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mercoledì 18 marzo 2015

UNA STORIA A LIETO FINE commento di Daniele Giordano

E’ bello pensare che le favole esistano e spesso diventano pure realtà. E’ capitato alla nostra protagonista che sin da piccola amava esibirsi in diverse performance, poi un annuncio per un casting restando in attesa di una risposta… ha compreso la via da scegliere. In sintesi questa è la storia di Simona Randazzo, ma le molteplici esperienze l’hanno portata ben oltre a quel provino fatto al tessuto aereo, selezionata come burattinaia, ora lavorerà con il famoso Cirque du Solei. Proveniente da un piccolo paesino non lontano da Prato (Firenze). Un bel giorno decise di seguire la sua vocazione… trovandosi di rimbalzo alla stazione Porta Nuova di Torino all’età di trentatrè anni. Prende contatto con la scuola torinese: Atelier del Teatro Fisico Philip Radice, ma con insegnamento americano, è stato allievo di Jacques Lecoq, grande esperto del settore. La nostra protagonista, proprio come in una novella, per pagarsi gli studi si esibiva ai semafori come giocoliera, uno in particolare sul Corso Giulio Cesare. Forse perchè era non lontano dalla scuola dell’Atelier situato in via Carmagnola 7 a Torino, sul Corso Giulio Cesare. Incomincia a mostrarsi in altri spazi come il Teatro e Caffè della Caduta, due locali piacevoli e particolarmente unici nel suo genere (vedi recensioni sul blog http://lonevolfilm.blogspot.com). La magia si presentò nei pressi della Gran Madre, fu proprio lì che per la prima volta si fece vedere con il suo intrattenimento di burattinaia… quando si dice fermo al semaforo, in attesa del verde, dentro un’automobile c’era un insegnante di giocoleria! Questo racconto, per Simona si è risolto con una conclusione felice dopo tanti sacrifici, ma potrebbe essere un monito, un incoraggiamento a tanti altri artisti: non si deve mai abbandonare la speranza di rincorrere il successo!


Torino (Italia), mercoledì 18 marzo 2015  

martedì 15 aprile 2014

IL NASO PIU’ CELEBRE DEL MONDO recensione di Daniele Giordano


Trattare un argomento come il naso… non è cosa semplice… se poi il naso in questione è quello del celebre Cyrano de Bergerac… beh, allora necessita serietà! E’ quello che ha pensato Daniele Villari quando ha rivisitato la celebre commedia di Edmond Rostrand, ispirandosi alla figura storica di Savinien Cyrano de Bergerac, uno dei più estrosi scrittori del seicento francese, precursore della letteratura fantascentifica. Il titolo della pièce è Cyrano dans la Lune. Con Max Deluca, entrambi attori – clown, hanno ripercorso quello che fu l’amore mai raggiunto per la bella Rossana ed il suo madornale naso. Quel naso che voleva arrivare sulla luna, tanto era enorme. Tra il serio e faceto, i due attori si cimentano in sottili gag, portando avanti una serie di simpatici incastri per vivacizzarne la storia, senza stravolgerla, con leggera ironia, dedicando ore passate a studiare il personaggio, la ricerca dei filmati per rimarcare avvenimenti e dialoghi. Un lavoro condiviso dai presenti. Per dovere di lettura, il Cyrano di Rostand fu rappresentato per la prima volta il 28 dicembre di quello stesso 1897 al Théâtre de la Porte-Sain-Martin de Paris, avendo come protagonista Coquelin Aìmè, un celebre attore del tempo, lo stesso che glielo aveva commissionato. Rostand lo scrisse a cinque anni di distanza dalla clamorosa bocciatura, avvenuta appunto nel 1892, un suo precedente (e primo in assoluto) lavoro in versi, Le deus Pierrots, espressamente scritto per la Comèdie Francaise. Tutto questo è avvenuto al Caffè della Caduta (via Bava 39 Torino) una domenica sera, dove  i due comico/attori, sono stati accolti dal pubblico con un applauso compiaciuto.

Torino (Italia), 14 aprile 2014