le competenze nei loro confronti. Ora veniamo alla serata. Benché la sala del CAP 10100 sia capiente, erano molti quelli che hanno scelto di assistere alla commedia portata in scena da due compagnie di cui una nostrana, quella di Tedacà, l’altra, Offrome/Compagnia dei Demoni proveniente da Genova presentavano: L’invenzione senza futuro. Sappiamo benissimo il significato di questa storica frase detta dai Lumière a riguardo dell’invenzione cinematografica. Una piccola parentesi per gli eventuali lettori, a Torino (Italia), recentemente si è celebrato l’anniversario dei Cento Anni sul Cinema (vedi recensione su http://lonevolfilm.blogspot.com festeggiando Giovanni Pastrone con il suo celeberrimo Cabiria), riprendendo il discorso su quanto abbiamo visto, è interessante l’idea avuta da Federico Giani, Celeste Gugliandolo, Mauro Pirrello (tutti anche in scena) e Francesca Montanino, non è male, quasi intelligente.  Le scene raccontano la commedia intrecciando teatro e cinema, i suoi giochi di ombre e luci, ti portano a scorgere quello che vedreste nella prima sala del Museo, alla Mole Antonelliana, il tocco di genio presentando la musica con il suono musicale del pianoforte eseguite personalmente dal maestro Giorgio Mirto, rendeva l’esatta copia delle prime proiezioni del ‘900, fondendo insieme il realismo e l’inganno cinematografico. Peccato che gli attori “bisbigliassero durante la loro recita” invece di scandire e fare sentire il dialogo (ci riferiamo a quello reale, non fittizio del muto) nella sua espansione recitativa penalizzando la commedia e le persone in fondo la sala!
Uscendo dal CAP 10100, adiacente al vecchio ingresso, una copiosa folla occupava lo spazio circostante, in procinto di assistere allo 088, spettacolo che non abbiamo avuto il piacere di vedere e di conseguenza recensire. Uno spettacolo/performance di una quindicina di minuti, di e con Vittoria De Ferrari Sapetto/ DE’JA’ DONNE’, con Andrea Valfrè e Andrea Zardi, ci permettiamo di segnalarlo, poiché sentendo i rumors del passaparola e vedendo quell’afflusso di persone (mai viste in altre occasioni) in attesa  di entrare, si presume potesse essere un’icona di questo festival.
Scappiamo dal luogo per essere presenti all’ultimo spettacolo della Ferramenta, locale caratteristico, accoglienza piacevole da parte dei gestori, eccoci pronti per gustarci la rappresentazione della compagnia Onda Larsen in un doppio spettacolo tratto da Pedro Montalban Kroebel per la regia di Emiliano Bronzino che cura anche la traduzione. In scena Riccardo De Leo, Gianluca Guastalla e Lia Tomatis (vista recentemente nei tre Moschettieri al Teatro Astra di Torino), per quest’ultima messa in scena vista, desideriamo chiuderla in questo modo: lasciamo lo spazio al pubblico che ha seguito lo spettacolo Duo (2) Passo a Due, certi che saranno preparati e consapevoli nell’esprimere commenti e quant’altro, qui a seguito o su altre pagine del Torino Fringe Festival. Personalmente, l’abbiamo seguito dandovi consigli con le nostre recensioni, alle volte dette anche sul luogo durante l’attesa di entrare.  Da parte nostra, vorremmo lasciarvi ricordandovi una sola cosa:

Torino (Italia), sabato 14 maggio 2016


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venerdì 13 maggio 2016

IL FRINGE AL LAB recensione di Daniele Giordano

Un monologo drammatico, prende spunto da quattro figure con lo stesso nome ma diverse le situazioni del racconto. E’ quello portato in scena da Giuseppina Facco proveniente da Savona con un titolo che sconcerta: Le Guerre di Angela. Detto in questo modo sembra che la protagonista sia in lotta, bensì lungi da noi il pensarlo. Si tratta invece di quattro episodi ben strutturati che danno valore alla recita, portando sul palco situazioni inconsuete, radicate in una situazione precisa… la guerra. Le protagoniste sono quattro donne dallo stesso nome, quattro differenti destini, ideologie disuguali sulla prima grande guerra. Un testo impostato e recitato con sentimento, anche se in alcuni quadri forse, mancava quella forzatura che le venti persone che assistevano si aspettava.
L’autore Paolo Faroni (Blusclint) ci propone un testo alquanto bizzarro: Con le tue labbra senza dirlo. Il suo soliloquio, inizia da lontano, sono gli anni del suo primo contatto di scuola e il suo insegnate. Da un semplice e innocuo disegno infantile, s’intraprende un viaggio alla ricerca onirica di una figura impressa nella sua mente e di conseguenza riportata sulla carta, intersecando situazioni alle volte simpatiche, altre meno. In aiuto e complice di questa recita per risolvere l’ingarbugliata matassa che attanaglia la mente dell’attore, è un nonno sagace... ma muto. Egli è convinto, elaborando nel corso della sua esistenza una formula applicabile su qualunque problema: cinque lettere, poichè la vita “ruota” su questo poche sillabe che compongono tre frasi, secondo la sua opinione! Da parte nostra abbiamo trovato il monologo altalenante cioè, in alcune scene il testo scorre divertendo le dieci persone accorse per lo spettacolo… in altre forse, è leggermente sfuggente… portando il pubblico a essere su un’altalena…
Luca Occelli, innamorato della sua terra langarola, coniuga due aspetti che hanno segnato il percorso giovanile portando in scena: W Bruce Lee.  Una leggenda mescolata in due situazioni che s’intersecano dando inizio al monologo che non ha soddisfatto i pochi presenti, intendiamoci, stiamo parlando della messa in scena, non dell’attore! Dalle sue capacità artistiche, avremmo voluto assistere a qualcosa di più corposo… forse preso dalla foga della sua amata terra…ha fatto rivivere in essa il personaggio mitico… non proveniente dalle Langhe!


