Quando il corpo è tutt’uno col palco, non occorre scenografia, bastano i movimenti del corpo e la preparazione condotta da dieci danzatrici, di cui tra esse una voce narrante che ti trasporta con semplici movimenti e passi di danza a vedere passaggi di situazioni con cambi di costumi per niente elaborati, ma adeguati all’occorrenza, protagonisti anch’essi creando l’effetto scenico voluto. Tutto è strutturato all’essenziale con grande preparazione di coordinamento, tempismo, luci e musiche ben selezionate per quello che la scenografa Simona Maggi con la Compagnia di Danza Tedacà voleva rappresentare: relazione tra la vita quotidiana ed il pensiero, costruendo la felicità attraverso l’azione.
Torino, 27 marzo 2011 recensione di Daniele Giordano
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