mercoledì 27 gennaio 2016

NON C’È STORIA… SENZA STORIA! recensione di Daniele Giordano

Inutile rilevarlo, Torino è stata e continua a essere una città laboratorio in costante ricerca d’idee innovative. Un esempio, da poco si è “festeggiato”, meglio dire onorato i novant’anni dalla nascita del famoso tramezzino. Un panino con dentro del companatico… due fette tagliate dal “pane del boia”…ora chiamato pancarrè, il sandwich, per intenderci. Fu Gabriele D’Annunzio portarlo a battesimo, proprio al caffè Mulassano, (locale storico tuttora esistente, sotto i portici di piazza Castello), dove per la prima volta fu servito “l’originale prodotto rettangolare” chiamandolo < tramezzino > da tramezza… non come quelli serviti abitualmente... altrimenti il Vate l’avrebbe definito…triangolino! Sempre per restare nella storia… ritorniamo a tuffarci nel passato, trovandoci nella storica gelateria di Domenico Pepino (situata in piazza Carignano), fu lui a inventare il primo gelato al mondo ricoperto sopra un bastoncino chiamato “il Pinguino” dalla somiglianza all’animale, brevettato nel 1939! Detto ciò, le novità non si fermano a questo, infatti, per il secondo anno Torino accoglie le “Pietre d’Inciampo” o progetto “Stolpersteine” di Gunter Deming. Artista e ideatore del monumento diffuso, destinato a dare identità alle famiglie di ebrei, politici, omosessuali ecc., vittime della deportazione nazista citiamo solo padre Giuseppe Girotti (beatificato da Papa Francesco, morto a Dacau), poichè l’elenco sarebbe lungo per descriverne l’eccidio. Gunter ha pensato oltre a quelle messe l’anno appena trascorso, di aggiungerne altre quaranta di queste mettendole a dimora. L’iniziativa, promossa da Museo Diffuso della Resistenza e della Deportazione, Comunità Ebraica, Goethe Institut, Aned e Istorero con questi, anche studenti d'istituti scolastici hanno aderito. I blocchetti in ottone chiamati d’Inciampo, sono incastonati nei marciapiedi delle vie, all’ingresso dei luoghi abitati dagli sventurati che furono deportati nei campi di concentramento: Auschwitz, Dachau, Mauthausen e altri. Pertanto se un passante… decidesse di “cercarle” durante la sua camminata cittadina… non deve fare altro che guardare in basso. Questo è uno tra tanti ricordi che Torino è fermo nel commemorare, sebbene il tempo trascorso sia lontano. Per i visitatori, la città ormai Metropolitana, con i bellissimi palazzi, i suoi musei, le sue caffetterie storiche, frequentati dalla nobiltà e nomi illustri che hanno contribuito a costruire la storia della nostra metropoli in epoca passata, è altrettanto interessante sapere quanto stiamo per raccontarvi. A differenza della precedente raccomandazione… per scoprire quanto segue, questa volta… lo sguardo, dovrebbe essere rivolto all’insù. Vi accompagneremo in luoghi, strade alla scoperta di Targhe poste a ricordo di nomi celebri, persone che hanno lasciato un segno permanente del loro passaggio temporale. Siamo convinti che saprete apprezzarne il contenuto e, magari ad approfondire l’argomento. Trovandosi per caso da quelle parti potreste fare un salto nel luogo descritto, forse scattando alcune foto. Portando con voi un interessante ricordo di “Cultura della Città”. (continua)

Torino (Italia), mercoledì 27 gennaio 2016



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martedì 12 gennaio 2016

Il FANTASMA della LAVANDAIA CANTERINA recensione di Daniele Giordano

Quasi come lo spot pubblicitario di una nota marca: due sono meglio di uno! Non è un rebus, non si vince niente indovinando. Stiamo parlando dell’ennesima fatica di Valter Carignano & C. de L’Opera Rinata – CambiaMenti Teatro congiuntamente con un’altra nota compagnia teatrale Thealtro. Due sono meglio di uno dicevamo, perché lo spettacolo delle Giallocomiche, oltre averlo presentato come di consueto al pomeriggio nella sala polivalente Lombroso 16 in Torino, ha replicato la sera per soddisfare l’enorme richiesta dei suoi fedelissimi seguaci e amanti di genere in tinta.  Sala gremita, pubblico adulto rispetto il pomeriggio, tra i presenti tre persone che hanno indovinato la soluzione con una dettagliata spiegazione. Forse è bene per chi non sapesse del perché si chiama “giallo” il genere poliziesco. La prima copertina del pamphlet (edito Mondadori), fu rappresentato con un cerchio di color rosso, all’interno una figura, tutto su sfondo color giallo. La grafica, è piaciuta da subito, tant’è che l’editore non ha mai cambiato la copertina… fortunata. Questo in sintesi. Tornando allo spettacolo, dal titolo Il Fantasma della Lavandaia Canterina, sono testi che presentano fatti di pura fantasia, unita alla cultura di un tempo lontano, narrando aneddoti della città di Torino sul finire dell’ottocento. Si raccontano fatti e luoghi reali, conditi con la libera interpretazione del regista Valter Carignano. In quest'avventura ci riporta indietro a un precedente episodio. Come sempre il regista ama nominare i personaggi con "brevità voluta", facendolo con sagacia tale da corrispondere a una risata. Una prova lampante, la prima a presentarsi è: Rosetta, Nunzia Maria, Reginella, Immacolata Cacciapuoti, solitamente si fa chiamare “semplicemente Reginella” (Marina Di Paola, ideatrice del format), proviene da Salerno “salita d’abbasce” per una questione famigliare molto importante e questo solo all’inizio. Alle volte è bene ricordare che i caratteri con cui sono scritte le insegne dei negozi sono chiari e leggibili, come nel caso della merciaia e padrona del negozio di lavandaia… da non confondere come “ufficio informazioni”, anche lei ha un nome che non finisce mai… altrimenti detta Gioàna per ragioni di spazio di cui si prende il merito Monica Carelli. Due nuove figure si affacciano nel cast e sono: Paola Pozzo detta Chiarin e sua figlia Vichin di padre ignoto, al secolo Sonia Di Lecce. Con questo nuovo episodio, ritorna una vecchia conoscenza delle“Giallocomiche” Don Vincenzo Cacciapuoti (Massimo Saracino) sacerdote salernitano. Ex parroco della cappella delle Piccole Sorelle Lavandaie della Madonnina Piangente del Rubatto (questo è il titolo più lungo nella storia delle rappresentazioni) accompagnato dall’immancabile perpetua (Antonella Argentini) Sestilia Prefica Parlalvento, una donna che al pari del bradipo… riesce a batterlo in lentezza, se poi accenniamo al suo orgoglio, ci tiene a precisare che non ha mai lavorato in vita sua… perché si sa chi lavora suda e poi si prendono i malanni! Non ultimo, solo perché entra in scena sul finire dello spettacolo, il Commissario Agenore Pautasso (Valter Carignano, regista, sceneggiatore e attore) sebbene sia trascorso un anno e mezzo dalla prima volta che indossò l’impermeabile stile, “tenete Colombo” continua le sue ricerche sulla Torino ottocentesca, intersecandola nelle storie Giallocomiche che sono di una bellezza da vedere più che recensire… piacendo a Grandi e Piccini!

Torino (Italia), lunedì 11 gennaio 2016