Torino (Italia), giovedì 12 maggio 2016


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giovedì 12 maggio 2016

IL FRINGE ALL’AFFOLLATO DE AMICIS recensione di Daniele Giordano

Un matrimonio non desiderato da entrambe le parti giocano un ruolo determinato quello raccontato in Leonce Und Lena Anplagghed (drammaturgia di Marco Lorenzi) portato in scena da Cecilia Bozzolini, Valeria Camici, Paola D’Arienzo e Angelo Tronca che ne cura anche la regia. Tra sogno e realtà ordiscono amore e morte in un carosello che fa ridere, portando lo spettatore a riflettere sulle sfumature delle battute pronunciate dagli attori.  A dirla filosoficamente, tratta temi sul sociale, su giovani che hanno la sola preoccupazione di "passare il tempo". Un'interpretazione che lascia soddisfatte le quaranta persone in sala.
La compagnia Proprietà Commutativa presenta alla ventina di persone intervenute: 3 Q di e con Valentina Virando e Alessandro Federico curatore della regia. Per una strana epidemia che non è dato sapere, muoiono tutti i cuochi esistenti… rimasti solamente tre esemplari (da qui il titolo). Da questo immaginoso e inverosimile spunto si aprono pagine in apparenza superficiali, prese con leggerezza come pare che sia la commedia, come sempre anch’essa ha il rovescio della medaglia! Accenniamo solo qualche esempio per indirizzare lo spettatore a leggere tra le righe di quanto accade. E’ a tavola che si concludono affari importanti, dalla conquista amorosa al potere… ma se per una strana circostanza non ci fossero più cuochi?
Le Pornovelle…Non lasciatevi forviare da titolo, esso andrebbe letto staccato! Poste le sedie in cerchio come se fosse un colloquio psicanalitico aperto, dove il cerchio è occupato dal pubblico… in questo caso causa del sovraffollamento non sono bastate sedie, panche, cuscini e chi più né ha né metta! La premessa iniziale è dell’oratore della serata è Gian Luigi Barberis cioè, qualunque cosa si senta o succeda in quest' ambito, deve assolutamente rimanere tra queste mura! Inizia così la sua terapia di gruppo, invitando i presenti “a liberarsi, raccontando storie di sesso”. L’assolo intavolato, instaurava un rapporto conviviale tra lo spettatore e l’attore prendendo la situazione desiderata, se non fosse per l’irruente entrata di una ritardataria che dopo pochi minuti di dialogo interruppe l’idilliaca conversazione uscendo con una frase inaspettata: sono venuta quo espressamente per fare sesso… ma sento solo voci e nient’altro… peccato, pensavo avrei voluto qualcosa di più! Era la voce di Elena Serra, insieme formano il Collettivo Noi. Da quest'atmosfera simpaticamente incalzante, l’attrice entra ed esce dal copione con battute e vestiario consone ai racconti irriverenti scritti da Luca El Lucho Balboa Oggero. Apprezzato il lavoro scenico dei due affabulatori.  

Torino (Italia), giovedì 12 maggio 2016


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martedì 10 maggio 2016

IL FRINGE ALL’UNIONE CULTURALE F. ANTONICELLI recensione di Daniele Giordano

Ci sono proprio tutti: lo Stregatto, il Leprotto Bisestile, il Cappellaio Matto, il Bianconiglio, il gatto del Cheshire, la lepre Marzolina, la Regina di Cuori, sì sono i personaggi inventati da Lewis Carroll nella celeberrima fiaba che tutti conoscono. Quella che ancora non conoscono è la storia di nonsense raccontata e messa in scena da O P S (Officina per la Scena) con il titolo di “Alice non è una favola per bambini”. A pensarci bene, il conto non torna… manca la protagonista: Alice, dove sarà mai! Il personaggio principale, è in giro per il reame della perfida regina, anzi più che perfida è acida e adirata perché Alice gironzola nel suo regno senza il suo imponente consenso e quindi non le resta che ordinare ai suoi sudditi di trovarla per fare giustizia… altrimenti…cadranno molte teste… anche quelle di alcuni spettatori. Una commedia gradevolmente strutturata, la scenografia rende giustizia così come la recita di Luca Busnengo (autore del testo), Michele Guaraldo e Valentina Volpatto, raccontano a loro modo quel “mondo strampalato” privo di ogni forma logica… tranne, guarda caso… l’ora del the che per i vittoriani è sacro. Un regno dove imperversa la Regina di Cuori con i suoi ordinamenti spietati e sconclusionati com’è il paese che la circonda. A differenza di ciò che la brochure riporta nell’ultima riga, noi troviamo (a parte l’ottima interpretazione) che la scelta caduta su Alice è fatta con arguzia, poiché sviscera un concetto sul tempo e speso gestito egoisticamente dimenticando il bambino che c’è in ognuno di noi, di cui basterebbe poco per non prenderci sul serio di tanto in tanto. Ci piace riportare una frase di Lewis Carroll bella davvero?  
Anche la compagnia IF Prana che arriva da Viareggio presenta una fiaba quella di Hänsel e Gretel, cambiandolo in Grow, di Tobia Rossi, per la regia di Silvia Bennett, Marcela Serli e Caterina Simonelli. Entrambe sulla scena, propongono il racconto dei Fratelli Grimm in chiave di “crescita” come appunto è il titolo di questa congeniale rappresentazione artistica basata su figure striscianti in una danza che vede le protagoniste intercalarsi nei ruoli descritti dando voce e corpo allo stimolo dello spettatore che attonito segue quella danza fantasiosa e creativa che rende lo spettacolo sublime.
Il viaggio dei messinesi che compongono i Nutrimenti Terrestri ci parla della Contrada Acquaviola N. 1 di Simone Corso, per la regia di Roberto Bonaventura. Un dialogo tra padre (Antonio Alveario) e figlio (Simone Corso) alimentato dall’incapacità di comprensione su affetti e solitudine al centro della discussione un'ipotetica raffineria che portò benessere… e morte! La pièce espressa è toccante, recitata con sentimento scenico alle volte addirittura angosciante lasciando riflettere lo spettatore sino alla fine… restando a guardare…e nel sentire lo sbattere di una porta…
I Santibriganti Teatro/Mauro Piombo in scena Il Diritto e il Rovescio, Studio per una tragedia dell’arte per tre Pulcinelli. Con Arianna Abruzzese, Marta Ziolla e Mauro Piombo, prende forma una farsa a tre in sguaiataggini indelicate e atti buffoneschi dai toni calmi… a volte incontrollati, rappresentando uno rovescio che è diritto e altrettanto diritto che rappresenta il rovescio senza scegliere ma accettare questo andirivieni, con la capacità di sopportare, l’esperienza disperata e l’amore della luce della vita. E’ come trovare, un accordo nel silenzio … Recitato in maniera tragicomica com’è la figura del Pulcinella, in modo interessante e valorizzato da parte degli artisti.
In attesa delle prossime recensioni, vi lasciamo consultare il carnet, annotando i prossimi spettacoli da vedere.
Torino (Italia), martedì 10 maggio 2016
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sabato 7 maggio 2016

