giovedì 28 aprile 2016

HAIRDRESSING & BARBERING commento di Daniele Giordano

Capita spesso di ricevere inviti e partecipare a eventi, ma quello delle acconciature era diverso tempo che non seguivo da vicino, quindi ho deciso di essere presente. Il luogo dove si trova l’Istituto di Formazione Parrucchieri ed Estetiste a me sconosciuto è nuovissimo, inteso che hanno appena “traslocato sede”, a sentire il direttore spera che sia quella definitiva. L’ambiente, strutturato in modo conforme alle esigenze degli allievi che seguono i corsi proposti dal plesso, vanta di essere l’unica accademia Inglese in Torino, abilitata alle qualifiche NVC in Hairdressing & Barbering, un percorso iniziato dal 1990. Lungo la giornata, presso lo Studio Look, gli allievi del secondo anno, mediante gli insegnamenti ricevuti, presenteranno su modelle (praticanti della scuola di formazione) alcune loro proposte, a presentarle, sarà Chiara Castellucci. Teste colorate, tagli modernissimi, le ragazze che si sono offerte non hanno rischiato nulla sottoponendosi, anzi hanno tratto vantaggio di un nuovo look piacioso… Spieghiamo meglio il meccanismo. Tre allievi, Fabio, Elisabeth e Chiara per la prima volta di fronte un pubblico si esibiranno facendo vedere come prenderà forma la loro realizzazione. A giudicarne il lavoro svolto, sarà una commissione giudicante che dovrà esprimersi con un giudizio plateale, forse per alcuni dei tre il momento sarà certo sofferente, ma non è stato così, se mai la tensione dei candidati ci fosse stata, è andata affievolendosi appena il lavoro iniziava a prendere forma sulle teste delle modelle. Il mio pensiero si è indirizzato immediatamente su Fabio, sebbene fosse solo al secondo anno del corso, ha tirato fuori da subito la sua professionalità e con estrema cura la preparazione iniziale, mettendo a suo agio il “cliente” in questo caso Debora. Con disinvoltura e stile ha iniziato la sua creazione, bene e in breve tempo, ricevendo applausi dai presenti. Anche Elisabeth era sicura di ciò che stava eseguendo con la dovuta classe e fermezza l’esecuzione del suo estro sulla capigliatura di Elena. Ci siamo fatti prendere dalla foga degli allievi, senza spiegare chi è l’Accademia e di cosa si occupa. Cominciamo a dire che è un Istituto di Formazione unica Inglese in Torino, abilitata alle qualifiche NVQ in Hairdressing & Barbering, a sentire il direttore Dario Ravelo: l’insegnamento dato agli studenti, è quello di “spingere sull’acceleratore” cioè, creare hair look stravaganti, eccentrici che poi nessuno oserà portare, non è questo il punto e poco importa. L’essenziale è che tali creazioni, siano fatte con criterio, eseguite fantasiosamente, ecco la definizione dell’acceleratore. A loro chiediamo non tanto la frequenza “ come le scuole d’acconciatura italiane” pretendono, quanto la sperimentazione fatta con gusto, con extravagance ma sempre nel rispetto della persona che ha deciso di porre la sua capigliatura nelle mani di chi ha stabilito di fare su questo lavoro una professione. Parliamo di colorazione, bene. Sulle colorazioni, è facile parlare, mescolare… e poi servire impiastro sulla testa… ma ai capelli chi ci pensa, chi fa caso allo stress che il capello sta subendo in quel preciso istante? E qui intervene l’insegnamento dello Studio Look Academy, tramite i suoi futuri accademici di cui Fabio ne fa parte, lo sa perfettamente, tant’è che l’ha divulgato nel suo discorso al pubblico. Per “correre insieme ai tempi” l’Accademia, con il ritorno prepotentemente del barbering, in speciale modo tra i giovani, è pronto come Istituto di Formazione Parrucchieri & Barbering, a “sfornare” nuovi talenti in questo settore e tra questi allievi ne usciranno tanti!

