Parlare di Asylum ai giorni nostri potrebbe sembrare
retorica. Chi c’è stato o comunque coinvolto… forse ha vissuto un incubo. Una
vecchia struttura popolata da uomini, donne e qualche bambino, qualcuno, alle
volte si faceva internare volutamente, mentre altri erano segregati poiché
risultati malati, quindi pericolosi per la collettività. Se entrare in quel
luogo, l’acceso era facilitato, al contrario dell’uscita. Chi erano realmente i
pazienti di Asylum? Dei folli con turbe mentali o semplicemente geni nascosti
per chissà quale oscura ragione? Individui dalla mente disturbata forse,
qualcuno poteva anche essere pericoloso. Queste
persone potrebbero essere state rinchiuse per altre ragione che al momento
ignoriamo. Antonio Argus, sulla parola "Asylum" ha voluto
creare uno show non facile, trattandosi di mentalismo e dell’angusto luogo quale
fosse. Così per un'ora e mezza circa di spettacolo, in prima assoluta per
Torino, il palco del Teatro Giulia di Barolo cambia scenario per diventare una
parte d’archivio in cui sono racchiuse testimonianze su ciò che si è potuto
scoprire di quel luogo e i suoi inquilini. Le molteplici documentazioni, furono
raccolte e contrassegnate solo con delle lettere per tenere l’anonimato dei
pazienti. Dialogando con la platea, l’autore li trasporta all’interno di quell’ospedale
psichiatrico. Ecco cos’era Asylum. Tra quei faldoni, uno solo fu contrassegnato
con una doppia lettera. Poteva forse trattarsi di un personaggio dalle
sembianze mostruose o semplicemente con una mente superiore, è quello che
scopriremo nel corso dell’esibizione del mentalista. Il fascicolo citato è
composto di un solo foglio ingiallito dal tempo, poche righe descrivono il
soggetto, una diversità alquanto sconcertante rispetto agli altri trovati. Nello
spettacolo, Argus crea una mescolanza tra Mentalismo e la Storia del Luogo,
facendo diventare lo spettacolo più interessante, mentre la tensione sale e si
arma, così pure la sorpresa. Nel corso dello spettacolo
le emozioni si susseguono, per chi a già assistito a dimostrazioni sul
mentalismo, sa bene che è la lettura della mente esercitato dalla bravura oltre
la capacità dell’esecutore sull’individuo o della collettività. Proprio su
questo Antonio Argus, deve riuscire a galvanizzare gli spettatori, oltre i
soggetti “cavia” chiamati sul palco. Su di essi
s’intervallano esperimenti incredibili, fino alla
rivelazione conclusiva che lascerà tutti senza fiato. All’entrata è
stata donata a tutti una busta con dentro quattro cartoncini, su di essi una
parola: Futuro – Inconscio – Pazzia – Follia – è servito per fare un
esperimento collettivo, il risultato non poteva essere che impressionante,
seguito da un caloroso applauso. Come lo sono stati tutti gli altri. Spettacoli
di questo genere lasciano all’individuo un mix in egual misura tra lo scioccato
e l’emozione. Uscendo dal teatro, si
sentiva ancora l’eco tra le persone che continuavano a ripetere il solito
ritornello: come avrà fatto… non lo sapremo mai…! Ricordate, avevamo accennato
di quell’unico incartamento etichettato con una doppia lettera, due A. A. firma
autografa dell’artista Antonio Argus, come mai il foglio era tra i fascicoli di
Asylum? Per saperlo… beh, bisognava essere tra il pubblico… non sta a noi
svelarne il mistero. Pur essendo uno spettacolo carino, sufficiente nell’esporre
il genere presentato con una veste diversa a differenza di altri, mentalisti
suoi colleghi, è doveroso porsi una
domanda: l’artista salendo sul palco riesce a essere carismatico verso il
pubblico… da parte nostra ci è difficile pensarlo.
Torino (Italia), martedì 20 gennaio 2015
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