mercoledì 28 dicembre 2011

I CONNESSI SPOSI recensione di Daniele Giordano

… Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni… così inizia il romanzo sugli “Sposi Promessi” titolo primo, scritto da Alessandro Manzoni pubblicato in una prima versione, rivisto in seguito dallo stesso autore soprattutto nel linguaggio, il periodo storico era stato volutamente scelto dall’autore con l'intento di alludere al dominio dell’epoca dell’Italia settentrionale ma ahimè in tempi odierni tutto è cambiato, dall'agitazione che l’individuo ha assimilato sino alla tecnologia, ti porta a non essere puntuale alla prima del debutto scenico, uno per via dei messaggi ricevuti telefonicamente, gli sms per intenderci l’altra, per aver fatto shopping. Stiamo parlando di uno spettacolo teatrale, dove il narratore, attende invano i due attori sul palco per iniziare una recita seriosa, declamando e descrivendo le peculiarità di quel bellissimo racconto, fatta dalla società italiana di un tempo remoto, con tutti i suoi difetti che tuttora purtroppo continuano a esserci e mantenere le stesse problematiche sebbene siano passati 150 anni. Qualcuno si è posto questa domanda che cosa accadrebbe in un’epoca avanzata come la nostra, in pieno sviluppo tecnologico, televisione palmare, cellulari, I-Pod, Internet e quant’altro? Non occorre spremersi il cervello, ci ha pensato la mente effervescente di Lorenzo Tessitore a creare la risposta con una sit-com scrivendo i testi per una commedia stravagante dal titolo I CONNESSI SPOSI, già il titolo la dice lunga su dove andrà a parare. Ruotando sugli oppressori di allora che guarda caso hanno solo sostituito gli abiti e il modo di esprimersi. Protagonisti della vicenda, due giovani il “Renzo” interpretato da Andrea Beltramo operaio forse precario, licenziato costantemente in ogni posto di lavoro, lei la simpatica “Lucia” non poteva che essere Carlotta Iossetti, tenuti sotto rigido controllo di “don Abbondio” impersonato da Guido Ruffa. In questa simulazione i “personaggi manzoniani” cliccano su una tastiera di un computer, dove s’intersecano gag originali, comunicando tra loro su un social network sino a spuntarla, ottenendo così un appuntamento. Il passaggio successivo è l’innamoramento con le stesse metodiche argomentazioni del Manzoni, ripresa però in chiave allegorica. La mano abile del regista Claudio Insegno porta questa finzione in scena al Teatro Cardinal Massaia di Torino. Un contenitore di risate, canzoni e balletti, non mancano le battute sui nostri politici che fanno da perno sulla circostanza, pur cambiando il periodo, la musica è sempre la stessa! In un momento di assoluto malcontento, forse è bene prendersi in giro, almeno se non altro ci ridiamo sopra. Rivediamo la simpatica “magna Angiulina ringiovanita” vestita da crocerossina in un ospizio, un balletto formato da Maddalena Parise, Alessandra Gaboli, Raffaele Giangrande e Matteo Tonoli ex allievi del Teatro Nuovo di Torino che curano la loro coreografia. Appropriate le musiche e originali di Enrico Messina, per i costumi Agostino Porchetto, mentre le luci sono curate da Pietro Striano. La voce inconfondibile fuoricampo prestata per l’occasione è di Pino Insegno. Sarà per l’emozione del soul out o delle festività in corso, alcuni piccoli trascurabili errori sicuramente saranno eliminati, ciò nonostante questo, è uno spettacolo che non va sottovalutato per la bravura dei tre attori e del corpo di ballo,mentre lo spettatore passerà una serata in allegria ridendo dalle prime battute sino alla fine dello spettacolo! Torino (Italia), 28 dicembre 2011

lunedì 19 dicembre 2011

AREZZO 29… IN TRE MINUTI recensione di Daniele Giordano

Per la regia di Adriano Pellegrin e liberamente adattato da Antonio Giuliano, energia essenziale della compagnia I Melannurca, il quale, senza lasciare spazio al tempo, ha pensato bene di metterlo in scena al teatro Perempruner di Grugliasco (TO), organizzato dall’associazione Campana Felix che ha voluto devolvere in beneficenza parte dell'incasso. Dai lavori ricercati e portati in palcoscenico dal Giuliano, fuoriescono tematiche che vanno oltre la rappresentazione scenica. Personalmente non gli basta esibirsi per gli applausi ricevuti e spontanei, desidera che il pubblico uscendo, porti a casa un frammento di pensiero su cui verte la recita, vuole lasciargli una riflessione, poiché le commedie scelte come in questo caso scritta da Gaetano e Olimpia Di Maio (figli d’arte del compianto drammaturgico Oscar, uno fra gli inventori della sceneggiata napoletana), comprensibili e stilato non per la media borghesia di allora, ma per gente comune, esse riprendono la quotidianità sociale passata, mettendo in luce questioni come l’usura, il traffico dei minori e quant’altro (letture queste di fine '800), di attualità ancor oggi. Descritto in modo non invasivo, anche se a volte è leggermente colorito, ma è il linguaggio abituale del popolo, semplice e spontaneo, ed ecco il perché del sottotitolo – Napule è a voce d”e criature – qualcuno disse che “i figli son pezzi e core” perché la vicenda si sviluppa proprio in questa direzione. Tutto parte dal titolo che è la sigla di un taxi e poco centra con il racconto ma tutto ruota su tutto sino alla fine della commedia. I Melannurca nella recita mettono il sentimento giusto, adatto alla circostanza. E’ inutile elogiarli elencandoli uno per uno oppure parlando sull’apertura della recita con gli zampognari e le melodiche suonate natalizie o l’entrata sul finale del percussionista Michele Santoro, giacchè bravi già di loro. Da segnalare invece la presenza di cinque nuove entrate nella compagnia di cui due bambini: Sara Napolitano e Isak Benessadeq quest’ultimo, ha dovuto imparare il napoletano per recitare, cosa non facile per un ragazzo di chiare origini marocchine. Peccato invece, ma doveroso è indicare l’atteggiamento discutibile avuto da parte di un addetto al teatro nei confronti della compagnia, anche se per ragioni attinenti all’orario o per altra valida ma sempre discutibile motivazione, non è educato ancor meno professionale interrompere l’acustica in pieno svolgimento della recita o spegnere le luci del teatro facendo uscire i teatranti al buio in fretta e furia a rischio di farsi male, per fortuna non è capitato, ma su questo punto ci sarebbe da meditare. L’educazione deve stare sempre al primo posto, soprattutto per le persone che rappresentano pro tempore il Comune ospite, di conseguenza a questo, è successo che sono rimaste chiuse delle persone all’interno del cortile “liberate” in un secondo momento, tutto questo non sarebbe successo se l’addetto avesse avuto meno fretta di andare via! Torino (Italia), 16 dicembre 2011

venerdì 16 dicembre 2011

I FESTIVAL CINEMATOGRAFICI recensione di Daniele Giordano

Terminato il Torino Film Festival con non poche polemiche, anche il Sottodiciotto Film Festiva è in fase di chiusura e pronto a dare merito al vincitore, mentre per finire l’anno in corso in fatto di festival, ci pensa il Film Festival 100 Ore, indetto da teleEmaproductions di Enrico Venditti, il quale assegnerà ai vincitori della quarta edizione 2011 i due premi in palio consistenti per il primo posto euro 500,00 in servizi di produzione, per il secondo posto 300,00 euro più un rimborso spese. Il concorso, estrapolato dal famoso 50 Ore di Alberto Carpignani, in seguito portato avanti sempre dal Venditti, si distingue da quest’ultimo per lo svolgimento della gara e altre particolarità, sviluppando un filmato e completandolo in sole 100 ore. Per rendere il compito più difficile si aggiunge una frase, quest’anno si doveva inserire – Vedrai che musica – e come se non bastasse, si doveva introdurre nel filmato sei parametri segreti, resi noti solo alla partenza della gara, caso contrario la squalifica, eccoli: un peltro, un poster di un cantante italiano, un’inquadratura di dissolvenza incrociata ottica, il ticchettio sincronizzato di un orologio con la musica del film, una luce lampeggiante. Per complicare la via alle troupe si doveva porre durante la lavorazione questa dicitura: Non cercare di spaventarmi con le semibiscrome. Le troupe poi, hanno l’opportunità di scegliere tra i seguenti generi cinematografici: Drammatico – Commedia – Avventura/Azione – Comico – Fantascienza – Demenziale – Horror – Videoclip Musicale – Notiziario – Documentario, per potersi aggiudicare i premi è necessario attenersi alle regole dettate. Una sciocchezza per i partecipanti, poiché tutti sono pronti a eseguire quanto richiesto dal regolamento. Come sempre non sono mancate le piacevoli sorprese durante le visioni, presentate dal consolidato e navigato Michele Franco, annunciatore dei festival di Venditti. Il primo ospite della serata, uno tra i più stimati direttori della fotografia, nativo di Bologna Claudio Meloni, il quale ha sorpreso il pubblico per un filmato realizzato su uno schermo da quindici metri, poi rivolgendosi ai filmaker con tono deciso ha spiegato che non occorre una ricercata attrezzatura per ottenere un buon prodotto cinematografico, occorre l’idea scritta. In questi generi di concorsi, le troupe si perdono per la strada, tanti sono i motivi dell’abbandono, per loro l’arrivo è lontano, pochi sono quelli che tagliano il traguardo! Sono capitate anche per questo 100 ore, come in altri. Ed ecco la visione del primo film, un corto dal titolo – La Quinta Volta – un gruppo di amici si ritrova in casa di uno di loro creando da qualche tempo serate di lettura, invece di leggere e commentare il libro presentato, finiscono per ben cinque volte a tavola tra salumi e spaghetti all’amatriciana. Il secondo ospite della serata è Franco Diafreria, anche lui propone un suo filmato affermando le cose dette dall’ospite precedente. Siamo alla proiezione del secondo filmato in gara – Assolo – la protagonista, avendo preso una decisione fornisce una spiegazione falsa al suo ragazzo che irritato la lascia da sola su una panchina, non solo con una banale scusa abbandona le sue amiche e un progetto su cui esse tengono molto, oltre a questo non si comprende il perché della sua decisione finale giacchè è minimamente puntualizzato. Sul palco è la volta di Stefano Milla ospite, racconta delle sue esperienze acquisite in America, di com'è stato accolto, la distribuzione dei suoi film in venti paesi, a differenza delle porte in faccia ricevute qui in Italia. Termina la serata con l’ultima proiezione del film – CentOre – hanno inscenato il corto sul titolo del concorso. Certamente le proiezioni non erano di grande interesse, non per le difficoltà che il concorso comporta, bensì per la scarsa realizzazione delle sceneggiature presentate, malgrado questo la fortuna li ha aiutati presentandosi al raid finale, il buon Enrico Venditti che vede e crede nei giovani ha deciso di premiare tutti, sommando e dividendo i premi posti in palio. Un fuori programma durante la serata è stata quella del gruppo teatrale “ I Becchini “ con il loro particolare intermezzo alquanto insolito e prossimo a entrare per una serie di puntate su un web. Torino (Italia), 16 dicembre 2011

lunedì 12 dicembre 2011

Mr. SGROOG, IL MUSICAL recensione di Daniele Giordano

Sotto le feste natalizie è d’uopo presentare spettacoli inerenti a esso. L’Accademia dello Spettacolo non si è lasciata sfuggire l’opportunità mettendo in scena una favola che piace a grandi e piccini scritta da Charles Dickens, trasformata in un musical da Mario Rostagno per la regia di Fabiana Gariglio, mentre il compito arduo è stato quello della coreografa Lucia Carnevale, dover assistere e coniugare i cinquanta giovani del’età compresa tra i sette e venticinque anni. Insieme fanno rivivere la storia di Ebenezer Sgrooge. Inutile parlare di lui, è un classico, tutti conoscono la storia della sua figura e su come interpreta – l’arte della finanza, punta dritta alle cose cui gli esseri umani non possono fare a meno – l’aspetto avaro e attaccato al denaro per arricchirsi sempre di più, concetto opinabile fin che si vuole, ma il lavoro curioso non è tanto la frase o la storia, ma è modificarla in una commedia musicale. Il grande Valdocco, teatro in Torino ha accolto in pieno l’invito debuttando lo spettacolo il 10 e 11 dicembre 2011. Ancor prima dell’apertura la folla calcava il botteghino per accaparrarsi il biglietto d’ingresso, una coda interminabile. Le musiche scelte da Paolo Gambino e Walter Orsanigo trasportavano il pubblico nella giusta atmosfera dell’immaginario, questo grazie anche alla scenografia di Giuseppe Garau eseguita nei minimi particolari. Il cast, gli eclettici – Mammuth – questa volta in una parte non comica come di solito ci hanno abituati a vederli, ma drammatica e ostica, quella nel ruolo di Mister Scroog interpretata dal bravissimo Fabio Rossini l’altra, quella del defunto socio Jacob Marley sostenuta da Diego Casale, incatenato a vagare in eterno a causa del suo egoismo. Il duo, è affiancato da Daniela Freguglia che impersona lo spirito presente della favola (purtroppo colta da malore durante lo spettacolo). Poiché non possiamo citare tutti gli artisti per ragioni di spazio in quanto numerose sono le persone che hanno contribuito alla realizzazione sia canora e recitativa di questa magnifica commedia, possiamo però spendere una parola a favore dei più piccini che nonostante l’increscioso incidente hanno saputo mantenere il loro posto continuando a recitare degnamente con scrupolo lodevole. Sicuramente questo spettacolo merita essere visto e si dovrebbe ripetere per chi non è riuscito ad entrare. Torino (Italia), 12 dicembre 2011