Torino (Italia), mercoledì 27 aprile 2016


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La riproduzione degli articoli e/o immagini presenti sulle pagine di questo blog sono protetti dalle leggi italiane e internazionali sul Diritto d'Autore e sono di proprietà esclusiva dell’autore che comunque consente a riprendere la pubblicazione alle condizioni di:  citando la fonte, pubblicando il nome dell’autore e il link lonevolfilm.blogspot.com  Altresì informa che questo blog non rappresenta un prodotto editoriale in base alla legge n° 62 del 07/03/2001, giacché è aggiornato senza alcuna periodicità. Le eventuali foto o filmati presenti sul Blog, sono inviate dai rispettivi autori o chi per lui, assumendosi la propria responsabilità, qualora queste violino i diritti o ledono l’autore, l’immagine e/o altro, saranno rimosse dal curatore della pagina in seguito a comunicazione da parte degli interessati, escludendo in modo incondizionato e categorico qualsiasi azione legale sia all’autore sia al blog stesso!
Di conseguenza, l’opinione personale espressa su ogni notizia pubblicata, è basata in conformità all’argomento, allo spettacolo  o evento trattato, senza necessariamente sentirmi obbligato a scrivere o diffondere la mia opinione per quanto opinabile sia su cosa ho visto o letto. Per questo motivo si precisa che questo blog, non può considerarsi un prodotto editoriale, bensì pensiero eventualmente da condividere. A cura dell’autore del blog.
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martedì 19 aprile 2016

