martedì 24 novembre 2015

L’OCCASIONE, FINE DELLA TRILOGIA recensione di Daniele Giordano

Marco Cavallaro attore teatrale, l’abbiamo visto in situazioni recitative diverse (alcune anche troppo bizzarre), questo ci ha permesso di formulare opinioni. I brusii benevoli mormorati in sala a fine recita si sprecano. Ognuno dice la propria. Assistendo agli spettacoli, volgendo lo sguardo sul pubblico, notiamo un “velo trasparente” una parte con il desiderio compiaciuto, l’altra un leggero diniego. Due sfaccettature della stessa medaglia! E’ sempre lui, qualsiasi “abito scenico” indossa, è questo che “l’altra parte” dovrebbe intendere, cambia solo la circostanza. Come ad esempio quello presentato al teatro Gioiello in Torino dal titolo “L’Occasione” con esso, termina la sua trilogia sull’amore. Un monologo cui il Cavallaro è particolarmente legato, questo soliloquio è stato  portato in scena in tutta la penisola, narra di una storia commovente, dimostrato dall’afflusso del pubblico. In questa interpretazione, troviamo l’artista alle prese del solito bivio: rifugiarsi andando nella sua solitudine casa o passare qualche ora in un bar a bere qualcosa distraendo i suoi pensieri. Questo perché è stato lasciato dal suo grande amore circa due anni or sono… per lui è solo ieri! E’ qui la commedia prende vita, in un groviglio di reminescenze, pensieri che attanagliano la mente col suo tarlo, senza darsi pace e, senza alcuna spiegazione logica data allo spettatore, distraendolo su qualsiasi risultato… sino alla fine del dilemma! Non desideriamo togliere il gusto finale allo spettatore su questo toccante spettacolo e, forse qualcuno del pubblico potrebbe riconoscersi nelle vesti di Cavallaro!
Come sempre ed è inutile evidenziare, Marco Cavallaro su qualsiasi palco salga che sia semplice gag o esibizione seria, sa perfettamente rispettare tempi e pause senza “bruciarle” come spesso accade altrove, questo a lui non succede. L’attore dal suo profondo, ama esibirsi in monologhi, interagire se capita con i presenti. Le recite espresse, vestono bene la sua figura pur muovendosi teatralmente in circostanze diverse. La sua entrata è disinvolta, oseremmo azzardare con padronanza scenica che solo un interprete con notevole esperienza saprebbe fare.


Torino (Italia), martedì 24 novembre 2015

QUEST'AVVISO E’ SEMPRE ATTIVO ANCHE SE NON VIENE ABITUALMENTE SCRITTO SULLE PUBBLICAZIONI.
La riproduzione degli articoli presenti sulle pagine di questo blog è consentita esclusivamente citando la fonte, l’autore e il link. Altresì informa che questo blog non rappresenta un prodotto editoriale in base alla legge n° 62 del 07/03/2001, giacché è aggiornato senza alcuna periodicità. Le eventuali foto o filmati presenti sul Blog, sono inviate dai rispettivi autori o chi per lui, assumendosi la propria responsabilità, qualora queste violino i diritti o ledono l’autore, l’immagine e/o altro, saranno rimosse dal curatore della pagina in seguito a comunicazione da parte degli interessati, escludendo in modo incondizionato e categorico qualsiasi azione legale sia all’autore sia al blog stesso!
Di conseguenza, l’opinione personale espressa su ogni notizia pubblicata, è basata in conformità all’argomento trattato, senza necessariamente essere obbligati a scrivere o diffondere la mia opinione su cosa ho visto o letto. Per questo motivo si precisa che questo blog, non può considerarsi un prodotto editoriale, bensì pensieri da condividere. A cura dell’autore del blog.
Copyright 1990 – Fragment (consider revising). Daniele Giordano/ lonevolfilm@gmail.com All Rights Reserved.





