martedì 1 settembre 2015

CARMAGNOLA E’ recensione di Daniele Giordano

Siamo abituati per antonomasia associare una città a un monumento o qualcosa che ci fa ricordare quella specifica città, soprattutto in periodi di raccolta stagionale. Stiamo parlando della Città di Carmagnola e del suo prodotto ormai conosciuto anche all’estero: Il Peperone!
Tralasciamo per un attimo questa solanacea, avremo di che sollazzarci nella seconda parte di questa recensione. Introduciamo invece qualche cenno su questa splendida città che ancor oggi conserva le sue caratteristiche medievali. Faremo un excursus su cosa racchiude Carmagnola tra le sue antiche mura, senza di questa… non potremmo arrivare alla 66esima Sagra del Peperone, l’unica certificata con il termine Nazionale. I primi documenti la identificano come potestà giudiziale Arduinica, poi sotto il dominio dei Marchesi di Saluzzo sviluppandola sia dal piano strategico sia nel commercio. Il rovescio della medaglia si ha col decadimento del Marchesato, dove trovano spazio saccheggi e l’epidemia del 1522, non meno con la vittoria e l’occupazione dei Francesi trasformandola in luogo fortificato, edificando una seconda cinta muraria di bastioni ancora visibili. Dopo quarant’anni Carlo Emanuele I di Savoia riprende provvisoriamente Carmagnola ai Francesi… per poi essere riconquistata nuovamente. E’ con la presenza di Vittorio Amedeo II che nel 1691 riconduce la Città al dominio sabaudo ponendo fine il ruolo strategico di Carmagnola, a favore di uno sviluppo agricolo e commerciale sino all’industrializzazione del secondo dopoguerra. Dall’anno mille a oggi tante cose si sono accadute alla Città di Carmagnola… ma del peperone non c’era ancora traccia… questo è solo l’inizio!
La città è situata a sud di Torino, ai confini del Cuneese della anche Provincia Granda, con i suoi novantasei chilometri quadrati il comune di Carmagnola è il secondo comune più grande per estensione della provincia. Giovanni Paolo Morosino intorno al 1600 disegnò la pianta dentro le mura della città con scansione geometrica tagliando in due l’intero nucleo abitato, la vera prosperità per i carmagnolesi con il suolo sabbioso fece prosperare la coltivazione della canapa unica antica ricchezza. Interi nuclei famigliari si dedicarono alla lavorazione e commercializzazione del cordame per la flotta della Marina Militare sino a esportarlo, non dobbiamo dimenticare che il fiume più lungo d’Italia il Po (un tempo Eridano) era navigabile sino alla foce. Nel 2004 la rete dei musei cittadini, raggruppa cinque luoghi di cultura e tradizione locale l’Ecomuseo della Canapa, il Museo Tipografico Rondani, il Museo Civico di Storia Naturale, la Sinagoga infine il Museo Civico Navale, già da diverso tempo riuniti in un sistema di gestione e promozione più interessante come punto di attrazione per un turismo culturale diverso. E’ una città viva dove in ogni angolo o palazzi si può assaporare un pezzo di storia. Se desideriamo l’arte, andando a visitare le mostre che si tengono a Palazzo Lomellini. Carmagnola non è soltanto questa, è un viaggio alla riscoperta del territorio piemontese che inseriscono le diverse realtà museali, all'interno di un ambiente pensato come Ecomuseo del Territorio. (segue seconda parte).

Torino (Italia), lunedì 30 agosto 2015


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