Visualizzazione post con etichetta Assessorato Ufficio Cultura Comune di Carmagnola. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Assessorato Ufficio Cultura Comune di Carmagnola. Mostra tutti i post

lunedì 7 settembre 2015

CARMAGNOLA E IL SUO DESTINO recensione di Daniele Giordano

Nelle precedenti recensioni si è parlato di come la Città di Carmagnola fosse uno scrigno scrivendo dei suoi tesori ricchi di storia, cultura e arte, racchiuso tra i Bastioni sin dal medioevo. Poi dicono alle volte… magari non è vero… ma ci credo, oppure è un caso! Qualsiasi sia stato la causa, è di fatto che il nome, dato in Europa al peperone fu Capiscum, pare provenga dal termine latino capsa, dal significato longevo per la città, tradotto, significa “scatola” dovuta alla forma dell’ortaggio, cioè un contenitore che racchiude la sua ricchezza: I semi del peperone! Come sempre ci sarebbe un’altra origine provenire dalla parola "greca kapto” che significa mordere. Senza dilungarci oltre, addentriamoci in quel che offre la 66esima Sagra del peperone di Carmagnola. Da quest’anno per renderla più identificabile, alla Sagra, è stata aggiunta la parola < Peperò > nata da un progetto di Erica Guerrieri vincitrice del concorso indetto dalla Città di Carmagnola. Come se tutto questo non bastasse a una così variegata Sagra e stare al passo con i tempi, ha voluto dare spazio inserendo un’icona, accostandola alle due simpaticissime longeve figure di Re Peperone e la Bela Povronera, impersonate da Lorenzo Piana e Giuseppina Careglio. Ad affiancarle, sarà la bella e simpatica < Fata Peperò > alias Renata Cantamessa, conosciuta anche come fata zucchina per via di una trasmissione televisiva. Questo per la gioia dei bambini, sì perché da qualche tempo, l’occhio delle Istituzioni è rivolto sui bambini, dai giochi (vedi il gioco del peperone) poiché diventando adulti, continueranno a portare avanti con fierezza questa Sagra del Peperone carmagnolese!
Sbocciata come fiori a primavera, porta tra le vie della città le realtà oggettive che offre questa 66esima edizione per l’appunto, eredità forse leggermente pesante ma non per Silvia Testa, Sindaco della città che ha creduto in tutti questi anni nel progetto, ivi compresa l’Assessore alle Manifestazioni, l’instancabile Letizia Albini insieme a tutte le altre Istituzioni o persone che precedentemente e dopo, hanno seguito il progetto sin dai primi vagiti.
Difficile non parlarne o semplificando la Sagra, parrebbe soffocare ciò che rappresenta di anno in anno la sua programmazione, che non è soltanto cucina o presentazione dei prodotti tipici di zona creando sinergie e opportunità… consumati in pochi giorni… ma elaborato con amore durante tutto l’anno da persone che ci mettono tutto l’amore possibile. Infatti, i risultati si vedono da subito, ancor prima di tirare il bilancio, senza parlare di cifre. Aree dedicate allo street food e i suoi stand gastronomici, i cooking class e le “cene stellate” dell’alta cucina, ospiti come Federico Ferrero per citarne uno su tutti o workshop dediti a incontri e dibattiti condotte dal critico enogastronomico Paolo Massobrio... tutto questo è Peperò... Una tra le tante novità introdotte, si svolge nel Salone Peperò, allestita per l’occasione in piazza Berti, dove 5 FOOD BLOGGER si sfideranno gareggiando tra i fornelli, facendo gustare le loro creatività non solo ai giurati. Conosciamoli: Monica Martino (biologa) di Fiorenzuolo d’Arda (PC), Fernanda Demuro (Casalinga) di Genova, Silvia Leoncini (guida turistica e scrittrice) di Frabosa Soprana (CN), Paola Uberti (Impiegata) di Torino, unico tra donne è Pasquale Alberico (Impiegato) di Marcianise (CE), tutti legati dalla passione culinaria. Ognuno ha cercato di proporre un piatto degno all’occasione della sagra. La difficoltà è venuta quando i concorrenti hanno saputo quali fossero gli ingredienti principi… uno era scontato… l’altro, una novità assoluta, presentato per la prima volta, esportato dalla Nuova Zelanda, uno stranissimo frutto ancor di più il suo nome: Nergi, un baby kiwi, si avrà di che scrivere e voi di leggere su un articolo dedicato a questo frutto. I cinque fantastici super Food Blogger italiani insigniti dal progetto cooperativo Nergi-Qui da Noi, coinvolti da protagonisti, si sono così classificati. Al primo posto troviamo il “lecca pentole e le sue padelle” Demuro; il secondo posto lo occupa “La Masca in cucina” Leoncini; il terzo “Stelly” Uberti; a seguire “Una Biologa ai fornelli” Martino; e poi “I Sapori del Mediterraneo” Alberico, con il suo cannolo ripieno di Seirass (tipico formaggio regionale spalmabile) e peperoni racchiuso tra due metà del frutto Nergi, come omaggio al Piemonte, impreziosito dalla partecipazione e conduzione del giornalista enogastronomico Paolo Massobrio. (Fine)


