lunedì 22 ottobre 2012

TUTDARIJE, rassegna di TEATRO PIEMONTESE recensione di Daniele Giordano


C’era da immaginarlo che il pubblico accogliesse l’invito proposto dal Teatro Monterosa di Torino per la rassegna di teatro piemontese – Tutdarije – arrivata ormai alla XIX edizione. Un bel traguardo per un teatro di periferia! Ad aprire il sipario è toccato alla compagnia teatrale – J’Amis del Borgh – di Moncalieri (TO) con “Le Pastiglie di Ercole” la spassosa commedia in tre atti di M. Hennequin e P. Bilhaud, recitata in piemontese. L’episodio menziona una serie di circostanze divertenti originate da queste famose pillole che attivano i meccanismi dell’eccitazione innescando una serie di complicate situazioni divertentissime. Il cammino degli J’Amis del Borgh, inizia nel 1987 così tanto per fare teatro, scherzando e divertendo nel 2011 nella rassegna autunno a teatro è stata premiata come migliore compagnia, presso il Teatro di Ponderano a Biella (TO). Conosciamo questo piacevoli giocherelloni. In ordine di apparizione gli interpreti e i loro personaggi di questa brillante commedia: Mauro Bergia (dott. Frontini); Anna Falconieri (paziente e allestimento scenico); Luca Grande (domestico); Laura De Giorgis (signora Frontini); Luca Guarino (l’amico Massimo); Carlo Panero (l’americano); Lavinio Asinari (il colonnello, nato a Bra); Guglielmo Casagrande (l’inventore delle pillole); la caratterista Giusi Boccardo nei panni della signora Biscotti e madre di Stefania, interpretata da Carlotta Gelato; la simpaticissima Gabriella Piva (Giovanna, tuttofare dell’hotel Splendid); la simpaticissima Valentina Asinari nei panni di Colomba. Il prossimo appuntamento è per sabato 3 novembre alle ore 21:00 con un’altra compagnia – Dla Vila – provenienti da Verzuolo in provincia di Cuneo, nella commedia – Na busia… a tira l’autra – forse conviene prenotare! Intanto martedì 23 ottobre alle ore 15:30 prende il via la rassegna “Nastro d’Argento” iniziative per i cittadini “over 60” spettacoli pomeridiani per tutti e per tutte le borse. Per l’occasione, ci sarà un gran concerto della Banda Musicale del Corpo di Polizia Municipale seguito da un rinfresco augurale di apertura. 
Torino (Italia) 21 ottobre 2012               

martedì 16 ottobre 2012

L’ ORA del TE’ ATRO recensione di Daniele Giordano


Esiste un tempo per l’aperitivo, ma gustare l’ora del Tè atro è tutta un’altra cosa! Perché quest’anno lo slogan del Teatro Cardinal Massaia di Torino recita così! Tante sono le proposte nella stagione 2012/13 che la direzione artistica della 3ATRO propone, dalle commedie al varietà spaziando dal dialettale piemontese a quello partenopeo per arrivare al giallo comico, non mancherà il richiestissimo “Capodanno a Teatro” con i cabarettisti Marco & Mauro e il Concerto Gospel, quello domenicale dedicato alle famiglie per finire se così si può dire all’omaggio dedicato a Giuseppe Verdi nel suo bicentenario della nascita, realizzata dall’Orchestra Filarmonica Italiana diretta dal M° Alessandro Arigoni. Nomi di rilievo come Corrado Augias che aprirà la stagione il 15 novembre con il nuovo spettacolo dal titolo “La vera storia di Traviata” seguiranno Alessandro Fullin, la simpatica Anna Meacci, Daniela Poggi, l’effervescente e ironica Anna Mazzamauro, Moni Ovadia, il mentalista Aldo Aldini e lo showman Antonello Costa con un nuovo esilarante spettacolo, mentre per la rassegna “ComicA” saliranno sul palco Gabriella Germani e Giorgia Goldini (nda. quest’ultima, la ricorderete con lo spettacolo Troppe Donne in Una, recensione scritta sul blog http://lonevolfilm.blospot.com). Il Cardinal Massaia in questa programmazione lascia ampia scelta al pubblico, inserendo come sempre le compagnie teatrali locali, dando a loro la possibilità di esprimersi su un palco. Il primo appuntamento da non perdere certamente è quello di Augias e Modugno, ma l’apertura teatrale sarà con un nuovo filone, quello Sacro dal titolo – Mi Illumino d’Immenso – voluto dai Frati Cappuccini in collaborazione col Teatro Cardinal Massaia e Patrocinato dalla Diocesi di Torino, per l’appunto, venerdì 19 ottobre alle ore 21:00 il teatro Minimo presenta “Francesco di terra e di vento” un Francesco discosto dal tradizionale. Questo e altro ancora per la stagione teatrale del Cardinal Massaia, da non perdere… L’ora del Tè atro!
Torino (Italia), martedì 16 ottobre 2012