martedì 6 dicembre 2011

NATALE CON I TUOI recensione di Daniele Giordano

E’ il solito spettacolo che si consuma nel periodo delle festività comandate. Il dramma portato in scena al Teatro Araldo di Torino da Rta Movie è toccante, anche se lo spettatore per certe battute si diverte, ride, ma la sceneggiatura va ben oltre lo scritto lasciandoti riflettere poichè mette in evidenza i rapporti di una famiglia numerosa durante il pranzo natalizio in cui gli anziani genitori decidono di stabilirsi con uno dei propri figli lasciando la decisione a loro. Le fasi che si susseguono sono ricche di sfumature volutamente palpabili e ben recitate che mettono in luce il rapporto che i figli hanno con i genitori, tante belle parole, scambio di regali, un ricco cenone che la mamma ha preparato amorevolmente per la sua numerosa famiglia, ma poi finite le feste, ogni componente ritorna a casa sua lasciando solo il genitore, arrivando ad escogitare un epilogo estremo! Meno male che è soltanto una commedia fatta di finzione, dove non si deve minimamente prenderla in considerazione, tentando di metterla in pratica, pensando che sia una risoluzione. Per la regia di Francesco D’Alessio nei panni del professor Alfredo, sono con lui in questa splendida commedia: i genitori, Giulia Petretto e Francesco Currenti; la lagnosa Lina è Mariagrazia Cantanna; Milena interpretata da Cristina Mantelli; Matteo Bianco è Alessandro; mentre la vogliosetta è Sara Migliorini, non dice mai di no, in modo particolare a Michele veste i panni di Lorenzo Li Calzi; la piccola Fabiana Mazza; Valeria Tardivo, la Cesira, ha messo gli occhi addosso ad Alfredo; Piero Mortillaro, nel ruolo di Filippo; un giovane amante della musica moderna è il ragazzino Filippo Recano; Lasciano i genitori a casa per andare a festeggiare l’arrivo del nuovo anno, tra cotillon e champagne e le due splendide ballerine Giorgia Zambrini e Michela Dovolich. La brava Carola Benedetti per luci & audio; Monica Cafiero per la scelta dei costumi. Gli scenografi: uno per tutti Alessandro Moro. Una cosa è certa che il pubblico, lasciando la sala, porta con sè la propria riflessione sulla vicenda. Torino (Italia), 06 dicembre 2011

UN PAIO DI CORNA IN PIU’ (fonte d'infiniti guai) recensione di Daniele Giordano

Metti una sera a teatro, quello recentemente ristrutturato del Cardinal Massaia a Torino. Ha presentarsi sul palco è il Gruppo Teatro Marechiaro, appartenente all’Associazione Campana Marechiaro in Piemonte, nella commedia brillante di Daniele Rinaldi liberamente riadattata dal regista Matteo Ferrara (uomo di punta della compagnia), ha permesso di soddisfare in pieno le persone intervenute. Uno spettacolo, quello di “Un paio di corna in più” opera teatrale in tre atti dai ritmi incalzanti, un susseguirsi di personaggi esilaranti, parlato in un napoletano comprensibilissimo, del resto sappiamo benissimo che la cadenza partenopea è unica nel suo genere, piena di calore. Sin dalle prime battute porta lo spettatore a entrare nella comicità senza darle il tempo di respirare. Con la partecipazione di Fabio Clarino, Antonio Cranco, Marco Broccoli, Claudia Vianino, Salvatore Consiglio, Diego Formicola, Patrizia, Matrone, Stefania Paolo, barbara Pollice, Luca Fiore, Giada Torrente, Romolo Amatore, Giuseppe Broccoli, Elisa Cesaro, per il trucco Jessica Diatto e Stefania Battaglia. La scenografia semplice ma ricercata nei minimi particolari rende ancor più vivibile la commedia trasportandoti dentro di essa. Torino (Italia), 06 dicembre 2011

martedì 29 novembre 2011

MICHELE LESSONA ispirato all'omonimo libro VOLERE E' POTERE recensione di Daniele Giordano

In collaborazione con la Prof. Maria Rosa Menzio, nasce lo spettacolo “Volere è Potere” portato in scena dalla compagnia Onda Larsen al Teatro Astra di Torino per la regia di Giovanni Mancaruso, è inutile dire brillantemente. La commedia racconta un aspetto della vita quotidiana della famiglia Lessona nell’Italia dell’Ottocento, precisamente nel 1867 il Ministro degli Esteri Federico Menabrea affidò l’incarico a Michele Lessona di scrivere un libro traendo esempi dalla vita dei cittadini italiani. Dopo due anni, con l’aiuto di sua moglie e delle sue figliole, riuscirà nell’impresa scrivendo un “best seller” per quell'epoca superiore al libro ispirato di Samuel Smiles: Sulla commedia è inutile dilungarsi poichè è stata recitata in modo encomiabile. Gradirei soffermarmi su cosa provoca l’effetto Larsen. Come tutti sapranno è l’effetto stridente di un innesco di un qualsiasi strumento. Ho scritto stridente non come sgradevole, ma per far meglio comprendere che se un effetto Larsen provoca questo, figuriamoci cosa può capitare se a quella parola si aggiunge Onda, sicuramente è dirompente! Gli attori che compongono Onda Laser sono tutti meritevoli di applausi, preparati professionalmente, ognuno di loro recita, scrivono e dirigono le rappresentazioni egregiamente senza deludere il pubblico. In pochi anni essi hanno saputo immettersi nel panorama teatrale col meritato impegno che dedicano alle prove per i lavori da mettere in scena e poi sottoporre al giudizio critico del pubblico. Gli artefici che compongono questo "tsunami" denominato Onda Larsen sono (in ordine alfabetico): Bianco Vanina; de Leo Riccardo; Forneris Irene che ha curato sia il soggetto e la sceneggiatura; Guastalla Gianluca; Mancaruso Giovanni; Pratolongo Alessia; Thomas Tinker; Tomatis Lia; Zirio Andrea. Mentre dello spettacolo Volere è Potere, c’è da segnalare per la scenografia Ottavio Cofano; disegno Luci Claudio Meloni; la scelta delle musiche originali sono di Mauro Ronca.Che dire... piacciono! Torino (Italia), 28 novembre 2011

sabato 19 novembre 2011

CinemAmbiente 2012 - Aperte le iscrizioni

La 15^ edizione di CinemAmbiente - Environmental Film Festival si svolgerà a Torino dal 31 maggio al 5 giugno 2012. I concorsi riguardano i film a tematica ambientale prodotti dopo il 1° gennaio 2010. Da oggi sono aperte le iscrizioni per la selezione,visita il sito per leggere regolamento e compilare l'entry form. La scadenza per le iscrizioni è il 15 marzo 2012. Torino (Italia), 19 novembre 2011

mercoledì 16 novembre 2011

NIENTE DA DICHIARARE? Di Maurice Hennequin recensione di Daniele Giordano

E’ una commedia di Maurice Hennequin, autore sagace, tendeva al buonumore, conseguita attraverso una comicità semplice basandosi più sulle situazioni che sulle battute quella proposta dalla compagnia I Saltapasti, al teatro S. Paolo di Cascine Vica (Torino). Come in tutte le famiglie ci sono dei genitori, i Dupont (Mauro Maltoni e Patrizia Schneeberger) desiderosi di avere non uno, bensì tre nipotini. Insieme alle altre due figlie (Amanda Martinelli e la piccola ma promettente Alice Driusso), il rispettivo fidanzato (Daniele Peluso). A seguire, il padrino della sposa interpretato degnamente da Luca Buggio, tutti apprensivi nel conoscere i risultati del viaggio di nozze dell’amata figliola (Corinna Aceto). Purtroppo le cose non sono andate come dovevano poiché il “matrimonio non è stato consumato” a causa dello sposo (Alessandro Marino), giacchè la partecipazione amorosa è stata interrotta da un doganiere con la frase: Niente da dichiarare? Da qui il titolo della commedia, il triste episodio è diventato per lo sposo un’ossessione causandogli un trauma a ogni inizio di rapporto. Come se non bastasse, s’intrufola anche uno spasimante (Alessio Bosca), sperando di riprendere il posto dello sposo. Da qui si svolge l’intera commedia. Gli attori della compagnia pur essendo amatoriali dimostrano si saper fare del teatro. Il carosello non termina anzi prosegue, infatti, troviamo ancora gli attori: Osvaldo Stellato un mercante di cammelli, il pittore in disgrazia impersonato da un valente Antonello Panero, molto meno come pittore. Zezè, la disinvolta e simpatica Sara Alessandra Sottile, nei panni (si fa per dire) di una cocotte, la brava cameriera di casa Dupont con il suo accento teutonico ricco di aforismi, ricercati e adattati al testo originale con grande perizia dal regista, la desiderosa Nausicaa Golotta. La commedia per la sua comicità e il lavoro svolto dalla compagnia I Saltapasti, hanno soddisfatto la presenza del pubblico. Torino (Italia), 16 novembre 2011

martedì 15 novembre 2011

LE TESTIMONI tratto da EURIPIDE recensione di Daniele Giordano

Il dramma, unico superstite di una trilogia, fu rappresentato per la prima volta nel 415 a.C. Si parla della città di Troia e della sua capitolazione. Troiani uccisi senza sepoltura, le donne escono dalle loro dimore per essere assegnate come schiave ai vincitori. La città brucia sotto gli occhi delle oppresse, uniche testimoni di fronte alla vittoria dei Greci. Così da un’idea di Eleonora Fuser ispirato a Le Troiane di Euripide, inizia la tragedia dal titolo Le Testimoni, portata in scena dalla compagnia Bretelle Lasche di Belluno nello spazio di Bellarte, ad ospitarli è l’associazione Tedacà di Torino. La compagnia è in attività da trent'anni, per cinque ha avuto come regista Eugenio Allegri. Parliamo invece di quello che è stato lo spettacolo. La ricercata scenografia di Mirco Gaio in cui si vedono alcune tende, dove son chiuse le prigioniere, apprezzate le musiche originali di Marco Valentino, ti trasportano in quell’atmosfera coinvolgendo lo spettatore nel lavoro teatrale. Le protagoniste dell’opera teatrale a proprio modo reagiranno alla sventura che le ha colpite! La presenza acuta del dolore di Clitennestra con la voce di Laura Portunato; subisce la tragedia della perdita del figlio, Lorena De March nei panni di Andromaca; Bianca Doriguzzi è la vecchia regina Ecuba; destinata ad Agamennone, Antonella Michielin è l’aruspice Cassandra; Francesca Rech Morassutti è Polissena, sarà immolata sulla tomba di Achille; la brava Arianna Gasperini, impersona Elena, responsabile di questa tragedia; e infine Matilda Nicolao l’amata di Apollo è Marpessa. Le donne troiane insomma hanno perso tutto, ma non la loro dignità umana. La presenza costante del dolore si congiunge con la convinzione dell'eroicità della sventura. I costumi ricercati sono di Rosalba Magini; l’allestimento luci disposte da Claudio Viel rendono l’opera ancor più emozionante. Torino, 15 novembre 2011

lunedì 14 novembre 2011

LE STRADE DELLO SWING recensione di Daniele Giordano

Monica Genesio, cantante, sì e innamorata durante la lettura di un libro: Lady Sing The Bues. Il celebre satchmo alias Luois Amstrong, la indicava come l’icona delle sue performance, ma di chi stiamo parlando direte voi, della celebre Billie Holiday, la quale ha toccato con le sue emozioni vocali i più grandi suonatori di blues, il suo modo tutto intimo ed umano di colloquiare con lo swing. Durante l’intervista, racconta. Così ho iniziato ad analizzare testi e studiare un repertorio di brani adeguato all'idea ed all'immagine che volevo trasmettere di questa persona, cercando di captare attentamente queste sue caratteristiche. La mia ricerca su Billie è stata un un approfondimento in parallelo tra la lettura del libro e l'ascolto dei suoi brani. Una vita travagliata quella della Holiday, il racconto del libro descrive i momenti della sua vita, non dimentichiamo il colore della sua pelle che a quell’epoca suonava per la gente del sud come una “sporca negra” adatta solo a lavori d’infimo ordine, figuriamoci una figura femminile dedita al canto. Sono stata assorbita continua la Genesio, attorniata dal quel mondo di cui lei ha fatto parte, violentata, schernita e chissà quali altre diavolerie, mi sono lasciata trasportare in quella dimensione, come quando si viene risucchiati dalla macchina del tempo. E’ stato per me rivivere con la protagonista tutte l’esperienze musicali del quale ho portato avanti nel mio spettacolo con la complicità di Dario Berlucchi alla chitarra e Paolo Meinardi al pianoforte. Questo è quello che ha voluto interpretare da una semplice lettura di un libro occasionalmente trovato su una bancarella dell’usato la nostra brava Monica Genesio, dando origine ad un percorso che parte da Baltimora elencando passo passo la storia di Billie Holiday (allora dodicenne), sino a cantare con i più autorevoli musicisti, per terminare il nostro viaggio a New York, affondando nella cultura musicale degli anni ’30 – ’50 realizzando uno spettacolo che va oltre l’immaginazione, non solo per i cultori dello swing. La voce narrante del radiodramma durante lo spettacolo è di Claudia Cotza, la sua voce ha saputo dare con la lettura l’enfasi giusta allo spettatore trasportandolo nella onorica dimensione. Il cammino per la nostra Monica Genesio è ancora in salita, non per la sua bravura, forse per l’ottusità sul genere musicale proposto. Torino (Italia), 14 novembre 2011