Torino (Italia), venerdì 4 settembre 2015 

mercoledì 2 settembre 2015

CARMAGNOLA E IL SUO SINONIMO recensione di Daniele Giordano

Dire Peperone è come richiamare la Città di Carmagnola, indiscussa su quest'ortaggio e di conseguenza alla sua lungimiranza, siamo alla 66esima Sagra del Peperone. Da quest’anno ha voluto dare un’identificazione in più alla manifestazione mettendo l’accento sulla parola “Peperò”. Senza fare discriminazioni tra i peperoni coltivati in tutta la nostra penisola e quelli del Consorzio del Peperone di Carmagnola, questi hanno quell’accento in più… senza aggiungere altro! Per coloro che ancora fatica a distinguerli, ricordiamo le quattro qualità che sono: Quadrato, il classico di Carmagnola (forma quadrata a 4 punte), Lungo Corno di Bue (forma conica con 3, 4 lobi), Trottola (cuoriforme a trottola con punta leggermente estroflessa o tronca), Tumaticot (forma tondeggiante leggermente schiacciata ai due poli). Questi sono gli esemplari che ogni anno sono esposti con orgoglio dalla città durante la Sagra per essere venduti o esportati. Descriviamo un breve cenno sulle sue origini e alcune curiosità. Proveniente dall'America Latina, il peperone fu importato in Spagna verso il XV secolo, si diffusione rapidamente in Europa entrando in Italia, sebbene l’Ungheria sia uno Stato tra i più grandi produttori di paprika, conobbe questa solilacea solamente due secoli dopo. Il peperone fu introdotto in Europa in seguito alla scoperta del continente americano e impiegato inizialmente a scopo ornamentale come fu per il pomodoro. Il primo a parlare del Capsicum annuum, termine botanico usato in Europa per il peperone, fu Cristoforo Colombo descrivendolo sul proprio diario. Il genio di Leonardo, preferì essiccarli e farne diventare tinte per i suoi affreschi. Le proprietà organolettiche che il peperone offre al consumatore sono molteplici, il colore giallo o rosso pregiudica la giusta maturazione, a differenza dei verdi raccolti in anticipo. Ricchi di sostanze benefiche se mangiati crudi… altrimenti perdono circa il 50% delle loro sostanze, ma come in tutti i vegetali, questa sostanza si disperde poco dopo il taglio e la cottura, ogni qualità ha la sua funzione in cucina, citiamone uno per tutti, il Tumaticot da mettere in contenitori sotto il graspo (i residui dei grappoli dell’uva), sarà ottimo gustarlo così preso e mangiato durante il periodo invernale. Fu uno scienziato ungherese Albert Szent-Györgyi de Nagyrápolt, naturalizzato statunitense e vincitore del Premio Nobel per la medicina e la fisiologia nel 1937 che esaminando i peperoni trovò con i suoi studi, l’acido esuronico, cambiandogli nome in acido L-ascorbico, noto come vitamina C, il quale mostrò la proprietà di curare e di prevenire lo scorbuto, una malattia che aveva ucciso migliaia di marinai. Szeged, la bella città dell'Ungheria meridionale, si vanta di essere la capitale del peperone, poiché unisce due motivi: quello scientifico e agricolo. Non starà a noi entrare in questa disputa, siamo certi che il lato scientifico di Albert Szent-Györgyi de Nagyrápolt è molto più encomiabile per il suo paese. Contenuto all’interno di questo graditissimo e invidiabile ortaggio, troviamo la capsaicina e il suo alcaloide, una sostanza che irrita le mucose oltre rendere piccanti i peperoni. Un piccolo accorgimento in cucina, quando si puliscono i peperoni prima di cucinarli, si deve mondare tutte quelle parti bianche oltre ai semi, in modo da renderlo più digeribile. Sicuramente l’uomo gioca un ruolo importante durante la coltivazione, madre terra aiuta non poco! Il territorio di Carmagnola, città situata in provincia di Torino (Italia), ha un clima ideale per lo sviluppo dei peperoni, la sua coltivazione iniziata dal '900 è stata fondamentale per l'economia dell'area. Il ministero per le politiche agricole riconosce i Peperoni di Carmagnola come prodotto agroalimentare tradizionale italiano ed è in corso l'istruttoria per il riconoscimento dell'indicazione geografica protetta. Un ortaggio presente sul mercato ortofrutticolo mondiale in numerosissime varietà che si differenziano oltre che per il sapore, anche per la forma.  (segue terza parte)