sabato 13 ottobre 2012

INSIDE/OFF, parliamo di Danza Contemporanea recensione di Daniele Giordano


Piacevolissima serata quella di Inside/off giunta alla sua sesta edizione, come sempre offre diverse opportunità e azioni di sostegno per i giovani coreografi, sotto la direzione artistica e organizzativa di Natalia Casorati. Il primo appuntamento ha visto la coreografia e l’esibizione di Maura Dessì e Andrea Pagliardi e la sua fisarmonica, entrambi giocano in casa, scegliendo un tema dai colori forti, ispirata a un’opera di J. Kounellis, un lavoro in work in progress, sebbene la struttura di base sia solida con una tendenza più teatrale che sulla danza o forse ambedue potrebbero coesistere. Il messaggio espresso dalla coreografa, arriva e colpisce subito. L’autrice ha scelto un argomento drammatico, la guerra perché è la massima affermazione dell’assurdità dell’agire umano, in sé contiene tutte le logiche che vanno contro la conservazione della vita. Sebbene il soggetto fosse l’angosciante guerra, Maura Dessì con sottofondo musicale di Andrea Pagliardi la sdrammatizzata, unendo teatro e danza sino a farlo diventare uno spettacolo spassoso. La seconda esibizione nella residenza e sede è proposta da due danzatrici provenienti dalla Lombardia, sono – Silvia Alfei e Maruska Ronchi – scelte per questo progetto che offre l’opportunità alle giovani compagnie italiane ed estere di usufruire di una residenza coreografica e ospitalità per mettere a punto la coreografia per poi esibirla ad un pubblico,  composto da critici, giornalisti e operatori del settore, creando uno scambio creativo su differenti piani di vedute. Il loro work in progress di danza contemporanea, è basata su quanto succede agli esseri umani sempre più soli, racchiusi in quel mondo virtuale basati su specifici incontri pur sempre virtuali, facendosi travolgere dai molteplici social network. Ottima la gestualità delle due danzatrici che hanno percorso questo sentiero tortuoso entrando e uscendo da quegli spazi segnati nella nostra mente o semplicemente condizionati seguendo la massa come dire: o sei IN oppure sei OUT, restando intrappolati, senza poter esprimere con la parola il loro sentimento.
Torino (Italia), 11 ottobre 2012


