giovedì 28 febbraio 2013

SAREBBE BELLO CHE... notizia di Daniele Giordano

SAREBBE BELLO CHE QUALCUNO CONDIVIDESSE.
Ecco una notizia interessante, al di là delle notizie di questi giorni che imperversano l’Italia. E’ quella che da anni Marco Berry, noto al pubblico torinese per le sue escapologie estreme, ancor più per le sue apparizioni in TV sventando raggiri e imbrogli, da tempo a favore del sociale. proprio su questo punto, è bene ricordare quanto sta facendo per la sua Magic for Children. Una onlus con lo scopo di raccogliere fondi per l’ospedale pediatrico dedicato a Mohamed Aden Sheik ad Hargeisa, costruito in Somalia con l’apporto di” SPECCHIO dei TEMPI” del quotidiano La Stampa sempre di Torino. Berry, richiama tutti a Bardonecchia (TO) sabato 9 e domenica 10 marzo per la terza edizione della Staffetta del Cuore Magic for Children. Sabato l’artista sarà presente con lo spettacolo di illusionismo, oltre ad altrettanto bravi professionisti del settore e non solo, mentre domenica dalle ore 11:00 continuerà la staffetta. La gara è aperta a bambini e adulti formati in squadre, segnando le nevi del Melezet, in competizione con personaggi dello spettacolo. Due giorni tra show e amanti dello sport, senza dimenticare la possibilità di aiutare con l’aiuto dei partecipanti, l’attività dell’ospedale. Un piccolo gesto per un’opera destinata a durare, ma necessaria per pagare il ricovero, le cure e i medicinali per questi bambini.

Torino (Italia), 28 febbraio 2013


IL CASTELLO DEI FANTASMI recensione di Daniele Giordano



Un film del regista Marco di Gerlando, fatto con la consapevolezza di dover rivolgere il contenuto a dei bambini, non è sempre facile indirizzarlo. Se poi alcuni di essi vengono coinvolti nelle operazioni di ripresa, potremmo aggiungere il fatto che costantemente assistiamo a cose ben più peggiori. Vedendo il film, coglie nel segno la naturalezza degli interpreti, sicuramente alla loro prima esperienza, trovando un senso alla narrazione, ma non è abbastanza. Il regista dovrebbe dirigere, cercare di veicolare i suoi attori, lavoro molto impegnativo e difficoltoso, non sempre il risultato riesce. Dobbiamo invece tenere in considerazione che il lavoro è frutto di laboratorio. La trama è adeguata ai piccini, scritta con garbo, appropriata al loro linguaggio, senza troppe pretese. Nello scorrere le immagini del filmato, tuttavia non viene spiegato allo spettatore per quale ragione la scelta è caduta sulle tre bambine (non delle intrerpreti), dopo aver trovato un album di fotografie d’Antan, riposto in cantina e prelevato da una delle tre. Un dato di fatto da considerare che prima di loro qualcuno e, chissà quante mani avranno sfogliato quell’album, senza che succedesse alcunchè. A loro invece capita di entrare nel racconto ed esserne artefici. Si troveranno per magia dover girare le stanze di un castello come sempre infestato da fantasmi, questa volta buoni. Tenteranno di risolvere una serie di indovinelli dettati da un fantomatico personaggio animato, quello a cui l’album è dedicato. Tutto questo, per liberare dall’incantesimo cinque fantasmini imprigionati (anche qui non si sa il perché sono racchiusi dentro l’album). Come tutte le storie anche questa è a lieto fine, Le tre graziose attrici inerba, riusciranno nell’impresa. Risolvendo l’arcano, finalmente potranno fare ritorno a casa. Una storia senza troppe pretese adatta a solleticare la curiosità infantile forse… serve a sminuire la paura che i piccoli hanno per i luoghi bui o dei fantasmi.
Daniele Giordano  Torino (Italia), 6 febbraio 2013




venerdì 1 febbraio 2013

THE HOUSEBOYS Scrittura Scenica. Recensione di Daniele Giordano


Il tema sull’omosessualità è ricorrente, in particolar modo mai come in questo periodo, ma le soluzioni sono ancora lontane! Non è di questo che andremo a recensire, bensì una versione teatrale liberamente tratta dalla sceneggiatura del film "The Houseboy" portata sugli schermi cinematografici e nei festival gay internazionali, sino ad approdare al Florence Queen Festival nel 2009. La rappresentazione teatrale inizia nel periodo natalizio. Una coppia Simon e Dominic (due dichiarati omosessuali), con il pretesto di andare a trascorrere le feste di natale dai loro genitori, stanno discutendo animatamente su come sbarazzarsi di Ricky, un loro coinquilino o meglio, il loro per così dire giocattolo. Lui ama vivere con la coppia e partecipare alle effusioni in tre, non solo sotto lo stesso tetto (sarebbe meglio dire sotto le stesse lenzuola) involontariamente Richy, sente la conversazione tra i due. E' uno di quei giovani chiamati houseboys, per semplificare sono ragazzi che si fanno mantenere in cambio di mansioni domestiche e prestazioni sessuali. Una realtà sommersa ma largamente diffusa tra i giovani. Richy è un giovane che ama con sentimento, non per il denaro che riceve, donando amore alla coppia, basterebbe questo a lui, si sente parte integra di una famiglia, sentendosi appagato. Più che giocattolo usa e getta appartenuto ai due congiunti, è vittima di quel sistema che non risparmia nessuno, ripudiato dalla madre che non acconsente e accetta il suo essere. Si sente frustrato al punto che l’unico desiderio sarebbe di farla finita. Non sopporta l’idea di essere buttato via come uno straccio, vivere una vita senza riconoscenza dopo l’amore concesso a loro. Si sente abbandonato da chi come lui elargiva amore puro dividendolo in egual parti a entrambi, si lascia andare come relitto alla deriva. Sprofondando in un barato senza ritorno, trovandosi alla mercè di persone drogate e perverse, violenze subite, individui senza scrupoli, uomini che non sanno amare, solo soddisfare il loro primordiale desiderio, talvolta non sanno farlo neanche bene o uomini anch’essi soli, sopportando il peso di una croce pesante da portare nel silenzio della propria solitudine a causa del suo sangue infetto, per non essersi tutelato al contatto. Una storia basata su concetti preistorici malgrado reali, mai adeguati al passo col tempo e dalla gente con ristrettezza mentale. Lo spettacolo seppur di una durezza scenica, esso non trascende mai nella sregolatezza del tema. Il regista Massimo Stinco, nel trattare l’argomento non cade mai nella volgarità ma esalta i colori forti del problema sociale, limitandosi a dipingere quel lato umano che fuoriesce dai personaggi, descrivendoli ampiamente. Il protagonista Antonio Primavera, esprime con la sua persona tutta l’essenza che deriva dalla narrazione, così pure per il resto del cast, da Francesco Napoli; Valerio Ameli; Pietro Calabrese; Jacopo Guidoni; preso in prestito dalla compagnia Thealtro, Massimo Chionetti; la partecipazione di Regina Miami nella veste di mamma natale e della sua aiutante natalina, interpretato da Natale Calabrò, rende la messa in scena piacevole, facendo riflettere lo spettatore! Le rappresentazioni passate sono state a Milano, Roma, Fort Lauderdale, in Florida. Ora in prima assoluta a Torino al Teatro Araldo.

Torino (Italia), venerdì 1 febbraio 2013