lunedì 23 novembre 2015

MIA MOGLIE PARLA STRANO recensione di Daniele Giordano

Moglie e Buoi dei paesi tuoi, una volta dicevano così! I tempi, come le mode cambiano, le persone si sono globalizzate, non sussiste più quel detto citato. I punti cardinali sono solo riferimenti… ma non per l’amore, esso non ha confini. Questo capita in scena con Alfredo Collina (regia di Corrado Accordino) e Barbara Bertato. Un lombardo sposato con una donna del sud, sin da tempi remoti è il classico di sempre: l’incomprensione del linguaggio. Così si presenta sul palco la commedia “Mia moglie parla strano”portato da Monza sino alla Città di Rivoli (TO). I due attori fanno parte della compagnia “La danza immobile” che li vede protagonisti in una commedia brillante, ricca di trovate spassose a dir poco farsesche da coinvolgere lo spettatore dopo la prima manciata di minuti in scena, mantenendo un ritmo crescente tra ilarità e applausi. Il loro debutto presso il Teatro San Paolo di Rivoli è stato accolto con affettuose acclamazioni. Una compagnia nuova per il circuito, tutta da scoprire, noi l’abbiamo fatto col pubblico del teatro, grazie all’intuizione di Campotheatro. Il piacevole spettacolo dai contenuti attuali, focalizza conflitti coniugali (suocera compresa), accenna il tema omosessuale non proprio facile da esporre, adozione a distanza e quant’altro ma evidenziati con una sensibilità che li contraddistingue, trasportandoli in uno spettacolo intelligente, fatto di mimiche e battute proprio come titola la rappresentazione, portandone il dovuto rispetto, lasciando uno spazio per il suo inatteso finale. Una compagnia da tenere presente qualora si ripresenti l’occasione.

Torino (Italia), sabato 21 novembre 2015

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martedì 17 novembre 2015

GRAN CONSIGLIO recensione di Daniele Giordano

Chi approda al Molo di Lilith… deve obbligatoriamente possedere “la tessera Arci” per accedere! Questo non è un problema per chi si avventura al 7 di via Cigliano in Torino. Varcata la soglia, trovi un pregevole cortile ben tenuto, poco ammirato in questo periodo considerato il clima invernale a differenza di come sarà gradito nei mesi successivi ma ora, preso in ostaggio solo dai fumoir. Una graziosa e sorridente persona di nome Claudia, nell’accoglierti, potrà risolvere l’impedimento regolandoti con l’associazione fornendoti la tessera, oltre a farti sentire a tuo agio. Entrando, sembra uno di quei locali marinari, tra nasse, gomene e reti appese, qua e là troviamo sparsi manichini vestiti con abiti di scena, quasi per aumentarne il numero già cospicuo degli abituali frequentatori… oppure messi a guardia…questo non è da sapere! Tra un’apertura di porta e l’altra, fuoriesce dalla cucina un odore che sa di buono, invitante. Sono i manicaretti genuini che la simpatica Marta abitualmente prepara ogni giorno, con prezzi popolarissimi e accessibili considerato il clima che si respira… aiuta entrambe le parti. Al banco troviamo Max, insieme alle citate signore, sono parte della compagnia “L’Interezza non è il mio forte” propone con minuziosa capacità la mescita e spiegazioni sulle birre artigianali, in attesa di presentare sul palco l’ospite di turno. Salendo sul palco, piace introdurre le consuetudini fondamentali della casa, su cosa potresti trovare sempre sia nel bere sia nel mangiare, soprattutto quello che non troverai mai per scelta e a ragion di causa! Lo spettacolo introdotto, è stato nominato per il Performance Award al Fringe Festival di Praga 2015 in lingua del luogo, ottenendo consensi. A Torino invece, per il suo debutto, è recitato in italiano. Si tratta di un monologo di e con Tom Corradini che dopo aver lasciato i panni dei Supereroi, si cimenta in un testo di elevato spessore storico, facendo rivivere “da protagonista” la giornata del 24 luglio 1943 a Roma, rivestendo i panni del Duce. Il Gran Consiglio del Fascismo quel giorno, dopo gli insuccessi dell’esercito italiano da lui causati, si riunisce per discutere la rimozione di BENITO MUSSOLINI. In attesa del verdetto, egli si ritira nel suo studio di Palazzo Venezia. Durante quell’ora di solitudine, la mente rievoca questo formidabile viaggio, su come il destino abbia giocato un ruolo importante per lui, da povere e umili origini, portarlo a essere il capo Supremo d’Italia. Il Corradini, con scrupolosa ricerca sia negli abiti sia nel dialogo durante il suo soliloquio, esibisce la qualità di attore con padronanza scenica, anche se a nostro avviso è ancora un “lavoro in corso” cioè da smussare non tanto nel dialogo che con sagacia perizia ottiene l’attenzione del pubblico, bensì sulla postura dell’individuo rappresentato, per il resto non sono mancati i commenti favorevoli, apprezzandone il lavoro svolto dall’artista.

