Visualizzazione post con etichetta I Saltapasti. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta I Saltapasti. Mostra tutti i post

sabato 6 giugno 2015

LE JEU DE L'AMOUR ET DU HASARD recensione di Daniele Giordano

Pierre Carlet de Chamblain de Marivaux, drammaturgo e scrittore francese, considerato il più importante commediografo di Francia del XVIII secolo, intitola così “il gioco dell’amore e del caso” uno dei suoi capolavori. Il testo, incentrato sullo scambio di ruoli tra alcuni personaggi della vicenda, ricorda la Commedia dell’Assurdo. Prontamente, la compagnia Saltapasti, rivisitandone il contenuto l’ha portato in scena recentemente al Teatro Matteotti di Moncalieri (TO) ricevendo numerosi applausi. Attraverso una forma espressiva qual è la commedia, riesce a descrivere in un gioco l’amore, sebbene la pièce sia del 1729, continua nelle sue ambigue metamorfosi ludiche dei personaggi e le parole penetranti, lascia allo spettatore una riflessione del nostro quotidiano. Durante la recita, si susseguono scambi tra servi nei panni di padroni e padroni vestiti da servi, tutti alla ricerca dell’amore, parola dal suono melodioso e magico, conservandone durante la recitazione la grazia e la superiorità di Marivaux, urtandosi spesso con le consuetudini convenzioni di società del tempo, facendo emergere contraddizioni dei personaggi divisi tra la verità e l'inganno. E’ come dire "essere e apparire" sul gioco della passione, mostrando l'essenza di una natura umana instabile, piena di perplessità. Per fortuna… alla fine, proprio sulla parola "amore" è trionfo! Interpretato da Cecilia Agapito nel ruolo di Margherita, Matteo Bizzotto è Dorante. Chi se non Luca Buggio poteva impersonare Orgone, mentre Sara Consoli è Lisetta, invece nei panni di Arlecchino trova Lorenzo Goria e poi Alessandro Guzzardi (Doremi), infine Bianca Montanaro è Silvia.

Torino (Italia), sabato 6 giugno 2015



sabato 4 gennaio 2014

SE FANTASMA C’E’… E’ QUELLO DI CANTERVILLE recensione di Daniele Giordano



Un racconto d’altri tempi, umoristico, adatto a grandi e piccini è quello de IL FANTASMA DI CANTERVILLE. Scritto da un giovanissimo Oscar Wilde nel 1887, adattato con piacevole armonia dal regista Luca Buggio, direttore artistico della compagnia teatrale I Saltapasti, l’ha presentato al teatro San Paolo situato nella ridente città di Rivoli in provincia di Torino. Si narra che all’epoca, il racconto aveva suscitato un buon risultato sul pubblico, tanto da entrare nel fantastico immaginario collettivo. Ambientato in Inghilterra e come sempre, gli adattamenti di questa farsa, si sono succeduti passando dal cinema al teatro. La trama narra che un magnate americano (Otis) e famiglia, ha intenzione di acquistare un castello, anzichè “smontarlo” e portarlo in America, decide di viverci con i suoi congiunti, sebbene la proprietaria prima di venderlo abbia rivelato che nel castello vi fosse il fantasma di Sir Simon, un ectoplasma particolarmente dedito al divertimento, facendo scherni in parte macabri. Destinato e costretto a espiare tra le mura del maniero senza principio né fine la sua colpa, sino a quando una casta giovane dall’animo puro non versasse una lacrima per redimere il peccatore. Lascio il resto a voi, se mai andrete a goderne la visione. Per “colorire il dramma” una macchia di sangue sul pavimento, il fil rouge di un singolare intreccio, a ricordo dove cadde uccisa la sposa di Sir Simon: Lady Leonor, per mano del marito! La bravura non solo del regista di aver consegnato le parti, ma degli attori che hanno preso parte alla commedia. In ordine di apparizione troviamo Lady Canterville, impersonata da Nausicaa Golotta proprietaria del castello; sempre pronta a entrare in scena nei giusti tempi è la Governante, la brava Sara Sottile; che dire dell’eccentrico e confusionario Esorcista Alessandro Marino; piacevolissimo il ruolo di Sir Simon interpretato da Luca Buggio, entrato sin troppo bene nel personaggio. Come tutti sapranno, è d’uopo che in un castello non ci sia “solo un fantasma” bensì altri… i suoi servitori, ed eccoli entrare in scena: Alessio Bosca e Davide Di Gregorio, Federica Coviello, Flavio Driusso, Gabriella Giannini, Llio Humpreys. Continuando abbiamo Ivan Tosco nel ruolo di Hiram Otis, oltre ad essere l’acquirente del maniero, è anche ambasciatore. La sua apprezzabile moglie Patrizia Schneeberger, le sue due figlie dai nomi alquanto insoliti (Filadelfia) Serena Coviello col suo fare indisponente e (Virginia) Alice Driusso, è riuscita con il sentimento recitativo a trasmettere al pubblico la sua parte (vista nella commedia: Niente da dichiarare? già recensita). Per terminare citiamo: Stefano Bonmassari e Federica Gastaldi, il primo vestiva i panni di un Nobile locale, la seconda era l’imbrogliona Fattucchiera, entrambi appropriati nei ruoli assegnati. In uno spettacolo, ci sono persone che normalmente non si vedono ma indispensabili, da segnalare per le musiche e luci: Alessandro Lucco; la scenografia è di Dario Favatà; i costumi di Sara Ciccarelli. Una narrazione dall’atmosfera immaginaria, per questo esercita un incantesimo, facendo sorridere lo spettatore.

Torino (Italia) 3 gennaio 2014