venerdì 27 febbraio 2015

COME CAMBIA IL MODO NEL VESTIRE recensione di Daniele Giordano

Vi siete accorti, andando in giro per le strade com'è vestita la gente? Una strana eleganza dilaga, nel senso buono della parola, non curanti delle temperature o degli accostamenti che deforma le norme dettate dalla moda in una indipendenza d’azione passando dalla figura androgina all’unisex, che dire delle gonne midi indossate su comode “pantofole pelose tipo dopo-sci ”. Questo e altro ancora, è stato presentato a Milano e proposto in “Casa Gucci” col nuovo direttore Alessandro Michele, ponendo due estremi: l’eleganza all’incoerenza col soddisfare il piacere di vestirsi in piena libertà. A differenza di Scognamiglio, vede ancora la bellezza femminile avvolta nel suo splendente romanticismo e quel tanto sexy, da piacere ancora. C’è chi è ancora attratta dai simboli misteriosi dell’antico egizio come Genny. Sempre attuali le bluse di pizzo con le loro fascinose trasparenze e le lingerie d’àntan, restano un caposaldo adorato non soltanto dalle donne. La natura è vista da Brunello Cucinelli è come una tundra invernale, dove materiali caldi contrastano i freddi colori di una distesa innevata, elaborando in alternativa il cashmere trasformandolo in pelliccia. Simonetta Ravizza preferisce fare indossare a vestaglia le sue pellicce lunghe, dando un’immagine più minimal, perdendo il suo aspetto sfarzoso. Aquilano e Rimondi, preferiscono restare sul classico, vestendo per Fay la studentessa in gonna cortissima su un cappottino molto elegante, le scarpe rigorosamente maschili, in testa un basco, un stile in tinta su tinta. I dipinti “presi in prestito” dall’epoca rinascimentale applicate su mise longuette di seta, trine e giacconi lavorati al rovescio, hanno catturato Alberta Ferretti con i suoi impreziositi tessuti e zainetti da sera. La nuova tendenza con la sua lungimirante bellezza accomuna gli stilisti indirizzando la donna in una nuova dimensione imperfetta… forse proprio perché è tale… lascia lo spazio e il piacere di vestirsi in modo innaturale ma con estro personale.


Milano (Italia), venerdì 26 marzo 2015

lunedì 23 febbraio 2015

UNA FARSA... CON UNA MORALE recensione di Daniele Giordano

Senza grosse pretese, l’associazione teatrale La Bertavela di La Loggia ha portato in scena i due atti della commedia “L’hai vist n’angel” di Ennedi, la regia è di Dino Nicola per la XXI Rassegna Tutda rije, in lingua piemontese al Teatro Monterosa di Torino. La rappresentazione teatrale, vede due coppie in una casa di riposo, leggermente svampiti data la loro veneranda età alle prese di un coetaneo “galletto” con bramosie ancora accese… purtroppo senza successo… Questo per dare attendibilità al detto: ogni frutto… la sua stagione! Invaghito, comunque della nuova infermiera… leggermente osè. Tutto ruota intorno ad essa e i suoi personaggi! Una recita dicevamo sin dall’inizio per passare un pomeriggio in armonia, con un finale… diciamo scontato…ma una morale toccante da prendere a monito. Ecco il messaggio che Renzo Piovano ha voluto lasciare prima che il sipario si chiudesse: Le persone anziane.. anche sé brontolone e leggermente in età senile… non si dovrebbero abbandonare… certamente a loro una visita di tanto in tanto farebbe piacere riceverla… anche da sconosciuti!

Daniele Giordano (Italia), 23 febbraio 2015


martedì 17 febbraio 2015

14esima EDIZIONE DEL PIEMONTE MOVIE gLOCAL FILM FESTIVAL recensione di Daniele Giordano