Torino (Italia), lunedì 16 novembre 2015



martedì 10 novembre 2015

FANTASTICA CHIUSURA recensione di Daniele Giordano

Il rituale della polemica si ripete ogni qualvolta che due eventi aprono i cancelli nello stesso periodo. Una pagina sta a un francobollo come un foglio di protocollo aperto sta a niente! Strano che al posto dei numeri ci siano parole, senza vederle pubblicate! Sono esempi di alcuni spazi delle pubblicazioni apparse sui nostri quotidiani che hanno scritto di Paratissima per par-conditio, tanto per citare… non con la stessa estensione e invadenza giornaliera che si è avuto per altre manifestazioni. Stiamo descrivendo le proporzioni degli articoli apparsi su certuni giornali scrivendo dell’evento di Paratissima a Torino Esposizione (4 – 8 novembre 2015) a differenza di altra importante manifestazione. Sicuramente gli organizzatori saranno stati ugualmente contenti, pur accettando la diffidenza di quelli che non l’hanno citata neppure di striscio. Questo non per polemizzare, anzi è nostra intenzione tenerci a dovuta distanza su questo perché. Il nostro compito è riportare documentando i fatti, dopo aver seguito lo svolgere e assistito a questa manifestazione “dal basso” su cosa ha esposto, sul numero delle affluenze, la parte musicale, il fashion con le sue ricercate sfilate di moda dando opportunità a stilisti emergenti di farsi notare. A dire il vero su questa Paratissima, continuiamo a notare i troppi espositori (pittori/quadri), avremmo preferito vedere giovani architetti o progettisti d’interni con le loro creatività. A discolpa, il luogo offre al visitatore tante visioni che comprende la parola "arte", c’era solo l’imbarazzo della scelta compresa la parte musicale, come sempre è piacevole da ascoltare per spezzare le lunghe ore tra il vedere e assistere. Il pubblico, non sempre ha gradito, non a torto, il susseguirsi di certi musicisti, anche sé nell’insieme del trambusto ci può stare, senza colpevolizzare. Dopotutto, lo spazio è talmente ampio che “girato l’angolo” non si sentiva più il frastuono, trovandoti di fronte altre forme da incuriosirti. A questo punto tralasciamo gli stand dicendo che alcune novità stanno avanzando (vedi il 3 D) e comunque ogni artista, ha portato un suo apporto piacevole o meno a Paratissima, cercando col suo spazio la propria vetrina. E su questo, come potremmo tralasciare lo spazio del fashion senza descriverne la bellezza e le stravaganze degli stilisti emergenti. Non intendiamo farne un reportage sulla moda che ha il suo percorso in altri ambiti. Gli stilisti presentati, hanno dato il meglio delle loro creazioni, al pubblico valutarne la bellezza. Tra questi è doveroso citarne alcuni: Dana Design, Lella Matta, Roberto Novarese, senza offesa per gli altri. Una novità data proprio al termine, farà piacere sapere. Si sta cercando di riportare in città quello che fu di Torino: La Città della Moda. Questo grandioso evento… “esploderà” con Torino Fashion Week, è ancora presto per parlare, ci torneremo senz’altro su quest'argomento, sappiate però che il countdown è già iniziato… Torniamo a Paratissima. Dalle stime dichiarate a fine di serata, da Torino Esposizione sono passati circa diecimila visitatori durante la giornata, gli organizzatori hanno in programma una Paratissima a Milano tra breve e un’altra in Spagna. Non male per un “snobbato” evento senza un becco di denaro e pochissimi sponsor a differenza di quella in pompa magna… ma una curiosità qualcuno dovrebbe dirla a proposito dell’opera premiata! Cose così si sono viste al “supermercato” con la differenza che è messe in cassette da frutta. Una considerazione a tutti voi: Para…….: Continuate il cammino… i risultati si vedono già maturare a novembre…! Per la prossima stagione l’appuntamento e la sede…? Boh…sarebbe bene che qualcuno inizia a riflettere e pensare sin d’ora a questo se pur piccolo, evento che in fondo fa muovere e da lustro alla nostra Città Metropolitana…

