martedì 6 maggio 2014

TORINO FRINGE FESTIVAL recensione di Daniele Giordano
(Introduzione)
Appena un anno dalla sua nascita il Torino Fringe Festival incomincia la sua ascesa rispetto alla sua prima uscita. Undici giorni di spettacoli, tante le compagnie aderenti che provengono da tutti gli angoli della penisola. Qui hanno trovato il loro habitat, lo spazio alle volte negato perché ancora privi di quel clamore che circonda una compagnia. Non è la regola del Frince, sebbene una scremata selettiva gli organizzatori l’hanno fatta e, quest’anno forse le domande superavano le cinquecento unità. Cosa non da poco per essere solamente al secondo anno! In breve cosa è il Torino Fringe Festival? E’ semplicemente un evento esibito parte in strada e restante, con cadenze e orario fissi in luoghi chiusi, portando l’individuo a scoprire spazi nuovi o poco frequentati dalla massa abituale. Un pubblico di diversa estrazione e per l’età, accomunati tutti per l’amore dello spettacolo, non necessariamente “blasonato o presentato nelle solite cattedrali” si sta parlando di compagnie credenti del proprio lavoro, alle volte al suo primo debutto. Qui gli danno l’opportunità di esibirsi. Durante le performance, s’intersecano le più variegate forme teatrali, il pubblico potrà trovare spettacoli definiti forse assurdi, alcuni dalle tinte sorprendenti, altre, le compagnie più coraggiose oseranno, pigiando l’acceleratore, tutte daranno quello che potranno per far si che il pubblico possa esprimere il proprio giudizio, certamente sarà comunque coinvolgente, senza contare i suoi laboratori e wordshop! Questo festival, seconda edizione ha dimostrato sin dall’inizio di avere le carte in regola (sebbene la sua audacia follia) per diventare un nuovo appuntamento che accomuna gli amanti delle rappresentazioni teatrali e non solo.

(Parte Prima)
Trattato… molto… liberamente…questo DON GIOVANNI 80’S POP SHOW di Molière, presentato al Torino Fringe Festival dalla compagnia teatrale “Il Cerchio di Gesso” hanno voluto dare spazio alla creatività che compete a chi del teatro è parte integrante. Non male l’idea di coniugare un “pezzo classico” con un allestimento moderno. Esercitato con ragione di causa, sottolineando certi aspetti degenerazionale tra uomini e donne in quegli anni ottanta. Idea accettabile, anche se “sfruttata” artisticamente, ci vorrebbe un’asciugatura per renderla più appetibile. Gli attori che si susseguono sul palco sostituendosi a più ruoli sostenendo abbastanza bene la loro parte sono: Elisa Ariano, Mara Scagli, Vincenzo Di Federico, Anna Charlotte Barbera.

Una storia controversa su un parroco del quartiere Brancaccio di Palermo (Italia). Un dramma sconcertante raccontato da Christian Di Domenico, diplomato presso la scuola di Teatro di Bologna. La sua famiglia ha conosciuto Padre Pino Puglisi e lui grazie ai suoi genitori ha avuto il privilegio di conoscerlo, di seguirlo sino a scrivere la sua vita, questa storia in un monologo. Stiamo parlando di U PARRINU (il Parroco),conclusasi in tragedia. Ha debuttato la sua centesima replica a Torino durante il Fringe Festival. La sua interpretazione artistica, legata a quei pochi momenti scherzosi lasciano poco spazio vuoto allo spettatore poiché coinvolto dall’enfasi di chi racconta il dramma e legato spiritualmente tale a renderlo un tutt’uno di questa esibizione… e se nel narrare il monologo… fuori esce una lacrima… è più che comprensibile…

Sarebbe d’uopo che ogni individuo leggesse il “libretto d’istruzione” come hanno dimostrato Onda Larsen Torino con lo spettacolo a episodi intitolato: CRISI ISTRUZIONI PER L’USO. Portato al Torino Fringe Festival, i personaggi di questa rappresentazione sono: Riccardo De Leo, Lia Tomatis e Gianluca Guastalla. Una serie di sketch, simpatici ma privi di enfasi emotiva per un festival di questa portata, del resto siamo certi che la compagnia sa fare di meglio e questo il pubblico è consapevole, avendo assistito a lavori di tutto rispetto.

Torino (Italia), 5 maggio 2014


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