TOHORROR, LA PREMIAZIONE recensione di Daniele Giordano

La premiazione ha regalato emozioni come sempre per autori, le parole affettuose di Matt Farnsworth e Diane Foster, vincitori del Premio Margheriti, la minaccia di tornare a prenderci di Marcus Miller, l'orphan killer in maschera e fil spinato spuntato dal nulla tra le ombre dei portici sabaudi per farsi largo sin sul palco. Così termina la XI edizione del TOHORROR FILM FEST, vede in assoluto vincitore il film SENNENTUTSCHI del regista Michael Steiner con approvazione ed entusiasmo del pubblico, un film ben fatto sotto tutti i punti di vista che sono inutili da elencare, per i cortometraggi: DARKESS WITHIN del regista James Kendall; il demeziale BRUTAL RELAX, fatto con ironia dai registi spagnoli Adràn Cardona, Rafa Dengrà, Davide Munoz; NUIT BLANCHE del regista Arev Monoukivan; oltre ad avere una menzione speciale questi due film THE HOUNDS regia di Maurizio e Roberto del Piccolo e il film MORITURIS del regista Raffaele Picchio, sono vincitori del premio Anna Mondelli. Lo stupore di Claudio Bronzo e Stefano Lotti, produttori di THE GERBER SYNDROME. Un gran riconoscimento a Robert Morgan maestro dell’animazione in stop-motion i suoi lavori sembrano autentiche poesie. Un ringraziamento agli AMICI DELLA MAGIA circolo torinese che ha allietato gli spazi tra una proiezione e l’altra, non meno l’ospitalità del locale BLAH BLAH e tutto il suo staff. Torino (Italia), 14 novembre 2011

venerdì 11 novembre 2011

TOHORROR FILM FEST Terza Serata recensione di Daniele Giordano

Siamo arrivati alla terza serata del ToHorror dove, ieri sera al Blah Blah è stato proiettato in anteprima regionale il lungometraggio THE HOUNDS di Maurizio e Roberto Del Piccolo. La trama: Una serata passata al Pub, quattro amici decidono di trascorrere un weekend come ai vecchi tempi. Intanto parallelamente un’organizzazione chiamata appunto The Hounds dimora in quel bosco del quale gli amici intendono campeggiare durante il fine settimana. Sicuramente la gita si trasforma in un viaggio terrificante e macabro. Altro lungometraggio di Gabriele Albanesi dal titolo UBALDO TERZANI HORROR SHOW, la trama: un giovane regista horror alle prese con la sceneggiatura del suo primo film che non soddisfa il produttore il quale consiglia ad Alessio (nome del regista) di chiedere aiuto a Terzani. Il suo sinistro carisma, contribuisce a creare un rapporto ambiguo tra i due, mescolando realtà e fantasia, trascinando il regista in una spirale di follia e incubi. Il film è stato prodotto col sostegno della Film Commission Torino Piemonte. Per le proiezioni cortometraggi abbiamo: CLACSON di Tak Kuroha, eseguito niente male, esprime tutta la rabbia che fuori esce trovandosi nella medesima situazione, comunque meno male che è solo finzione! Segue un corto già presentato dal titolo: 7 A RITROSO SORTIRA’ 7 di Serena Schinaia e Francesco Niccolai. E’ un seriale che combinato con gli altri, diventa un film, non importa se tu incominci a vedere il numero uno oppure il cinque, tutto si ricongiunge senza perdere il filo conduttore, bello e innovativo. Proseguiamo con NUIT BLANCHE regia di Arev Monoukivan, due persone sconosciute si attraggono in un momento irreale ma altrettanto affascinante carico di impeto passionale, per ritornare alla tangibile verità, anche questo non è niente male. Con il regista Fabio Scotellaro e Pietro Formici entriamo in un collegio ecclesiastico, il film s’intitola: EGO TE ABSOLVO. Seguendo il suo cane, una ragazza entra in un seminario abbandonato, ma come in ogni film dell’orrore è sempre affollato da presenze, quasi sempre malvagie. Steve Daniels presenta un film carino nel suo genere dove, s’intreccia amore e odio verso una creatura del male. Parlando invece di un western metropolitano del regista Stefano Salvatori, la cui storia narra della morte di un figlio che è costretto per un'antica maledizione a ritornare in vita egli è costretto a sparagli ma non riuscendoci causa il legame che unisce loro, si becca un morso letale e a sua volta infetto, a parte la dizione del dialogo, potrebbe anche piacere. Poi capita che in questo genere horror ci sia sempre il lato comico, come il racconto dei registi Adriàn Cardona, Rafa Dengrà, David Munoz: BRUTAL RELAX. Demenziale dall’inizio alla fine su un personaggio che ha bisogno di serenità, non deve assolutamente arrabbiarsi, giacchè scatenerebbe in lui una furia devastante. Eseguito con ironia grottesca, è uno spatter comico da sbellicarsi dalle risate. Direi che nel concorso ha dei punti a favore. La serata prosegue con il lungometraggio INGLOURIOUS HUNTERZ (seconda parte), è un serial web, dopo i – Predatori – di ieri, ora – Golem – domani terminerà con – Il Circo dei morti - Ironia del grottesco, oltre a quel citazionismo cinefilo visioniamo un B-Movie. La Giuria quest’anno è composto da: Andrea G. Colombo direttore responsabile del sito Horror.it; Gabriele Farina blogger, giornalista; Giovanni Minerba direttore del più importante festival europeo, il GLBT, a loro il compito di assegnare la Mannaia (premio del festival) al migliore lungometraggio. Invece assegneranno la Mannaia al migliore cortometraggio: Riccardo Fassone redattore di Nocturno Cinema; Andrea Lanza giornalista; Donato Sansone video maker. Per la sceneggiatura due i membri: Alejandro De La Fuente documentarista; Giancarlo Marzano sceneggiatore del fumetto Dilan Dog uno tra i più apprezzati. A loro la giusta sentenza di decretarne i vincitori. A nostro parere, i vinti non saranno del tutto sconfitti. I premi comunque non finiscono qui, ci sarà per l’inventiva artigianale un premio ambito in onore del grande Antonio Margheriti; per il talento giovanile di pari dignità in ricordo della fondatrice di TOHORROR film fest Anna Mondelli; a quello dell’avanguardia Experimental & Mutations; infine la Mannaia al Best Zombie 2011. Torino(Italia),11 novembre 2011

giovedì 10 novembre 2011

TOHORROR CONTINUA recensione di Daniele Giordano

Seconda serata dell'XI edizione del TOHORROR film fest a Torino, il pubblico non si è fatto attendere al Blah Blah per l’incontro con gli autori della letteratura Horror: Cristina Astori, Andrea C. Cappi e Stefano Di Marino, mentre si consuma il solito apericena si viene intrattenuti dagli Amici della Magia e subito pronti per assistere a questa lunga serata per gustare quel tocco sensibile che ha il regista del film d’animazione THE SEPARATION, la trama, due gemelli siamesi vengono separati da un'operazione chirurgica; il trauma li segnerà a vita. Nel 2004 l'opera si è aggiudicata un premio Bafta Wales. Subito dopo questa bellissima animazione tocca citarlo per ragione di cronaca, abbiamo anzi scriviamolo: INGLOURIUS HUNTERZ di Luca Baggiarini una spolverata di demenzialità. Non aggiungiamo altro. Siamo all’anteprima del lavoro proposto dai registi Cèsar Ducasse e Mathieu Pateu DARK SOULS un noir in cui una ragazza è stata aggredita e apparentemente uccisa. Il padre ha appena ricevuto la notizia quando alla porta, gli appare lei, poi incomincia a mostrare strani sintomi. Accadono altri casi di aggressione, ad opera dello stesso maniaco armato di trapano, e le vittime hanno tutte gli stessi sintomi. Il protagonista, non soddisfatto degli scarsi risultati ottenuti dalla polizia, comincia a indagare. Intanto nessuno del pubblico si schioda dalla sua postazione, il posto è sacro soprattutto quando si desidera continuare in questo fascinoso mondo dell’horror con un’altra prima, il lungometraggio di Michael Steiner dal titolo SENNENTUNTSCHI. Il film ambientato in un paesino della Svizzera, una storia complessa tra un presunto suicidio e la scomparsa di alcuni pastori e l’arrivo di una misteriosa figura femminile dagli atteggiamenti primitivi, mettendo scompiglio tra i paesani del luogo, non vogliamo dilungarci sulla trama per non farvi perdere l’ansietà, ma è un film che merita. La storia è ben narrata, bellissime le ambientazioni, come lo sono anche i tagli fotografici, la sceneggiatura scorre, tutto curato per renderlo piacevole ai presenti in sala. Ora passiamo ai corti in programma per questa sera. Iniziamo con TRINIDAD regia di Andrea Gandolfi e Sergio Colman Meixer, un cortometraggio molle, ripetitivo e inutile delle scene, più che narrare la storia di “Maria” mette in primo piano e in tutte le pose la giornalista video maker, che dovrebbe essere la protagonista, che poi in fatto di protagonismo c’è da discutere. Proseguiamo con GENTE regia di Matteo Jacopo Balzaretti, sceneggiatura accettabile, a parte qualche attore preparato, le figure sono persone che recitano e parlano normalmente, forse è troppo giovane la figura del poliziotto, ma la storia potrebbe reggere. Ecco un titolo di quelli che potrebbero definirsi capaci. BASTARDS SERIAL KILLER! KILL! KILL! Ci dovrà pur essere una spiegazione in queste ripetizioni nel titolo, ma in questo momento occupiamoci del lavoro svolto dal regista Antonio Zannone, la trama parla di evasi che cercano di recuperare la refurtiva di un furto fatto in precedenza insaporendolo con del guignolesco. E’ la volta del corto dal titolo SPIRALE del regista Michael Guerraz, sceneggiatura piacevole, tutta la sequenza effetti speciali compresi ben fatti senza perdersi, pur ripetendosi, ma questo era il significato del titolo, un film bello carico, nello stesso tempo da sembrare quasi a una fiaba… per adulti. Siamo ALLE SOGLIE del regista Stefano Cucinotta è un film dall’apparenza non male, c’è poco da dire. Terminiamo la serata col titolo: 8 del regista Miro Laiho, un film bello, prende spunti per identificare i registi di suo gradimento, senza copiare le loro opere, ma mettendo un asterisco di richiamo nel suo lavoro. La sceneggiatura, così come la fotografia e l’interpretazione sono ottime. Terminiamo rendendo omaggio a Marco Testa che continua a fornire alla rassegna sigla dopo sigla, non solo un seguito alla sua storia, ma forti emozione al pubblico affezionato del TOHORROR film fest. Torino (Italia), giovedì 10 novembre 2011

mercoledì 9 novembre 2011

TOHORROR XI EDIZIONE recensione di Daniele Giordano

Ufficialmente si è aperto il TOHorror Film Fest, voluto dalla compianta Anna Mondelli, portato avanti in seguito dal presidente Davide Saggiorato. E’ forse l’unico di genere della penisola che ci trasporta nel mondo fantastico e dell’orrore, dove tutti noi amiamo o disdegniamo. Due situazioni apparentemente simili ma distinte. Dicevamo che l’attesa XI edizione per l'appassionato del TOHorror Film Fest ha iniziato la sua programmazione, ha presentarlo il direttore artistico Massimiliano Supporta e il suo infaticabile staff, una per tutte Erika Supporta, la piacevole scenografia curata da Simona Scotton. A ospitare il concorso quest’anno è il BLAH BLAH di via Po a Torino (Italia), più centrale per così dire, ma non meno attraente dei precedenti, per i nostalgici il luogo d’incontro è il vecchio King Kong che si presta a molteplici attrazioni. Un locale che sin dalla sua apertura accoglie con un breakfast la clientela mattiniera, oppure il lunch per chi è di passaggio o per i soliti affezionati, un ritrovo raccolto, ben gestito, diventato un punto fermo per tutti, dai giovani agli artisti in genere. La sera, ti aspetta il suo apericena! Ritorniamo invece a parlare di questa edizione del festival, ogni anno sceglie un filo rosso come tema conduttore quest’anno è la volta di: A me gli occhi, lo sguardo discreto/indiscreto che si pone tra vittima e spettatore, il consapevole e l’inconsapevole, è raccapricciante tutto questo! Ciò che non è invece è la presenza per stare in tema sono gli Amici della Magia, fondata alla metà degli anni ’60 da una piccola quantità di amici amanti della prestigitazione, così nacque il club, ed ecco gli artefici di allora: Giovanni Traversa (Presidente), Vittorio Balli (Vicepresidente) e Cipriano Candeli (Segretario). Un’associazione, non propriamente un Circolo che terminò la sua attività nel Giugno 1968 per riprendere in seguito, ma questa è un’altra storia. Invece questa prosegue da ben undici anni, con ben 7 opere in lizza per la luccicante mannaia, 24 i cortometraggi, 11 sceneggiature, oltre alcuni premi speciali. Durante gli eventi promossi si parla di letteratura nera, effetti speciali. Ospiti illustri, anteprime, nuove leve. E poi mostre, performance e chi più ne ha più ne metta. La serata di martedì 8 novembre presenta un lavoro di Maxì Dejoie con il film The Gerber Syndrome sviluppato sulle tracce di un film di David Cronenberg con l’attrice Barbara Steele, Paul Hampton, titolo originale Shivers (Canada) del 1975, uscito in Italia col titolo: Il demone sotto la pelle. Si narra di un medico e la sua scoperta: un parassita. Tutte le persone infette sono possedute da intenti omicidi, non vi è cura, la morte sopraggiunge al terzo stadio. Come sempre c’è una possibilità di evitare la morte, ma la cura ha degli effetti collaterali irreparabili, devastanti, sono tremendi: restare per sempre un vegetale! Intanto il parassita si è diffuso come la peste e contamina la città. Il film di Cronenberg non è piaciuto alla critica, come questo discutibile surrogato presentato da Maxì, mentre per la sezione cortometraggi abbiamo fuori concorso: The man in the lower left hand corner of phothograph di Robert Morgan (GB), un filmmaker, maestro dell'animazione in stop-motion. Spaziando dall'horror al drammatico, l'opera di Morgan tocca punte di autentica poesia, tra solitudini e orrende degenerazioni. In concorso: Intercambio – Spagna regia di Antonello Novellino, racconta di un paese sconvolto dal sequestro del raccolto da parte delle autorità cittadine. Come continueranno a vivere gli abitanti senza risorse di cibo? Una trama scontata sui generi di cannibalismo. Segue: 108 FM radio – Italia- per la regia di Angelo e Giuseppe Capasso, la trama. Un automobilista, un autostoppista, un programma radiofonico. Viaggio nella paranoia dilagante. Anche questo ripreso e riveduto da un celebre film, ma pur sempre copia, tranne che per il finale. Un altro titolo: Amarmort – Italia – regia di Luca Baggiarini, racconta di vecchie pellicole del maestro Fellini ritrovate, capirai? Niente di particolare sul racconto. Un grottesco racconto natalizio: Bloody mary Christmas – Italia – regia di Claudio Centimeri, manca poco alla mezzanotte… la notte di Natale arriva ad allietare gli ospiti e a fare i conti con una famiglia un Babbo Natale alquanto singolare, anche questo senza alcuna emozione. La serata termina tra le note musicali di un gruppo il cui nome è tutto un programma: La piramide di sangue. Come prima serata inaugurale ci si aspettava di più, ma non per questo il ToHorror Film Fest è da denigrare, lui parte sempre piano… per arrivare alla fine con strepitosi applausi! Torino (Italia), 09 novembre 2011