lunedì 8 ottobre 2012

NON SOLO CINEMA recensione di Daniele Giordano

Cogliendo l’occasione dei quasi vent’anni di attività, il Cinema Teatro Monterosa di Torino, si è rifatto il look! Iniziando dalle poltrone della platea (300 posti), usurate dal passaggio costante dei suoi ospiti, di colore rosso come le precedenti, comode, rendendo la sala ancora più accogliente oltre a questo, per stare al passo con i tempi, ha sostituito (senza metterlo in cantina) il sistema di proiezione passando al digitale in modo tale che si potrà avere la possibilità di trasmettere avvenimenti su qualunque tema in tempo reale, differita o poter proiettare film scelti e adatti alle famiglie. Lo sforzo compiuto è destinato a non fare morire l’unico Cinema/Teatro della barriera, i lavori sono stati soddisfacenti, il pubblico li ha apprezzati, tant’è che la sala era gremita al punto che molte persone non hanno potuto accedere. A conclusione di questa introduzione, la serata è proseguita proiettando “in primis” un classico cinematografico degli anni ottanta, recentemente masterizzato in digitale dal titolo – The Blues Brothers – è inutile commentare tra queste righe il film, piacevolissimo nel suo genere, quasi tutti conoscono la trama e i suoi grandi interpreti canori del cast. Parliamo invece di cosa propone al pubblico il Cinema Teatro Monterosa. La stagione 2012/13 si presenta variegata e consolidata almeno per quello che riguardano le edizioni precedenti, come sempre lavora su diversi piani di spettacolo e pubblico per esempio, la rassegna di teatro in lingua piemontese – Tutdarije – ormai giunto alla sua XIX edizione, della prosa – Luci sulla Ribalta – arrivato alla sua XV rassegna teatrale, rappresentate da compagnie amatoriali e non solo. Poteva mancare la parte partenopea definita – verace – certo che no! Si vuole offrire la possibilità di accostare tutti i ragazzi al teatro con la rassegna – C’era una Volta – anch’esso alla sua decima edizione. Tutto questo al gestore non basta, allora per dodici anni consecutivi, porta il teatro a scuola. Per non farsi mancare nulla, in collaborazione con “AGS per il territorio” ripartirà a ottobre la VII edizione de – Il Nastro d’Argento – iniziative per i cittadini over 60 – l’unica proposta di questo genere su tutto il territorio cittadino. Ci sono poi delle particolari agevolazioni per assistere a queste rappresentazioni teatrali e cinematografiche, anche pomeridiane. Insomma, un Cinema/Teatro adatto per tutti, pensato a 360° gradi!

Torino (Italia), 08 ottobre 2012

giovedì 4 ottobre 2012

HANSEL e GRETEL, la favola in opera! recensione di Daniele Giordano

La rassegna di opere da camera dell’associazione Mythos ha preso il via, presentando la fiaba musicale Hansel e Gretel, nella versione del compositore tedesco Engelbert Humperdinck, opera eseguita per la prima volta il 23 dicembre 1893 a Weimar, immediatamente divenne un successo mondiale che gli garantì fama e indipendenza economica. Una fiaba indirizzata ai giovani, com’è lo spirito che contraddistingue l’associazione verso le scuole dell’obbligo, ma con suoni musicali adatti a un pubblico adulto per la regia di Roberta Faroldi, la riduzione orchestrale, senza nulla togliere a questo classico repertorio operistico, diretta dal M° Paolo Flamingo e l’Ensamble orchestrale Easy Opera, rendono scorrevole l'insieme. L’essenzialità dell’allestimento scenico dei tre quadri è di Sara Racca, contornato dal coro delle Voci Bianche Mikron diretto da Paola De Faveri, trasformati dalla strega in creature dei boschi. Gli interpreti come Elisa Barbero (Hansel) mezzo soprano, Silvia Spruzzola (Gretel) soprano, Antonella Bertaggia nei due ruoli, quello di strega e Nano Sabbiolino (soprano), Rossella Giacchero nei panni della mamma (mezzosoprano), affiancata da Marco Sportelli (soprano) il papà, hanno realizzato uno spettacolo che merita l’applauso ottenuto.

