martedì 12 gennaio 2016

Il FANTASMA della LAVANDAIA CANTERINA recensione di Daniele Giordano

Quasi come lo spot pubblicitario di una nota marca: due sono meglio di uno! Non è un rebus, non si vince niente indovinando. Stiamo parlando dell’ennesima fatica di Valter Carignano & C. de L’Opera Rinata – CambiaMenti Teatro congiuntamente con un’altra nota compagnia teatrale Thealtro. Due sono meglio di uno dicevamo, perché lo spettacolo delle Giallocomiche, oltre averlo presentato come di consueto al pomeriggio nella sala polivalente Lombroso 16 in Torino, ha replicato la sera per soddisfare l’enorme richiesta dei suoi fedelissimi seguaci e amanti di genere in tinta.  Sala gremita, pubblico adulto rispetto il pomeriggio, tra i presenti tre persone che hanno indovinato la soluzione con una dettagliata spiegazione. Forse è bene per chi non sapesse del perché si chiama “giallo” il genere poliziesco. La prima copertina del pamphlet (edito Mondadori), fu rappresentato con un cerchio di color rosso, all’interno una figura, tutto su sfondo color giallo. La grafica, è piaciuta da subito, tant’è che l’editore non ha mai cambiato la copertina… fortunata. Questo in sintesi. Tornando allo spettacolo, dal titolo Il Fantasma della Lavandaia Canterina, sono testi che presentano fatti di pura fantasia, unita alla cultura di un tempo lontano, narrando aneddoti della città di Torino sul finire dell’ottocento. Si raccontano fatti e luoghi reali, conditi con la libera interpretazione del regista Valter Carignano. In quest'avventura ci riporta indietro a un precedente episodio. Come sempre il regista ama nominare i personaggi con "brevità voluta", facendolo con sagacia tale da corrispondere a una risata. Una prova lampante, la prima a presentarsi è: Rosetta, Nunzia Maria, Reginella, Immacolata Cacciapuoti, solitamente si fa chiamare “semplicemente Reginella” (Marina Di Paola, ideatrice del format), proviene da Salerno “salita d’abbasce” per una questione famigliare molto importante e questo solo all’inizio. Alle volte è bene ricordare che i caratteri con cui sono scritte le insegne dei negozi sono chiari e leggibili, come nel caso della merciaia e padrona del negozio di lavandaia… da non confondere come “ufficio informazioni”, anche lei ha un nome che non finisce mai… altrimenti detta Gioàna per ragioni di spazio di cui si prende il merito Monica Carelli. Due nuove figure si affacciano nel cast e sono: Paola Pozzo detta Chiarin e sua figlia Vichin di padre ignoto, al secolo Sonia Di Lecce. Con questo nuovo episodio, ritorna una vecchia conoscenza delle“Giallocomiche” Don Vincenzo Cacciapuoti (Massimo Saracino) sacerdote salernitano. Ex parroco della cappella delle Piccole Sorelle Lavandaie della Madonnina Piangente del Rubatto (questo è il titolo più lungo nella storia delle rappresentazioni) accompagnato dall’immancabile perpetua (Antonella Argentini) Sestilia Prefica Parlalvento, una donna che al pari del bradipo… riesce a batterlo in lentezza, se poi accenniamo al suo orgoglio, ci tiene a precisare che non ha mai lavorato in vita sua… perché si sa chi lavora suda e poi si prendono i malanni! Non ultimo, solo perché entra in scena sul finire dello spettacolo, il Commissario Agenore Pautasso (Valter Carignano, regista, sceneggiatore e attore) sebbene sia trascorso un anno e mezzo dalla prima volta che indossò l’impermeabile stile, “tenete Colombo” continua le sue ricerche sulla Torino ottocentesca, intersecandola nelle storie Giallocomiche che sono di una bellezza da vedere più che recensire… piacendo a Grandi e Piccini!

Torino (Italia), lunedì 11 gennaio 2016

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