LE NOTIZIE DEL TORINO FRINGE FESTIVAL 2016 recensione di Daniele Giordano

Siamo al Magazzino sul Po a Torino (Italia), un locale caratteristico che si affaccia sul fiume, dove  vede il primo spettacolo con Daniele Ronco che porta in scena il suo oramai collaudato MI ABBATTO E SONO FELICE, per la regia di Marco Cavicchioli membri del Mulino ad Arte, già citato in altre occasioni. Una ventina le persone intervenute. Tratta di un monologo sull’eco sostenibilità spiegando l’utilizzo che produce lo sforzo fisico trasformandolo in energia “dinamica” alimentando delle lampadine. Sempre nel medesimo locale tra l’altro caratteristico a ridosso del fiume dove servono ottimi drink, il Giardino delle Ore ci prova con LA ZONA CESARINI, per la regia di Simone Severgnini. Quattro personaggi (Matteo Castagna, Paolo Grassi, Filippo Antonio Prima e Antonio Romelli), fans di una squadra di calcio intersecano nel dialogo convulso una storia di un padre separato che non riesce a sostenere gli alimenti al figlio. Da qui la storia ingarbuglia, trattata dagli “attori” in modo caotico e mal interpretato, quasi senza un senso logico da parte dei protagonisti. Un inaspettato o quasi banale finale da lasciare “la banda della Brianza” senza parole… come lo sono state le persone (pochissime) intervenute… Ultimo appuntamento della serata, il pubblico intervenuto diciamo che ha riempito lo spazio destinato alla pièce de IL GIURAMENTO di e regia di Gaia Adducchio della compagnia Spring D.I. proveniente da Roma. Interpretata da Camilla Diana in maniera piacevole. Allestimento scenografico e costumi adeguati alla sua narrazione. Non vogliamo svelare nulla di più di quanto descritto sulla brochure, teniamo solo a porre l'accento sullo spettacolo, è da non perdere, per la qualità della sceneggiatura, dell’interpretazione, costumi e il posizionamento delle luci.  Come avrebbe detto Rossella O’Hara…domani è un altro giorno!
Torino (Italia), venerdì 6 maggio 2016

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giovedì 5 maggio 2016

COSI’ COMINCIA IL TORINO FRINGE FESTIVAL 2016

Una deliziosa voce dal palco dell’Espace annuncia l’apertura della quarta edizione, anche questa volta sono riusciti a realizzare il sogno che tutti aspettavano. Il Fringe 2016 è una delle cinquanta imprese culturali no profit under 35, selezionate e vincitori di Funder 35, Fondazione CRT (Cassa di Risparmio Torino), Compagnia San Paolo e Live Piemonte, con questa vincita, ha potuto fare fronte e dare continuità a questa meravigliosa estravagante idea di successo! Questo conferma ancor più che una metropoli com'è Torino (Italia) trasuda essere una città di Cultura! Dobbiamo spiegare cosa è il Torino Fringe Festival. Tutto è cominciato con la Paranza del Geco a impadronirsi delle vie cittadine echeggiando la sua musica. Il periodo di questa “invasione teatrale” che inonderà coinvolgendo la cittadinanza, inizierà dal 4 sino al 15 di maggio, detto in brevi parole, per le compagnie teatrali partecipanti è un'enorme vetrina oltre ricevere l’opportunità di farsi notare da addetti ai lavori, sempre alla ricerca di nuovi stimoli per la loro clientela. Le richieste di partecipazione a questo neonato festival sono tantissime, a questo proposito, proprio per cercare di valutare e offrire al pubblico una serie di spettacoli piacevoli le selezioni sono rigidissime. Dalle altre edizioni, molte le offerte di lavoro da parte dei gestori teatrali, sicuramente si ripeterà anche quest'anno. In gara saranno a disputarsi i meriti, ventitré compagnie teatrali, all’interno dei luoghi scelti, mentre all’esterno saranno tre le perfomance (è d’uopo consultare l’intero programma su www.tofringe.it oppure biglietteria@tofringe.it cell. 388/3425483-366/9354219). Alla Centrale dove si è insediato lo stato maggiore nonchè cervello del Fringe, ci saranno spettacoli di arte circense e altro ancora con possibilità di mangiare e bere…con moderazione. A proposito dell’esibizione circense sono da segnalare due artisti: la trapezista Sofia De Micheli e il bravissimo monociclista esibendosi sia in piazza Vittorio Veneto, sia all’Espace. Senza troppo a pretendere, anche  le bancarelle espositive di Vintage, hanno il loro fascino... attirano sempre. L’elogio forse più grande è per l’allestimento “DODOscenico” e chi di tutto questo è presente come volontario prestandosi insieme agli organizzatori... fare di un semplice festival… un grande Torino Fring! A chiudere l'esibizioni presentate dal Circo Vertigo,, tutti in pista con l’intrattenimento dei colori musicali scelti da Wodka Maronna.

Torino (Italia), giovedì 5 maggio 2016


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giovedì 21 maggio 2015

IL BACIO DELLA VEDOVA recensione di Daniele Giordano

Sarà perché a teatro, questo genere è poco considerato dagli autori contemporanei, ancor meno rappresentato da pochissime compagnie. Quando capita, si riesce ad assaporarne l’essenza di quello che circonda la parte scenica coinvolgendoti sino a cogliere le sfumature che emana. Quello di cui stiamo scrivendo, inizia come una commedia, poi la suspence ti avvolge, entri, l’atmosfera si trasforma in un thriller teatrale. Scritto da uno dei noti autori americani contemporanei tratta una storia incredibile, avvincente e imprevedibile. Arci Crisp e George Ferguson, sono due operai di un'imprecisata provincia americana e lavorano in una cartiera. Una sera Arci rivela a George di avere un appuntamento con un'ex-compagna di scuola, Margi Palumbo, che ha incontrato per caso il giorno precedente; entrambi però sono a conoscenza del perchè lei sia tornata in città. I due ricordano gli anni di scuola, parlano di lei e in particolare del suo successo. All'improvviso Margi appare al deposito, è arrivata all'appuntamento. Fra i tre s'instaura immediatamente un rapporto ambiguo nel ricordare "i vecchi tempi" e nel raccontarsi la vita dopo gli anni di scuola. In un crescendo si svela una storia che ha dell'incredibile... Una drammaturgia riuscita, ben recitato, mantenendo nel suo crescendo interessato il pubblico, sebbene il luogo non sia adeguato a questo genere, riesce comunque a ottenere la palpabile atmosfera noir. L’attrice Rebecca Rossetti per niente imbarazzata nella scena principale, riesce a rendere il suo personaggio affascinante, affiancata da altrettanto bravi attori quali: Jurij Ferrini che cura anche la regia e Francesco Gargiulo.  