Finalmente è domenica… i partecipanti all’Anteprima Spazio Piemonte indetto da Piemonte Movie gLogal Film Festival 2015, sono arrivati all’ultima presentazione della gara, questi i titoli della sezione Music, Dance & Cartoons e come già sottointeso nelle precedenti compilazioni è nostra intenzione dare un’opinione sui cortometraggi, cercando di essere imparziali e con seria obiettività nel recensire, quindi siamo pronti a iniziare! Adolescente (6’) di Valerio Cibrario; con il numero (questo è il titolo) 27 (5’) lo presenta Alessio Mattia; a firma di Francesca Macciò e Francesca Quataro Waterwalls (5’); Rajan Craveri in sessanta secondi descrive: Le mie linee. Escape From Here. En Fuite (1’) lo presenta Carlo Ghioni; e di Alessio De Marchi What Weee Are. Sound Effect Version (3’): la nascita di un pezzo ovvero Saint bon, naissance di un moracea (12’) e di Marco Iozzo & Paolo Zirilli; Office Kingdom (7’) di Eleonora Bertolucci, Salvatore Centoducati, Giulio De Toma e Ruben Pirito; Venus (10’) è di Carmelo Brustia; il cartoons The Age of the Rust (7’), di Francesco Aber & Alessandra Mattei, merita la pena di essere visto. Paolo Gattuso in Polvere in amore (4’); con Oblò – Amazing Laundrette (7’) gli autori sono Martina Carosso, Ilaria Giacometti, Mathieu Narduzzi ed Eura Pancaldi; Way Out (7’) un lavoro di Jacopo Landi e Vanessa Michelon; non male è Imperium Vacui (5’) di Linda Kelvink e Massimo Ottoni: Per ZoneCreative srl, propongono Synergia (2’). Quando si tratta di musica, dance o cartoni animati… non poteva andare diversamente, preso pacificamente d’assalto Il Movie di via Cagliari 42 Torino. Il nostro viaggio intanto prosegue con i Doc & Mock 4, eccoli! Milad Tangshir con The Celebration (14’) minuti… a nostro avviso, spesi male a differenza di Maddalena Merlino e Claudio Paletto con i suoi nove minuti in Neighbours. Piacevole il corto “Piccole scelte” sedici minuti di durata, autori NICOLA Roda e Antonio Laforgia. Con il Sounds Professional (6’) Ludmilla Cabusi, Caterina Cretier e Paolo Pulici; a seguire Bere, giocare, parlare d’amore (15’) di Elisa Zambelli e Diana Giromini, oppure di Stefano Trombini e Alice Zangirolami… intervistano un… Super eroe… intitolando il filmato: Vite Vere (4’)… no comment! Un documentario appetibile è quello di Raffaella Rizzi in Montanari 3.0 (14’). La serata si conclude con la sezione Drama, decisamente con un’impostazione superiore a quelli visti sino ad ora. Il regista Riccardo Leto presenta un corto curato nei particolari, la fotografia apprezzabile come la sua sceneggiatura dal titolo: Unifair Game, otto minuti tutti da vedere! Con il Treno della memoria (5’) Maurizio Cordaro insieme ad alunni delle scuole, visita i luoghi dell’eccidio, perché la mente non dimentichi lo scempio. Altro corto in gara di Carlo Conversano, Sulle spalle dei giganti (9’); segue quello di Jacopo Wassermann con Verso (15’); Stefania Carminara propone “Mia” cinque minuti di egoismo puro, a parte questo ben recitato ! Le nostre cose importanti (20’) di Gino Caron non ha soddisfatto per niente, ciò che invece ci ha fatto pensare è Luna nuova (9’) di Riccardo Banfi & Marco Castelli. Il corto di Fabio Clarino, La carità (8’) ci ha lasciato un dubbio tra l’ammissibile ( basta sfogliare i giornali) inteso come filmato, in altro caso diseducativo. L’ultimo a essere proiettato è notevole spessore, partendo dall’interpretazione, la sceneggiatura, fotografia e il sonoro sono rispettabili nell’esecuzione tecnica, porta la firma di Giuseppe Sansonna, il titolo è Ultimo giro (17’), merita spendere alcune parole sul suo lavoro: è stato bravo nella scelta degli attori e gli addetti ai lavori! Ora che tutte le luci sono spente si può solo aggiungere quanto segue. La maleducazione non ha limiti. Certi individui venuti ad assistere “esclusivamente il loro lavoro” votare o far esprimere con il voto il pubblico al seguito e poi andarsene, lo troviamo scorretto e villania nei confronti degli altri concorrenti, magari portando pessimi lavori. Ci sarebbe piaciuto assistere alla loro proiezione se fosse stata visionata per ultima… rimanendo solo, seduto in poltrona … padrone della sua creatura… avremmo goduto sulla sua espressione del viso!  In un concorso si dovrebbe assistere a tutte le proiezioni, in modo da valutare imparzialmente i lavori degli altri, per accrescere o carpire il mestiere. Ipso detto, Ipso fatto. Prima di ricordare gli appuntamenti, un elogio a tutto lo staff che ha saputo muoversi come sempre in modo adeguato e soddisfacente nei confronti del pubblico. Rammentiamo invece che Piemonte Movie non termina qui, il 17 febbraio presso il Cortile del Maglio a Borgo Dora ore 18:30  premiazione del “Toret” poi sino al 9 marzo nei presidi (vedi cartina), le date e luoghi di proiezioni. Arrivederci al prossimo anno.