L’ALTA MODA SCOPRE TALENTI recensione di Daniele Giordano

Con serietà e professionalità d'indossatrici, sebbene non indossino abiti di griffe e forse non saranno mai citate da Forbes, pur avendo addosso mise di esordienti ideatori di moda, rese incisive dalla mano di chi da questo mestiere desidera farne una professione, modelle sinuose affrontano la passarella allestita al Golden Palas Hotel in pieno centro di Torino. Il luogo, si presta bene a simili eventi, infatti, ha schiuso le porte facendo entrare la quarta edizione di Nuovi Talenti di Alta Moda ideato da Edi Eventi Destini Incrociati, concorso dedicato a stilisti emergenti, suddivisi nelle categorie Under 30 e Over 30, provenienti da tutta Italia. Conosciamo i nomi di questi design. Con la prima uscita Under, troviamo Francesca Tombari e Martina Pistono di Pesaro Urbino; seguito da Francesca Lodini di Reggio Emilia; Marco Ercoli, Mogliano (MC); Michaela Coscia di Modena; a ruota troviamo Serena De Pietro direttamente dalla Capitale: Roma; sarebbe stato fantastico per l’organizzatrice, se la prossima concorrente Xinyun Zhang fosse arrivata dalla Cina, anziché da Milano, la contentezza dell’organizzatrice Emma Benatello, sarebbe stata maggiore. Non ultimo, proveniente da Bari, Saverio Maggio. Per la sezione Over, troviamo Adela Vasilache (Moldava) Torino; Annalisa Scarpelli, con Benedetta Coraiola e Caterina Ansaldi sempre di Torino; Cristina Doneddu, anch’essa da Torino; Fabio Cavallo, si è proposto rinnovando il suo stile; e poi abbiamo Francesco Capasso (MI); Giuliana Zani arriva direttamente da Ravenna; e poi, sempre da Torino, troviamo Mihaela Chilcos. Nella settima uscita troviamo tre esperte modelle Cecilia, Eleonora e Karol, sfilano per Sara Barbieri (TO), applaudita in  sfilate di pregio per i suoi eccellenti capi di linea Curvy. I nostri talentuosi design hanno mostrato, al pubblico il meglio delle loro creazioni compiaciuti agli occhi dei presenti, con fantasiose esecuzioni, rivisitati vestiti da sera, ampie scollature, spacchi vertiginosi sino all’inverosimile o l’innovativo per la serata, due vestiti: lo “sfarfaleggiante, sulle ali della vanità” più di cinquemila le farfalle applicate e il pavone posto sopra la spalla, a strascico di piume in stoffa per completarne la sua superba coda.  Non sono mancati i classici pantaloni, tailleur, code principesche con tessuti ricercati. Lacci, come decoro sulla schiena, creando l’effetto nudo, gioco d’intrecci, di legami… immaginario fashion che potrebbe piacere agli uomini perché li riassicura, allo stesso tempo profuma di mistero scatenando fantasticherie o come dichiarazione di femminilità forte, “sfrattando” da qualche tempo zip e bottoni. Sapienti trasparenze, silhouette impeccabili, ogni concorrente ha espresso il suo stile, alcuni sopra le righe, magari rompendole, in fondo, sappiamo benissimo che l’Alta Moda, come laboratorio di eccellenza artigiana è creatività! Non sono mancati i fotografi, gli aficionado come Elio Draghi, l’onnipresente Serghei Kaushka, Domenico Trovato, Renato Valterza e altri, attenti a cogliere l’attimo più bello da pubblicare. Una giuria competente nel giudicare la gara, in particolar modo nell’ambito della più assoluta trasparenza, ecco i loro nomi: il nostro beneamato Livio Cepollina di Torino Cronaca Qui; Luca Pasquaretta, giornalista del Messaggero; quale presidente di giuria non poteva che essere il direttore di Allegroitalia del Golden Palas Hotel; le quote rosa scarseggiavano, infatti, Patrizia Caridi (Editrice invesTO magazine) era la sola donna; per terminare è da citare Angelo Rossi, esperto di filati e tessuti/ Fiera del Tessuto (TO). Abbiamo lasciato volutamente per ultimo il presentatore Andrea Caponnetto, c’è poco da dire su lui, potremmo definirlo in una sola parola, ma sarebbe riduttiva per la sua preparazione e capacità nel presentare pacatamente la sfilata. Le musiche scelte e diffuse durante la serata, sono di DoMusic. Come sempre è stata una serata piacevole dove si sono ammirati capi piacevolmente belli, su quest'argomento lasceremo il giudizio agli intervenuti e giuria… tutto per arrivare  al dunque, a ciò che più preme agli stilisti esordienti… Chi saranno i vincitori delle due sezioni?
Noi, pronti a sfornarli, ecco i loro nomi: Per la sezione Under 30, il primo premio se lo aggiudica Xinyun Zhang di Milano, per l’Over 30 è Cristina Doneddu a portarlo a casa. Il premio della critica invece viaggerà alla volta di Bari con Saverio Maggio!

Torino, Italia, lunedì 18 aprile 2016            

              


