lunedì 19 dicembre 2011
AREZZO 29… IN TRE MINUTI recensione di Daniele Giordano
Per la regia di Adriano Pellegrin e liberamente adattato da Antonio Giuliano, energia essenziale della compagnia I Melannurca, il quale, senza lasciare spazio al tempo, ha pensato bene di metterlo in scena al teatro Perempruner di Grugliasco (TO), organizzato dall’associazione Campana Felix che ha voluto devolvere in beneficenza parte dell'incasso. Dai lavori ricercati e portati in palcoscenico dal Giuliano, fuoriescono tematiche che vanno oltre la rappresentazione scenica. Personalmente non gli basta esibirsi per gli applausi ricevuti e spontanei, desidera che il pubblico uscendo, porti a casa un frammento di pensiero su cui verte la recita, vuole lasciargli una riflessione, poiché le commedie scelte come in questo caso scritta da Gaetano e Olimpia Di Maio (figli d’arte del compianto drammaturgico Oscar, uno fra gli inventori della sceneggiata napoletana), comprensibili e stilato non per la media borghesia di allora, ma per gente comune, esse riprendono la quotidianità sociale passata, mettendo in luce questioni come l’usura, il traffico dei minori e quant’altro (letture queste di fine '800), di attualità ancor oggi. Descritto in modo non invasivo, anche se a volte è leggermente colorito, ma è il linguaggio abituale del popolo, semplice e spontaneo, ed ecco il perché del sottotitolo – Napule è a voce d”e criature – qualcuno disse che “i figli son pezzi e core” perché la vicenda si sviluppa proprio in questa direzione. Tutto parte dal titolo che è la sigla di un taxi e poco centra con il racconto ma tutto ruota su tutto sino alla fine della commedia. I Melannurca nella recita mettono il sentimento giusto, adatto alla circostanza. E’ inutile elogiarli elencandoli uno per uno oppure parlando sull’apertura della recita con gli zampognari e le melodiche suonate natalizie o l’entrata sul finale del percussionista Michele Santoro, giacchè bravi già di loro. Da segnalare invece la presenza di cinque nuove entrate nella compagnia di cui due bambini: Sara Napolitano e Isak Benessadeq quest’ultimo, ha dovuto imparare il napoletano per recitare, cosa non facile per un ragazzo di chiare origini marocchine. Peccato invece, ma doveroso è indicare l’atteggiamento discutibile avuto da parte di un addetto al teatro nei confronti della compagnia, anche se per ragioni attinenti all’orario o per altra valida ma sempre discutibile motivazione, non è educato ancor meno professionale interrompere l’acustica in pieno svolgimento della recita o spegnere le luci del teatro facendo uscire i teatranti al buio in fretta e furia a rischio di farsi male, per fortuna non è capitato, ma su questo punto ci sarebbe da meditare. L’educazione deve stare sempre al primo posto, soprattutto per le persone che rappresentano pro tempore il Comune ospite, di conseguenza a questo, è successo che sono rimaste chiuse delle persone all’interno del cortile “liberate” in un secondo momento, tutto questo non sarebbe successo se l’addetto avesse avuto meno fretta di andare via!
Torino (Italia), 16 dicembre 2011
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