Torino (Italia), lunedì 16 febbraio 2015


VENERDÌ 13 – I CORTOMETRAGGI IN GARA AL PIEMONTE MOVIE recensione di Daniele Giordano

Sono passati sette anni da quando Piemonte Movie ha messo in piedi il Too short to wait Anteprima Spazio Piemonte, superando la cosiddetta crisi del numero sette. In gara più di cento cortometraggi, di cui una trentina in prima visione assoluta, pronti ad affrontare con successo il piacevole esame del pubblico. Differente sarà l’attento occhio critico già espresso su alcune proiezioni nella precedente recensione e continuando ancora tra queste righe. Proseguiamo la nostra maratona, quella di venerdì 13 ore 17:30, con le proiezioni della sezione Yung: Lo scorso inverno (5’) di Jacopo Ficulli e Luca Ceragioli; seguito da Opera breve per mani e occhi (10’) regia di Paula Lopes Dias e Davide Mazzocco; La lezione di Cris (18’) è di Claudio Paletto, mentre il lavoro di Egle De Nuzzo ha per titolo Il cielo d’inverno (14’). Un simpatico cortometraggio con il supporto di Enza Lasalandra, Alessio Periti ed Elisa Zucca-Nigra fingendo di essere girato da bambini, con il titolo: Ciak si gira (30’’) di autentico spasso; Shame and Glasses (7’) invece è di Alessandro Ricorda; per la durata di quindici minuti, troviamo “Il padre” un lavoro di Diana Giromini. Nella sezione Comedy, iniziamo con Lov. Foglie (4’) di Domenico Bruzzese; il titolo Bogdan. Dato da Dio (12’) è di Davide Neglia; Fausto romano presenta Cratta (20’); a differenza di Umberto Rinaldi con: Ho perso la testa (8’); seguito da La metafora del piccione (20’) di Miguel Murciano; The Restaurant (9’) lo presenta Stefano Scarafia, Pino Pace e Giorgio Risso; Uno strano western a firma di Saba Salvemini è WC Western Closet. Li chiamavano cowboy invece erano stronzi (22’); Un episodio divertente è quello di Roberto Manara: E il quarto non beve (5’). Per gli appassionati di genere terminiamo con la sezione Thrills & Nightmare che vede Inopinatum. L’imprevedibile (13’) di Paolo Giuliani; Long Shot (12’) è di Andrea Lionetti Di Vagno, seguito da Giacomo Sebastiani con Dietro lo specchio (7’); Marco Miscione & Simone Trigali, insieme presentano: L’Uomo che fischia. The Whisting Man; The Pigeon Brothers – I fratelli Piccione porta la firma di Davide Arpellino e Roberto Boffa; Fabrizio Zito con La dama bianca (20’). Ritroviamo nuovamente Enza Lasalandra e Alessio Periti con Bad Trip. Risvegli (11’).
SABATO 14 FEBBRAIO, penultima giornata dei cortometraggi in concorso, presumendo che sia di ottime creazioni, da parte nostra, si cercherà di recensire senza discriminazioni, prendendo atto che il nostro pensiero (opinabile) è formulato a gara è terminata, quindi non può in alcun modo alterare il giudizio della giuria preseduta dal regista Davide Ferrario. Per i Doc & Mock 3, iniziamo con Il tempo ritrovato (21’) di Laura Bonfiglio; firmano per La fine di un grande palazzo (20’) Romina Magno ed Eva Peressini; Transalvario (10’) di Daniele Lombardi tratta una singolare intervista con un essere notturno, amabile nell’insieme; ottimo invece il documentario Staffette (20’) di Tino Dell’Erba; come altrettanto qualificato quello di Antonio Puhalovich Sulle strade del partigiano Johnny (15’), con riferimenti a Fenoglio. Per la sezione Dramedy, sei i titoli in visione, Rolando Ravello è l’attore di Un uccello molto serio (14’) della spiritosa Lorenza Indovina, tratta di una serata di sesso frenato… la storia non è costruita su quello che potrebbe ispirare il titolo… è da vedere! Pasquale Mangano in un girato di soli sei minuti esprime un sentimento toccante con: Un motivo per tornare; Acqua purissima (7’) di Marco Graf; In pollo veritas (26’) di Linda Fratini. Piacevolmente è Niente di grave (19’) di Giulio Maria Cavallini, a seguire un altro simpatico corto, quello di Simone Paralovo dal titolo DinDalò (16’).  Ritroviamo con Fantasy & Horror, delle non proprio visioni accettabili, ma per dovere di scrittura le citeremo ugualmente. The Blue Witch. A Story (5’) di Robert Fogelberg; Il signore delle chiavi (20’) di Lucio Viglierchio e Mauro De Fazio; Il giorno dopo (13’) Raju Mensa; The Guild (5’) di Maurizio Maseguerra; The Creating (17’) di Adriana Hula. In quello presentato da Carlo Perassi ci è piaciuto, il titolo è Hospes (10’); poi ancora altri due per finire la sofferenza: Monster Inside (10’) di Davide Celoria e quello di Gaetano Soldano: La maschera della Verità (13’). La giornata è stata lunga e faticosa, non tanto per le ore passate a visionare i filmati in programma… quanto il peso dei lavori insufficienti da digerire…
Torino (Italia), sabato 14 febbraio 2015