Torino (Italia), martedì 1 settembre 2015 

martedì 1 settembre 2015

CARMAGNOLA E’ recensione di Daniele Giordano

Siamo abituati per antonomasia associare una città a un monumento o qualcosa che ci fa ricordare quella specifica città, soprattutto in periodi di raccolta stagionale. Stiamo parlando della Città di Carmagnola e del suo prodotto ormai conosciuto anche all’estero: Il Peperone!
Tralasciamo per un attimo questa solanacea, avremo di che sollazzarci nella seconda parte di questa recensione. Introduciamo invece qualche cenno su questa splendida città che ancor oggi conserva le sue caratteristiche medievali. Faremo un excursus su cosa racchiude Carmagnola tra le sue antiche mura, senza di questa… non potremmo arrivare alla 66esima Sagra del Peperone, l’unica certificata con il termine Nazionale. I primi documenti la identificano come potestà giudiziale Arduinica, poi sotto il dominio dei Marchesi di Saluzzo sviluppandola sia dal piano strategico sia nel commercio. Il rovescio della medaglia si ha col decadimento del Marchesato, dove trovano spazio saccheggi e l’epidemia del 1522, non meno con la vittoria e l’occupazione dei Francesi trasformandola in luogo fortificato, edificando una seconda cinta muraria di bastioni ancora visibili. Dopo quarant’anni Carlo Emanuele I di Savoia riprende provvisoriamente Carmagnola ai Francesi… per poi essere riconquistata nuovamente. E’ con la presenza di Vittorio Amedeo II che nel 1691 riconduce la Città al dominio sabaudo ponendo fine il ruolo strategico di Carmagnola, a favore di uno sviluppo agricolo e commerciale sino all’industrializzazione del secondo dopoguerra. Dall’anno mille a oggi tante cose si sono accadute alla Città di Carmagnola… ma del peperone non c’era ancora traccia… questo è solo l’inizio!
La città è situata a sud di Torino, ai confini del Cuneese della anche Provincia Granda, con i suoi novantasei chilometri quadrati il comune di Carmagnola è il secondo comune più grande per estensione della provincia. Giovanni Paolo Morosino intorno al 1600 disegnò la pianta dentro le mura della città con scansione geometrica tagliando in due l’intero nucleo abitato, la vera prosperità per i carmagnolesi con il suolo sabbioso fece prosperare la coltivazione della canapa unica antica ricchezza. Interi nuclei famigliari si dedicarono alla lavorazione e commercializzazione del cordame per la flotta della Marina Militare sino a esportarlo, non dobbiamo dimenticare che il fiume più lungo d’Italia il Po (un tempo Eridano) era navigabile sino alla foce. Nel 2004 la rete dei musei cittadini, raggruppa cinque luoghi di cultura e tradizione locale l’Ecomuseo della Canapa, il Museo Tipografico Rondani, il Museo Civico di Storia Naturale, la Sinagoga infine il Museo Civico Navale, già da diverso tempo riuniti in un sistema di gestione e promozione più interessante come punto di attrazione per un turismo culturale diverso. E’ una città viva dove in ogni angolo o palazzi si può assaporare un pezzo di storia. Se desideriamo l’arte, andando a visitare le mostre che si tengono a Palazzo Lomellini. Carmagnola non è soltanto questa, è un viaggio alla riscoperta del territorio piemontese che inseriscono le diverse realtà museali, all'interno di un ambiente pensato come Ecomuseo del Territorio. (segue seconda parte).