Torino (Italia), lunedì 18 maggio 2015

mercoledì 20 maggio 2015

SIGMUN & CARLO recensione di Daniele Giordano

SIGMUN & CARLO recensione di Daniele Giordano
Forse sarà il passaparola oppure il caso a gremire la sala dell’Unione Culturale in Torino, per la rappresentazione di Sigmund & Carlo con gli attori Roberto Cardone e Niko Mucci (quest’ultimo cura anche la regia) delle compagnie Libera Scena Ensamble/Teatri Associati di Napoli. Sul palco due attori… al momento sconosciuti tra loro, però non lascia alcun dubbio… sul perché si trovano seduti su una panchina del parco di fronte a una scuola superiore… Tra loro il dialogo non è di quelli che si dice “amichevole” pur avendo lo stesso vestiario, dalle apparenze anche qualcos’altro… in modo visibile e definibile! Descriviamo in due battute il loro abbigliamento: solamente un impermeabile addosso… e niente più! Lo spettatore arguto e ben informato, sa benissimo chi abitualmente usa un simile abbigliamento anche in piena estate, soprattutto trovandosi nelle vicinanze di una scuola al suono dell’ultima campanella, in attesa di essere invasi da ondate di ragazzine pronte all’uscita. Eh, sì direte voi, è la solita storia di due individui pronti a esibire alle giovani, “l’arma letale” per goderne appieno dei loro gemiti o altro per assaporarne il fremito godereccio! Nel frattempo, prima che questo avvenga, il “padrone di casa della panchina” non desidera sovrapposizioni all’azione che potrebbero creare confusioni, cercando in molteplici modi di allontanare l’anonimo intruso. Questa grottesca pantomima per i nostri attori, continua tra risate echeggianti in sala, sino a diventare amici “mostrando uno all’altro” quanto tra breve dovrebbe essere esposto alle ragazze. In questa “veduta” viene fuori… il confronto… dolente punto, battute, provocazioni ed ecco che ritorna la diatriba dovuta alle dimensioni… Non solo anche del posto e da chi in precedenza preso a dimora. Voi avete certamente capito di cosa stiamo parlando, vero? Due esibizionisti o presunti tali, con caratterialmente opposti. Pur condividendo lo stesso pensiero uno, è abituato a dire le cose senza infiorettature, facendo notare la provenienza del suo ceto proletario, docile il secondo, di gusti raffinati, con fogge signorili pronto a sottomettersi. Dopo innumerevoli esilaranti discussioni, la commedia persiste nel suo percorso in un continuo elevarsi tra risate e battute sino al punto che i due attori decidono di presentarsi dicendo: il mio nome è Marx, ed io sono Freud… E qui si riaccende per l’ennesima volta il conflitto tra capitale e psicanalisi e non solo! E uno spettacolo da non perdere… sino al suono della campanella…!


Torino (Italia), lunedì 18 maggio 2015

ULTIMI GIORNI DEL TORINO FRINGE FESTIVAL recensione di Daniele Giordano

Per sapere cosa offriva la serata sugli spettacoli del Torino Fringe Festival… ci siamo “parcheggiati” al Garage Vian ed eccone i risultati.
NIÑA
Gatto Vaccino Teatro, compagnia torinese presenta Nina di Roberta Maraini ed Enrico Seimandi. La stesura scenica, ideata per il progetto D. N. A. (Drammaturgie Non Allineate) su l’infanzia e adolescenza, finalista a Premio Scenario 2012, narra il percorso evolutivo degli adolescenti… costantemente in fase di crescita, non solo costituzionale, con le esplosioni ormonali, restano ancora ancorati nel loro mondo onirico, con le loro fantasie infantili, spesso dimenticate dagli adulti, durante il loro passaggio adolescenziale. Ricordare per l’adulto, è come tornare indietro nel tempo remoto… ad alcuni forse non piace. L’attrice è disinvolta e padrona dello spazio che la circonda, anche quando interagisce col pubblico, accostandosi a esso dolcemente, usando un semplice cenno di penna, per invitare lo spettatore a scrivere una frase “sul magnifico abito” sarebbe meglio dire… la sua < possente armatura da Samurai > composta di fogli di carta bianca… fragile, come sono gli adolescenti nella loro purezza. La Maraini nella sua splendida esecuzione teatrale percorre queste metafore con movimenti armoniosi unendoli a effetti sonori e luminescenti scelti con perizia da Seimandi, accentuando ancor più l’evolversi del dramma, cioè lo staccarsi da quelle immaginazioni fantasiose giovanili… che zavorrano e contrastano ancora la separazione, sino a gustare l’invasione di brivido che invade, si diffonde su tutto il corpo… assaporando il primo bacio ricevuto! Lo spettacolo sebbene fosse prodotto per bambini in età dello sviluppo, si coniuga benissimo anche per gli adulti… forse come messaggio sublimale a difesa delle fasi adolescenziali che l’individuo attraversa. La serata continua…
CLOWNLOVESHOW
Immaginatevi un palco vuoto tranne che per due sedie ai lati, al centro del soffitto… penzola un cappio… Incominciamo bene anzi, male. Come se questo non bastasse, alle spalle degli spettatori, tanto per capirci dal fondo della sala, si sente un lamento, forse più simile a un piagnucolio, un miscuglio tra gemito e pianto. E’ quello di Antonio Willy Villetta (Crab – Torino), fa il suo ingresso in scena piangendo! Il pubblico intuisce (diciamo vede) il perché di questo singhiozzare: ha il cuore spezzato (in modo ben visibile). Lentamente, prende possesso del palco con il suo continuo piagnisteo chiede aiuto a un’anima gentile che lo aiuti a salire sulla sedia. Dal gesto è intuibile il seguito della scena. Nell’infilare il cappio saluta i suoi amatissimi, ultimo singhiozzo, balzo dalla sedia e… tutto finito!  Così inizia Clowloveshow. Uno spettacolo amorevolmente clownesco, simpaticamente cerca unire (presi tra il pubblico) due sconosciuti, invitandoli sul palco a interagire tra loro, iniziando con un gesto premuroso… diventando complice di suggerimenti fornendo loro qualche consiglio per fare crescere ciò che l’artista Villella… ha perso: l’Amore! Per amor loro… funge da “cupido” senza frecce… ma con regali. Uno spettacolo che tocca veramente il cuore dei presenti. L’amore per il clownesco, unisce grandi e piccini, ma il clou dello spettacolo, avviene quando l’artista entra in scena con una torta… ho addirittura col secchiello pieno d’acqua… E’ il caso di dire: il cielo aiuti, i presenti. A Willy tutto questo riesce in modo naturale e, cosa non riesce a combinare tra le risate e sgomento che impregna il pubblico. Durante lo spettacolo c’è da aspettarsi veramente di tutto… anzi di più, ma l’esperienza gioca un ruolo assai importante e Villetta conosce bene il risultato! Le sue mimiche facciali, la gestualità, i suoi gemiti gutturali impreziosiscono la rappresentazione, in alcuni casi anche senza gag, la sua espressività è la carica di questo piacevolissimo intrattenimento vede l’artista dal suo passaggio circense al sentimento amoroso, senza parlare di come riesce a interagire con grandi e piccini durante la “battaglia” senza svelare quale, sino compimento finale... toccante, apprezzato da tutti. Questo spettacolo non è da commentare, bensì da vedere! Penavate fosse finita la serata?

