ANCHE I RE POSSONO CADERE…
recensione di Daniele Giordano
Anche i re possono cadere e poi
rialzarsi. Se questa frase vi porta lontano, balenandovi l’idea della commedia
di Eugène Ionesco scordatelo, in esso troverete solamente una vaga somiglianza
al dramma scritta dall’autore, poiché dall’opera teatrale “Il re muore”, è
stata liberamente presa e messa in scena per il nuovo Varietà della Caduta (via
Buniva in Torino) da due interpreti, realizzando uno spettacolo che il pubblico
pare gradire, tant’è che oltre gli applausi finali (e durante) non sono mancate
le gaudenti risate. Questa nuova divertentissima rappresentazione, occupa il
posto della già collaudata scelta oculata come
sempre da parte degli organizzatori nell’individuare artisti e proporli in
questo fantastico e piacente bistrot cittadino, riempiendo così quello spazio
del martedì, amato e frequentato non solo dai torinesi. Come sempre, in quella
nicchia è molto difficile poter assistere alle sue performance se non si è
prenotato, i posti sono limitatissimi, appena cinquanta… quindi rimane
indispensabile farlo con anticipo… altrimenti si rischia di ritornare il successivo
martedì nella speranza di avere maggior fortuna. Parlando
della recita, gli attori Matthias Martelli e Anna Saragaglia, nelle rispettive
parti del Re e della velata Morte realizzano, insieme a due musicisti come
Alessandro Mosca (pianoforte) e Giorgio Volpi (clarino) una passerella,
assemblata da strani individui in cui si dipana tutta la matassa della sceneggiata. Così
troviamo sul palco il cantautore Michele Antimusica, il nome è già una garanzia,
con le sue strampalate rime, unite alle sue canzoni, dando quel tocco in più di
cui non puoi fare a meno di ridere. Si presume che buona parte di Torino conosca
Ian Deadly, è facile incontrarlo nelle piazze del centro città, con le sue
sfere trasparenti o altre giocolerie da artista di strada, non questa volta su
questo palco, infatti, lo troviamo in una veste diversa dal solito, esibendosi con l’Hula Hop… cosa non ti
combina con quel cerchio. In ogni teatro che si rispetti, c’è sempre qualcuno
pronto a mettersi alla prova, in questo caso troviamo Filippo Tropanese in una
lettura su Pirandello, per poi lasciare il posto a una performance proposta da
Francesca Garrone, nel presentarsi potrebbe creare imbarazzo, quasi sgomento,
nel vedere un corpo sinuoso indossare una maschera antigas, pronta a eseguire
una conturbante danza, forse propiziatoria per un futuro non radioso. Con le sue
movenze languide lascia cadere le spalline della sottoveste, facendola
scivolare lungo i fianchi sino a scoprire il corpo avvolto dalle luci colorate degli
spot, coprendola in un rituale sensuale, per niente volgare, anzi con una
grazia che termina da parte del pubblico in un caloroso ed efficace applauso. Il
proseguo degli artisti su quei pochi ma fortunati metri quadrati di palco,
capaci di sorprenderti come Lorenzo Scotton, cedendolo a due Drag Queen come:
Caterina Casello, ben preparata nel cantare in play back e un'espansiva “allargata
di braccia” eseguita dall’esuberante Barbi Bubu. Tutto questo nel continuo
raccontarsi questo episodio tra il re e la donna velata… che sin dall’inizio ha
pronosticato la sua morte prima che finisca la recita! Nell’insieme lo
spettacolo è gradevole, non noioso, se non fosse per l’insufficienza dovuta al
timbro di voce che alcuni dei protagonisti non usando la giusta intonazione nel
modulare la voce in modo corretto, veniva a mancare la sonorità perdendo parte
del dialogo.
Torino
(Italia), mercoledì 4 marzo 2015
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