lunedì 7 novembre 2011

NON SPARATE SUL POSTINO recensione di Daniele Giordano

Nonostante il maltempo, gli abbonati al Teatro Araldo di Torino, tanto meno la compagnia teatrale proveniente da Susa (TO) non ha dato forfait per la rappresentazione di una vecchia farsa dal titolo: NON SPARATE SUL POSTINO del commediografo Derek Benfield. Commedia piuttosto aggrovigliata, si avvicendano circostanze paradossali, proprio per queste situazioni inverosimili che il pubblico non può fare a meno di ridere. Tutto è recitato come se fosse una situation-comedy dai toni anglosassoni, i personaggi sono farseschi, straniti e simpaticamente matti. La commedia si svolge interamente all'interno di un castello, ma in realtà i tre atti che la compongono viene svolta in una sola stanza. I proprietari, essendo a corto di denaro sono costretti ad aprire al pubblico il castello, facendo cassa, senza sapere che in casa hanno un quadro di grande valore monetario. L’eccentrico marito, colonnello in pensione è convinto di trovarsi ancora in un'immaginaria quanto bizzarra guerra dove ogni individuo è per lui una spia straniera molto pericolosa, come se non bastasse continua a sparare sul postino credendolo un infiltrato. Una cameriera facile agli innamoramenti, una guida turistica svampita, un capo boy scout con cinquanta ragazzini al seguito, due turisti zoticoni e una coppia di sposi sempre sull’orlo di una crisi dovuta a due ladri appena usciti dal carcere col vivo desiderio di vendicarsi di loro. Tutto questo e ancora di più è presentato dalla compagnia che ha voluto far suo il nome preso da una frase scritta da Bernardo di Chartres, analizzando a fondo, nel suo essere lascia perplessi. Di sicuro i nomi scelti sono sempre stravaganti, ma come può una compagnia teatrale chiamarsi: I NANI SULLE SPALLE DEI GIGANTI o forse con coscienza di causa che si sono chiamati così! La risposta è data da Giada Fusini, presidente e fautrice dell’associazione: - Noi siamo Nani sulle spalle dei Giganti – riferendosi alle altre meritevoli compagnie teatrali, francamente non siamo tanto sicuri della parola “nani” con lei gli altri stravaganti interpreti: Stefano Paschero (il colonnello), Rossella Fusini (brava e simpatica cameriera), Laura Paschero e Luca Di Bartolomeo (gli sposi), Andrea Celeste De Falco (guida turistica), Giorgia Lazzaro e Cimaz Luca (turisti zoticoni), Riccardo Cacciatori e Luisa Castagneri (i due ladri), Riccardo Di Bartolomeo (lo scout). Al termine dello spettacolo, uscendo dal teatro, la pioggia indifferente continuava a scendere copiosa, a questo riguardo nessuno può farci nulla, mentre parlando della serata, tutti soddisfatti! Torino (Italia), 07 novembre 2011

sabato 5 novembre 2011

LIONS, UNA SERATA BENEFICA A TEATRO recensione di Daniele Giordano

Una serata benefica quella di venerdì 4 novembre 2011 indetta dal Lions International al Teatro Superga di Nichelino (TO). Il ricavato di questa magnifica serata è stato interamente devoluto alla Casa di Accoglienza “La Madonnina” di Candiolo (TO), una Onlus senza fini economici, gestita da volontari di cui sono sempre alla continua ricerca. Ogni giorno la “casa” e coinvolta nell’offrire aiuto e sostegno ai parenti degli ammalati ricoverati all’IRCC (Istituto per la Ricerca e la Cura del Cancro) che desiderano stare vicini ai propri cari. La serata presentata sempre da parte del Lions inizia con l’Inno Nazionale Cinese e il saluto del Presidente Internazionale dei Lions che quest’anno è cinese Wing-Kun Tam, seguito dall’Inno Europeo per poi arrivare al nostro memorabile Inno Nazionale. Il pubblico ha assistito con dedita commozione restando in piedi per tutto il tempo. Per l’occasione, il Lions Club Presidio Stupinigi 2001 Candiolo – Nichelino - Vinovo presidente Antonio Costantino, in collaborazione con l’Associazione Campana Marechiaro in Piemonte ha presentato il Gruppo Teatrale I MELANNURCA, con uno spettacolo delizioso: Polvere di Stelle. La rappresentazione, già presentata in altre città d’Italia conseguendo successo, proposto per l’occasione qui a Torino intraprendendo un excursus, partendo dal Cafè Chantant sino al Varietà del periodo bellico. E’ l’avanspettacolo nel tempo della seconda guerra mondiale (su questo ci sarebbe da scrivere un intero capitolo), dove molti teatri chiudevano e le compagnie teatrali erano costrette a fare la fame, realtà di vita vissuta dell’epoca reso in chiave comica, condotta musicalmente da due musicisti, Renata Seranella al piano, Marco Napolitano alla tromba. Quest’ultimo ha lavorato come musicista per il grande Ennio Morricone. Questa piacevole serata vede l'interprete Antonio Giuliano capocomico, anfitrione per eccellenza, i testi da lui curati e giocati nei loro doppi – sensi, il ritmo con cui si svolgono le scene coinvolgono il pubblico con la sua comicità come quella di Annamaria Melchionna nei panni di Beatrì che pur di ottenere un lavoro accettò di collaborare col capocomico Felice Panzanella, ritrovandosi benissimo nella parte assegnata. Madama Bombà è la simpatica Anna Donadoni calatasi nel personaggio e piena di gestualità, che dire del bravo Salvatore Vastola, ma quando entrava in scena “Fru Fru Florette” interpretata dalla brava e bella Cristina Giorgetti, il palco era tutto un fremito e forse non solo il palco, l’entrata di Vincenzo Russo con i suoi molteplici cambiamenti di personaggi, la piacevole macchietta tipica napoletana, non finisce qui, la compagnia prosegue con Ninì Tirabusciò interpretata da Daniela Balsamo con le sue melodiche canzoni e coadiuvata scenograficamente da Marta Lembo che racchiudeva gradevolmente con la coreografia e i suoi passi di danza le opere cantate. Tra tante difficoltà subite e la sgangherata compagnia di Felice Panzanella e con i pochi denari, riusciranno comunque ad affrontare le scene andando addirittura in un teatro di provincia. Nella nostra realtà, il pubblico ride e addirittura è coinvolto, con le canzoni interpretate è facile. La compagnia, suggerisce uno spaccato di quel tempo con una rotazione di brani e di operette, parodie ed il famoso cafè chantant da rendere i due atti della commedia Polvere di Stelle, liberamente ispirato all’omonimo film interpretato da Alberto sordi e Monica Vitti. Il nome scelto dalla Compagnia Teatrale deriva da una mela prodotta nella Regione Campana: la mela annurca… appunto!

martedì 1 novembre 2011

DRACULA TEATRALE recensione di Daniele Giordano

Un Dracula che ancora non conosciamo, non cinematografico di Bram Stoker ma teatrale quello di Hamilton Deane e John Balderton. Un testo di messo in scena nel lontano 1897. Fu subito destinato all’archivio, comunemente chiamato cestino! Forse è per questo che il regista Antonello Panero è da tre anni che continua a suggerirlo, sempre in occasione della festività di Halloween, guarda caso sempre al Teatro Araldo di Torino, dove per l’occasione il pubblico, quello affezionato entra mascherato. Lui, sempre alla ricerca di nuove suggestioni, cambia sovente il copione trasformandolo per dare nuove emotività, a differenza di quegli spettacoli che detengono il botteghino per anni. Con la compagnia teatrale Thealtro, lo sostiene, si avvicenda che tutto sia svolto per il meglio, facendolo con convinzione di forma. Questo Dracula, tagliato e curato nei minimi particolari vedono gli attori come in realtà sono, senza trucchi o effetto speciali, sono intense le immagini che lo spettatore vede al solo chiarore di luci, rendendo l’immagine dell’attore recitando in un chiaro/scuro d’impatto notevole, scenario scarno privo di scenografie ma essenziale da rendere visibile al fruitore l’immagine rappresentativa della scena. Le luci, degnamente poste da Pietro Striano, rendono ancor più l’influenza sul pubblico trasportandolo nella dimensione che il dramma vuole essere. Le musiche adatte alla recita, scelte e ricercate da Roberto Cortese, non lasciano spazio, accentuandone e coinvolgendo il pubblico presente. Gli interpreti di questa bellissima sono in ordine di apparizione: un bravo Massimo Chionetti; Giorgio Perona; Marco Armellino; con un’ottima interpretazione nella parte di Renfield, Enrico Cravero: Patrizia Schneeberger; Manuel Somma; una brava Lusy, interpretata da Veronica Stilla; il curatore di tutto questo, il Dracula per eccellenza, Antonello Panero del quale ha ri-scritto nel “suo immaginario” il testo più urbano e teatralmente accettabile, senza dover avere in sala un infermiere pronto a somministrare sali nel qual caso qualcuno sarebbe svenuto.

Torino (Italia), 01 novembre 2011

lunedì 31 ottobre 2011

OÌCHE SHAMHNA - HALLOWEEN recensione di Daniele Giordano

Siamo nel periodo di Halloween, una simpatica usanza arrivata sino a noi dall’America, come tutti pensano, ma l’origine della tradizione è in realtà proveniente dalla lontana Irlanda l’origine della notte di Halloween o come la chiamano in gaelico Oìche Shamhna il dio dell’inverno e dell’oscurità, è più caratteristicamente collegata alla festa celtica di Samhain, originariamente scritto Samuin, mantenuto storicamente dai Gaeli e dai Celti e significa approssimativamente fine dell'estate. Racconta la leggenda, che in questa notte tutto può accadere. Le porte del regno del bene e quello del male si aprono lasciando uscire i loro spiriti. Si narra che tra tutti i demoni, il più terrorizzante è Puca, l’aiutante di Samhain, per questo i bambini si travestono con orribili maschere affinchè nessun demone e tanto meno Puca possa avvicinarsi a loro. Questa potrebbe essere la trama di un film dell’orrore, ma in realtà lo spettacolo di domenica 30 ottobre al Teatro Crocetta di Torino, non era per niente orripilante, anzi la platea era gremita di bambini vestiti consoni per l’occasione. Sì perché a teatro era in programma una fiaba in musica per grandi e piccini sulla nota festività. Un racconto fiabesco con tanto di attori e un quintetto strumentale, composto da Yuri D’Agostino, attore; Patrizia Lomuscio, canto; Francesco Ficarelli, violino; Margherita Monnet, violoncello; Carlo Lo Presti, chitarra; Alessandro Molinaro, flauto; non ultima, l’anima dello spettacolo, la brava Kay Mc Carthy, canto, arpa celtica e bodhran (tradotto significa sordo), un tamburo (forse l’unico) che si suona in maniera del tutto diversa dagli altri, emette un suono pari al battito del cuore. La Kay, nativa di Dublino profonda studiosa conoscitrice, portavoce della tradizione musicale irlandese in Europa, stimata anche all’estero, ha dedicato la sua vita agli studi facendo conoscere il gaelico e le melodie popolari, recuperando le origini veritiere della festa di Halloween. I suoi racconti, adatti a grandi e piccini, senza che questi possano in qualche modo spaventarsi, anzi i bambini sono attenti a carpire gli attimi che sono sfuggiti magari a qualche adulto. Una festa riuscita quindi, per la settima edizione di Micron nella sua rassegna di Opere da Camera di cui la Direzione Artistica è di Roberta Faroldi, ma non solo anche per festeggiare il 25° compleanno dell’Associazione Culturale MITHOS sotto la Direzione Artistica di Antonella Lo Presti.