ANGELO DELLA GRAVITA’ (un’eresia)
S’intitola Angelo della gravità (un’eresia), autore Massimo Sgorbiani, tratta marginalmente l’opulenza sugli obesi senza entrare nel merito, poiché forse è solo un pretesto per mettere in luce un caso apparso su un giornale americano. Qui entra in gioco Michele Schiano di Cola proveniente da Napoli per deliziarci con una commedia da forti tinte. Come accennavamo la notizia riguardava un detenuto “ospite” nel braccio della morte con l’accusa di omicidio. Malgrado questo, Lo Stato che lo accusava, non poteva eseguire la sentenza emessa a causa della sua smisurata obesità, giacché l’enorme peso avrebbe spezzato non la vita del detenuto… bensì il cappio! Se pur le due opposizioni fossero contrastanti, la giustizia doveva in qualche modo procedere il suo corso… quindi con “l’aiuto del detenuto” lo misero a dieta! Il racconto è un paradosso e, va da sé, mentre il lavoro svolto da Michele sul palco va ben oltre la nostra immaginazione, egli scandisce i momenti precedenti alla sua cattura, iniziando dall’adolescenza sino al dopo la sua reclusione. Comparando le vicende che hanno portato a questo, sono alla base un delitto e sue relative conseguenze. Il detenuto, in attesa di espiare la propria colpa digiunava, faceva jogging per bruciare le kilocalorie. Intelligentemente, sapendo che il suo ultimo pasto non potesse essere negato, sarà lo scopo immaginare quale potrà essere la sua richiesta… un’enorme torta con abbondante crema! L’obeso approda alla visione celeste degli “angeli della gravità” che grazie alle loro ali vincono il peso della materia e si elevano verso l'Onnipotente. Nella certezza di entrare a far parte della schiera di questi angeli, il condannato affronta con serenità la sua morte imminente e si consegna a una paradossale ma autentica santità. A parte questo, dovremmo soffermarci sulla carica emotiva che l’attore Michele Schiano trasporta nel suo monologo, coinvolgendo lo spettatore a restare incollato alla sedia senza annoiarsi, attenti a seguire l’evolversi dei passaggi e del suo impreziosito dialogo sino alla fine. In quest’andirivieni altalena della vita, recitata in maniera esaustiva da Michele Sciano di Cola, fa notare l’infanzia del personaggio alquanto spoglia, miseramente logora, facendo notare senza falsi pudori la recitazione dell’interprete, eseguita in modo soddisfacente, raccontando i transiti non dell’obesa figura ma dell’infantile intrappolato in un corpo cresciuto a dismisura… meritevole interpretazione! Siamo giunti alla fine della serata.
SHYLOCK
Edimburgo nel suo festival, ha acclamato Shylock, lo spettacolo portato in scena e proposto da Mauro Parrinello per scelta di Francesca Montanino (provenienti da Genova/Roma) e amante della commedia Il Mercante di Venezia. Prende spunto dal personaggio uscito dalla penna di William Shakespeare, con un’insolita ipotetica verità e visione esilarante di tale opera teatrale. Il pubblico abituato a rappresentazioni di genere, non troverà una scenografia adeguata all’opera… giacché, vedranno semplicemente un muro… di scatole che l’artista aprendole di tanto in tanto, tra mimica e gag, inserisce il suo contenuto nel racconto. Simpaticamente inizia con il dileggiare supponendo che l’opera teatrale è un doppione di un’altra ben più nota commedia, quella di una novella trecentesca di sir Giovanni Fiorentino, detto Il Giannetto, prima novella della giornata quarta della raccolta di cinquanta conosciuta come  che Shakespeare ebbe modo di conoscere nella traduzione di William Painter. Chi non conosce l’opera teatrale del drammaturgo, difficilmente riuscirà a catturare le sfumature che compongono il lavoro di Gareth Armstrong autore della commedia, ma anche senza essere informato apprezzerà l’artista Parrinello nella sua effervescente esecuzione. E’ stato interpretato in modi che riflette come gli ebrei erano comunemente visti ai tempi di Shakespeare. Nel racconto, sono conservati, i personaggi Bassanio, Shylock e Porzia, oltre che la vicenda della penale di una libbra di carne. Potremmo paragonarla una dark comedy. Del resto, Shylock ha sempre diviso l’opinione pubblica: è un cattivo oppure la vittima del dramma, se non addirittura un personaggio ancor più intrigante? Parrebbe dire… questo è il vero problema… In breve, la trama portata in scena racconta di un giovane gentiluomo veneziano, che vorrebbe la mano di Porzia, ricca ereditiera di Belmonte. Per corteggiare degnamente Porzia, fa richiesta al suo carissimo amico Antonio di 3.000 ducati in prestito. Antonio, pur amando Bassanio, non può prestargli il denaro, poiché ha interamente investito nei traffici marittimi. Tuttavia garantirà per lui presso Shylock, ricco usuraio ebreo, disprezzato dai cristiani e a sua volta li disprezza. Soprattutto non sopporta Antonio, il mercante di Venezia, che presta denaro gratuitamente, facendo abbassare il tasso d'interesse nella città, e che lo umilia pubblicamente con pesanti insulti. Shylock accorda il prestito a una condizione in caso di mancato pagamento, vuole una libbra della carne di Antonio. La sfortuna si accanisce su Shylock: sua figlia Jessica fugge da casa sposando un cristiano di nome Lorenzo, fuggendo ha portato con se  2.000 ducati e soprattutto lo scrigno contenente l’anello donato a Shylock dalla defunta moglie. L'unica consolazione di Shylock deriva dalla sfortuna di Antonio, non potrà saldare il debito. Mauro Parrinello dimostra la sua brillantezza d'interpretazione, con una tra le più belle creazioni di Shakespeare portando anche in piccoli spazi la magia del teatro!