Torino (Italia), lunedì 30 agosto 2015


venerdì 3 luglio 2015

CI RISIAMO… DI NUOVO PEPERONI… recensione di Daniele Giordano

Una città alle porte di Torino, ricca di storia, sempre in movimento, una popolazione che ha puntato tutto sull’agricoltura e non solo sin dai tempi lontani. Potrebbe essere definita una città quella di Carmagnola… al centro del mondo! Sì perché ha conquistato i quattro continenti per le sue eccellenze delle quattro specie di peperoni: Quadrato, si presenta da tre a quattro punte in forma quadrata; Lungo Corno di Bue, prende il nome dalla sua forma allungata e conica con tre o quattro lobi; Trottola, ha la tipica forma cuoriforme con la punta leggermente estroflessa o tronca; Tumacot, aspetto tondeggiante schiacciata ai due poli… proprio come un pomodoro. Sono loro i protagonisti da sessantasei anni! La Sagra del Peperone giunta alla sua 66° Edizione dal 28 agosto al 6 settembre 2015, è la sagra riconosciuta a livello nazionale, anche se  i compratori arrivano da ogni dove. L’edizione di quest’anno ha voluto identificare la sagra aggiungendo un pizzico di fantasia in più per evidenziarla tra le sagre che ogni regione realizza nel corso dell’anno, aggiungendo la parola: PEPERO’ sotto a un ridente peperone! Come sempre ci saranno spettacoli adatti a grandi e piccini, questi ultimi avranno spazio con iniziative di grande interessa: Sport & Avventura e Uniti per Proteggere. Per tutti, degustazione del prodotto tipico carmagnolese, iniziando dal “pane della sagra” al suo indiscusso e apprezzato “Carmagnolotto” l’altro anno fu presentato ripieno di ricotta e peperoni… ora si assaggeranno… al gusto di caffè! Carmagnola non è solamente “sagra” tante sono le cose da vedere, anche in tempi diversi, iniziando dai Musei… scoprendo cose che manco immaginavate sino alle attente mostre che Palazzo Lomellini offre!


Torino, 3 luglio 2015

giovedì 2 aprile 2015

CREA UN’IMMAGINE NUOVA PER LA 66^ SAGRA DEL PEPERONE DI CARMAGNOLA di Daniele Giordano

IL COMUNE DI CARMAGNOLA (TORINO - ITALIA) ED IL QUOTIDIANO LA STAMPA LANCIANO IL CONCORSO PER L’IDEAZIONE GRAFICA PROMOZIONALE DELLA 66^ SAGRA DEL PEPERONE. LA SCADENZA È FISSATA AL 30 APRILE 2015 ORE 12:00 E L'IDEA MIGLIORE VINCERÀ 1.000 EURO. Quando il concorso è divertente c'è più gusto a vincere! Comincia subito: inventa, progetta, disegna o dipingi l'immagine del manifesto della prossima Sagra del Peperone di Carmagnola. Dai risalto alla qualità del prodotto e del territorio. Pensi di riuscirci? L'idea più efficace vincerà 1.000 euro. Puoi partecipare singolarmente o in gruppo, caricando il tuo progetto grafico in formato digitale sulla pagina www.lastampa.it/promozioni/sagra-del-peperone/2015 entro e non oltre il 30 aprile alle ore 12:00. Per ulteriori informazioni scrivere a concorsi@lastampa.it Il Concorso è indetto dal Comune di Carmagnola, in collaborazione con il quotidiano La Stampa, per l’ideazione grafica del manifesto, dell’invito, del depliant programma, della cartolina commemorativa e del catalogo espositori della 66^ Sagra del Peperone che si svolgerà dal 28 agosto al 6 settembre 2015. La Sagra del Peperone di Carmagnola, riconosciuta ufficialmente da quattro anni come Manifestazione Fieristica di Rilievo Nazionale, in ogni edizione propone un ricco e variegato programma che conferma il valore che ha assunto negli anni come grande e atteso appuntamento culturale e non solo enogastronomico. Ogni anno tra fine agosto e inizio settembre la splendida città piemontese celebra il “Re Peperone” offrendo la sua consueta ospitalità e trasformandosi in un affascinante e variopinto festival di mercati, laboratori e degustazioni enogastronomiche, concerti, eventi teatrali, serate letterarie, mostre, rassegne commerciali, eventi sportivi, iniziative solidali, eventi ed attività per bambini, ecc… 
La Sagra rappresenta un punto di riferimento regionale e nazionale tra gli eventi che si occupano di enogastronomia e riscuote un crescente successo di pubblico (200.000 visitatori in media) poiché, oltre a valorizzare il prodotto tipico della città, permette di conoscerne le bellezze artistiche, le tradizioni e le eccellenze del territorio grazie a un ricco e qualitativo programma di eventi ed intrattenimenti dedicati ad un pubblico di tutte le età. 
Daniele Giordano Torino (Italia) giovedì 2 aprile 2015