venerdì 13 febbraio 2015

TOO SHORT TO WAIT, SECONDA GIORNATA! recensione di Daniele Giordano

Ieri abbiamo commentato, oggi entriamo nel vivo criticando. Dopo aver analizzato le visioni cinematografiche proposte nella giornata di giovedì 12 febbraio nella sala Il Movie della Film Commission in via Cagliari, 42 in Torino, qualcuno dei lettori ha preso in considerazione il suggerimento di prenotare i biglietti prima, in modo da non fare coda al botteghino. Ed eccoci alla seconda serata. Per la sezione Yung & School, questi i titoli in programmazione: Vedo, sento, parlo (5’) regia di Pietro Formici; Dire fare non discriminare (21’) è presentato da Eleonora Diana; Stefano Scarafia ci propone Sono contento (22’); per Giacomo Pierantozzi Il cielo è troppo grande (6’); La sabbia di Dio (8’) è di Ezio Cometto; mentre un’intera classe, la III B della Casa di Carità d’Ivrea ha fatto vedere Un giorno indimenticabile (11’).
Le 19:30, è l’ora dei Doc & Mock 2, diciamo subito che le visioni proposte è sull’argomento diversamente abile, di come si può continuare a sorridere pur avendo un Handicap. Quello proposto da Paolo Genovesi, col titolo di Vivi la vita (19’), è l’espressione del filmato… una corsa… per continuare la propria esistenza senza pensare alla propria menomazione, La Parentesi (23’) del regista Mario Ferdeghini, racconta di un ricoverato in ospedale per analisi, mettendo in ansia il protagonista “chiuso” nella sua stanza, scruta il mondo dalla finestra, per lui un lieto fine. La storia successiva, raccontata dall’autore del cortometraggio, ha dell’incredibile! In una località piemontese, qualche chilometro prima del Sestriere (TO), uno strano individuo prende possesso di una baita. Chi conosce i paesini di montagna  apprende subito che è una grande famiglia, si conoscono tutti e,  tutti sanno delle proprie abitudini, tranne di questo strano personaggio, sprangato nella sua casa di montagna! Dopo un certo periodo la gente mormora, vuole sapere chi e cosa è venuto a fare in quell’angolo di paradiso, decidono di bussare alla sua porta… aperta… del soggetto nemmeno l’ombra… Al centro della stanza un enorme uovo tutto intarsiato, bello a vedersi! Beh, una storia simile esiste già presso il lago Ness è un lago d'acqua dolce delle Highlands scozzesi, ma questa ci è parsa  per un attimo veritiera, studiata nei minimi particolari, decisamente accettabile. Il titolo prende il nome della località: Sous Laux (10’), il regista di questo docku è Massimo Ali Mohammad. E’ opportuno segnalare questo concorso, soprattutto da non definire elencandolo con la pessima lettera seriale di seconda scelta, giacché dieci selezionati di questi cortometraggi, andranno al prossimo Torino Film Festival. Nei lavori presentati, appaiono nomi di tutto rispetto, come nel filmato dal titolo Un altro ritmo. In my shoes (14’) di Giancarlo Tovo. Il protagonista, Giovanni Allegri racconta le vicissitudini quotidiane di un uomo e il “suo ictus” è superfluo descrivere la bravura dell’attore sull’interpretazione, il resto è un buon prodotto. Il regista Joe Inchincoli, preferisce portare sullo schermo un antica fornace, raccogliendo