Torino (Italia), 31 ottobre 2011

ORE 21.00 UN TEATRO, TRIBUTO A MINA recensione di Daniele Giordano

Ore 21:00 un teatro, il sipario si apre, il brusio in sala va scemando… lo spettacolo inizia! Così è iniziato il concerto al Cinema-Teatro Cardinal Massaia di Torino, di recente ristrutturazione, una gestione giovanile grintosa e professionale incominciando dalle scelte oculate nella pianificazione del cartellone 2011/12, uno tra questi è lo show presentato, un tributo alla cantante, la grande MINA. Per parlare di questo tributo, dobbiamo tornare leggermente indietro nel tempo per capirne il senso e il perchè. Non basta alzarsi una mattina bofonchiando e assonnato dire, facciamo un tributo alla grande cantante. Galeotta fu quella sala d'incisione… o forse no! Un progetto partorito per gioco, pur sapendo che il parto avrebbe potuto avere un travaglio problematico, ormai felicemente superato. Sì perché Viale Mazzini oltre a essere il nome di un viale è anche coraggiosamente il nome del complesso musicale del quale stiamo parlando. Ogni singolo membro proviene da esperienze diverse nel campo musicale, con una preparazione alle spalle dimostrata degnamente sul palco. Generalmente, quando si presenta una formazione musicale lo si fa in modo diverso, questa volta è gradito dare spazio al componente che raramente si nota nel complesso poiché è sempre segregato in maniera da vedersi poco a differenza degli altri componenti, stiamo parlando di Luca Giolo batterista, ricercato nei suoni, li esegue giocherellare con un altro strumentista Federico Croci bassista, sono pochi i bassisti che durante la propria esibizione si muovono con swing ascoltando le vibrazioni della musica che fuoriesce dal suo strumento, alla chitarra troviamo un bravo Angelo Polimeno, a lui si deve questa combinata situazione di unione dopo aver sentito casualmente cantare una canzone di Mina da Cinzia Bellini: la voce, il soffio vitale del complesso, con pacatezza comunica al pubblico di non essere timidi e farsi coinvolgere dai brani da lei cantati. Intonando “Tintarella di luna” le persone in sala non aspettavano che questo, non stavano più nella propria pelle, il pubblico raccoglie l’invito incominciando a cantare con lei, "surfeggiandosi" nelle poltrone, esultanza plateale. La Bellini per certi aspetti, sotto particolari colori di luce potrebbe anche avere una leggera somiglianza alla cantante, ma se qualcuno pensasse che in qualche modo la cantante Cinzia Bellini durante il suo show desidera fotocopiarla si sbaglia, tutti loro ambiscono per stima farne un tributo alla grande, inimitabile Mina… riuscendoci molto bene! Una chicca si è aggiunta al gruppo, uno strumento particolarmente delizioso, l’archetto tenuto dalle piacevoli mani di Anna Maria de Simone fa vibrare le corde del violino emettendo suoni delicati che creano quella giusta atmosfera di cui lo show si pregna. Tra una canzone e l’altra, una figura si aggira durante lo spettacolo, non è il tormentone abituale, si potrebbe definire un personaggio che sa entrare al momento giusto sul palco, affianca parole alle canzoni cantate con la voce calda, impostata quella del valente Bruno Romeo, concedendosi in un simpatico sketch, simboleggiando un diavoletto.

Torino, (Italia), 31 ottobre 2011

AMNISTIA il film recensione di Daniele Giordano

Serata affollata quella promossa al Cineporto da Piemonte Movie non solo per presentare il programma del festival che si svolgerà dal 06 /11 marzo 2012, ma per aver invitato un’ospite
è il suo film, presentato recentemente al Festival di Berlino, Bujar Alimani, regista Albanese che ha presentato in anteprima il film Amnistia. La comunità Albanese è accorsa al suo richiamo “invadendo pacificamente” la sala Movie del Cineporto tant’è che le persone rimaste fuori hanno dovuto aspettare il secondo turno per vedere il film.
Recensione:
… Il film è lo specchio di una o più famiglie provinciali che vive le tematiche Economiche/Politiche di un popolo legato ancora alle tradizioni. Racconta la realtà di due presenze che esistono ora in Albania, si contrastano tra loro, corrono parallelamente, alle volte anche incrociandosi e quando questo accade diventa dramma… Il regista Bujar Alimani, con questo film ha posto l’accento su problematiche antiche quale il Patriarcato, purtroppo ancora oggi presente e il desiderio di esprimere la libertà, quella individuale. Parola universale, ma quando queste due realtà s'incontrano, nasce il dramma creando a volte tragedie, di cui tutti i personaggi sono vittime. Il taglio fotografico, il colore delle immagini nel film “ Amnistia “ del regista Bujar Alimani sono ricercati minuziosamente rispecchiando il neorealismo italiano…

Torino (Italia), 31 ottobre 2011

venerdì 28 ottobre 2011

PARLIAMO DI VARIETA’ – OGGI MINA – recensione di Daniele Giordano

Parlare della cantante Mina è facile nonostante la sua scelta di non apparire in pubblico, i suoi fans seguono e acquistano i dischi prodotti senza abbandonarla mai. Quando invece si tratta di mettere in risalto i varietà da lei condotti, incomincia a essere un tantino più complicato poiché si tratta di selezionare le parti migliori che ha voluto dedicare al suo pubblico, partendo da lontano, quando la televisione era ancora in bianco e nero. Una scelta davvero difficile! Ci prova accettando la sfida con il secondo appuntamento la compagnia di spettacolo Barbari Invasori, che nel suo cartellone, dopo Raffaella Carrà ha messo in scena al Teatro Araldo di Torino lo spettacolo – Brava… che non è peccato ma è fantastico: Mina – Un varietà variegato, ricco di ricordi e canzoni che hanno fatto epoca, ripercorrendo un a parte della sua vita, tra battute e situazioni inerenti al soggetto. Certamente il regista di questo piacevole intrattenimento, avrebbe desiderato avere sul palco per l’occasione un presentatore dalla voce impostata da fare accapponare la pelle, carismatico, bello magari palestrato, alto, insomma quel personaggio che tutte vorrebbero accanto per andare a fare shopping. Insomma, come si dice in termini moderni – un Adone – ma per i tempi recenti che sono all’insegna del risparmio, si è dovuto accontentare e come lui anche agli intervenuti che si sono dovuti sorbire per mancanza di fondi chi ha dovuto occupare il posto di quel magnifico presentatore di cui parlavamo. E chi se non lui, l’unico che potesse assumersi il fausto compito: Walter Revello, l’uomo dalle mille sfaccettature, considerando che il suddetto varietà è partorito dalla propria mente in collaborazione con la sua compagnia. Lo spettacolo scorre briosamente, è ben strutturato, piacevole nel suo genere, interagisce col pubblico in sala dando in omaggio biglietti per futuri spettacoli. Le uscite degli attori che si susseguono sul palco sono apprezzate dal pubblico ad iniziare dalla preparata cantante Lucrezia Chionna calatasi spiritosamente nella parte; la fedele valletta Stefania Sirianni di cui il Revello non può farne a meno, ella ama apparire “imbranata” ma in realtà non è così; l’entrata classica e la lettura delle citazioni interpretate dal bravo Michele Giaquinto; Anna Maria Pasquinelli castamente vestita, una ragazza con sani principi morali, appartenente a un non ben definito movimento contro i testi scandalosi delle canzoni, la sua presenza è per chiedere di sottoscrivere una petizione per cacciare il malcostume dai testi sua assistente, Angelica Tafuro nelle vesti di una goffa collaboratrice; la simpatica gossip woman Titti sa tutto di tutti, ma gli occhi e… non solo quelli sono rivolti al suo boy Tony (Roberto Cozzone), un essere dai modi truci; Il fan Andrea Cirillo che della cantante Mina sa tutto, ma proprio tutto… persino quando esce di casa per fare la spesa. Una serata con un varietà che mette allegria e di questi tempi ci aiuta, adatto a tutti anche per il prezzo d’ingresso!

Torino (Italia), 27 ottobre 2011

martedì 25 ottobre 2011

LA BONTA’ DEL TRIONFO - OPERA BUFFA recensione di Daniele Giordano

Con - LA BONTA' DEL TRIONFO - il maggior successo del prolifico Iacopo Ferretti, messo in musica da Gioacchino Rossini, meglio conosciuta come Cenerentola opera buffa dell’autore, di cui molti suoi libretti sono oggi pressoché dimenticati. Una curiosità è sapere come nacque. Questi due Signori, mezzi addormentati per la fatica dovuta al lavoro, il Ferretti propose a Rossini un’opera lirica – Cenerentola – quest’ultimo per sfida chiese se fosse stato in grado di scriverla e in quanto tempo, alla battuta Ferretti rilanciò la sfida chiedendogli di metterla in musica appena finito. Tutto fu pronto in un mese. Ed ebbe il successo meritato! Con questa opera Valter Carignano dell’associazione L’Opera Rinata, apre la sua stagione lirica al Teatro Araldo di Torino e come sempre fedele ai suoi principi, ha voluto dare spazio a quei giovani provenienti da tutta Italia, meritevoli cantanti lirici selezionati attraverso audizioni e corsi di perfezionamento fornendogli la possibilità di salire su un palcoscenico con tanto di pubblico. Sebbene per alcuni di loro fosse la prima volta, il pubblico ha apprezzato la Cenerentola (Takako Yoshida), un bravo Don Magnifico (Valter Carignano), il principe Don Ramiro (Yasushi Watanabe) che si finge servitore, Dandini (Luca Ludovici) il servo che si finge principe, il saggio Alidoro (Gianluca Lentini) nella finzione di accattone, Tisbe la sorellastra di cenerentola (Yulia Kuniavskaia), Annalisa Amorati nelle vesti della sorellastra Clorinda. Il regista Valter Carignano ha voluto contornare all’interno della favola con situazioni piacevoli animali, collocando due ballerini dalle sembianze di una gattina (Etrusca Di Galante) e un gatto (Alecio Chiri). Uniti a loro, in una girandola nei diversi cambi di personaggi: Clementine Dorleans, Francesca Patrucci, Federica Vietti, Francesca Cembrano, Martina Rubino, Greta Terlizzi, Andrea Montagnoli, Simone Stefanelli. Il Teatro Araldo di Torino, anche se leggermente ubicato fuori da quello che abitualmente consideriamo centro cittadino (che poi non è così lontano dal centro città), ha volutamente messo a disposizione nella sua attuale programmazione grandi titoli di opere per gli amanti della lirica pertanto, è un teatro certamente da non sottovalutare, considerando le proposte del cartellone 2011/12.

Torino (Italia), 23 ottobre 2011

giovedì 20 ottobre 2011

UN CABARET TUTTO IN ROSA recensione di Daniele Giordano

Tanto per non farci mancare nulla, Torino ha il suo cabaret in rosa, l’unico in Italia nel suo genere. Sì, tutto al femminile. Il debutto della stagione 2011/12 è iniziato al teatro Araldo, sul palco si predisponevano a entrare in scena Femina Ridens, uno spettacolo capitanate da Viviana Porro che in questi giorni festeggia il suo compleanno. Dal palcoscenico fuoriescono battute su ambo i sessi che il pubblico accoglie volentieri. A fare da apripista è Cristina Maffucci, seguita a ruota da un personaggio commentato da Desirée Icardi, con una trovata niente male: - uomo in discoteca si avvicina ad una donna con una sigaretta, Lei sa come fargliela accendere - prosegue l’esilarante comicità di Paola Ruffo, solo a vederla non puoi fare a meno di ridere, tant’è che gli applausi le interrompono la battuta finale, coinvolgendo l’attrice quasi ad uscire dal personaggio. La carrellata di umorismo continua con altre cabarettiste: Elena Ascione, Federica Ferrero, Annalisa Arione, Laura Grassi,daranno il meglio di sé al pubblico del Teatro Araldo con le loro trovate. Tutte ospiti della chermesse, sino all’arrivo della bravissima Vanessa Giuliani, conosciuta da tutti nel mondo canoro francese, praticamente una Guest Star, incomprensibile nel linguaggio, non si riesce a comprendere con quale linguofono (un connubio tra Franco-grugnito) si esprime. Interpreta una famosissima canzone che di francese non ha nulla neppure l’accenno. Il nuovo personaggio gli calza a pennello, è parte di essa, strutturato in modo semplice, molto ironico e gradito dal pubblico. E poi ancora altri personaggi… e ancora… ancora. Se desiderate passare una serata spensierata, diversa dal solito non mancate al prossimo appuntamento.

Torino (Italia), 20 ottobre 2011

martedì 18 ottobre 2011

L'INTEREZZA NON E' IL MIO FORTE recensione di Daniele Giordano

Un’associazione teatrale che si occupa di teatro civile. Gli artisti hanno presentato al Teatro Araldo di Torino il suo teatro comico musicale, a volte considerata secondaria, forse perché non siamo abituati ad assistere alle loro rappresentazioni. Una comicità ricercata e sviscerata nel profondo della vita di tutti i giorni tra gli aspetti della quotidianità, da essa prende spunto per i suoi lavori. Nello spettacolo dal titolo: femMinaVagante, si assiste a una girandola di attori come fossero anime di un unico personaggio… il femminile, messo in scena mescolando – teatro e canzone – Parlare di femminile oggi, senza essere tacciati di femminismo, è di fatto un movimento complesso ed eterogeneo, sviluppato con caratteristiche peculiari in ogni epoca. Svincolarsi dal concetto uomo-donna è impresa quasi impossibile. Lo spettacolo prosegue in un susseguirsi di passaggi e cambi di scena che sì intersecano dalla caccia alle streghe alla legge sulla fecondazione assistita, passando dal pensiero di Simone de Beauvoir e Kate Millet, riesaminando a modo loro il pensiero di Freud, ancora oggi dominante. Passando tra il serio ed il faceto, accenna testimonianze e studi medici sulle differenze di genere. Per non farsi mancare nulla, ironizzano su alcune similitudini tra i due sessi, spiegati con disinvoltura e risate del pubblico. Lo spettacolo che è il risultato di un percorso di documentazione, di studio, di elaborazioni e confronti cui è seguita la scrittura del testo della sceneggiatura che la compagnia teatrale vuole dare voce a quel femminile così temuto, parlando una lingua comprensibile a tutti, quella dell'espressione artistica. Un unico protagonista: Il femminile!