Torino (Italia), sabato 16 maggio 2015





venerdì 15 maggio 2015

ULTIME BATTUTE DEL FRINGE FESTIVAL recensione di Daniele Giordano

Siamo alle ultime battute del Torino Fringe Festival, il suggerimento è affrettatevi per assistere agli ultimi spettacoli dei vostri beniamini, soprattutto quelli provenienti da lontano, magari per scoprire nuove e piacevoli sensazioni di vedute. Capita però alle volte che ci s’imbatte in uno spettacolo segnalato dalle “voci di corridoio” in modo soddisfacente, per poi trovarsi di fronte l’attore che non riesce a far sentire le battute del suo soliloquio allo spettatore della terza fila o peggio ancora… interrompere un pezzo perché stava recitando un’altra cosa confusamente… può capitare anche questo! Tralasciando l’attore e i suoi soldatini, dopo la pesantezza dello spettacolo, si è pensato e preferito darci al “porn” in silenzio però! Così per terminare il nostro giro abbiamo scelto il BLAH BLAH, un locale di via Po, l’ex cinema King Kong per intenderci, assistendo a un cineconcerto dal titolo Silent Porn. Proiezioni di cortometraggi “erotici” muti degli anni ’20 provenienti da Francia e Stati Uniti, accompagnati dal vivo da Supershock. Lo spettacolo in sintesi è un viaggio nei costumi, il ruolo del sesso nella cultura, uno spettacolo vietato ai minori… si vede di peggio oggigiorno, senza essere proibito. Paolo Cipriano ci trasporta con la musica della sua fedele chitarra a seguire le rappresentazioni datate. Lo strumento emette note che si legano alle immagini dando spazio a un concerto, mettendo in risalto l’espressione della libertà sessuale all’inizio del ‘900. Almeno abbiamo terminato in modo soddisfacente non per le immagini pudiche, bensì per l'esibizione musicale del chitarrista a differenza di com’era iniziata la serata!


Torino (Italia), giovedì 14 maggio 2015

lunedì 11 maggio 2015

IL FRINGE VISTO ALL’ESTERNO recensione di Daniele Giordano

Come sempre anche quest’anno ci sono spettacoli all’esterno, quelli cosiddetti “da strada” non sono da “umiliare” anzi, senza togliere nessun merito a quelli “interni”, sono scelte delle compagnie partecipanti. La prima che desideriamo proporvi è quella dei Begherè, proveniente da Viareggio. Il duo Margherita Cortopassi e Giuseppe Tornillo, in collaborazione con La Bottega del Teatro, propone un “litigio” per contendersi lo spazio acquisito della piazza facendosi dispetti sino a comprendere che collaborando si ottiene di più, fornendo ai viandanti un attimo di relax sotto il sole cocente di Torino, uno spettacolo apparentemente normale con un lieto fine… inaspettato!
Ora presentiamo una compagnia composta di persone di Torino e Burkina Faso: Les Couleurs, Jauly Creation (costumi) &Noumoutie Reggae Quattara autore, regia e coreografia, con Ilenia Diurno, Helena Beikes, Clara Carell, Valentina Miglioli, Pimpi Tavano, Paola Loggia. Musica e colori s’intrecciano facendo spazio al grigiore e alla nostra frenetica vita quotidiana… trascinandoti in ritmi che trasportano mente e corpo sino a fondersi ai suoni musicali.
Da Roma invece arriva I Terzincomodi, una compagnia composta da Francesco Arienzo, Veronica Pinelli, Vito Ubaldini. Il debutto “su strada” non ha avuto il decollo giusto, parevano impacciati, non avevano la padronanza dello spazio! Dobbiamo dire a loro discolpa, questo per tranquillizzare chi legge e soltanto dopo aver parlato con loro, del perché è successo questo: era la loro prima volta su strada! Infatti, non sono da collocarli in quella categoria.  Comunque sia, la compagnia ha ugualmente potuto presentare lo spettacolo dissacrando la perfezione del numero tre, cioè… perché i tre Moschettieri si chiamano così se poi erano quattro? E ancora le Tre civette… come potevano fare l’amore… sul comò… E tanto ancora da riscuotere applausi!
Questa compagnia ha un nome che potrebbe essere interpretato in modo strano, in realtà niente è tutto ciò! Sono A O S, cioè: Atti O Scene in luogo pubblico (Torino). Presentano in due tempi la loro performance,  composta da danza contemporanea e sguardi nell’intimità di crisi, in un futuro incerto. Nella prima parte a entrare in scena sono: Andrea Atzeni, Paola Parini e Francesca Cassottana (nuova new entry nel gruppo, attrice). La seconda parte s’intreccia tra un presunto concorso danzante e un ménage a troi. Autore, regista e coreografie di “Riflessi durante La Caduta” è di Luca Campanella. E’ inutile aggiungere altro su questo spettacolo… è stato accolto favorevolmente dal pubblico… non solo con gli applausi…!
Così termina il giro di andata del Torino Fringe Festival, riprenderà dopo un attimo di pausa dal giorno 13 maggio stessi posti… cambiano solo gli orari degli artisti!