Torino (Italia), lunedì 9 novembre 2015


sabato 7 novembre 2015

L’ITALIOTA recensione di Daniele Giordano

E’ confortevole per i gestori di sala, sapere che un attore teatrale per i suoi debutti scelga Torino… ops… volevo dire Rivoli (TO), precisamente il teatro San Paolo (via Bertone,1). Stiamo parlando di Marco Cavallaro. La scelta cade inesorabilmente su quel teatro da sempre, forse per affetto che ha per Niko e Tony o solamente per scaramanzia. Un tempo si diceva: Se lo spettacolo ha successo a Torino… è buono per il resto d’Italia. Tant’è che come in questo spettacolo “L’ITALIOTA” è stato il soul out per i due giorni di programmazione e, come se non bastasse, per accontentare ancora qualcuno, oltre questa sera, sala nuovamente esaurita,  ha aggiunto una data in più (domenica 8 novembre, ultima data ore 18:00). Difficile descrivere lo spettacolo che inizia da lontano, portando alla luce e facendo scoprire alcune raffinatezze non conosciute dal vasto pubblico. Tra esilaranti episodi, porta lo spettatore con sagacia ironia a farlo ridere di se stesso, contemporaneamente lo fa riflettere. Sebbene la sua prima è ancora da mettere in ordine sulla durata e qualche ritocco qua e là (due ore e quaranta minuti), ciò non toglie il consenso evidente ottenuto dall’affezionato pubblico. Durante < il percorso dello spettacolo > vediamo, ascoltiamo cose già sentite e mai prese troppo sul serio. Il Cavallaro, le manifesta (tormentone compreso, distinguibile da subito) in una girandola ben predisposta, sistema la quadratura del cerchio con la frase: - la storia si ripete da sempre – e lui con la sua minuziosa ricerca porta ogni presente a riflettere e ridere su come siamo. Come debutto, il pubblico uscendo, potrà dire di aver assistito a quanto siamo Italiani! Una semplice avvertenza a nostro avviso, lo spettacolo potrebbe non essere adatto a un pubblico minorile, una raccomandazione invece… munitevi di fazzoletti… perché i vostri occhi lacrimeranno dalle molteplici risate!