Torino (Italia), 18 ottobre 2011

domenica 16 ottobre 2011

I MAMMUTH, LA DEFINIZIONE recensione di Daniele Giordano

Forse non tutti sanno la differenza tra un Mammuth e un mammut! E’ l’acca a fare la differenza! A parte questo, il mastodonte Mammuth appartiene alla famiglia degli Elephantidae, a differenza del mammut (senza l’acca) è una morsettiera elettrica. Tutto questo per introdurre una recensione sulla creatività cabarettistica di due figure: Diego Casale (il mastodontico) e Fabio Rossino (la morsettiera). Da questo connubio il risultato: I Mammuth. Trovata geniale per dare un significato al nome scelto! Due cabarettisti dalla gag sottile, ricca di vèrve, eclettici, la loro unione nasce durante una serata debuttata in un teatro di Torino dedicato a un grande dell’avanspettacolo: il grande Macario, la famosa – La Bomboniera – cara al pubblico torinese. Era il 1996, una data che sembra lontana, come scrissi in una recensione del tempo I Mammuth non sono estinti, anzi con il loro passo lento e le loro trovate sono sopravvissuti facendo passi da giganti. Apprezzati non solo dal pubblico torinese, oggi portano in scena una comicità sul rapporto Maschile/Femminile e le sue frustrazioni. Un binomio quello di Diego e Fabio che piace. Superfluo elencare cosa hanno fatto, in concreto di tutto, dalla televisione al cinema e tutto quello che ci può stare dentro, loro erano presenti. Chi non ricorda quel tormentone: è la mia volta? Ogni persona giovane o meno giovane era pronto a ripeterla. E… sì da quella profetica data i successi non sono mancati!

Torino (Italia), 16 ottobre 2011

CABARET… MANIA recensione di Daniele Giordano

Continua inesorabilmente e con grande affluenza di pubblico il cabaret condotto da Beppe Braida. Ogni martedì sera salgono sul palco del Cab 41 di Torino non i “soliti cabarettisti” ma artisti che del cabaret hanno deciso grazie al consenso del pubblico di farne la loro professione. I nomi non sono prettamente del solito circuito torinese, bensì provenienti da tutta Italia. Al pubblico torinese è piaciuto moltissimo in base al "ridometro" Alberto Farina, romano e come afferma - preso al brucio – e trasportato nella nostra città. Vincitore nell’edizione 2011 di “ Bravo Grazie” racconta durante l'intervista che il pubblico torinese è differente da quello romano, è più attento, molto esigente, tutto questo gli piace, poichè può esprimere tutto il suo talento (molto) a un pubblico capace di valutare la bravura di un artista. Il suo percorso variegato, parte dal teatro di strada a quello che la maggior parte delle persone individua come Teatro inteso con la lettera maiuscola. Lui, esce dall’Accademia Ribalte di Enzo Garinei (il fratello del noto commediografo e regista teatrale Pietro), i suoi testi raccontano la realtà quotidiana, la vita vissuta nella propria famiglia, la gente ascolta, ride, applaude le sue gag. Solo chi ha visto i suoi spettacoli può capire di cosa è capace! L'anfitrione per eccellenza, Beppe Braida al termine degli spettacoli si complimenta con l’esito della serata, gli elogi sono anche suoi, di come conduce la serata e la scelta degli artisti. Settimanalmente con la sua carica riesce a coinvolgere il pubblico e i cabarettisti! Alla Famiglia Fasola non rimane altro che continuare in quello che hanno nel tempo costruito: il Cab 41, un trampolino di lancio, da questo locale sono usciti nomi noti al grande pubblico italiano e non solo, ma anche un punto di riferimento sul Cabaret a Torino. Un consiglio, se desiderate passare una serata all'insegna del buon umore… è meglio prenotare!

Torino (Italia), 16 ottobre 2011

lunedì 10 ottobre 2011

VARIETA' UN OMAGGIO A RAFFAELLA CARRA' recensione di Daniele Giordano

Così pian piano le compagnie teatrali iniziano aprire i loro spettacoli. E’ successo al Teatro Araldo di Torino, Via Chiomonte 3/a con la compagnia teatrale Barbari Invasori facendo un omaggio a Raffaella Carrà in Brava… che non è peccato, ma è fantastico, uno spettacolo di varietà niente male. Il conduttore dello show interagisce col pubblico, il quale asseconda e prende parte attiva alle svariate gag. Scritto e interpretato dal bravo Walter Revello è riuscito con simpatia a tenere in allegria il pubblico presente, del resto di questi tempo si ha la necessità di lasciare le preoccupazioni altrove. Il prossimo appuntamento sul varietà è per il giorno 26 ottobre 2011 ore 21:00 con una grande cantante: Mina.

Torino (Italia), 10 ottobre 2011

mercoledì 5 ottobre 2011

STORIA DEL CABARET recensione di Daniele Giordano

Con la parola "Cabaret" si definiscono spettacoli d’intrattenimento composto di canzoni, sketch e monologhi di carattere prevalentemente satirico e trasgressivo. Solitamente la rappresentazione avviene in un locale piccolo e intimo, frequentato da un pubblico ristretto che nel corso della recita può consumare cibi o bevande. Sviluppatosi in ritardo rispetto agli altri paesi europei, il cabaret italiano affonda le sue radici attraverso la satira, dove artisti trovarono in questi ambienti raffinati la cornice ideale in cui esprimere il loro talento. Tutto questo per collegarci allo spettacolo di cabaret presentato martedì sera al Cab 41, locale storico di Torino, dove da diverso tempo sosta Beppe Braida, non come artista ma come capo comico, presentando una combriccola di artisti selezionati di proposito, per allietare serate all’insegna del buon umore, ma non solo. Il ruolo è ricoperto degnamente, il piano di lavoro per quanto gli riguarda è proiettato in un futuro ormai prossimo, per non dire presente, tante sono le richieste di artisti provenienti da tutta Italia, desiderosi esibirsi nel locale di Torino, non altrove. Le basi sono state messe, gli artisti sostano volentieri, i produttori incominciano a muoversi. Che sia l’alba di un’altra chicca per la città per aver ritrovato il cabaret e una giusta sede? Torniamo a quanto è successo durante lo spettacolo, dove si sono visti alcuni volti nuovi e altri conosciuti esibirsi sul palco del Cab 41. Il ritmo incalzante che animava la serata, non lasciava spazi vuoti per annoiare il pubblico, l’esibizione di una decina di artisti, forse più, un susseguirsi di risate e applausi elargito agli artisti da un pubblico colto, esigente e attento. Da segnalare l’esibizione della “cantante francese” Vanessa Giuliani con la sua interpretazione di “malafemmena” e ancora, che dire delle indecifrabili ricette di un gourmet, in grado di sfornare prelibati manicaretti, raffinati piatti altamente sopraffini mai sperimentati, conosciuto come Vito Garofalo. Il susseguirsi degli artisti con le loro
esibizioni di: Lap Dance, Burlesque, Matrix, City Angel, Cupido, il Chitarrista, l’Amministratore, Robin Hood-Harry Potter- e ancora una fila interminabile di sketch. Un nuovo personaggio si affaccia alla ribalta del piccolo palco del Cab 41, si tratta di un americano laureato a Harvard University, impersonato dal bravo Giampiero Perone il quale veste i panni di Bill Gates, con le sue esilaranti gag apprezzate dalle persone presenti. Tutto questo è il Cab 41 di Torino, grazie alla famiglia Fasoglio.

Torino (Italia), 05 ottobre 2011

sabato 24 settembre 2011

UN NUOVO SPAZIO: CAP 10100 recensione di Daniele Giordano

Ieri venerdì 23 settembre in Corso Moncalieri, 18 a Torino (Italia), alla presenza delle Istituzioni cittadine per così dire si è “tagliato il nastro” e resa pubblica una superficie in disuso e fatiscente per divenire uno spazio polivalente, il – Cap 10100 – centro culturale e per il protagonismo giovanile gestito dall’associazione Teatro Orfeo lasciando definitivamente la sede situata in via S. Anselmo, illustrando un ricco cartellone di iniziative. Il progetto è stato realizzato con il sostegno del Comune di Torino settore Politiche Giovanili, Piano Locale Giovani della Provincia di Torino, Circoscrizione 8 del Comune di Torino. A essa si sono affiancate altre realtà del territorio – O P S Officina Per la Scena – Associazione TO Movie – Associazione Aut – Associazione Milonga X – Associazione DanzAfro Torino – Compagnia Ammonia Danza Corrosiva – Gruppo informale to-stick- Gisella eventi danza - Entrando nell’ampio salone si è intrattenuti dalle melodie del quintetto Armea, composto da Margherita de Palmas (violino), Leonardo Enrico Baion (clarinetto), Rebecca Viola (flauto traverso), Giorgio Bevilacqua (contrabbasso), Enrico de Palmas (chitarra classica) alle pareti, una mostra espositiva di quadri dell’associazione Aut. Durante la serata si sono esibiti una coppia di ballerine, un bravo Luca Busnengo in un monologo estrapolato da Mollier, per finire in una esibizione di tango del duo Rocco Rorro e Giulia Gaffori. Due splendidi barmen irroravano dell’ottimo vino tra cui uno proveniente niente meno che dalla Georgia, il catering servito dai Cuochi Volanti ha concluso questa magnifica serata. Si replica ancora sino domenica.

Torino (Italia),24 settembre 2011

lunedì 15 agosto 2011

IL PESO DELLA FARFALLA recensione di Daniele Giordano

Assemblea Teatro, nel portare in scena “ IL PESO DELLA FARAFALLA” dal libro di Erri De Luca, della rappresentazione Renzo Sicco scrive testualmente: potrebbe essere un azzardo prendere un romanzo di tale delicato spessore e densità e portarlo in scena, ma poi lascia agli spettatori la decisione finale. Il pubblico non solo ha gradito l’insieme, il dialogo crescente delle parole interpretate dagli attori narranti
Sax Nicosia (camoscio),Mauro Monni (cacciatore), Manuela Massarenti (giornalista), le musiche eseguite da Edoardo De Angelis(violino),Anna Barbero (pianoforte), entrambi dopo un lungo peregrinare intorno al mondo hanno deciso di ristabilirsi nella loro città: Torino. Gli effetti sonori e accostati piacevolmente sono di Brian Eno. In un susseguirsi di bravura sapienziale i protagonisti portano lo spettatore a essere parte integrante della narrazione coinvolgendolo, a parteggiare in favore del piccolo camoscio, divenuto ormai adulto e capo del suo branco, ma con un conto in sospeso: il bracconiere, l’uccisore di sua madre. Un racconto che porta a pensare, forse riflettere su quanto anche il semplice delicato peso di una farfalla… possa esserti fatale!
Le carezzevoli melodie riescono a trasportarti sulle cime silenziose, dove il solo contatto è l’odore che il camoscio avverte: quella del cacciatore. Una nota stonata c’è stata e va detta, non a discapito di Assemblea Teatro, loro come sempre professionali, ma all’organizzazione delle OGR per via della loro superficialità adottata nei confronti degli attori e di quel pubblico impeccabile, che in silenzio ha seguito la recita sopportando la calura all’interno del locale, poiché porte e finestre erano chiuse. Pareva essere in una fornace, malgrado fuori una leggera brezza aiutasse a respirare. Tutta quella canicola lasciava forse assaporare meno il gradevole dramma che si stava consumando. Tutto ciò grazie a chi non curante di quanto accadesse fosse presente, oltre a questo la ciliegina sulla torta: l’illuminazione dei servizi igienici non funzionava, realtà oggettiva e alquanto deprimente per aver declamato tanto le OGR… riferito come un punto fresco estivo e accogliente!
Torino (Italia), 12 agosto 2011

sabato 6 agosto 2011

ASPETTANDO GODOT recensione di Daniele Giordano

IN 2, nei panni di due clochard Daniele Ossola (Gogo) e Angelo Patti (Didi), liberamente tratto, danno vita al dramma della più famosa opera teatrale di Samuel Beckett “Aspettando Godot” durante il quale un susseguirsi di discorsi sconnessi e superficiali, senza senso e senza scopo, come del resto è il Teatro dell’Assurdo. Dalla loro conversazione futile, utilizzando detti popolari o effetti comici, emerge il nonsenso della vita umana, dove a volte si ride in altre, si riflette. Lamentele continue da parte di Dodo, sul freddo, la fame, in aggiunta a tutto questo fuori esce il loro modo di essere, tentando di vivere l’uno senza l’altro slegandosi, arrivando a pensare al suicidio, per poi capire di essere l’uno la metà dell’altro, in attesa che il signor Godot arrivi, ma lui non appare mai sulla scena, si limita a mandare un ragazzo dai due vagabondi, che a debita distanza comunicherà che "oggi non verrà, ma che verrà domani", riferendosi al suo mandante. L'opera è divisa in due atti, la trama è ridotta all'essenziale, così come la scenografia fatta eccezione del salice piangente, posto come una clessidra, per scandire il passare del tempo attraverso la caduta delle foglie. Piacevoli i gesti mimici dei protagonisti e giusti nei tempi che non lasciano spazi vuoti, a detta dei due artisti, pare alle volte essere al circo.

