Cosa
ci potrebbe essere dietro una semplice cifra, citiamo ad esempio 0,014, niente.
Salvo che non si presenti sotto forma di contenitore. Quei contenitori che
contengono le porzioni di frutta, verdura o altro. Stiamo parlando dei
contenitori che si trovano nei magazzini alimentari, dove ogni persona prende
dall’espositore e lo ripone nel carrello della spesa. Dicevamo di una cifra che
all’apparenza è priva di sostanza sé unica e che il più delle volte nessuno
bada all’etichetta sul raccoglitore. Badate bene che questa volta non stiamo
discutendo su quel timbrino obbligatorio che ha come simbolo bicchiere e posata
o di frode alimentare. Stiamo semplicemente parlando di numeri… di tara che moltiplicato alle
vendite giornaliere per il periodo che il contenitore è venduto, cioè la cifra
moltiplicata per un tot… questo fa la differenza di quella insignificante
cifra, dove inconsapevoli
clienti acquistavano la merce: Tara venduta con il prezzo del prodotto! Il
contenitore (tara) deve differenziarsi dal peso netto del prodotto. L’etichetta
confezionata dal personale deve essere pesata senza involucro, variazione
relativa a prodotti freschi tanto da lievitare e garantire i margini
migliorandone il guadagno. Recentemente i NAS (Nucleo Anti Sofisticazioni) dopo
un controllo hanno segnalato alla Procura l’elenco degli esercizi commerciali
compromessi e le probabili entrate per molti euro, si tratta ora di valutare le
reali responsabilità cercando di chiarire da quanto tempo questo meccanismo era
messo in opera. Di conseguenza, quando andiamo a fare la spesa cerchiamo di
buttare un occhio all’etichetta controllando se tara e peso sono separati e
descritti in modo inequivocabile.
Torino (Italia), martedì 25 agosto 2015
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