Torino (Italia), sabato 7 novembre 2015





TOH, GUARDA… C’E’ IL MOLOCH recensione di Daniele Giordano

Guarda, ho ricevuto le pagine bianche della Telecom. Come tutti del resto. non è novità nel riceverle da parte degli abbonati. Stupisce e risulta evidente la copertina. Come mai l’attenta, la perspicace e sempre all’avanguardia al processo futuro della tecnologia ma non solo, ha reso evidente un fatto obsoleto… accaduto un anno prima. Cioè, nel centenario della nascita del cinema a Torino, cito: ponendo in copertina la statua “emblema” di Cabiria, un colossal (parola coniata per la prima volta in occasione del film) cinematografico dell’epoca… siamo agli albori dell’evento che rivoluzionò il cinema, quello di Giovanni Pastrone (1914) con la sua magnifica esposizione del citato film. Non mi soffermo a parlare del successo ottenuto, né tanto meno agli attuali registi che contemplano ancor oggi il suo contenuto, cercando di comprendere l’evoluzione del suo movimento macchina già fatto a quell’epoca e, senza contare le parole espresse a mio tempo sul centenario dell’avvenimento. Mi soffermo invece (cosa importante e del mio dubbio), della “lungimiranza avuta da chi ha pensato”di evocare, ponendo l’accento su un evento… snobbato o appena ventilato con poco entusiasmo da chi avrebbe potuto attingere benefici per la città di Torino! Pregevole comunque è ricordare, anche se in ritardo da chi ha voluto esibire questo “sforzo” facendolo un anno dopo… ricollocando il fatto e riportandolo da circa trecentosessanta giorni dopo l’accaduto sulla copertina di pagine bianche. Evidentemente gli uffici preposti…non sono in sincrono con gli avvenimenti che si susseguono. Oggi si parla di luce, della lampadina e della diatriba di Edison, se vogliamo essere campanilisti, parliamo di Cruto e del suo splendido Museo… di Grugliasco (TO) che pochi conoscono! Fra qualche anno (se le cose stanno come quella citata) forse... apparirà sulla copertina, per il piacere di molti. Essere in contemporaneo, significa anche precedere gli avvenimenti… magari facendo spazio a quella cultura “sommersa poco visibile”che manca…creando così un richiamo reale di ciò che abbiamo, fornendo un qualcosa di positivo per la vetrina torinese!


Torino (Italia), mercoledì 4 novembre 2015

ECCO UN ESEMPIO DA IMITARE ! di Daniele Giordano

Considerate da sempre il “brutto anatroccolo” per fortuna non da tutti, finalmente trova spazio quella parte di persone che nella taglia 40-44 si trova leggermente "limitata" dovendo poi ricercare soluzioni non necessariamente adatte alla sua silhouette, rischiando di offuscare o compromettere la loro bellezza e l’eleganza di sempre. L’idea nasce da un libro “Curvy, il lato glamour della rotondità” di due giornaliste esperte di moda Daniela Fedi e Lucia Serlenga.  Un’azienda, l'Ovs, nella passata stagione ne fa una linea autunno – inverno. Un progetto che tende a rivalutare le “Curvy” fornendo loro un glamour provvisto di tutto punto dagli abiti agli accessori. La linea di abbigliamento, è studiato senza scalfire l’animo di queste prorompenti figure mediterranee o essere discriminate. L’ora della riscossa è giunta anche per loro, potranno esibirsi con la grazia di sempre ma con quel tocco che le rende piacevolmente desiderabili, ancor di più attraenti, mostrando il loro vero essere come hanno sempre fatto con dignità, sia nel glamour, sia nel modo di vestirsi.

Torino (Italia), lunedì 2 novembre 2015




mercoledì 4 novembre 2015

TOH, GUARDA… C’E’ IL MOLOCH recensione di Daniele Giordano

Guarda, ho ricevuto le pagine bianche della Telecom. Come tutti del resto. non è novità nel riceverle da parte degli abbonati. Stupisce e risulta evidente la copertina. Come mai l’attenta, la perspicace e sempre all’avanguardia al processo futuro della tecnologia ma non solo, ha reso evidente un fatto obsoleto… accaduto un anno prima. Cioè, nel centenario della nascita del cinema a Torino, cito: ponendo in copertina la statua “emblema” di Cabiria, un colossal (parola coniata per la prima volta in occasione del film) cinematografico dell’epoca… siamo agli albori dell’evento che rivoluzionò il cinema, quello di Giovanni Pastrone (1914) con la sua magnifica esposizione del citato film. Non mi soffermo a parlare del successo ottenuto, né tanto meno agli attuali registi che contemplano ancor oggi il suo contenuto, cercando di comprendere l’evoluzione del suo movimento macchina già fatto a quell’epoca e, senza contare le parole espresse a mio tempo sul centenario dell’avvenimento. Mi soffermo invece (cosa importante e del mio dubbio), della “lungimiranza avuta da chi ha pensato”di evocare, ponendo l’accento su un evento… snobbato o appena ventilato con poco entusiasmo da chi avrebbe potuto attingere benefici per la città di Torino! Pregevole comunque è ricordare, anche se in ritardo da chi ha voluto esibire questo “sforzo” facendolo un anno dopo… ricollocando il fatto e riportandolo da circa trecentosessanta giorni dopo l’accaduto sulla copertina di pagine bianche. Evidentemente gli uffici preposti…non sono in sincrono con gli avvenimenti che si susseguono. Oggi si parla di luce, della lampadina e della diatriba di Edison, se vogliamo essere campanilisti, parliamo di Cruto e del suo splendido Museo… di Grugliasco (TO) che pochi conoscono! Fra qualche anno (se le cose stanno come quella citata) forse... apparirà sulla copertina, per il piacere di molti. Essere in contemporaneo, significa anche precedere gli avvenimenti… magari facendo spazio a quella cultura “sommersa poco visibile”che manca…creando così un richiamo reale di ciò che abbiamo, fornendo un qualcosa di positivo per la vetrina torinese!

