mercoledì 25 maggio 2011

TEATRANDO AL CASTELLO recensione di Daniele Giordano

Metteteci un Castello, una Città, una Compagnia Artistica aggiungetevi un Progetto, dopodichè questo cocktail miscelato in un mixer versandone il contenuto, non può che diventare una serata splendida! Questa formula, adottata dalla Città di Nichelino (Torino - Italy) e dall’Assessorato alla Cultura nella persona della dottoressa Carmen Bonino per la serata di martedì 24 maggio, in collaborazione con un uomo nobile di cuore quale è il signor Ceresa, avendo messo a disposizione il suo incantevole, castello del XVI secolo appartenuto al Conte Occello. A fare da sfondo il suo superbo giardino, gli alberi secolari, per la rassegna “Teatrando al Castello” che raccoglie fondi per il progetto Kenia, di cui suor Jola e la sua diocesi intendono portare avanti per costruire non solo una scuola, specificando che attualmente le lezioni si fanno intorno ad un albero, il quale raccoglie sotto le sue fronde non frutti, ma seicento bambini! Dopo aver posto l'accento sul progetto, suor Jola termina con questa bellissima frase: Se vuoi arrivare primo corri da solo. Se vuoi arrivare lontano, camminiamo insieme. Al fresco di questa splendida tenuta, oltre ad un pubblico gremito, ha dato con la loro presenza e corposità alla bellissima serata: Michele Ausino (consigliere comunale), Riccardo Vitale (architetto), Armenio Vitale (presidente consiglio comunale), Rossella Gamerano (comitato castello-presidente consulta quartiere) e tanti altri. Prossimi appuntamenti:
Martedì 14 giugno ore 21:00 “Spari dietro le quinte” Associazione Lesna 2000 Teatro
Martedì 12 luglio ore 21:00 “Arrivano i clown” Associazione La Mole del Sorriso
A tagliare il nastro di partenza della rassegna Teatrando al Castello di martedì 24 maggio 2011, sono stati Gli Argonauti, accompagnando il pubblico a prendere posto con un numero aggraziato di mimo. Basato su ricerche storiche, ha messo in scena “Il mondo che vorrei” testo di Alessandra Gorga, la quale estrapola dalla storia del Risorgimento (per stare nelle celebrazioni dell’anniversario) un certo tal Govone, forse sconosciuto a molti, ma di grande interesse per la storia stessa. La compagnia Gli Argonauti, come un glicine, partendo dalle radici intreccia i suoi rami, svolgendoli sulla discriminazione, l’emarginazione e infine emigrazione racchiusa in un susseguirsi di monologhi se pur lontani centocinquant'anni sono gli stessi di oggi. La sua coreografia spoglia e semplice ad alto impatto visivo e fonetico, s’interseca con simbolismo la fucilazione di quei visi anonimi, senza volto. Su di loro drappeggiano i colori del nostro vessillo sino a terminare col Bacio di Magritte! Le luci, musiche e tutto il supporto tecnico come sempre è di Joseph Greco.

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