Torino (Italia), 05 agosto 2011

mercoledì 3 agosto 2011

LE CORSARE SONO SBARCATE SULLA RIVA DEL PO CON LE SUE PELLICOLE recensione di Daniele Giordano

Sembrerebbe un titolo per un romanzo Salgariano, ma non si tratta di questo. Stiamo parlando del terzo anno consecutivo che la Rassegna Estiva di Cinema all’Aperto dell’Imbarchino. Iniziata a giugno con gli imprevisti causati dal maltempo, sopprimendo così parte delle proiezioni cinematografiche esposte in cartellone. Dopo il bellissimo film proiettato domenica scorsa dal titolo “Il segreto dei suoi occhi” del regista Juan Josè Campanella, gli appuntamenti rimasti sono: 28 agosto Berlin Calling, 04 settembre Cover Boy, infine l’11 settembre a chiusura della splendida iniziativa Il Ritorno. Le Pellicole Corsare, il ciclo del Nuovo Cinema Valentino, come rileva giustamente Francesco dell’Imbarchino, questa è l’unica manifestazione cinematografica italiana in cui gli spettatori (muniti di plaid proprio) sono seduti o sdraiati direttamente sull’erba. E’ già bella di per sé emozionante la cornice che offre il Parco del Valentino, se aggiungiamo che in un anfiteatro naturale di una collinetta e trovandoci a contatto con la natura, non meno il raggruppamento di persone differenti per etnie che età, fanno di quel posto un angolo simpatico, la serata si presenta piacevolmente diversa. I titoli dei film sono suggeriti in parte dai frequentatori dell’Imbarchino e dalla lungimiranza esperienza di Max della Solaria Cinema, è lui l’uomo della rassegna Cinema in Piazza che ogni anno allarga il suo giro di proiezioni all’aperto nelle varie Circoscrizioni e ultimamente anche fuori Torino. Max sembra aver “sposato” il progetto delle Pellicole Corsare ormai da un triennio, mentre Francesco dell’Imbarchino, non ha mai avuto sostegni da parte delle Istituzioni, forse a loro poco importa, però sono contenti quando l’iniziativa è sostenuta privatamente e offerta al pubblico – gratuitamente - purchè non debbano scucire un centesimo. Invece queste proposte private andrebbero aiutate o per lo meno agevolate, per il solo fatto che è presentato in un luogo affascinante, meta di passeggiate turistiche. Riflettendoci sopra, non si dovrebbe penalizzare le Istituzioni per la mancata sostenibilità, poichè il periodo non ci permette di sborsare alcun che. In questo caso, a sostenerlo, dovrebbero essere gli utilizzatori in cambio del servizio offerto gratuitamente, semplicemente con un doveroso gesto solidale e semplice, consumando al bar posto fuori dell’Imbarchino, senza andare da qualche altra parte a prendere le consumazioni, speculando e lesinando la differenza magari di pochi centesimi su un'ordinazione. Come sempre la gente vuole senza mai dare! Complimenti a Francesco dell’Imbarchino per l’iniziativa.
Torino, 03 agosto 2011

domenica 31 luglio 2011

LA PAROLA “LIBERAMENTE” ALLE VOLTE PUO’ INGANNARE recensione di Daniele Giordano

Il desiderio di fare teatro è ormai noto, ci sono i bravi attori e quelli meno, gli altri non contano. Poi c’è la categoria dei registi che portano in scena commedie scritte da loro o da altri, cercando di superare o almeno essere vicino all’artefice principale della pièce. Esiste un’altra categoria non ben meglio definita, forse perchè giovane, ma già pronti a cimentarsi e farsi avanti con le proprie idee: ben vengano allora, il rischio per loro è grande! Alcuni ci provano senza esito benevolo, altri soccombono dal peso della commedia, certuni invece azzardando e, forse leggendo tra le righe scritte dai grandi autori, riesce a sviscerare un qualcosa mettendo sul palco uno spettacolo dignitoso, alle volte sorprendente. Il riferimento di cui si accennava prima, non è casuale, è stato giocato d’astuzia. Quando leggiamo, ci attraggono subito le parole scritte in grande, questo si fa per attirare l’attenzione, in termini di prestigio si definisce una distrazione. Senza fare troppi giri di parole, il commento è destinato alla compagnia teatrale Nuove Forme, in modo malizioso a scritto in locandina “liberamente tratto da La Cantatrice Calva” di Eugène Ionesco, ma il titolo della loro commedia è “La Cantatrice” presentata All’arena S. Filippo di Torino (Italia) con gli attori: Simone Faraon (adattamento e regia), Sergio Cavallaro (coreografie e direzione artistica), Monica Iannessi, Paolo Mazzini, la brava Francesca Roi, Davide Faraon (audio), aiuto regia Corrado Trione. Insomma le Nuove Forme, ha fatto suo il commento su ciò che disse Ionesco durante la stesura di questa opera teatrale, loro, hanno portando in scena non la commedia, ma l’anticommedia, una sorta di scimmiottatura rispettosa, una commedia nella commedia, cercando di stare nei parametri della commedia originale di Ionesco, il quale la mise in scena nel 1950 a Parigi, fu tutt’altro che un successo alla sua prima, dovette aspettare cinque anni per ottenerlo, a differenza della compagnia teatrale Nuove Forme con “La Cantatrice” che l'ha riscosso la sera stessa, condiviso da tutto il pubblico intervenuto nel meraviglioso Cortile di sera… com’era.
Torino (Italia), 31 luglio 2011

venerdì 22 luglio 2011

PIUME & PAILLETTES lo spettacolo, recensione di Daniele Giordano

Prima di parlare di “Piume & Paillettes” ovvero la vita nei panni di tre Drag Queen, si dovrebbe conoscerne almeno il significato di questa parola. Prima della diffusione del termine inglese Drag Queen, nel linguaggio colloquiale è usata questa espressione per indicare qualsiasi parte teatrale in costume del sesso opposto, anche al di fuori dell'ambito musicale e della musica lirica, per esempio in modi di dire come "recitare en travesti" o "attore en travesti" o "commedia en travesti". L'uso del “travesti” ebbe un movimento improvviso all'inizio dell'Ottocento, nell'opera barocca e neoclassica, si fa conoscenza già nelle opere teatrali di Donizetti, in questo caso è apertamente farsesco. In francese, si traduce "ròlè travesti" a differenza dell’inglese, tradotto in uno pseudo-francese en travesti, la traduzione italiana usa la forma "travesti" come sostantivo maschile invariabile, col significato di ruolo affidato ad attore/cantante di sesso diverso rispetto al personaggio, resta comunque la traduzione più corretta in travesti. A prescindere da ciò, la rappresentazione tenutasi all’Arena S. Filippo in via Maria Vittoria, 7 a Torino (Italia) dal titolo Piume & Pailletes, rappresenta un viaggio attraverso l'Italia di oggi, la solitudine di tre Drag Queen, unite da una vera amicizia e veritiero amore, tra bar di periferia, dove i pregiudizi sono alle porte, le menti ancora chiuse come un uovo, riusciranno comunque ad arrivare alla volta della Sicilia per realizzare lo spettacolo con balletti e canzoni. Le performances sono sempre accompagnate da un’irresistibile autoironia, mai volgari. Dichiarata incapacità di prendersi sul serio a dispetto delle ovvie abilità, che fanno di una serata un'esperienza indimenticabile, lanciando apertamente un messaggio profondo per coloro non disposti ad avere una visuale mentale aperta di questo ancora emarginato mondo che inesorabilmente avanza con le proprie richieste. Nel cast troviamo con un labiale canoro quasi da fare invidia a La La Mc. Callan, rappresenta la diva “travesti” che canta dal vivo, una vera rarità nel mondo dello spettacolo, Paolo Mazzini veste i panni di Margot, Matteo Bianco quelli di Audrey e Simone Faraon in quelli di Gilda. Continuando, Federico Bava (Alfredo), la brava e disinvolta Valeria Tardivo (la cinesina Cinthia), Michela Dolovich (Rachele), Rebecca Agostinelli è Rebecca, la figlia di Audrey e Rachele, ruolo non facile per una bambina, ma che pone l'accento e conclude questo cerchio ancora troppo chiuso. I bravi coreografi: Giorgia Zambrini (cura anche il trucco), Fabrizio Rago, Gioia Raro, Emanuele Nifosi' e Pamela Benincasa con le loro movenze danzanti hanno reso ancor più vivibile lo spettacolo. La costumista Monica Cafiero si presenta con un guardaroba di elegantissimi costumi disegnati appositamente per l’originalissimo spettacolo. Le scenografie sono di Sara Migliorini, Cristina Mantelli, Francesco Currenti, Alessandro Moro, luci: Carola Benedetti, e infine le musiche sono di Francesco D'alessio del RTA movie (cura anche la regia), Emanuele Nifosi'. Benvenuti quindi nel mondo di “Piume & Paillettes” lo show che non è un musical, ma potrebbe esserlo, in cartellone da più di sei anni, con un’esibizione e un concetto d'intrattenimento vecchio di duecento anni, ma non li dimostra! Unite da un destino che andrà ben oltre le piume e paillettes dei loro abiti di scena. Di sicuro... dive… con qualcosa in più, ma anche di buoni sentimenti e tanto da raccontare…

Torino (Italia) 22 luglio 2011

lunedì 18 luglio 2011

UN SEMPLICE RINGRAZIAMENTO Lettera Aperta di Daniele Giordano

E’ cosa risaputa su quanto, è successo e continua inesorabilmente ad abbattersi con pesanti tagli dovuti alla crisi che ha investito non solo il nostro Paese. Ineluttabilmente, guarda caso, la scure ha ghigliottinato per così dire la Cultura, a discapito di chi fa Cultura. Pressoché inutili sono servite le dimostrazioni! La parola “cultura” esiste ormai soltanto nel dizionario della lingua italiana, destinata a interesse di pochi. Così si presume pensino i benpensanti che in qualche modo hanno deciso volutamente e drasticamente su quella parola, fingendo d’ignorare la realtà e le persone che lavorano e di Cultura vivono! Quei benpensanti sostengono che da qualche parte dovevano pur cominciare per abbattere la spesa pubblica! Come contropartita però farà pervenire alcuni grandi Eventi per il bene placido di tutti, insomma il classico zuccherino dopo la medicina amara. Come se non bastasse tutto questo, ci sono volute anche le precipitazioni atmosferiche a rendere la vita ancor più difficile il lavoro degli addetti, perdendo quei pochi sperati incassi. In virtù della parola “Cultura” che ormai sa di lessico e, a dispetto delle precipitazioni cadute dal cielo, creando non pochi disastri economici, le Associazioni operanti sul nostro territorio hanno dimostrato con il loro altruismo, ancora una volta di essere il centro gravitazionale, il punto fermo per i cittadini, offrendo comunque spettacoli culturali o di svago. La stima delle presenze di affluenza malgrado questi intoppi appaiano chiare. Beninteso, una maggiore gratitudine esternata, quando si parla di Associazioni, s’intende a quelle che non percepiscono alcun contributo o meglio, ricevendo forse un “misero sussidio” col quale non riescono nemmeno offrire un frugale pasto agli artisti. In compenso, loro mettono a disposizione esibizioni degne di questo nome, nel rispetto della cosiddetta parola chiamata CULTURA.
Altrettanto più facile e senza troppo soffrirne se piove o sono effettuati “tagli” coloro provvisti di un contributo fare manifestazioni, qui non si desidera portare esempi su chi ha o non ha percepito, di certo alcune con risultato pietoso, c’è una frase di circostanza che potrebbe calzare: Margheritas ante porcos! Questo copione è da calendario, ogni sacrosanto anno si perpetua a discapito delle Associazioni. In luce a questi fatti, ci è sembrato naturale e alquanto doveroso scrivere poche righe su queste Associazioni, portandole alla ribalta pubblica, non perché non siano conosciute, tuttavia era il minimo che si potesse fare a loro favore. A questo proposito, supponiamo forse che a nessuno del pubblico è mai venuto in mente di congratularsi tra le pagine dei giornali sul lavoro svolto da questi addetti che in qualche modo allietano le serate per loro, facendoli sentire meno soli o come passare una serata in compagnia tra la gente, magari socializzando. Lo sforzo che tali Associazioni assumono ogni giorno dell’anno, mettendo l’impegno e la loro serietà professionale a disposizione degli utilizzatori, della Cultura, nessuno escluso, con le loro esibizioni alquanto piacevoli non solo durante il periodo estivo, ma tutti i giorni dell’anno, questo non è da tutti. Pertanto questa volta l’applauso meritato e squillante, non sarà destinato come di consueto agli attori a fine recita, ma a loro, per lo sforzo che tali Associazioni assumono con le rappresentazioni gradevoli, principalmente alle Associazioni che operano “gratia et amore Dei” e continuano a mantenere un impegno non scritto ma morale verso la Cultura, in modo che questa parola possa ritornare a essere a beneficio di tutti, purchè questo sia suffragato da un serio contributo. Di loro, offriranno spettacoli gratuiti o a prezzi popolari per un pubblico sempre più in prevalenza numerica, desideroso di questi piccoli ma efficaci eventi, a dispetto di quelli costosi, forse piacevoli sì alle persone, ma a danno delle piccole o medie Associazioni.

Un semplice grazie, ma di cuore!

Torino (Italia), 12 luglio 2011

mercoledì 13 luglio 2011

ANCORA GIORGIA GOLDINI recensione di Daniele Giordano

Ieri sera, una simpatica dimostrazione di “Troppe donne in un’altra” è avvenuta nello spazio all’aperto di cui l’Associazione Tedacà propone ogni sera una rappresentazione. Lo spettacolo della ormai collaudata artista Giorgia Goldini, oltre a rivestire quei panni, ha dovuto fare i conti con il suo radiomicrofono. Per nulla imbarazzata l’attrice ci ha ricamato sopra, soprassedendo al momentaneo disguido, ma prima che ciò accadesse, ha dovuto fare i conti o meglio rispondere a una telefonata venuta dai piani “superiori” si era una voce potente, rimbombate, riconoscibilissima, non lasciava dubbi su chi fosse: era LUI, non lui, quell’altro, molto più potente ben inteso, rimproverandola di una frase pensata e poi detta. Solo chi ha visto lo spettacolo potrà capirne il senso, peccato per gli assenti, qualche posto a sedersi era ancora disponibile… poi per gli amanti della natura, c’era il prato! La Goldini con la sua esperienza è riuscita fuori copione, a coinvolgere degli avventori con simpatiche botta e risposta. Il clou finale della sua rappresentazione, è stata efficace, profonda, entrando in scena si presenta con un palloncino e, con aria seriosa legge otto propositi scritti da lei sul bigliettino, liberandolo poi verso il cielo. Chissà se qualcuno, ritrovando quel palloncino farà proprio gli intendimenti scritti!