Torino (Italia), lunedì 11 maggio 2015

sabato 9 maggio 2015

L’INVASIONE DEL TORINO FRINGE FESTIVAL 2015 recensioni di Daniele Giordano

Ore 19:30, tutti in coda per assistere allo spettacolo Dieci, portato in scena da Elena Dragonetti, protagonista e regista con Raffaella Tagliabue (proveniente da Genova), ritaglia dal romanzo di Andrej Longo (produzione Narramondo & Teatro Altrove) dieci personaggi “cucendogli addosso” dieci monologhi. Nella sua minuta figura, non viene a mancare quell’aggressività drammatica e la sua padronanza mimica, recitato in dialetto abbastanza comprensibile, trasporta lo spettatore in spaccati quotidiani di una Napoli verace, ma potrebbe essere il risultato di tante altre città. Un lavoro eseguito senza fronzoli scenografici e quei pochi ben disposti a rendere comprensibile non la rassegnazione, bensì la pazienza… anzi, come direbbero a Napoli “a’ pacienza”!
Scritto e diretto da Luisa Guarro, ci troviamo di fronte a tutto ciò che lo spettatore vorrebbe o desidera trovare in una narrazione. Riportandoci al senso filosofico di Martin Heidegger, gli attori Francesco Campanile, Luca Di Tommaso e Luca Gallone della compagnia Informale (proveniente da Napoli) e nei rispettivi ruoli della commedia Il Re Ride, troviamo ogni forma di arte dalla drammaturgia alla clownesca passando al gothic e via discorrendo, senza tralasciarne nessuna, recitata in modo soddisfacente sin dal primo dialogo che il Re ha con il suo servitore, per poi proseguire in un crescendo positivo. Ispirata a una fiaba campana i due figli del Re, per poter salire al trono dovranno recuperare una delle piume d’argento dell’Uccello Grifone. Senza dare nulla di scontato alla narrazione, ci ritroviamo a ripercorrere il gesto di Caino nei confronti del fratello Abele, ma le sorprese in questa fiaba dalle tinte noir… non finiscono mai…!
Il Cerchio di Gesso (Torino), propone Le Cose, uno spettacolo “sofferto nel suo debutto” per fattori esterni alla recita o alla stesura del racconto, giacché non sempre si riesce a produrre effetti sorprendenti con i pochi mezzi a disposizione, questo potrebbe essere un dato di fatto, di certo già dalle prossime recite l’autore e regista porterà modifiche rendendolo ancor più attraente di quello che è già stato! Gli attori Elisa Ariano e Vincenzo Di Federico, hanno dato a questo lavoro la loro sorprendente capacità di coppia vogliosa nel possedere agiatezze… per poi ricadere nella vera realtà… Sembrerebbe avere in un certo qual modo una relazione al racconto de “la cicala e la formica” ma si tratta di un viaggio di scelta tra la parola < libertà e felicità >. La scenografia riflette sul pubblico… forse l’anima che c’è in ognuno di noi!


Torino (Italia), venerdì 8 maggio 2015

venerdì 8 maggio 2015

TORINO FRINGE FESTIVAL 2015 recensione di Daniele Giordano

Ebbene sì, è iniziata la terza edizione del Fringe nostrano, tanto amato e desiderato, soprattutto voluto caparbiamente dalle compagnie teatrali organizzatrici torinesi. La nostra prima uscita è stata al Cecchi Point (via Antonio Cecchi, 17) presso il Teatro Officina con lo spettacolo: Storia di Bebbo, Pirone Caterina ed Ignazio e dell’Arte di Marcella nel servire le Prugne.  Compagnia La Zattera (gioca in casa, essendo torinese), l’autore e regia Aliosha Massine e i suoi compagni di avventura portano una commedia dai toni spensierati, forse frivoli, allo stesso tempo lascia riflettere gli spettatori. Gli attori Marcello Spinetta, lo stesso regista, Giulia Cammarota, Marta Cortellazzo Wiel e Christian Di Filippo intercalando tra loro i ruoli, riescono ad accontentare il pubblico. Lo spettacolo continua sino al 10 maggio con l’orario 19:30, dal 14 al 17 l’orario sarà alle ore 21:00, medesimo palco!

Lavoro Nero Teatro, arriva da Catania e presenta Riding Buk di e con Cristiano Nocera assistito da Johanne Maitre nella scelta dei costumi. Il monologo è una linea che parte dalla nostra adolescenza, dalle sue prime… esperienze amorose manuali e visive per arrivare, miscelando alcuni scritti di Charles Bukoski, al compimento del soliloquio. La differenza tra ciò che Nocera porta in scena e i racconti del poeta e scrittore statunitense non lasciano traccia, infatti, non fuori escono i passaggi di drammaticità che l’attore dovrebbe dare alternandolo con la comicità di Henry Chinaski (suo alter ego letterario). Lo spettacolo continua sino al 10 maggio con l’orario 19:30, dal 15 al 17 l’orario sarà alle ore 19:30, medesimo palco!

Sono loro, i Santibriganti Teatro (Torino) rispettivamente, Orlando Manfredi (autore) e Luca Occelli (entrambi curatori della regia, la consulenza artistica è affidata a Mauro Piombo), a voler decollare nella serata con: Un posto per volare (opera lieve per Tenco e Pavese). L’autore, prende in esame due personaggi, li amalgama impastando le loro storie di vita, ritenendoli due “sfigati” al contempo stesso due icone. Proprio su questo spunto permea la brillantezza della genialità nella sua fusione, con le sue delicate e angoscianti forme “forgiando” un nuovo discepolo, da loro nominato “Nostro” senza fare mancare allo spettatore esiti tragicomici, liberando uno scroscio di battimani dei presenti, da non perdere! Lo spettacolo continua sino al 10 maggio con l’orario 22:30, dal 13 al 17 l’orario sarà alle ore 21:00, medesimo palco!

Abbiamo cercato come sempre, con l’occhio attento e rivolto dalla parte del pubblico cercando di indirizzare l'utilizzatore dell’evento, senza alcun pregiudizio, ma la scelta finale sarà solo quella del pubblico e del verdetto finale della giuria.