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venerdì 15 aprile 2016

DUE di PICCHE, IL SERIAL WEB recensione di Daniele Giordano

Ci risiamo, anche questa volta ci sono voluti cinque anni per pianificare e mettere in visione quello che stiamo per descrivervi sul progetto tanto caro e voluto da Massimo Russo, finalmente con altri due soci è riuscito a realizzarlo. Per chi non avesse il piacere di conoscere quest’ardimentoso regista, diciamo da subito che per lui… tempo è solo una metafora… Pensate, un suo lavoro datato, è “partorito settimino” cioè, ci sono voluti sette lunghi anni per fare uscire il film dal titolo Torino Nera (troverete la recensione su il blog http://lonevolfilm.blogspot.com)! Comunque, a ospitare questa simpatica anteprima sugli episodi del 2 di PICCHE che andranno sul web, è stato il Cecchi Point di Torino (Italia), dove si è vista una sala, gremita tra amici e pubblico, venuti più per il richiamo degli artefici che del serial. Lo scopo, era il diffondere questo “battesimo“ chiedendo in cambio la complicità dei like da porre sul web, magari con l’ausilio del passaparola aumenterebbero. Questo, almeno per compensare gli sforzi fatti nel terminare gli episodi riguardanti la prima e seconda serie, come da sempre il “mi piace” sulla pagina, è sinonimo di popolarità. Il genere, tratta di un noir poliziesco sul demenziale, basato su episodi divertenti, alle volte grottesco, colorato da intrighi malavitosi che ruotano intorno al denaro (del resto, è quello che fa girare il mondo), non mancano le donnine… in questo caso, non proprio dai facili costumi… anzi… da quello che si è visto, sono tutt’altro che facili! A tirar le fila di questa iperbolica concatenazione è Bodo, il boss per eccellenza. Come tutti quelli che si rispettano, lui ha alle sue dipendenze… due incapaci… in formato brutta copia di Starsky e Hutch della serie televisiva. A questi due sicari, poteva mancare la fantastica auto che i due “pseudo killer” usano per le loro scorribande, no di certo. Eccoli allora al volante della mitica e datata Ford Capri modello MK1, dal “colore rosso… oramai sbiadito dal tempo”. Tirando le somme di quello che si è gustato vedendo le due serie, azzardiamo che questo prodotto potrebbe anche trovare lo spazio adeguato nella sfera demenziale che inondano i web, ma è presto parlare di “visualizzazioni” poichè la demenzialità oggi regge o perlomeno, ti porta fuori dall’angusto logorio del quotidiano, ancor di più se supportata dal passaparola di amici e conoscenti. Il nostro punto di vista, non solo dopo aver assistito alla visione e ascoltato le parole del regista Massimo Russo, su cosa verte l’obiettivo di questo progetto del quale riportiamo testualmente: < Quello che abbiamo mostrato con i miei soci di avventura, sul serial da voi visto, è soltanto la punta dell’iceberg, il sequel andrà con moto crescendo sempre in meglio, sperando di trovare un pubblico capace di apprezzare le sfumature degli episodi > detto questo, non intendo svelare niente di più. Noi tutti non aspettiamo altro di vedere che questo progetto piaccia e che il regista nostrano possa realmente aprire una breccia sul futuro dell’immaginario web occupando il proprio spazio. Tuttavia, anche se il genere è da considerarsi “insensato” nella sua illogicità, ciò non toglie che sia un prodotto scadente… in fondo nel vederlo, ti fa sorridere, a fine episodio, ti lascia il desiderio di vederne ancora… e questo è un buon segno!

Torino Italia, giovedì  14 aprile 2016    



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giovedì 14 aprile 2016

FOTO DELLA CONFERENZA STAMPA IN MEMORIA DI ARMANDO CESTE recensione di Daniele Giordano

FOTO DELLA CONFERENZA STAMPA IN MEMORIA DI ARMANDO CESTE
http://www.youreporter.it/video_Conferenza_in_ricordo_d_Armando_Ceste_alla_Mole_Antonelliana
foto di Serghei Kaushka
intervista a cura di Daniele Giordano


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INTERVISTE DURANTE LA CONFERENZA STAMPA IN MEMORIA DI ARMANDO CESTE (1942 – 2009) recensione di Daniele Giordano

Aprendo questo link, potrete sentire le interviste fatte alla Mole Antonelliana (Torino, Italia) durante la Conferenza Stampa in memoria di Armando Ceste.
https://www.facebook.com/NewsEventsTurin/videos/972375182817465/

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CONFERENZA STAMPA IN MEMORIA DI ARMANDO CESTE (1942 – 2009) recensione di Daniele Giordano

