Può un ragù fatto da
mani esperte creare un guazzabuglio in famiglia? Oppure, può agli spettatori in
sala assaporare… con uno dei cinque sensi… sentendo dagli orifizi nasali un
sublime e magari delizioso ragù napoletano? In molti si chiederanno dopo, aver
per un solo istante avuto il piacere di essersi avvolti da tale squisitezza,
invadendo a pieno sino in fondo alla sala teatrale! Se uno per caso vi
domandasse: cosa pensate del tarlo? Sicuramente rispondereste senza pensarci
che sia un animale vorace! Non penserete mai definirlo un “chiodo fisso”
comunemente sinonimo della parola: gelosia! Parola assillante… quella del
tarlo, piccolo e dannoso animaletto sia nell’armadio e quindi sui capi
d’abbigliamento o come tarlo che ti penetra nel cervello senza lasciare spazio
alla razionalità, facendoti vedere cose immaginarie riempiendo la tua mente di
tormenti legati alla gelosia! I lettori forse non comprenderanno di cosa stiamo
parlando, tra questi, alcuni invece sì! Quelli che hanno assistito alla pièce
teatrale scritta dal drammaturgo Eduardo De Filippo più di cinquant’anni or
sono in cui si evidenziano le tre generazioni: nonni, figli e nipoti e nei tre
atti per l’appunto, consumati in tre giorni da cui il titolo Sabato, Domenica e
Lunedì. Non soltanto, richiama e concede l’ammonimento a tutte le persone che
ruotano intorno ad essi, ma è la risposta a tutte e altre. A ragion di memoria,
questa commedia forse mai rappresentata almeno nell’ultimo decennio da nessuna
compagnia residente a Torino, sarà per le difficoltà o altro mistero a noi
sconosciuto sta di fatto che solamente I Melannurca ha voluto chiudere il cerchio
delle loro rappresentazioni presentandola al Teatro Cardinal Massaia in prima
assoluta, seguito da un successo come sempre prevedibile nei due giorni di
programmazione. E’ Sabato, mamma Rosa (Ester Calvano) Priore, è in cucina, sta
preparando il solito ragù per il giorno successivo, come sempre si raccoglierà
intorno al tavolo l’intera famiglia come tradizione vuole. Nel trascorrere le
ore, Peppino (Antonio Giuliano, curatore della regia e la trasposizione della
sceneggiatura) suo marito, si sente da qualche tempo trascurato… ora
comprenderete la descrizione iniziale (dovete sapere che il ragù è stato fatto
realmente, oltre la sintesi del tarlo). E’ Domenica, tutto è pronto, il ragù ha
terminato la sua cottura, la famiglia si ricompone intorno al tavolo per il
pranzo domenicale, aggiungendo due posti per i coniugi Elena (Annamaria
Melchionna ed Enzo Massari) e Luigi Iannello, loro vicini di casa, in pratica
di famiglia. Durante i preparativi il clima incomincia a surriscaldarsi, per
piccole premure che il ragionier Luigi ha nei confronti di donna Rosa, è lui la causa dell'improvvisa scena di
Peppino, sconvolgendo e mandando all'aria il prelibato pranzo cucinato con
amore. La moglie, sconvolta è colta da un lieve malore, causata dalla scenata
di gelosia e le incomprensioni che si sono accumulate minando il solido
rapporto della coppia. La commedia come dicevamo accresce nei tre
giorni, quello centrale è il clou della narrazione. Incomincia a prendere
forma, in un crescendo reale, distribuito con un pathos che t’inchioda alla
poltrona, come in questo passaggio del secondo atto, trasportandoti dentro il
paradigma del drammaturgo De Filippo sino a essere uno dei personaggi che sono sempre molteplici, iniziando
da Virginia (Maria Castaldo), Rocco e Antonio (Pietro e Massimiliano Trippodo),
Federico (Giuseppe Palatrasio), la figlia Giulianella Priore, interpretata da
Maria Amalfitano in lite col fidanzato, o Salvatore Vastola nei panni di
Raffaele. Come si fa a non applaudire in scena della simpatica caratterista Anna
Donadoni nelle vesti di Amelia sempre pronta a fare la puntura a suo figlio in
aggiunta delle sue cure inutili, vogliamo parlare dell’inopportuno sarto
Catiello (Onofrio Papaccio), oppure di Attilio (Massimiliano Esposito) o
Michele (Giovanni Marigliano), Maria Carolina è Elisa Oliva, Roberto invece è
Gaetano D’Afiero e poi ancora il Dottor Cefercola lo impersona Giovanni
Papaccio, mentre in Assunta troviamo Filomena Veniero. E’ giusto menzionare
anche le persone che col loro lavoro hanno reso possibile questa piacevole
rappresentazione pur stando nel retroscena, iniziando dalle scenografie sono di
Mauro Vizzano, tecnico Audio/luci Giuseppe Spadaro, trucco & costumi
Eleonora Rotella e Francesca Ianora, la grafica è di Francesca Bertolino
ufficio stampa è curato da Nicoletta Fabrizio. Così dopo questa carrellata di
personaggi e interpreti, siamo giunti all’ultimo giorno il Lunedì, la famiglia Priore con animo tranquillo
riflette su quanto è accaduto il giorno prima e capisce che in fondo il motivo
che ha fatto nascere il litigio della coppia è l'amore che ancora li unisce.
Marito e moglie alla fine dicono quello che finora hanno tenuto nascosto nei
loro animi e dal chiarimento rinasce il ricordo del loro amore che ancora li
terrà uniti, non certo il matrimonio e nemmeno i figli! Nei primi due
giorni troviamo un’anticipazione sul tema del divorzio in Italia, ricordiamo
che Eduardo ha scritto questa drammaticità nel 1959, egli ha voluto porre
l’accento sui finti sorrisi di facciata insistendo su un ammonimento per chi
non va d’accordo in famiglia, deve solamente chiarire quei dubbi “chiamati
tarli” dissipando così gli eventuali tormenti. Non è una commedia da descrivere, essa è da vedere, da assaporare come il
ragù napoletano…
Torino (Italia), martedì 10 marzo 2015
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