Torino (Italia) giovedì 7 maggio 2015



venerdì 10 aprile 2015

TORINO FRINGE FESTIVAL 2015 ALLA PARTENZA recensione di Daniele Giordano

La primavera è cominciata, così come i germogli iniziano a crescere sui rami degli alberi e per incanto il fiorire dopo una lunga riflessione invernale, si affaccia la terza edizione del Torino Fringe Festival. Gli organizzatori, che non sono propriamente quelli che abitualmente creano eventi, bensì mettono a disposizione (con dedizione) il loro attaccamento alla cultura e senza fare della retorica sulla lettera maiuscola della parola dimostra a proprie spese e tanta sofferenza l’avvenuta presentazione del terzo anno di questo “indotto culturale dimostrato nelle due precedenti edizioni”. Ora non desideriamo tediarvi con cifre e numeri alla mano e neppure con i nomi degli ideatori di questo “emulo di evento”, scriviamo solo che sono bravi, intendiamo invece, porre l’accento su ciò che si è potuto fare se si crede in un progetto! Le istituzioni come sempre “hanno ai piedi” scarpe di piombo e pelle di salame sugli occhi forse giustamente. Nonostante questo a ragione o torto, per quest’anno si sono sbilanciati offrendo non solo il patrocinio ma anche denaro. Forse hanno capito che questi giovani fanno sul serio e realizzano cose a dir poco interessanti per la “vetrina di Torino invece di quelle persone che sedendosi sugli scranni… parlano, parlano… senza concludere… a differenza che essi non parlano, ma concretano. Possibile che non si possa comprendere la filiera o l’indotto che ruota intorno a questo evento… andando a favore non solo della Città di Torino ma a tutta la cittadinanza! Il Torino Fringe festival non è come hanno detto in Conferenza Stampa un gruppo di < volontari perenni > loro hanno dimostrato con cifre alla mano, senza essere una “Cattedrale nel Deserto” per il lavoro svolto, nell’intento di fare rete creando sinergie, insieme (Istituzioni e Privati) trasmettendo quel prodotto che porta benessere non solo alla Città. Durante la presentazione al Circolo Esperia in Torino, è intervenuto l’Assessore Luca Cassiani, il Presidente della Circoscrizione otto Levi Mario Cornelio seguito da altre persone, ognuno elogiando il progetto. Tralasciando gli sterili pensieri, vediamo in concreto cosa offre la terza edizione. Come sempre lo spettacolo sarà suddiviso in due gruppi: Esterno (non a pagamento) e Interno ad un costo simbolico. All’interno della brochure in modo chiaro, troviamo tutte le notizie inerenti al festival, dalla mappa ai luoghi di esibizione, la biglietteria (con possibilità di acquistare i biglietti dalle 17 alle 17:30 sul luogo di spettacolo) con postazione fissa e relativa accoglienza per chi volesse informazioni sugli eventi o acquistare i carnet con notevole risparmio. Se poi tutto questo non bastasse a fare capire che questa manciata di persone (più di sessanta volontari più lo staff, muovono questa ruota) non scherza… un emittente radiofonica seguirà l’evolversi delle fasi durante gli spettacoli, messa a disposizione anche per le interviste. Insomma niente è lasciato al caso, per chi intende seguire il festival dal 7 al 17 maggio 2015. Si incomincia col varo di benvenuto il 6 maggio, al Circolo AMANTES di via Principe Amedeo, 38 dalle ore 19:00 alle 21:00, quindi siete tutti invitati al “nastro di partenza” Troppe, sono le cose da scrivere, per esempio, quest’anno hanno pensato di fregiarsi di un logo: un DODO! Alcuni potrebbero pensare che non sia di buon auspicio… poiché è l’unico uccello in grado di non volare… e quindi “ da considerarsi nefasto”, se invece tutti insieme crediamo in questi giovani che hanno scritto una frase sulla brochure < Andare a teatro può creare dipendenza… allora non ci resta che scrivere… la Cultura fa bene alla salute… e forse anche il Dodo… pur non volando, sarà di presagio lungimirante… perspicace di speranza!


Torino (Italia), 10 aprile 2015

sabato 10 maggio 2014

TORINO FRINGE FESTIVAL ultime battute che la festa abbia inizio! Recensione di Daniele Giordano

Le lancette del tempo corrono velocemente: Tempus fugit. E’ così anche quest’anno per la seconda volta Torino ha potuto godere di un festival magnifico, basato sulla solidarietà di chi crede veramente che si possa fare qualcosa di buono, con l’aiuto non delle sole parole ma con i fatti. Questo ci ha insegnato il Torino Fringe Festival seconda edizione. In occasione di esso, Torino si è animato con spettacoli interni, facendo conoscere agli utenti luoghi che normalmente sono visitabili dai soliti habitué del locale. Attrazioni in esterno, alla vista di passanti che facendo capolino hanno corollato l’esibizione degli artisti. Insomma un evento degno di essere ripetuto e diffuso! Oggi è figo esprimersi con la frase: Questo festival e supportato con un budget nato dal basso! Certamente, a riprova che le istituzioni preposte non ascoltano i progetti giovani o se li ascoltano la loro macchina, è lenta… il giovane è rock! Chi ha avuto modo di seguirlo, nel suo percorso ha trovato artisti provenienti da più parti d’Italia e fuori, artisti che hanno dato o espresso a loro modo il fare teatro con la propria esibizione, molti i bravi, altri meno, ma non per questo da scartare, dovranno cercare di rivedere i contenuti dello proprie “creature”. Seguendolo, abbiamo recensito più di uno spettacolo, tutti pubblicati sul blog http://lonevolfilm.blogspot.com ora non resta agli organizzatori tirare le somme. Dall’invasione pacifica tra pubblico, artisti e locali (diciassette sono gli aderenti), sembrano evidenti dal risultato ottenuto… ed è solo la seconda edizione! Parlando dell’organizzazione, è riuscita malgrado piccoli intoppi a sopperire, senza fare soffrire nessuno ecco perchè merita un grande e caloroso applauso a tutti i componenti, qualcuno più professionale di altri, ma anche questo si affinerà certamente col tempo, per l’accoglienza in tutti i locali aderenti, anche loro ottimi gestori che hanno saputo da imprenditori cogliere al volo quest’opportunità. Certamente anche alle Istituzioni che hanno dato una mano a concretare il progetto e da tenere in considerazione nel listino della borsa per l’anno venturo, riflettendo che Torino è una grande Città…ops… una Metropoli! Insomma tutti nessuno escluso, per aver regalato ai torinesi e non solo, una settimana di arti performative seppure a “basso costo” ma con grande intensità! La festa continua questa sera ore 24:00 al Bunker (via Paganini 200 Torino). Siete tutti invitati.  


Torino (Italia), 10 maggio 2014