“Credo che la storia, la memoria di una generazione vada non solo salvata, ma raccontata dai suoi protagonisti. Il rischio è l’oblio, la disinformazione. Il cinema è patrimonio culturale collettivo e poichè tale occorre trasmetterlo alle nuove generazioni”
Questo era uno dei tanti pensieri di Armando Ceste che per oltre quarant’anni ha raccontato nei suoi filmati la società italiana e le sue contraddizioni. Nato a Torino nel 1942, dopo alcune esperienze di cinema underground, è tra i fondatori del Collettivo Cinema Militante di Torino (Italia), realizzando cortometraggi e documentari con l’AAMOD (Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico di Roma) di cui faceva parte del Comitato dei Garanti, presentando il suo primo cortometraggio dal titolo La lezione, al Festival del Cinema Indipendente Italiano (oggi, conosciuto come Torino Film Festival) nel 1969 a Torino. Il 13 aprile 2016 presso la Sala Conferenze della Mole Antonelliana – Museo Nazionale del Cinema, è inaugurato il sito web www.armandoceste.it alla presenza di Petra Probst, Pier Milanese e Osvaldo Marini dell’Archivio Armando Ceste (AAC), Federico Sacco e Gianni de Pasquale di Sowbyte, l’amico Steve Della Casa di Hollywood Party di Rai Radio 3, Vittorio Sclaverani dellACC e Presidente dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema. Lo scopo di questa conferenza e del suo progetto, vuole essere un segno d’amore per ricordarlo e tramandare una memoria attraverso le sue opere a un pubblico più vasto, ma soprattutto alle nuove generazioni finchè il ricordo e le immagini preesistenti possano produrre e stimolare nuove strategie. Con l’obiettivo di rendere accessibile il suo archivio alla collettività, il patrimonio artistico e culturale che il regista ha lasciato, iniziando proprio dalle produzioni cinematografiche alle grafiche e pittoriche che documentano avvenimenti riguardanti visioni di un passato non morto e neanche passato  come lo stesso Ceste amava ricordare. Troviamo nel suo percorso sociale, politico e cinematografico figure importanti come il Premio Nobel Dario Fo congiuntamente a Franca Rame (Aria di golpe), Adriano Sofri (Viaggio alla fine del mondo), Luca Rastello e Marco Revelli (Fiatamlet), Don Luigi Ciotti (Libera terra e Abdellah e i suoi fratelli), Anna Karina (Il volto della novelle Vague), Jean-Marie Straub (La resistenza del cinema e Lezione di cinema), Erri De Luca (Dopo Genova e Porca miseria), Ascanio Celestini (Marisa e le altre), Marco Baliani (Love difference), Emilio Pugno (Gli anni duri) e attori teatrali come Michele Di Mauro e Marco Alotto.  Fondatore nel 1984 e direttore artistico del notevole Valsusa Filmfest, un festival cinematografico che racchiude temi della memoria storica e della difesa dell’ambiente, occupandosi inoltre della comunicazione visiva di programmi culturali per musei associazione ed Enti Pubblici. L’acutezza dello sguardo registico di Ceste sono i temi che caratterizzano o suoi lavori parlando dell’immigrazione alla precarietà e nuove povertà, per arrivare alla trasformazione della città e delle periferie, senza dimenticare le vecchie e nuove resistenze o addirittura i diritti dei lavoratori. Il tempo trascorso dalle sue opere cinematografiche, resta ancora di attualità. Un uomo sempre in movimento, pronto a cogliere le sfumature che si presentavano, tant’è che nel 2000, pubblica una raccolta di suoi disegni dal titolo: Storyboard (ed. Ananke). Nel 2008 riceve il Premio Set Torino Piemonte per la sezione “Documentario” istituito da Film Commission Torino Piemonte con la Fondazione CRT non ultimo, sempre nel medesimo anno, ha ideato con Claudio Paletto il progetto di “concent film collettivo” Walls and Borders (in corso di realizzazione) che non ha potuto finire, poichè il destino ha voluto diversamente! Muore a Orbassano (Torino, Italia) il 15 aprile 2009. Nel 2012 i più importanti lavori fatti da Armando Ceste sono stati donati alla Bibliomediateca “Mario Gromo” (Torino, Italia), e resi disponibili al pubblico, istituendo il fondo “Armando Ceste”.

