Ci sono molte definizioni sul
significato di un vocabolo. Prendiamo ad esempio la parola "spanciata",
ora sviluppiamone il suo significato. Si può dire: Mi sono fatto una “spanciata
a cena” come dire una grande abbuffata, intesa mangiando. Oppure questa: Mi
sono fatto una “spanciata” a forza di ridere. E così di seguito, perche la
nostra lingua è ricca di lemmi, ma poche le persone che le usano. Detto questo,
non volevamo farvi scuola d’italiano, era per introdurvi a un venerdì sera in
un noto locale. L’abbiamo presa alla larga! Per terminare, entrambe le
affermazioni erano esatte e diciamo il perché. Non lontano da Torino, sulla
Strada Provinciale che da Orbassano (TO) porta a Pinerolo (TO), dopo alcune
rotonde, troviamo Rivalta (TO) e subito dopo la frazione di Zucche, sempre
vicinissimo a Torino. Nome buffo, quasi azzeccato per il nostro racconto. E’
proprio a Zucche che inizia quanto detto in precedenza sulla parola (La)
Spanciata, un ristorante pizzeria dove i prezzi sono popolari, la cucina
casalinga. Guarda caso le due definizioni sono centrate nel segno, in quanto all’interno
si esibiscono cabarettisti nostrani, alcuni provenienti da lontano. La serata
passata in compagnia di essi, è stata a dir poco… da spanciarsi dalle risate, umoristicamente
parlando. Tanto per iniziare, normalmente il tecnico Audio/Luci, è quasi mai
menzionato, tranne alla fine qualcuno si ricorda anche di lui! E’ accennato con
un’alzata del braccio teso verso di lui, in segno di “eccolo” cosa riduttiva
per il competente, ebbene, lo presentiamo noi con i suoi onori! Senza Woncy
Fobico… su questa figura, quello che stiamo narrando… non avrebbe avuto esito. Sul
palco, un susseguirsi di cabarettisti conosciuti, degni di applausi da parte
dei presenti. L’apertura introduttiva spetta al duo Tano & Luca, meglio
conosciuti come i C D Rom (padroni di casa), eh…ricordate: …limusiiiiina…per
piacere? A seguire, nella sua autorevole (leggasi enorme) corporatura, ecco
Claudio Sterpone, in sembianze ecclesiastiche…alcune pensavano di rivedere il
prete in Uccelli di Rovo… lui, invece elargiva… a differenza di Padre Ralf, per
i viandanti… morali lette dal suo libro “catechizzando” l’unica persona donna
che chiedeva il suo aiuto. Intanto lo spettacolo incominciava a prendere la sua
forma, scaldandosi come un motore Diesel. Dalle risate, i presenti non
riuscivano a stare fermi sulla sedia, altre si piegavano letteralmente in due
dalle risate, certune poi anticipava a modo loro le battute… uno spettacolo
nello spettacolo. Ed ecco introdursi furtivamente una simpatica figura, recante
una grossa busta inscenando: c’è posta per te! Dietro quell'enorme busta…
appare un fisico simpaticamente
conosciuto. Lasciato momentaneamente il costume da mimo, appare l’amabile Vito
Garofalo, dal viso paciugo, vestito di tutto punto papillon compreso, pronto a
leggere la supplica verso l'ex persona amata, confessandole il suo
rincrescimento per aver “usato” i suoi CD al tiro al piattello, oltre le cose
che non farebbe più al solo scopo di
farla ritornare… da lui… almeno per restituirgli le chiavi
dell’appartamento…altro che disappunto! A ogni scenetta, le risate si
consumavano a iosa. Pensate, quel pubblico aveva appena finito di fare
“palestra mandibolare” mi spiego meglio: terminato di cenare! Un disappunto da
parte del cabarettista sul palco appena entrato sull’uso indiscriminato che per
abitudine lasciano accesi i loro cellulari, è qui cade l’asino… interruzione
dell’episodio divertente, ne innesca fuori copione, uno tra l’artista e la
persona in questione. Il cabarettista è l’individuo che da un niente è capace
d’inventare sul momento una gag, qualunque sia la situazione. Il viaggio
continua, le risate si accumulano. Sul palco entra l’unico in assoluto
“cabarettista vegetariano” ci tiene a farlo sapere in giro, poiché deve
affrontare la “sfida famigliare” una storia tutta da raccontare, anche tu
ascoltandolo ti verrebbe desiderio di cambiare sostanza di piatto, è Manuel
Negro, con la sua compostezza ed eleganza continua dicendoti che dopo
quell’esperienza è indirizzato al Vegano. Per certuni, capisci e ti è chiara la
scena del film interpretata dal compianto Alberto Sordi nel film
quando desiderava mangiare alla moda americana, dicendo a
voce alta davanti al piatto di spaghetti: maccarone… mo te magno, rimuovendo da
una parte il cibo degli States! Poi in un battere di ciglia, la sua
trasformazione, quasi dovesse interpretare una scena dell’esorcista… con risultato…
diverso, mostrando un cambiamento di total look da truzzo, o buzzurro (italian
slang) che dir si voglia, accessori incorporati (catene e lucchetti al collo,
camicia sbottonata sino all’ombelico scoperto, ecc.), da non credere ai propri occhi,
sempre vestito di tutto punto… cosa non si fa per lo spettacolo. Per il piacere
delle giovani e ancor meno giovani… sale sul palco un fisico carismatico, dai
lineamenti simili a quello di un tempo che fu… era molto più giovane… ma sempre
en calore…già dalla sua giovinezza… impersonato da Marco Turano, è “Banderas”
nostrano. Non che fosse cambiato, già d’allora amava desiderosamente impastare
farina… e condirle con le sue trovate. C’è poi la visione di quel venditore
capace di farti acquistare anche l’acqua del mare, riuscirebbe a vendere
frigoriferi agli abitanti dell’Artico Polare. Lui è Wuoz, attore dalle
molteplici sembianze, titolare di una non precisata “Vendita Case”, realizza il
tuo sogno nel posto più impensato, alla continua ricerca di clienti… più che
affiliati…è da vedere. Tra tutti questi passaggi di sketch s’intersecava una
telefonata di un non precisato kebap – Pizzeria, ogni tanto arrivava un
“arrotolato” sul palco, il tormentone in questione e la voce fuori campo è di
Hary. Parlando di telefono è la volta di Roberto Russo, Bob per gli amici…
forse anche per i nemici… elargisce un insolito monologo, proprio su una
telefonata. In una girandola di risate poteva mai mancare un finale che
racchiudesse la serata, dalla quale sembrava non uscirne più. Le ore passavano con
disinteresse ovviamente, quando il divertimento incalza e procede a meraviglia
non si pensa alle lancette dell’orologio. L’applauso scatta nel momento di accogliere
la presenza sul palco dei due zingari più spassosi del momento, quelli che
tutti (non) darebbero le chiavi di casa e (non) sarebbero disposti a prendersi
cura di loro, adottandoli. Eccoli vestiti come siamo abituati a vederli di
consueto: i C D Rom. Chi non ha visto i loro spettacoli, ha perso tanto del
cabaret, ma ancor più chi non è mai stato al Ristorante – Pizzeria La
Spanciata!
Torino (Italia), lunedì 26
gennaio 2015
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