testimonianze dei lavoratori ancora in vita sulla quotidianità del lavoro svolto sulla lavorazione del mattone. Ricercato, nei suoi diciannove minuti di lavoro scrupoloso,  con il titolo Tèra da Mon, ci trasporta a vedere i manufatti di quell’epoca tramandata sino ai giorni nostri. Intanto siamo arrivati all’entrata delle ore 21:30 con STORIES 2. Il primo a essere proiettato è Balon con panna (10’) di Enrico Mondino, un simpatico bianco/nero, ci conduce nel film muto, con le sue trovate dell’epoca. Di recente c’è stato un omaggio cinematografico su Giovanni Pastrone nei suoi cent’anni (1914 – 2014) dal colossale film Cabiria! La visione del cortometraggio se associata al tempo storico descritto, risulta piacevole.Intanto siamo arrivati all’entrata delle ore 21:30 con STORIES 2. Il primo a essere proiettato è Balon con panna (10’) di Enrico Mondino, un simpatico bianco/nero, ci conduce nel film muto, con le sue trovate dell’epoca. Di recente c’è stato un omaggio cinematografico su Giovanni Pastrone nei suoi cent’anni (1914 – 2014) dal colossale film Cabiria! La visione del cortometraggio se associata al tempo storico descritto, risulta piacevole.
Con Oltre il velo (14’) di Valentina Sarmenghi, troviamo un discorso sulla discriminazione dell’individuo dovuta a pregiudizi mentali ristretti che le persone fanno… di tutta un’erba un fascio… come si dice abitualmente! Non male. Su, Incontri (14’) di Alessandro Garelli, Mattia Capone e Gino Imperato, decisamente per loro lo spazio-tempo e altri accorgimenti non esistono. Un patetico racconto dove la realtà è ben diversa da quella descritta nel film, zeppo di errori elementari. Un minimo di preparazione scenica potevano “sforzarsi di metterla” evidentemente… per loro, le basi cinematografiche dovranno essere ancora inventate… in special modo come si dice… three is better than one… Subito dopo troviamo in concorso L’attore (21’) di Ercole Saletti, una farsa cinematografica nella stessa misura di teatralità. Un uomo prossimo alla pensione, decide… cosa fare del giorno dopo… piacevole dall’audio alla fotografia e recitazione, decisamente divertente! Alberto Segre con i suoi venti minuti di girato dal titolo Zacharie ya no vive aqui, ci porta al dramma di una baby sitter alle prese con un bambino leggermente “vivace” dovuto sicuramente all’ambiente circostante e dei genitori invisibili sulla creatura. Per alcuni aspetti il tema potrebbe essere ricorrente, ben scritto interpretato e girato, meritevole. Ultimo in concorso e poteva risparmiarsi, il film girato negli anni novanta, porta in visione un lavoro di pessima fattura, iniziando dal suo formato per finire su cosa ha voluto descrivere il pseudo artefice di cotanta bruttura con il filmato La Corsa 015 di Gianni Bottinelli (va scritto per dovere di paternità), ventidue minuti di arrotolamento di insofferenza sulla poltrona per lo spettatore… forse diversamente recepito “capolavoro” da colui che ha girato questo incomprensibile lavoro! Anche da questa giornata, ci sono stati lavori papabili, senza mettere in difficoltà la giuria del Festival… lasciandovi con una frase celebre: Domani è un altro giorno!