Torino (Italia), giovedì 14 aprile 2016


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mercoledì 6 aprile 2016

LA XIV LUNA recensione di Daniele Giordano

Ad alcuni sembrerà strano l’ultimo lavoro di Gian Carlo Fantò, ma non è stato messo in scena per entrare nella maglia dell’occulto con la commedia de La XIV Luna, neppure per addentrarsi nei verbali del processo contro i Cavalieri Templari, che su questo episodio avrebbero di che dire, tanto meno spiegare al pubblico il ciclo della fase lunare e il suo plenilunio, oltre la concretezza che la tredicesima luna esista. E’ molto più semplice (si fa per dire) la risposta: solamente per la voglia di mettersi in gioco esplorando temi nuovi, provando a descriverne le sfumature portandole in scena. Sarà poi il pubblico a giudicarne la bravura sia nella stesura dei testi, sia nella scenografia allestita a compimento della pièce. Proprio su quest’ultima affermazione che a sipario aperto s’intuisce la forza, messa dall’autore per trasportare il pubblico in un’atmosfera angosciante che non lascia dubbi, bensì spazi all’immaginario del lato oscuro, non visibile, ma convive in ognuno di noi. Attraverso le fioche luci sul palco, lasciano intravvedere un’ombra indistinguibile avvolta da un drappo nero inquietante, causato dal subconscio mentale dello spettatore, solamente verso la fine sarà resa visibile in tutto il suo lugubre aspetto, perno della commedia. Questa la sinossi, Enrico Maria Saint-Pierre (Gian Carlo Fantò) regista affermato, durante un’audizione da lui indetta, sta cercando “il suo protagonista dell’ultima fatica teatrale”. Questa scelta, sarà per entrambi decisiva, atta spezzare passando il testimone a un successore da lui prescelto, purchè abbia i requisiti necessari. Cosa non semplice, giacchè ogni candidato, ignaro di quello che lo aspetta, “pretende” quel posto… destinato al solo “prescelto”.  E’ su questo che Saint-Pierre farà leva, infatti, continuerà a muovere i fili della vicenda per portare a termine il suo disegno demoniaco. Intorno a tutto questo si muoverà l’intreccio che lega i candidati alla trama, trasmettendo al pubblico il pathos voluto da Fantò, mettendo in luce, quasi a sdoppiarsi durante i suoi monologhi e parlando in seconda persona, nell’apparenza crudele e buona contemporaneamente, innocente e colpevole, un uomo dalle mille sfaccettature, addirittura, essendo sovente di spalle al pubblico è come fosse uno tra loro.  che di questa creazione artistica ha creato il dramma. Buona l’interpretazione degli attori della compagnia Teatro Tideau, iniziando da: Martina Bracali; Paolo Veglio; Tiziana De Longhi; Marilora Laddomata; Federico Portelli, non ultima Marzia Trasanna nelle loro rispettive parti, con la loro preparazione artistica, ha trasmesso al pubblico quell’inquietudine, voluta dall’autore. La stesura dei testi mantiene il brivido richiesto da un noir, La colonna sonora dello spettacolo è Malaguena, cantata da Francesco Fantò. Infine… pensavate che ci fossimo scordati…della statua del Bafometto, avvolta nel drappo realizzata da Andrea Massaro (da immagine di Lèvi). Come suggerisce anche l'illustrazione di Lèvi, è stato inoltre associato col tempo alla figura di Satana.  Una più recente e conosciuta descrizione raffigura il Bafometto o Baphomet (è un idolo pagano della cui venerazione furono accusati i Cavalieri Templari), nella forma di un capro umanoide alato con seno e una torcia sulla testa tra le corna. Sulle braccia appaiono le parole latine SOLVE (sciogli) e COAGULA (unisci). Questa immagine proviene dall'opera di Eliphas Lèvi.  

Torino (Italia), martedì 05 aprile 2016



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