venerdì 29 agosto 2014

65 ANNI, MA NON LE DIMOSTRA recensione di Daniele Giordano

Con l’apertura della 65° Sagra del Peperone nella Città di Carmagnola, in provincia di Torino (Italia), volevo scrivere un brevissimo racconto sul perché questa cittadina è conosciuta non solo nel suo territorio, anche nel resto dell’Italia e soprattutto all’Estero. La pianta del peperone, originaria dell’America del Sud, trasmigrò con l’aiuto di Cristoforo Colombo sino a giungere nella terra di Carmagnola. Frutto di una selezione messa in atto dall’inizio del novecento, quando la coltivazione del peperone, introdotta dal lungimirante orticoltore Domenico Ferrero di Salsasio si diffuse nella città. Così pazientemente, i contadini carmagnolesi hanno saputo dedicare amore non a solo questa solanacea ma a tutta l’agricoltura circostante, tra cui la coltivazione della canapa. Il Peperone di questa città ricca di storia e cultura, coltivato con successo da oltre cent'anni è riuscito ad ottenere quattro categorie apprezzabili anche ai palati esteri. Tutta la cittadinanza, laboriosamente da quarantatre anni promuove un “Concorso Mostra/Mercato del Peperone” senza entrare nel merito del concorso o sugli eventi connessi alla Sagra, dove gli interessati potranno farlo informandosi sul sito del Comune, gradirei soffermarmi invece sulle ormai note quattro tipologie morfologiche di questo magnifico ortaggio.  Per eccellenza parliamo del “Quadrato ” prende il nome dalla sua forma, alla base normalmente a tre o cinque punte, prodotto autoctono. Il bragheis ha una polpa molto spessa dal gusto dolce, croccante. In cucina cotto in tegame, è ottimo nella preparazione di peperonata o apprezzato crudo in pinzimonio. Pare che nell’edizione passata questa qualità di peperone e, stiamo parlando di uno solo è riuscito a vincere oltrepassando il chilo di peso. Continuando, è interessante sapere che “Corno di Bue” di forma conica molto allungata con tre o quattro lobi, somigliante al peperoncino solo come forma, ma assai di più assomigliante al corno dell’omonimo animale. Anch’esso polposo e dolce, adatto a consumarsi ripieno o con l’esclusiva “bagna caoda” tipica salsa piemontese (a base di aglio) dal gusto notevolmente pesante… tanto da allontanare… i vampiri…! Ora parliamo della “Trottola” la sua forma cuoriforme somigliante alla classica trottola anche nella sua sommità, infatti, può avere una punta leggermente estroflessa o troncata. Infine il “Tumaticot” dalla forma tondeggiante, tipica del pomodoro (o tomatica in lingua piemontese), schiacciato leggermente ai poli con polpa sempre spessa, meno croccante rispetto alle altre varietà, è adatto a essere riempito e cucinato al forno, oppure, intero con picciolo e messo in un contenitore di vetro ricoperto di graspo dell’uva. Elencando queste quattro primizie, accostandole a ricette tradizionali o innovative, questi prodotti si sposano con tutto quello che la cucina può offrire dalla semplice a quella impegnativa, anche solamente come contorno di arrosti e bolliti (in peperonata o in agrodolce), con ripieno di carne macinata, di pesce, verdure, uova o conservato sott'olio o sott'aceto. Alcuni potrebbero sperimentare altri accostamenti meno consueti o più audaci... magari con il cioccolato e crostacei… A parte questo, qualunque sia la varietà del peperone, quando sei davanti a questi quattro “moschettieri del sapore” rimani esterrefatto dalla sua imponente bellezza che sia di colore rosso, giallo, verde o variegato… tu non puoi fare a meno di rendere omaggio a: RE PEPERONE!

Torino (Italia), 29 agosto 2014