Torino (Italia) 03 ottobre 2012



mercoledì 3 ottobre 2012

IL COUNTRY, QUESTO CRESCENTE FENOMENO recensione di Daniele Giordano

Il country, chiamato anche Old Time Music, è il risultato tra l'unione di forme popolari degli immigrati anglo-irlandesi e la musica americana, caratterizzata da strumenti a corda come il violino, il banjo, la chitarra e il mandolino, accompagnati da una affascinante affinità vocale. Gli stili più rappresentativi sono il Bluegrass, unione tra blues, gospel, musica celtica, contraddistinto da rapidi assoli di mandolino, banjo e violino, mentre il Western Swing mescola polka, swing e ballata folclorica a differenza di quella franco-canadese denominata Cajun, basato sull’utilizzo della fisarmonica, invece il Country Yodel è un derivato dal tipico canto delle alpi svizzero-tedesche. Se desideriamo forti accenti di blues, dobbiamo fare appello al suono innovativo della Steel Guitar, trovandolo con Honky Tonk. Il primo cantante country ad avere un successo nazionale fu Vernon Dalhart con "The Wreck of Old” con lui, altri artisti famosi di quell'epoca come i Blue Sky Boys, Riley Puckett, Don Richardson, Fiddling John Carson, Ernest Stoneman, Charlie Poole and the North Carolina Ramblers e Gid Tanner & The Skillet Lickers, tanto per citarne alcuni, stiamo parlando del 1927. Le loro canzoni ebbero un riconoscimento nazionale grazie a Ralph Peer, un vero talent scout, il primo pioniere ricercatore del genere, girava l’America in cerca di nuove forme di musica popolare da registrare, produrre e pubblicare. Sarà lui a lanciare alcuni tra i primi più importanti esponenti del country come Jimmie Rodgers (soprannominato poi il padre del country) e la Carter Family. Un’altra icona della musica country fu l'affascinante Dolly Parton, con la sua voce angelica e trascinante del west. Questa musica, ha origini che si perdono nel tempo una mescolanza geografica, un miscuglio culturale che continua a rinnovarsi incessantemente. Il country nel suo complesso nasce e si evolve tra gli immigrati di origine europea. Prima del ‘900, la musica rurale americana della popolazione bianca consisteva principalmente nel repertorio popolare dei paesi d’origine del vecchio continente (Irlanda, Inghilterra, Scozia, Francia, Italia), e nei canti religiosi promossi dagli evangelisti. I musicisti che la suonavano andavano a formare le string band, perché gli strumenti usati erano quasi esclusivamente a corda (violino, banjo, chitarra e mandolino). I termini in voga nella prima metà del secolo per definire questa musica è Hillbilly Music, così venivano soprannominati i contadini bianchi delle regioni del sud, mentre Old Time Music a sottolineare un legame di antiche tradizioni d’origine europea. Il country negli anni venti si afferma a livello nazionale, quando emergono i primi professionisti del genere, ma nelle due decadi successive, i contributi decisivi arrivano dal cinema con i film western offrendo al pubblico una confidenza di questo genere musicale, creando un binomio così forte che la musica sarà soprannominata per anni country & western. La radio invece, strumento decisivo per la sua diffusione, in particolar modo durante la grande depressione degli anni trenta, da citare lo storico programma radiofonico Grand Ole Opry che sin dal 1925 fu trasmesso dal vivo da Nashville, capitale del Tennesse per gli amanti del genere e considerata come la capitale del country. Due furono i protagonisti che hanno maggiormente contribuito portando a maturazione questa musica, stiamo parlando di Bill Monroe e Hank Williams, quest’ultimo, cantautore proveniente dall’Alabama, dotato di un peculiare stile Honky Tonk rovvisto di un genio versatile e innovativo aperto al confronto, fu formidabile nel rivitalizzare con inventiva e credibilità le radici country, sia nella musica che nelle liriche. Le sue canzoni saranno reinterpretate in seguito da artisti di diverse estrazioni musicali. Descrivendo Bill Monroe, fu un autentico iniziatore del bluegrass, genere che ha preso il nome dal gruppo che per primo lo accompagnava, un virtuoso del mandolino, rinnovò il country promuovendo l’elaborazione della tecnica strumentale. Da Hank Williams al rockabilly il passo fu breve, divulgatosi negli anni ‘50, il rockabilly è la sola prima forma con cui il country influenzerà e arricchirà tutta la popular music da qui in avanti. La sua storia è ultrasecolare, oggi più che mai, il sapore del country si può gustare in tantissima musica. Finora abbiamo dato una piccola introduzione al tema, tanto per chiarire le idee su questo crescente fenomeno e il contagio che provoca il “virus-country” con il suo ballo. Gli aderenti, vestiti da cowboy o cowgirl, sembrano usciti da un film western, facendo rivivere gioiosamente quell’epoca.

Torino (Italia), 03 ottobre 2012