Torino (Italia), venerdì 13 febbraio 2015



giovedì 12 febbraio 2015

Il 2015 TOO SHORT TO WAIT inizia in grande! Commento di Daniele Giordano

E’ così, da ieri senza tanti sfarzi sono incominciate le proiezioni del TOO SHORT TO WAIT, (11 – 15 febbraio) nella sala Il Movie della Film Commission in via Cagliari, 42 in Torino, Tra questi, i dieci più votati accederanno alla finale Anteprima Spazio Piemonte Movie gLocal Film Festival 2015 dal 10 – 14 marzo, con proiezioni in diverse località (vedi cartina), per la precisione è il 14mo anno che Alessandro Gaido e il suo staff di Piemonte Movie ci delizia. Riprendiamo le redini del discorso iniziando a vedere la sala con apertura dalle ore 17:30 senza esagerazione di affluenza dovuta forse all’orario, ma con possibilità di assistere nelle tre trance programmate. Nel raggruppamento di Stories 1 troviamo in lista: Ferragosto (24’) di Remo Schellino; The Cage (24’) di Arrigo Verderosa; Il Bozzetto (17’) di Alberto Dionisotti & Gabriele Zaffarano: Per la visione di Genesi del nuovo mondo (9’) troviamo Jacopo Scano; Yes Smoking (19’) di Eugenio Casalino. Con Una guida turistica a Torino (9’) di Simona Siciliani, unica donna in gara in questa prima mance in uscita. Così facendo, passando da una visione all'altra, siamo pronti per la seconda proiezione, quella dei DOC & MOCK 1, con orario delle 19:30, spazio dedicato ai documentari. Iniziamo a elencarli. Il mantello del parco. Sentieri geologici in Valgrande (15’), un lavoro di Marco Tessaro; The One Valdisan Pastor Who Died and Resurrected Several Times in a Row and is Found Thanks to the Thieving Hands of Unknown Tomb Raiders (12’) di Edoardo Spallazzi, Lorenzo Laudazi e Giada Pistonesi, titoli e registi… sono più lunghi della durata. Gabriele Nugara ci racconta di un artista e del Muro di Berlino con: Peter Unsicker. Galleria infinita (30’); #Austerity (7’) un breve racconto sullo spreco e riciclo de cibo; Alberto Cicala racconta con i suoi “blasonati partner” Dal riso al Rosa un mondo di acque (18’) il riso cultura, concludendo col la tipica frase… nasce nell’acqua… e finisce nel vino… In questa tornata, la sala è quasi del tutto esaurita, non c’è tempo per uno stacco mangereccio, siamo all’ultimo giro di boa. Ore 21:30 l’afflusso di persone è notevole, si accaparrano i posti migliori in sala… non ci sono più posti a sedere, impossibile fare entrare altre persone! Peccato per quelli tagliati fuori. Su questo punto, ci sarebbe una considerazione da fare: perché non acquistare prima i biglietti? Sappiamo benissimo che non rientra nella nostra indole, continuiamo con la programmazione. Per Arts & Vision abbiamo: Riot#1 Destroy to enjoy (7’) di Mario Bonaventura; Lux (11’) di Daniele Zeri; Giacomo Ferrante presenta: L’uomo col mazzo di fiori in mano. Un racconto di trenta minuti su Bussana vecchia Europa nuova; Hals (9’) di Alessandro Ingaria; Nicolò Piccinni con la Storia di Alfiero (28’); è la volta di Irene Dorigotti con Demiurgo urbano (7’); Francesca Pastorino con Lorenzo Debernardi e Graziano Giacometti, presenta Incubo a due durata quindici minuti. Come prima giornata dobbiamo precisare che abbiamo qualche perplessità nel recensire, diciamo che ci aspettavamo qualcosa di meglio. Per dirla senza mezzi termini solo alcune visioni si salvano… ma questo non è di nostra competenza, per questo c’è una giuria adibita a questa funzione.  Ricordiamo, che dalle ore 17:30 si possono acquistare i biglietti e accedere in sala. In bocca al lupo a tutti!


