Viaggiare,
sii viaggiareee, cantava il compianto Lucio Battisti, cantautore italiano!
Scoprire nuove città, vedere spettacoli, il modo di vivere delle persone e come
si confrontano nel suo tessuto urbano. Eh sì, tutto questo è bello poterlo
fare, portando a casa fotografie, souvenir e quant’altro per fare vedere con
orgoglio agli amici e parenti la loro uscita piena di ricordi da conservare. Altre
persone invece, della loro uscita, portano a casa non solo quello citato, ben
altro, a dir poco… molto di più! Sì, perché talvolta nel fare i vacanzieri… si
scoprono realtà oggettive in particolar modo, andando a zonzo in luoghi ameni, affascinanti
tali da fare accendere una lampadina… sì quella… che innesca l’ideuzza… sino a
diventare un tarlo. L’interesse assaporato in quello “spazio temporale è tanto
da copiarne il format” oggi si dice così, fa trend. Col passare del tempo l’idea
si rende concreta, si va alla ricerca di un locale (in questo caso, l’occhio è
caduto su un vecchio magazzino utilizzato a deposito di damigiane) non troppo
distante dal centro città, ma allo stesso tempo vicino, può sembrare un
controsenso ma non è così: il locale si trova in “Borgo Vanchiglia” un
quartiere di Torino (Italia). Per ottenere il risultato voluto, si passa al
cosiddetto “olio di gomiti” per farlo diventare… similmente a quelli visti, con
sembianze d’Antàn, in un angolo torinese… paragonandolo a un mix tra un bistrot
parigino… e uno di quei chez toone che si trovano a Bruxelles. L’importante è
che abbia non solo la somiglianza estetica, ma la sua programmazione teatrale,
rispecchiando almeno quello visto in quel fantasmagorico viaggio illuminato a
che sia Parigi o altro luogo! Tornando
al punto, dicevamo che per la prima volta gli appassionati di genere avevano la
loro “fusione” tra “Au Lapin Agile Cabaret” e il Teatro Reale de Toone qui,
nella città di Torino (Italia). Tutto questo appena accennato e l’enorme lavoro
è frutto del regista, Massimo Betti Merlin, consapevole di quello che avrebbe
offerto al pubblico. Così nacque Il Teatro della Caduta di via Buniva 24 in
Torino (Italia) forse, il più piccolo dei teatri. La sua capienza, una
cinquantina di posti a sedere. Entrando, pare catapultati in quella magica
atmosfera che dicevamo all’inizio, ogni sera le persone fanno la fila per ottenere
uno dei cinquanta posti e poter assistere all’esibizione degli artisti ospiti
provenienti da ogni dove. Purtroppo per loro… saranno in tanti a dover ritornare.
La programmazione, è selezionata, alcune rappresentazioni si susseguono a
cadenza fissa, facendola apparire colonna portante della medesima, giacchè non
stanca mai. Tantissimi gli artisti che hanno posato il piede su quel palco,
presentando il loro repertorio come Federico Sirianni. Dal teatro dell’assurdo
con il duo Fools, da sembrare uscito
dalle pagine di Beckett; il simpaticissimo artista di strada Benjamin Delmas
anglo-francese; con il suo giro di parole Francesco Giorda, interagendo col
pubblico ti porta su un sito “molto hot”; la passerella continua, ed ecco la
piacevolissima Silvia Laniado, un’attrice dalla “doppia identità” dividendosi
tra canto lirico e “trasformismo” continuando a lottare col suo costume
settecentesco; rivediamo sul palco Lorena Senestro, in un'esibizione tratto da
Billy Budd di Melville con il bravo Marco Bianchini. La lista degli artisti non
si ferma qui. Sebbene le dimostrazioni siano piacevolmente seguite, una tra
queste rispecchia quel mix che il regista s’è portato dal suo viaggio. Ogni
settimana è presente: Il Varietà della Caduta, definito semplicemente “la
terapia della caduta” a cura del dott. Froidoni, il suo per così dire assistente
è Matteo Castellan fisarmonicista, dall’aspetto “apache parisienne” accompagna
con le note del pianoforte la brava Carolina Khoury, lei è “l’anima di Froidoni”
una semplice marionetta… dalla risposta pronta, alle volte tagliente… è lui la
star della serata, amato dal pubblico… quasi fosse vero…! Somministra terapie
d’uso a tutti gli artisti che si esibiscono, richiamando l’attenzione del
pubblico su chi desidera “cadere” salendo sul palco mostrando al pubblico il
loro talento: Solo così è possibile ottenere “il Certificato di Sanità Mentale”
su questo punto, il dottore lo elargisce con parsimonia. Il coordinamento
tecnico audio e luci è affidato a Fabio Bonfanti, sceneggiatore cinematografico,
recentemente ha vinto il premio Solinas, tra non molto avremo il piacere di
vedere realizzata la sua opera. Con le sorprese abbiamo terminato di raccontarle,
sé invece andrete nel locale per voi continuano. Tutto questa descrizione è da
vedere per assaporare l’ambiente del Teatro della Caduta, le parole non
esprimono il dinamismo espresso dagli artisti sul palco. Per finire… e non a
caso ma volutamente, all’inizio è stato citato Samuel Beckett, non vorremmo imitare
Didi e Gogo nell’aspettare… l’ennesima replica di “Madame Bovary” interpretata
dall’attrice Lorena Senestro! Forse arriverà… magari non oggi… domani forse… se
accadrà, non sarà di certo al Teatro… bensì al Caffè della Caduta (vedi recensione
“Un luogo Comune" n.d.a.) essendo più capiente… ma questa è recensione
passata!
Torino
(Italia), 11 febbraio 2014
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