venerdì 11 novembre 2016

U – BOAT 1277 UNA STORIA DEI GIORNI NOSTRI di Daniele Giordano

…Un sogno durato un anno si è concretizzato! Quello di raccontare una storia incontrata nel corso di una passeggiata sul bordo dell’Europa in un luogo chiamato, forse non a caso, Cabo do Mundo...

Per comprendere meglio ciò che stiamo narrando, dovete disporre le lancette dell’orologio indietro di mezzo secolo, sappiamo bene che questo è impossibile… però possiamo provarci chiudendo gli occhi, immaginando con la mente di essere su un definito lungomare a pochi chilometri da Porto, sulla spiaggia di Angeiras.
E’ l’inizio del mese di giugno, esattamente domenica 3, alle ore 0:50 di un giorno come tanti per i pescatori del luogo, pronti con le loro imbarcazioni alla pesca quotidiana. La luna, nel suo pieno splendore rifletteva la sua luminosità, lasciando intravedere all’orizzonte una sagoma non ben definita che avvicinandosi alla riva prendeva la forma di un gommone, si dirigeva verso la spiaggia, come speranza di trovare la terra ferma. Stupiti, forse ancor più increduli, i pescatori portoghesi che videro scendere dal natante ventisette ragazzi di età compresa tra i diciotto/vent’anni, in uniforme tedesca: era l’equipaggio del sommergibile U – BOAT 1277 tutti con le braccia tese al cielo in segno di resa, si assoggettava ai loro coetanei, o quali della guerra del ’45, non furono neppure coinvolti. Difficile immaginare una simbologia più forte per una sconfitta! Li soccorsero sfamandoli, poiché questo impone la legge del mare. Episodio realmente accaduto, dove ancor oggi si può vedere sul fondale, adagiato su di un fianco ormai dormiente, mutato da arma bellica in ambiente naturale per crostacei e molluschi, invisibile monumento coperto da anemoni bianchi a trecento metri dalla costa di Matosinhos. La storia di questa vicenda reale prosegue, le cronache dell’epoca e i racconti fatti intorno ad esso, hanno stuzzicato la fertile immaginazione e creatività di Renzo Sicco, pilastro indiscusso di Assemblea Teatro, quando s’imbatté in quest’avvenimento confrontandolo con i nostri giorni, dove esistono gli stessi legami sul dovere dell’accoglienza, quale spunto migliore per chi è abituato a portare in scena circostanze simili. Iniziò a pubblicare un libro dalla chiave di lettura particolare, porre la spiaggia come speranza di vita per quei soldati di ieri come lo è per migliaia di oggi. La descrizione nei passaggi durante la rappresentazione teatrale collocando ipotetiche figure che raccontano gli orrori della guerra, senza discostarsi da ricordo del dramma. Raffigurata poi nel 2015 sulla spiaggia di Angeiras in Portogallo, dove pensavano che si ripetesse teatralmente la vicenda vissuta in precedenza… non era questa l’idea del regista Sicco. C’era la spiaggia, la luna, gli attori, la scenografia era perfetta per la simulazione, mancavano gli spettatori… ma quelli arrivarono…duemilacinquecento persone sull’arenile di Angeiras nella località Lavra, era il 3 giugno 2015, inutile dire che fu un successo.  
All’uomo di teatro questo non bastava ancora, solo chi è allenato, mentalmente poteva fare emergere quel sommergibile da quel lontano 3 giugno 1945 in una pièce, tant’è che pensò bene di girare un cortometraggio, utilizzando per gli interni dell’U – BOAT, il sommergibile Andrea Provana, situato nel Circolo dei Marinai d’Italia a Torino, esattamente sotto il Ponte Isabella, ma questa è un’altra storia.
“Da un viaggio di un sottomarino inabissato, il regista Renzo Sicco ha saputo scrivere un testo teatrale intersecando personaggi diversi tra loro intrecciando l’avvenimento accaduto realmente a storia recente, guardando oltre il linguaggio dei vittoriosi e degli sconfitti” (Daniele Giordano) 

Torino (Italia), martedì 8 novembre 2016

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