Nella recensione precedente, dicevamo che Non c’è Storia… senza Storia, pertanto il viaggio continua alla scoperta di nuovi angoli torinesi, dove illustri
personaggi hanno attraversato Torino se non addirittura dimorato. La nostra passeggiata prosegue
passando per la meravigliosa Galleria Subalpina “costeggiando” Baratti &
Milano (anch’esso caffè storico) all’uscita vi troverete in via Cesare
Battisti. Sulla sinistra, all’angolo, scoprirete una grande targa dedicata a Federeico Nietzsche, noto al pubblico come Nice, nacque nel 1844 a Röcken
in Germania. E’ stato un filosofo, poeta, compositore e filologo
tedesco considerato tra i massimi filosofi e prosatori di ogni tempo. Da quel punto siete in prossimità della statua
equestre di Carlo Alberto, da cui prende il nome l’omonima piazza, da una parte
la Biblioteca Nazionale, dall’altra il maestoso Museo Nazionale del Risorgimento Italiano è il più grande museo di Storia Patria Italiano, l'unico che abbia il titolo di Nazionale, per legge (regio
decreto 8 dicembre 1901, n° 360) oltre che per la ricchezza e la
rappresentatività delle sue collezioni. È dedicato al periodo storico del Risorgimento in cui avvenne l'unificazione politica dell'Italia, compreso
tra la fine del XVIII secolo e l'inizio della Grande Guerra (1915-1918). All'interno
dello storico Palazzo Carignano, è come se entraste dentro la storia: Qui s’insediò il primo
Parlamento Italiano e l’ufficio dello statista Camillo Benso Conte di Cavour (nacque a Torino nel 1810), uno dei padri
dell’unità nazionale italiana, merita una visita. Uscendo, sarete in uno dei maggiori simboli del Architetture Barocche di Palazzo Carignano e del Teatro Carignano, antico e prestigioso, un esempio di bellezza di teatro
all'italiana, dove non solo hanno girato film
grandi registi tra cui Dario Argento e sosta obbligata di famose compagnie
teatrali, a due passi dal Museo delle Antichità Egizie. A fare da corollario al teatro, in questa minuta piazza, due importanti locali cittadini. Si tratta del celebre Ristorante del Cambio, luogo incantevole… data la sua veneranda età.
Non meno importante è il secondo... la gelateria di Domenico Pepino (già citato nel primo racconto). Per spiegarvi,
dobbiamo ritornare nel 1884, dove inizia la storia di Domenico Pepino gelataio. Anche qui una statua a ornare Vincenzo Gioberti. A due passi c’è la famosa piazza
San Carlo, una delle più importanti del capoluogo piemontese, considerata “il Salotto di Torino”. Di nomi la piazza ne ha avuti
molti, da quella d’Armi a place Napolèon, prima di essere dedicata a San Carlo
Borromeo, al centro, l’imponente statua equestre raffigura Emanuele Filiberto detto Caval ed Bronz (il Cavallo di Bronzo) mentre ringuaina la spada dopo la
vittoria di San Quintino. L'illuminazione della piazza, i caratteristici lampioni
stile impero con braccio a forma di cornucopia. Fanno da strettoia due chiese simili, quella di Santa Cristina e San
Carlo, alle loro spalle, piazza C.L.N. con le due fontane: il fiume PO
raffigurante Adamo, mentre Eva è l’affluente fiume DORA. Oltre le bellezze
citate, percorreremo delle strade, dove guardando… all’insù… leggeremo targhe a
cui appartengono nomi illustri vissuti a Torino o semplicemente transitati
anche solo per un breve periodo. Iniziamo questo fascinoso percorso senza una
cronologia o itinerario collegato a esso, sarà il lettore se mai desiderasse “crearsi
l’itinerario” con cartina alla mano, se poi è un turista, è interessante sapere
che le vie della città sono sempre perpendicolari tra esse. Lasciando alle
spalle il monumento al Duca d’Aosta situato in piazza Castello, guardando
diritto via Po che inizia da piazza
Castello e prosegue sino in piazza Vittorio Veneto (una volta chiamata Porta di
PO), s’intravede in fondo la Gran Madre (ritorneremo a parlare dei monumenti),
per arrivarci si deve oltrepassare il fiume, la vista dal ponte è stupefacente.
Avevate imboccato via Po, arrivati in prossimità del numero civico 18, su uno
dei pilastri del porticato vi è la Targa dedicata a Nobel, quello della
dinamite. L’occhio attento del turista, abituato a carpire anche il minimo
segreto, si sarà accorto e domandato del perché nel vedere le due lunghe ali di portici, trova una sostanziale differenza tra il lato destro e
quello sinistro. Eccoci di fronte a un altro “mistero Sabaudo”. Percorrendo il
lato destro (quello della targa per intenderci), i portici si “spezzano” a ogni
via, in caso di pioggia le persone si bagnano, a differenza del lato sinistro
il portico non s’interrompe mai. Sapete il perché? (continua).
Torino (Italia), 2 febbraio 2016
Torino (Italia), 2 febbraio 2016
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