mercoledì 20 maggio 2015

SIGMUN & CARLO recensione di Daniele Giordano

SIGMUN & CARLO recensione di Daniele Giordano
Forse sarà il passaparola oppure il caso a gremire la sala dell’Unione Culturale in Torino, per la rappresentazione di Sigmund & Carlo con gli attori Roberto Cardone e Niko Mucci (quest’ultimo cura anche la regia) delle compagnie Libera Scena Ensamble/Teatri Associati di Napoli. Sul palco due attori… al momento sconosciuti tra loro, però non lascia alcun dubbio… sul perché si trovano seduti su una panchina del parco di fronte a una scuola superiore… Tra loro il dialogo non è di quelli che si dice “amichevole” pur avendo lo stesso vestiario, dalle apparenze anche qualcos’altro… in modo visibile e definibile! Descriviamo in due battute il loro abbigliamento: solamente un impermeabile addosso… e niente più! Lo spettatore arguto e ben informato, sa benissimo chi abitualmente usa un simile abbigliamento anche in piena estate, soprattutto trovandosi nelle vicinanze di una scuola al suono dell’ultima campanella, in attesa di essere invasi da ondate di ragazzine pronte all’uscita. Eh, sì direte voi, è la solita storia di due individui pronti a esibire alle giovani, “l’arma letale” per goderne appieno dei loro gemiti o altro per assaporarne il fremito godereccio! Nel frattempo, prima che questo avvenga, il “padrone di casa della panchina” non desidera sovrapposizioni all’azione che potrebbero creare confusioni, cercando in molteplici modi di allontanare l’anonimo intruso. Questa grottesca pantomima per i nostri attori, continua tra risate echeggianti in sala, sino a diventare amici “mostrando uno all’altro” quanto tra breve dovrebbe essere esposto alle ragazze. In questa “veduta” viene fuori… il confronto… dolente punto, battute, provocazioni ed ecco che ritorna la diatriba dovuta alle dimensioni… Non solo anche del posto e da chi in precedenza preso a dimora. Voi avete certamente capito di cosa stiamo parlando, vero? Due esibizionisti o presunti tali, con caratterialmente opposti. Pur condividendo lo stesso pensiero uno, è abituato a dire le cose senza infiorettature, facendo notare la provenienza del suo ceto proletario, docile il secondo, di gusti raffinati, con fogge signorili pronto a sottomettersi. Dopo innumerevoli esilaranti discussioni, la commedia persiste nel suo percorso in un continuo elevarsi tra risate e battute sino al punto che i due attori decidono di presentarsi dicendo: il mio nome è Marx, ed io sono Freud… E qui si riaccende per l’ennesima volta il conflitto tra capitale e psicanalisi e non solo! E uno spettacolo da non perdere… sino al suono della campanella…!


Torino (Italia), lunedì 18 maggio 2015

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