Torino (Italia) 13 luglio 2011

lunedì 11 luglio 2011

PIOGGIA SEMPRE PIOGGIA, Ma Non Tutto E’ Perduto recensione di Daniele Giordano

Torino, con i suoi appuntamenti serali all’aperto, ricchi al punto che uno non sa proprio cosa scegliere tra le proposte elencate in città o fuori porta. Quella sera, sebbene la pioggia continuasse a non dare tregua, mi è capitato per caso di entrare all’Arena S. Filippo, conosciuto anche come CORTILE di SERA. La pioggia era incessante, ma l’umore che regnava al riparo dell’androne del Cortile era gioviale. Non curanti i presenti su quello che succedeva fuori dalle mura di cinta erano lì ad attendere non si sa bene cosa, purtroppo lo spettacolo descritto dal cartellone era pressoché saltato se non fosse per l’audacia prontezza di Elena Cortese, naturalmente col placido assenso da parte dell’attore venuto da lontano per esibirsi proprio in quella piovigginosa serata invitandolo a proseguire sotto l’unico riparo che il Cortile offrisse. Ipso fatto il nostro valido attore, vestito nei panni dell’Eroe dei Due Mondi, iniziò il suo monologo dal titolo: Pompelmo di Livio va in cinta alla festa. Una storia garibaldina “vera” raccontata dall’attore Mauro Gasparini, oltre gli scrosci dell’acquazzone che imperversava incessantemente ha ottenuto il degno plauso del pubblico, chiedendogli addirittura un bis facendolo recitare alcuni brani del suo libro. Ironicamente scrivendo un attore non dovrebbe mai lasciare “all’asciutto” il suo pubblico, cioè declinare l'invito rivolto precedentemente. Lui, degnamente e con gran maestria non l’ha fatto pur non avendo a disposizione un palco, in compenso un meritato pubblico che ha condiviso ed apprezzato il suo monologo e relativo seguito. Come sempre anche in questo (s)fortunato caso c’è sempre il risvolto della medaglia, cioè la parte meno bella, riferita ai 4 Tunes venuti anch’essi a esibirsi, purtroppo non ha potuto dare la gradevole sonorità con la loro esibizione in chiusura della serata, per ovvie ragioni per così dire: di tempo, sempre ironicamente.

Torino(Italia), 09 luglio 2011

LUIGI PIRANDELLO SI TRASFERISCE recensione di Daniele Giordano

Non si è mai visto che gli attori bighellonavano in scena mentre il pubblico occupava il posto in sala ancor prima di recitare. E’ accaduto al Teatro Gobetti di Torino (Italia), questo lasciava perplesse le persone che educatamente come da copione si confà per chi assiste ad uno spettacolo teatrale! Loro, gli attori imperterriti e senza curarsi di ciò che capitava in platea, continuavano a fare i loro comodi! Considerando che gli intervenuti, pensavano di assistere a un lavoro di Luigi Pirandello, mica una commediola da ridere, o vedere tre qualunque su un palco che vagavano perdendo tempo! All’apparire il regista, sì capì del perché della loro insolenza, era dovuta al fatto che fosse in ritardo, comprensibilmente senza la presenza di colui che dirige, gli attori si lasciano andare. L’autore del testo, presentandosi con un foglio in mano e voce autorevole disse agli attori di leggerne il contenuto. Il pubblico, come sempre attento capì subito che la messinscena della commedia di: SEI DON GIOVANNI IN CERCA D’AUTORE era da tempo iniziata. Il testo e la regia sono di Paolo Vettori, il quale con minuziosa ricerca ha realizzato un lavoro incompiuto di Pirandello, avendo solo pochi frammenti sparsi qua e là, messo in scena per il festival Nazionale di Luigi Pirandello, con un risultato che gli avrebbe fatto di sicuro piacere. Gli attori che prendono parte a questa girandola di personaggi sono: Il bravissimo Stefano Guerrieri, è riuscito a dare l’enfasi giusta alle sue trasformazioni con equanime equilibrio, dove ogni singolo spettatore percepiva le vibrazioni da lui emesse. Non da meno è Laura Ferrero e Blu Elia Bongiorno. La produzione è di Linguadoc.
A seguire LA CASA DELL’ANGOLO VERDE, testo di Luca Borgia, con l'interprete Michele Guaraldo e Luca Busnengo propongono letture spettacolo tratto sempre dalle opere Pirandelliane, a fare da corollario ma non da contorno, i musicisti Enrico De Palmas con la sua armoniosa e gradevole chitarra, mentre l’adorabile, dolce, melodioso suono provenire dal flauto traverso era prodotto da Rebecca Viora. La produzione è O P S, Officina Per la Scena.
E con questo si chiude la parte recitativa del festival Nazionale Luigi Pirandello al teatro Gobetti di Torino (Italia) per proseguire il 14/07 a Giaveno il 15/07 a Coazze, il 21/07 a Valgioie, gli spettacoli iniziano alle ore 21:00. Rendendo omaggio a Luigi Pirandello, il quale soggiornò per un breve periodo in quel di Coazze, in Provincia di Torino (Italia), dove lui nel suo generoso taccuino di sole cinquantun pagine, recentemente ritrovato, appuntava notizie o persone comuni del luogo, qualsiasi cosa era riportata come fosse un diario. Questi appunti, almeno in parte diedero vita a commedie del quale ci sentiamo affezionati. Il regista e direttore nel suo quinto anno di festival, Giulio Graglia ha cercato nonostante i tagli alla Cultura di costruire un percorso che rivolgesse lo sguardo alla nostra Italia migliore ancora, alla memoria del nostro territorio, che abbracciasse Sicilia e Piemonte, ospitando artisti di rilievo, senza lasciare in disparte i giovani che sebbene giovani dimostrano sul palco la loro risolutezza nel fare teatro, investendo su loro e producendo con non pochi sforzi, ma tanta soddisfazione uno spettacolo cucito per Natalino Balasso.

Torino (Italia), 10 luglio 2011

venerdì 8 luglio 2011

Serate Grand Guignol VENDETTA CRUDELE recensione di Daniele Giordano

Ed eccoci nuovamente a raccontare un altro appuntamento sul Soirèe Grand Guignol, messo in scena dalla competente compagnia Onda Larsen di Torino (Italia), la regia è di Vanina Bianco, per compiacere gli amanti del macabro. Il dramma di N. Thourghenieff, racconta come un marito tradito nell’orgoglio maschile, è ingannato da un compagno d’infanzia con la complicità di sua moglie. Come può l’uomo gioire da questa situazione se non architettando una “Vendetta Crudele” questo il titolo del componimento teatrale che fa da perno centrale alla circostanza creatasi. Legato l’amante in mezzo ai binari, gli scandisce gli ultimi attimi che precedono il passaggio del treno. Con una trovata d’effetto scenico, essi si ritrovano nella loro dimora, il resto della recita viene da sé. Per certuni, la drammaturgia russa potrebbe rivelarsi alquanto pesante, ma gli attori: Riccardo De Leo, Thomas Tinker, Andrea Zirio, riescono con le loro capacità recitative a condurre lo spettatore ad amalgamarsi all’opera teatrale senza che questi trovino il tempo per annoiarsi, mentre l’interpretazione dell’attrice Lia Tomatis, sembrava tutt’uno col ruolo che rivestiva, passando dai tremori seguiti con padronanza dalle paure che il suo uomo incute in lei, subendo la brutalità con cui l’uomo, la spoglia delle vesti per godere dell’atto consumato sotto l’occhio dei presenti. Ruolo notevolmente forte, espresso benissimo dalla protagonista.
Le scenografie sono di Giovanni Galuppi con la consulenza di Ottavio Coffano, per il disegno luci Claudio Meloni e Michele Di Rocco che cura anche la parte tecnica, il tutto a cura di Piero Ferrero.

Torino (Italia), 08 luglio 2011

mercoledì 6 luglio 2011

E’ UNA COSA SERIA? recensione di Daniele Giordano

Questo titolo potrebbe trarre in inganno o essere lasciato all’immaginazione del pubblico. Riconduce come filo conduttore all’opera teatrale IL BEL CECE’ del quale Sergio Tofano s'ispirò al famoso personaggio Buonaventura per la felicità di grandi e piccini dell’epoca, una commedia esilarante quindi, è presentata in apertura del festival nazionale Luigi Pirandello, partito dal teatro Gobetti di Torino per poi approdare nelle limitrofe province di Coazze, Giaveno, terminando il 21 luglio a Valgioie. Niente della rappresentazione è lasciato al caso, iniziando dalla scenografia, ricercata nei minimi particolari, ottima la scelta di luci e musiche. Gli attori sotto la mano esperta di Giulio Graglia non potrebbero dare il risultato scenico voluto dal regista e l’apprezzamento suscitato dal pubblico accorso già dalla sua prima messa in scena. Sembra che tutto sia stato analizzato perfettamente, ma pensandoci bene, una cosa semplicemente lascia forse perplessi: quel punto interrogativo nel titolo… Sé davvero è una cosa seria e, l’attore principale corrisponde al nome di Natalino Balasso, questo sarà da vedersi, invece per quanto riguarda la sua interpretazione e quella degli altri attori, non lasciano dubbi e non deludono i desideri dello spettatore.

Torino (Italia) 6 luglio 2011

LA CAGE AUX FOLLES recensione di Daniele Giordano

Ieri sera c’è stata la prima dello spettacolo “Piume, lustrini e tacchi a spillo” ripreso dal rifacimento di un film americano dal titolo “Piume di Struzzo” i cui ruoli furono coperti da Robin Williams e Nathan Lane. Nonostante la pioggia caduta il giorno precedente, continua con i suoi appuntamenti serali, la rassegna Cortile di Sera promossa da Artisti Associati Paolo Trenta. La commedia in questione è esilarante, sebbene sostenga un tema ancora di aperta discussione non solo sulla scena, ma è trattato dagli attori con discrezione tant’è che il pubblico ha apprezzato e con certezza si è divertito ancor più. In questa “gabbia delle follie” Roberto Carelli veste i panni di Georges e Roberto Briatta in quelli di Albin, a seguire: Antonio Cardinali, Laura Baldassari, Lorenzo Brugo, Gianpiero Fusco, Sabrina Vivalda, Nelson Barboni, Rita Sacchetti, Monsieur Languedoc, Antonio Strollo, Umberto Biagini, Adriana Ursino, Sabrina Lucarelli hanno dimostrato, con capacità espressiva e scenica non semplice, il ruolo da sostenere di cui il testo della commedia è pregna sino al termine. Gli effetti luce sono di Pietro Striano, per i costumi Daniela Rostirolla, la regia è curata da Elena Cortese. Da non perdere! Si replica questa sera.

Torino (Italia), 06 luglio 2011

lunedì 4 luglio 2011

ARTISTI DI STRADA recensione di Daniele Giordano

E’ possibile coniugare due commedie simili ma discorde fra loro? E’ possibile coniugare due o più drammi dissimili se non per un fattore comune? Stiamo parlando di teatro! Domande in apparenza semplici, ma complicate nell’esecuzione per renderle comprensibili a tutti gli spettatori. Ci sono diversi modi di portare in scena componimenti teatrali, uno di questi è l’arte circense. Allora ci risiamo con le domande, come può l’arte circense con i suoi giocolieri, saltimbanchi e chi più né ha né metta… ci fermiamo qui perchè la lista sarebbe non lunga, ma infinita. Dicevamo come può entrare in un dramma William Shakespeare con l’arte circense? Shakespeare, avrebbe risposto: questo è il problema! Stranamente Casata Maluf con i suoi artisti: Annaluce Marchione, Fabio Turini, Giovanni Fiore, Jean Pierre Tateo, Lucia Fusina, Matteo Frau hanno avuto l’idea di coniugare i cultori del classico e, doveroso verso i bambini questo abbinamento di livello di scrittura scenica, con grande maestria e serietà professionale. Gli artisti, provenienti da diverse formazioni non hanno tentato di mettere in scena qualcosa, bensì legato con estrema autorevolezza, senza annoiare il pubblico, unendo le rappresentazioni sceniche, in particolare la morte di Ofelia e Giulietta è stata una trovata unica la simbologia della loro morte, W. S. forse si sarebbe congratulato con voi tutti e, come diceva lui: Siamo della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni! Uno spettacolo da non perdere, diverso nel suo genere. Non è bello per chi recensisce entrare nel commento scritto in prima persona, questa è la prima volta per me. L’artista, negli spettacoli in genere ci mette anima e corpo, cercando di accontentare il pubblico intervenuto alle volte non sempre ci riesce sino in fondo, ma non è di certo in questo caso,continuando a parlare dello spettacolo AMBRETO MALEFICA, per lui non è tanto importante se l’ingresso è a pagamento o ad offerta libera, questo per certo aiuta gli artisti a sopravvivere, in contropartita al vostro divertimento e farvi dimenticare i vostri affanni… guardate invece la bellezza nei loro occhi dopo l’esibizione, quando iniziano gli applausi, soprattutto quando qualcuno del pubblico gli si avvicina e si congratula personalmente… sono occhi pieni di gioiosità, magari provate ad andate dietro le quinte… complimentandovi. Di sicuro sarà la più grande gratificazione di un'artista… fatelo anche voi. Terminando, questi vengono chiamati: Artisti di Strada!

Torino (Italia), 04 luglio 2011