Torino (Italia), giovedì 12 febbraio 2015

martedì 10 febbraio 2015

LA STORIA DI FLEBOWSKY recensione di Daniele Giordano

Partendo dalla sala del teatro San Paolo in Rivoli (TO), inizia il commento introduttivo, portando lo spettatore ha seguirlo sino al raggiungimento del palco. E’ così che Nicola Pistoia, impersonando Flebowsky inizia il suo lungo monologo, introducendo le sensazioni di un malato e la sua degenza ospedaliera. Rivisita in chiave umoristica, dalla parte del paziente le traversie che si possono trovare in un ospedale durante la sua permanenza. Ogni spettatore si rispecchierà nella “cruda realtà” scritte nel libro “Storie di ordinaria corsia” da Fabrizio Blini, tratte liberamente e portate in scena dalla Nuova Compagnia di prosa Nicola Pistoia per la regia di Gigi Piola. Confuso, disorientato, si trova il “Flebowsky”  nel riportare le sensazioni, alle volte viene  < volutamente > colto da vuoti di memoria, proprio per trasmettere un movimento dello stato d’animo del paziente. Un tema che dovrebbe fare riflettere. L’eleganza sul modo interpretato porta a ridere, iniziando col dire che tutto funziona al contrario… ma non su quello che uno potrebbe pensare parlando di Sanità… bensì, tanto per dirne una, dice Lui: spiegatemi perché la stanza più fredda in ospedale… si chiama “camera ardente” e poi ancora… tu non passeresti mai con il semaforo rosso… e ti fermano col verde… al pronto soccorso sì! Citiamo testualmente: è una storia per addetti ai malori in cui gli ospedali sono visti dalla parte del pigiama. Così tra un tormentone e un sano episodio divertente si alternano figure che regnano perenne nelle strutture ospedaliere, come la suora, l’infermiere, il barelliere, tutte raffigurate dal bravo e simpatico Armando Puccio. C’è sempre una dottoressa o un’infermiera che i malati vorrebbero… incontrare, di lei basterebbe solo lo sguardo… per farti stare meglio… senza pensare alla sofferenza. Differente, invece è quando ti capita di essere sotto le grinfie di quella dall’aspetto teutonico, non solo per il colore dei capelli… ma con modi da caserma, parti, brillantemente sostenute da Ketty Roselli. La scelta fatta dall’attore Pistoia, è davvero formidabile, unire al suo fianco due bravi artisti come loro… senza mettere in discussione la competenza recitativa di Nicola Pistoia… interpretando questa storia. Se si uniscono due opposti come il dolore e la farsa… potrebbero realizzare… forse, una terapia del sorriso in un luogo circondato di cose gravi… magari una risata potrebbe risollevare il morale… non solo al degente…


Torino (Italia), martedì 10 febbraio 2015 

mercoledì 4 febbraio 2015

VOLO PINDARICO N. 63: SANS MOTS recensione di Daniele Giordano

Secondo voi, si può fare uno spettacolo teatrale senza parole? Alcuni risponderanno di no, altri di sì. Solito dilemma. Eppure, sono molti gli attori che seguono questo percorso. Uno tra questi è Matteo Cionini. Allievo dell’Atelier del Teatro Fisico di Philip Radice, già questa la dice lunga. Ora per meglio addentrarci in quello che l’attore desidera dalla platea, è che ognuno usi la propria fantasia lasciandosi trasportare. Poniamo un esempio: Prendi un aeroporto a caso… il Teatro Cardinal Massaia in Torino… no, forse non ci siamo capiti. Sul palco del citato teatro, non è stata allestita nessuna scenografia che emuli uno scalo aereo. Si stava parlando di fantasia! Sul palcoscenico al centro, prosciugato di ogni che, era visibile solamente uno di quei carrelli usati dalle hostess a bordo di un velivolo, nient'altro. Mentre le persone immaginavano il check-in e l’imbarco verso una destinazione fantastica. Lo stuart controllava i viaggiatori che allacciassero le cinture di sicurezza, porgendo le solite raccomandazioni in caso di emergenza, s’iniziava a rullare tra le musiche originali di Alberto Mompellio pronti al decollo del Volo Pindarico n°63. Il rullio, ottenuto con l’ausilio degli spettatori in sala, si raggiunse la quota. Il premuroso artista presenta una serie d’intrattenimenti previsti durante il volo, iniziando dalla visione di My Special Party, un film impersonato dal Cionini in arte Joe Trespolo. Inutile chiedersi se la rappresentazione è parlata, no di certo! Come farà a spiegare il filmato. Qui sta la bravura di Matteo Cionini, non dimentichiamo che il performer parte da una grande tradizione del mimo moderno, sviluppando un linguaggio originale, dove ha presentato lo spettacolo Sans Mots al prestigioso Fringe Festival di Edimburgo, il più grande festival del mondo, ora tutto per voi. Su questo volo lo svago persiste, poteva privarsi del grande Netta Mario famoso artista e la sua inseparabile marionetta? Alle volte capita, una turbolenza in quota crea un leggero scompiglio tra i passeggeri del teatro… scusate, volevo dire del volo pindarico, niente di che agitarsi. Prontamente il personale rassicura il pubblico con una distrazione musicale, sulle note di Eine Kleine Mime Musik, appare il direttore a dirigere l’orchestra. La traduzione di Sans Mots è Senza Parole, l’attenta regia è di Patrizia Besantini. Il performer Matteo Cionini, in questo show, ha mescolato del teatro fisico, clownesco, la pantomima. Tutto questo sè unito alla sua palestra che è stato il teatro di strada, si comprende del perché ha calcato i palchi di diverse nazioni… o forse perché è adatto a tutti specialmente per fare un viaggio con la fantasia… stando seduti comodamente in poltrona di un teatro torinese.

