martedì 20 gennaio 2015

ASYLUM, LUOGO PASSATO O PRESENTE? recensione Daniele Giordano

Parlare di Asylum ai giorni nostri potrebbe sembrare retorica. Chi c’è stato o comunque coinvolto… forse ha vissuto un incubo. Una vecchia struttura popolata da uomini, donne e qualche bambino, qualcuno, alle volte si faceva internare volutamente, mentre altri erano segregati poiché risultati malati, quindi pericolosi per la collettività. Se entrare in quel luogo, l’acceso era facilitato, al contrario dell’uscita. Chi erano realmente i pazienti di Asylum? Dei folli con turbe mentali o semplicemente geni nascosti per chissà quale oscura ragione? Individui dalla mente disturbata forse, qualcuno poteva anche essere pericoloso. Queste persone potrebbero essere state rinchiuse per altre ragione che al momento ignoriamo. Antonio Argus, sulla parola "Asylum" ha voluto creare uno show non facile, trattandosi di mentalismo e dell’angusto luogo quale fosse. Così per un'ora e mezza circa di spettacolo, in prima assoluta per Torino, il palco del Teatro Giulia di Barolo cambia scenario per diventare una parte d’archivio in cui sono racchiuse testimonianze su ciò che si è potuto scoprire di quel luogo e i suoi inquilini. Le molteplici documentazioni, furono raccolte e contrassegnate solo con delle lettere per tenere l’anonimato dei pazienti. Dialogando con la platea, l’autore li trasporta all’interno di quell’ospedale psichiatrico. Ecco cos’era Asylum. Tra quei faldoni, uno solo fu contrassegnato con una doppia lettera. Poteva forse trattarsi di un personaggio dalle sembianze mostruose o semplicemente con una mente superiore, è quello che scopriremo nel corso dell’esibizione del mentalista. Il fascicolo citato è composto di un solo foglio ingiallito dal tempo, poche righe descrivono il soggetto, una diversità alquanto sconcertante rispetto agli altri trovati. Nello spettacolo, Argus crea una mescolanza tra Mentalismo e la Storia del Luogo, facendo diventare lo spettacolo più interessante, mentre la tensione sale e si arma, così pure la sorpresa. Nel corso dello spettacolo le emozioni si susseguono, per chi a già assistito a dimostrazioni sul mentalismo, sa bene che è la lettura della mente esercitato dalla bravura oltre la capacità dell’esecutore sull’individuo o della collettività. Proprio su questo Antonio Argus, deve riuscire a galvanizzare gli spettatori, oltre i soggetti “cavia” chiamati sul palco. Su di essi s’intervallano esperimenti incredibili, fino alla rivelazione conclusiva che lascerà tutti senza fiato. All’entrata è stata donata a tutti una busta con dentro quattro cartoncini, su di essi una parola: Futuro – Inconscio – Pazzia – Follia – è servito per fare un esperimento collettivo, il risultato non poteva essere che impressionante, seguito da un caloroso applauso. Come lo sono stati tutti gli altri. Spettacoli di questo genere lasciano all’individuo un mix in egual misura tra lo scioccato e l’emozione.  Uscendo dal teatro, si sentiva ancora l’eco tra le persone che continuavano a ripetere il solito ritornello: come avrà fatto… non lo sapremo mai…! Ricordate, avevamo accennato di quell’unico incartamento etichettato con una doppia lettera, due A. A. firma autografa dell’artista Antonio Argus, come mai il foglio era tra i fascicoli di Asylum? Per saperlo… beh, bisognava essere tra il pubblico… non sta a noi svelarne il mistero. Pur essendo uno spettacolo carino, sufficiente nell’esporre il genere presentato con una veste diversa a differenza di altri, mentalisti suoi colleghi, è doveroso porsi una domanda: l’artista salendo sul palco riesce a essere carismatico verso il pubblico… da parte nostra ci è difficile pensarlo.

Torino (Italia), martedì 20 gennaio 2015



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