martedì 10 febbraio 2015

LA STORIA DI FLEBOWSKY recensione di Daniele Giordano

Partendo dalla sala del teatro San Paolo in Rivoli (TO), inizia il commento introduttivo, portando lo spettatore ha seguirlo sino al raggiungimento del palco. E’ così che Nicola Pistoia, impersonando Flebowsky inizia il suo lungo monologo, introducendo le sensazioni di un malato e la sua degenza ospedaliera. Rivisita in chiave umoristica, dalla parte del paziente le traversie che si possono trovare in un ospedale durante la sua permanenza. Ogni spettatore si rispecchierà nella “cruda realtà” scritte nel libro “Storie di ordinaria corsia” da Fabrizio Blini, tratte liberamente e portate in scena dalla Nuova Compagnia di prosa Nicola Pistoia per la regia di Gigi Piola. Confuso, disorientato, si trova il “Flebowsky”  nel riportare le sensazioni, alle volte viene  < volutamente > colto da vuoti di memoria, proprio per trasmettere un movimento dello stato d’animo del paziente. Un tema che dovrebbe fare riflettere. L’eleganza sul modo interpretato porta a ridere, iniziando col dire che tutto funziona al contrario… ma non su quello che uno potrebbe pensare parlando di Sanità… bensì, tanto per dirne una, dice Lui: spiegatemi perché la stanza più fredda in ospedale… si chiama “camera ardente” e poi ancora… tu non passeresti mai con il semaforo rosso… e ti fermano col verde… al pronto soccorso sì! Citiamo testualmente: è una storia per addetti ai malori in cui gli ospedali sono visti dalla parte del pigiama. Così tra un tormentone e un sano episodio divertente si alternano figure che regnano perenne nelle strutture ospedaliere, come la suora, l’infermiere, il barelliere, tutte raffigurate dal bravo e simpatico Armando Puccio. C’è sempre una dottoressa o un’infermiera che i malati vorrebbero… incontrare, di lei basterebbe solo lo sguardo… per farti stare meglio… senza pensare alla sofferenza. Differente, invece è quando ti capita di essere sotto le grinfie di quella dall’aspetto teutonico, non solo per il colore dei capelli… ma con modi da caserma, parti, brillantemente sostenute da Ketty Roselli. La scelta fatta dall’attore Pistoia, è davvero formidabile, unire al suo fianco due bravi artisti come loro… senza mettere in discussione la competenza recitativa di Nicola Pistoia… interpretando questa storia. Se si uniscono due opposti come il dolore e la farsa… potrebbero realizzare… forse, una terapia del sorriso in un luogo circondato di cose gravi… magari una risata potrebbe risollevare il morale… non solo al degente…


Torino (Italia), martedì 10 febbraio 2015 

Nessun commento:

Posta un commento