Torino (Italia), martedì 3 febbraio 2015



  

martedì 3 febbraio 2015

TENDENZE SULLA MODA recensione di Daniele Giordano

Parigi da sempre al centro della moda. Ecco la tendenza del momento con stravaganze e ritorno al passato guardando il futuro. Gli stilisti presentano le loro collezioni a un pubblico selezionato. Non siamo più sulla moquette rosata, ci siamo spostati al Palais de Tokio. Qui la passerella richiama l’esotico bambù, in questo caso di plexiglass illuminato. Così Armani vuole vestire la donna, ispirandosi alla sinuosa fronda del sol levante, trasportando le sfumature dei suoi colori stampandoli sui tailleur, i tessuti scelti devono agitarsi come canne al vento, piegandosi al suo volere per dare la giusta femminilità alla persona che lo indossa, dirigendo lo sguardo ai tessuti, più delle forme. Nei dieci anni della sua linea di alta moda il maestro spiega: l’abito diventa sempre più importante sulla donna, alle volte con il loro vestiario o atteggiamento, mettono in difficoltà l’uomo, a suo parere, dovrebbero adottare un portamento più dolce accogliendolo. La mania di scoprire “maliziosamente l’ombelico” continua a fare tendenza così Karl Lagerfeld lo propone inserendolo nella sua griffe, con le gonne notevolmente cortissime o midi, le giacche indiscutibilmente sfrangiate accompagnate da copricapo adorni di pin, le famose spillette di moda negli anni passati. Gianbattista Valli vede la donna sbocciare come un fiore, forse per nostalgia o ricordare Chanel e Joplin, donne simbolo dell’anticonformismo e del carattere inquieto e stili diversi, sperimentando come sempre il suo prèt-à-porter, portando una figura dall’apparenza insolita. Ritorna il pizzo nei collant di Pierre Mantoux. Jean Paul Gaultier fa sfilare Anna Cleveland in un tulle…con bigodini in testa…a forma di piramide. La Pochette di pelle stampata per Piquadro, mentre Gherardini con “sabine” s'ispira alla borsa agli anni sessanta a differenza di Henry Cottons preferisce lo spolverino anni ’50. La linea “Limited Edition” della Ferretti sono presenti su borse e scarpette e stivali impreziosite da strass e cristalli lavorati a laser con intreccio di fili in argento.  Per Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli, stilisti di Valentino, sono più sul lato del romanticismo, inneggiano su temi sentimentali, Amore e Psiche ricamato su un bolero in mussoline, prendendo in prestito le tele di Marc Chagall, creano un cocktail ben riuscito, mescolando, coppie che hanno fatto storia da Shakespeare per arrivare a Petrarca, unendo poi l’armonia di De Andrè e versi di Prèvert. La maison da appuntamento a Roma per la nuova apertura di un’ammiraglia “Casa Valentino” a noi non rimane che attendere l’invito.

Torino (Italia), lunedì 2 febbraio 2015