Il fascino dell’oriente con i suoi personaggi che hanno
aiutato a fomentare le fantastiche leggende, tramandate sino ai giorni nostri.
L’oriente, terra sconfinata e dalle tradizioni arcaiche, come antichi sono “gli
spadari”, costruttori di nobile arte nel costruire le famose Katane, spade
affilatissime pregne di fatica e storia. Per addentrarci, dovremo fare un balzo
indietro nel tempo, quando in quelle terre vi erano i samurai giapponesi,
autentici “nobili cavalieri” al servizio di un signore di quelle terre, ma
questa è un’altra storia. Noi ci soffermeremo su com'è costruita una spada e
come si usa, ma prima… un po’ di storia.
La spada nasce durante Muromachi (1392 – 1573) in quel
periodo, si cambiò modo di portare la spada, infatti, il guerriero volgeva la
lama rivolta verso il basso, la tendenza era di posizionare la lama verso
l’alto, in maniera che il fendente tagliasse in due parti il nemico con un solo
colpo, solamente con il gesto di sfoderarla. Alla Katana abitualmente era
abbinata la Wakizashi, una più corta rispetto alla prima, di lunghezza circa 50
cm, si usava allo scopo di finire nemici disarmati o per compiere Harakiri, insieme
formavano Daisho (letteralmente “grande e piccolo” come la Katana e il
Wakizashi).Nel tempo (Azuchi – Momoyama
dal 1573 – 1614), la spada giapponese è
soggetta a mutevoli cambiamenti di lavorazione, fornendo una lunghezza
superiore ai 60 cm. fu riservata ai nobili Samurai, sino al periodo Meiji (1868
– 1912) in cui la casta fu dichiarata estinta e vietando di portare in pubblico
il Daisho. E’ affascinante sapere quante leggende sui Samurai, Draghi e vergini
donzelle da salvare si raccontano come in quest'antico testo. Narra che il dio
del mare e delle tempeste un drago, assetato di sangue (vergine) di giovane,
pretendesse la sua preda in cambio di non devastare quella provincia. La
vittima, appartenente all’ottava delle sue sorelle ormai decedute per via del
drago, (interessante sapere che per l’epoca il numero otto fosse sempre
presente), escogitò uno stratagemma per ubriacare le otto teste del drago, fornendo
otto barili di sake. prima del sacrificio, il drago non seppe fermare la
tentazione e si ubriacò… addormentandosi. Così fu più facile sconfiggere il
drago tagliando, le otto teste per poi passare al taglio delle code, recidendole
sino all’ultima delle otto che nel tentativo di tagliarla, trovò difficoltà e
resistenza (il numero nel tempo da otto si modificò in quattro), al punto che
dovette squarciarla in senso verticale per comprendere il perché della sua
opposizione. Con stupore della vincitrice, dalla coda del drago uscì una sorprendente
spada…mai vista una di così sfolgorante e straordinaria bellezza, tant’è che
decise di donarla alla dea del Sole, sperando che potesse riconciliarsi a causa
di un antico litigio. Bella, questa
leggenda! Se guardiamo da vicino con occhio attento, avremo modo di scoprire
come l’arte giapponese, presenta nella sua essenzialità la sua filosofia Zen,
sfoderando una katana. Il guerriero pratica i suoi fendenti rapidi e successivi,
simulando gesti simili a una danza, dove trova spazio l’arte dell’essere, è
attraverso a essa che la pratica Zen spada a lama curva e a taglio singolo di
lunghezza superiore a 2 shaku (60 centimetri circa), riservate ai soli
Samurai, come segno sociale distintivo. La spada del Sol
Levante, afferrata a due mani, serviva per stoccare con fendenti precisi gli
avversari, sebbene Musashi Miyamoto con
< Il libro dei cinque anelli > raccomandasse l'impugnatura
singola, fu portata di solito dai membri della classe guerriera, insieme alla
"wakizashi", una seconda spada più corta (fra 1 e 2 shaku).
si dice che nella spada vi sia l’anima del
forgiatore, in realtà esiste ma di acciaio più morbido in modo da attenuare l’urto di ritorno.
La combinazione delle due spade era chiamata daisho, rappresentava il potere o classe sociale e l'onore dei Samurai. La lama della Katana non
aveva bisogno di necessità di forza nel fendere e colpire, essa era capace di
recidere di netto un intero fascio di canne di bambù, tenute insieme da una
corda spessa di diametro in un solo colpo. Le Katane di Masamune Okazaki, il
cui significato è: essenza divina della giustizia eterna, è stato un forgiatore
di spade giapponesi, legando il suo nome alle spade dei Samurai, in suo onore è
istituito il Premio Masamune, offerto durante la competizione tra Forgiatori di
Spade del Giappone.
Torino
(Italia), venerdì 26 agosto 2016
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