Torino (Italia), mercoledì 4 novembre 2015

lunedì 2 novembre 2015

APPUNTAMENTI MUSICALI A TORINO recensione di Daniele Giordano

Ci piace pensare che Torino (Italia) sia sempre in movimento sebbene paventi la spada di Damocle della crisi in ogni circostanza. Questo non basta a fermare gli eventi a ingresso libero. Per esempio, l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino (Italia), oltre a esporre nella sua prestigiosa Pinacoteca quadri di un certo spessore artistico, da luogo ad appuntamenti musicali di rilevanza non da poco. Ospiti di Musica in Concerto X edizione per “Affetti Sonori” stagione 2015 – 2016 proposta dall’Associazione Concertante Progetto Arte & Musica, è stato presentato un concerto spettacolo dal titolo per la coreografia di Monica Rosolen, lettura e testi di Giorgio Griva. Andando per ordine sparso troviamo sulla musica La Nascita di Antonin Dvoràk due danzatrici Giusy Zanfa e Maddalena Zona, cimentandosi sulle note de Largo dalla 9° Sinfonia, tentando di dare a questo piacevole motivo un senso che ahimè tarda arrivare poiché entrambe danzano in modo disordinato, non certo dovuto all’insegnamento, forse alla preparazione delle due danzatrici ancora acerbe per il pubblico nell’eseguire la coreografia. Le rivediamo poi singolarmente, ma questo non cambia l’opinione. La prima danzatrice, su arie di Ariel Ramirez in Preghiera (Kirie, Agnus Dei da “Misa Criolla”), l’Angelus di Jena – Francois Millet, il pubblico non trova l’esecuzione in modo soddisfacente, purtroppo priva di sentimento. La seconda, ci prova in Lola da Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni sulle note della Popolana in costume di Giovanni Battista Crema, i conoscitori riconoscono la non consapevolezza nel fare uscire quella forza durante le esibizioni dovuta a tali opere. Nel proseguire, un’altra si affaccia al pubblico attento, ci trasporta nell’incantato “Paesaggio esotico” di Henri Rousseau, colonna sonora del film La mia Africa (John Barry e african tradition) facendoci (visivamente) assaporare quella parte d’Africa con i suoi colori e tramonti… nello splendore dell’esecuzione della danzatrice Valeria Berlusconi. Abbiamo tenuto volutamente quest’ultima danzatrice, Arianna Quartesan, perché pari alla sua bellezza, ha dimostrato il suo impegno per la danza. L’abbiamo vista esporre con quale grazia di movimenti precisi scandiva la musica di Pablo De Sarazate/George Bizet nella celebre Carmen (Fantasie da Carmen “Gipsy Girl” di George Elgar Hicks). La sua preparazione artistica unita all’eleganza interpretativa trova spazio sublime nella sua coreografia, con occhio discreto di Monica Rosolen, esponendo e trasmettendo la stessa emozione ai presenti in altrettanto due uscite: I’te vurria vasà di Eduardo Di Capua (Il Bacio di Gustav Klimt) e di Ludwing van Beethoven La Terra, allegretto dalla 7° Sinfonia “Magma primordiale” di Stefania Di Filippo, con il placido e caloroso consenso del pubblico e da parte nostra.


Torino (Italia), sabato 31 ottobre 2015