venerdì 3 ottobre 2014

MAGARI SENZA CADERE recensione di Daniele Giordano

Chi da ragazzi non ha inseguito un sogno, cercando di vederlo realizzare a discapito delle convenzioni e le regole di quel periodo, sfidando “la forza di gravità” per qualcosa che vuoi davvero. Prendendo spunto da due storie vere, Stefano Dell’Accio ha composto un monologo bizzarro e al tempo stesso interessante. Già in precedenza abbiamo scritto e assistito alle sue stravaganti conversazioni, sicuramente di tutto rispetto. Per il cartellone di Tangram Teatro “Maldipalco” propone ripercorrendo la storia di due avvenimenti importanti per l’epoca che andrà a narrare intersecandoli tra loro. Per farlo, l’autore parte con il suo soliloquio, iniziando dalla “caduta di una mela” sulla propria testa… si appunto da Newton! Che cosa centra poi Newton con il suo assolo… necessariamente niente… tranne parlare di gravità con tanto di mele al seguito. Perché è di gravità che si parla in quelle due vite del tutto dissimili. Si contengono separatamente prendendo forma sino a portare l’ascoltatore al finale di quest'assolo drammatico. Certo, l’attore ha iniziato il percorso partendo da lontano, ma nel suo proseguo lo spettatore si renderà conto che in qualche modo tutto è concatenato, come le due storie che il bravo artista è andato a scovare in una data storica come quella del 20 maggio 1927. Data che dice poco ai più ma a Charles Lindemberh e Jack Sharkey, i due protagonisti della vicenda, in quella profetica notte si mettevano separatamente in gioco con una sfida importante…dove la posta era il loro futuro! Uno sul piccolo aereo tentava per la prima volta la traversata dell’Atlantico con meta Parigi, l’altro sul ring dello Yankey Stadium nel Bronx sfidando un campione di boxe peso massimo per prendere il suo titolo. Queste due figure di spicco, poco più di ventenni entrano nella storia dell’autore, entrambi con un equanime obiettivo “Magari non Cadere” (ecco il senso di gravità) per afferrare quel sogno e vederlo realizzato. Sebbene fossero in tanti nel pensare che ambedue non sarebbero riusciti a portare a termine quanto stabilito, ma se vuoi davvero qualcosa o molli tutto e guardi gli altri fare quello che vorresti tu, oppure decidi di provarci e andare sino in fondo. Questa è la sola risposta. Il monologo oltre ad essere piacevolmente scorrevole, l’accompagnamento musicale prestandosi molto al tema da affrontare, sviscera un finale commovente tra le due storie velando la vittoria di uno sull’altro… del resto non ci sorprende, è come la vita vissuta quotidianamente…
Torino (Italia), giovedì 2 settembre 2014


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