mercoledì 12 marzo 2014

RITORNO A NAPOLI recensione di Daniele Giordano



La rappresentazione vuole essere uno spaccato scanzonato di abitudini popolari, intrinseco al suo essere pittoresco, senza retorica nè cinismo di una Napoli ricamata e additata. E’ semplicemente uno spettacolo genuino dal punto di vista scenico diretto dalla regista Antonella Bione Paglietti per la compagnia di spettacolo Champagne, la quale, fuori dai suoi abituali schemi rappresentativi ha portato sul palco del Teatro Monterosa di Torino lo spettacolo: Ritorno a Napoli, per la gioia degli affezionati di genere. La sorpresa, arriva invece da parte degli intervenuti sentendoli parlare, non in napoletano, come forse ci si aspettava da una simile recita, bensì da un gran numero di torinesi! Evidentemente, la mentalità della leggera linea che li separava è stata superata e questo è bene, poiché non c’è distinzione tra latitudine e longitudine peninsulare. Il teatro, come la musica accomuna e socializza, è su questo principio che la liaison teatrale verte. In apertura di sipario, troviamo due “vecchietti” (Patrizia Gallo e Stefano Baratto) dal tipico accento piemontese. Sul palco si trastullano con nostalgia, ricordando il loro viaggio matrimoniale proprio nella città partenopea. Frammenti di pensieri visivi si sovrappongono al loro “sbarco” al mercato rionale, incontrando… la prima… sorpresa…, tipica  “scontata e sfortunata con il solito faccendiere ai danni dello straniero” interpretato dall’attore Gigi Nigro, anfitrione sino in fondo dei due sposini. Malgrado l’increscioso inconveniente, subito ai danni della propria valigia i due continuarono la luna di miele, immersi tra le note musicali dell’orchestra diretta dal Maestro Remo Barnava eseguite al pianoforte, accompagnato dai professori: Raffaella Azzario (violino), Guido Neri (viola), Domenico Pirilli (mandolino), Giovanni Lepori (contrabbasso), un ensemble per il soprano Anna Marchesano e Paolo Dolcet tenore, condito sapientemente dal maestro Marco Ambrosio e la sua fisarmonica solista. Rilevanti sono stati i cantanti: Mario Pennacchio, Marina De Grassi, Isabelle Suberbielle, Loredana Villa, Mario Gaudino con l’apporto del coro composto da Liliana Pellegrini, Giovanna Casazza, Carmelo Buccola, Donatella Gobbi, Fulvio Trivero. Per la parte interpretativa scenica troviamo: Patrizia Gallo, Stefano Baratto e Fulvio Trivero e, poi ancora Gigi Rajola, nelle vesti del caratterista, il cameriere Maurizio Capello. In una miscellanea armoniosa, senza passare totalmente per operetta, unito a musica e delle valenti danzatrici come Maddalena Bellissimo, Laura La Forgia, Veronica Martinelli, Debora Zuccarello del Laboratorio della Danza di Anita Cedrone che cura anche le coreografie, mentre i costumi sono affidati a Doretta Ghezzo. La regista, shakerando passaggi tra canzoni, avanspettacolo e cafè chantant con tanto di can can, tra le armonizzate e più belle arie della canzone napoletana conosciute nel mondo, le tipiche esuberanze di quel tempo passato, hanno offerto una serata a ritrosi nel tempo, senza togliere nulla alla fragranza dello spirito che contradistingue la canzone partenopea.

Torino (Italia), 11 marzo 2014                  

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