lunedì 15 agosto 2011

IL PESO DELLA FARFALLA recensione di Daniele Giordano

Assemblea Teatro, nel portare in scena “ IL PESO DELLA FARAFALLA” dal libro di Erri De Luca, della rappresentazione Renzo Sicco scrive testualmente: potrebbe essere un azzardo prendere un romanzo di tale delicato spessore e densità e portarlo in scena, ma poi lascia agli spettatori la decisione finale. Il pubblico non solo ha gradito l’insieme, il dialogo crescente delle parole interpretate dagli attori narranti
Sax Nicosia (camoscio),Mauro Monni (cacciatore), Manuela Massarenti (giornalista), le musiche eseguite da Edoardo De Angelis(violino),Anna Barbero (pianoforte), entrambi dopo un lungo peregrinare intorno al mondo hanno deciso di ristabilirsi nella loro città: Torino. Gli effetti sonori e accostati piacevolmente sono di Brian Eno. In un susseguirsi di bravura sapienziale i protagonisti portano lo spettatore a essere parte integrante della narrazione coinvolgendolo, a parteggiare in favore del piccolo camoscio, divenuto ormai adulto e capo del suo branco, ma con un conto in sospeso: il bracconiere, l’uccisore di sua madre. Un racconto che porta a pensare, forse riflettere su quanto anche il semplice delicato peso di una farfalla… possa esserti fatale!
Le carezzevoli melodie riescono a trasportarti sulle cime silenziose, dove il solo contatto è l’odore che il camoscio avverte: quella del cacciatore. Una nota stonata c’è stata e va detta, non a discapito di Assemblea Teatro, loro come sempre professionali, ma all’organizzazione delle OGR per via della loro superficialità adottata nei confronti degli attori e di quel pubblico impeccabile, che in silenzio ha seguito la recita sopportando la calura all’interno del locale, poiché porte e finestre erano chiuse. Pareva essere in una fornace, malgrado fuori una leggera brezza aiutasse a respirare. Tutta quella canicola lasciava forse assaporare meno il gradevole dramma che si stava consumando. Tutto ciò grazie a chi non curante di quanto accadesse fosse presente, oltre a questo la ciliegina sulla torta: l’illuminazione dei servizi igienici non funzionava, realtà oggettiva e alquanto deprimente per aver declamato tanto le OGR… riferito come un punto fresco estivo e accogliente!
Torino (Italia), 12 agosto 2011

sabato 6 agosto 2011

ASPETTANDO GODOT recensione di Daniele Giordano

IN 2, nei panni di due clochard Daniele Ossola (Gogo) e Angelo Patti (Didi), liberamente tratto, danno vita al dramma della più famosa opera teatrale di Samuel Beckett “Aspettando Godot” durante il quale un susseguirsi di discorsi sconnessi e superficiali, senza senso e senza scopo, come del resto è il Teatro dell’Assurdo. Dalla loro conversazione futile, utilizzando detti popolari o effetti comici, emerge il nonsenso della vita umana, dove a volte si ride in altre, si riflette. Lamentele continue da parte di Dodo, sul freddo, la fame, in aggiunta a tutto questo fuori esce il loro modo di essere, tentando di vivere l’uno senza l’altro slegandosi, arrivando a pensare al suicidio, per poi capire di essere l’uno la metà dell’altro, in attesa che il signor Godot arrivi, ma lui non appare mai sulla scena, si limita a mandare un ragazzo dai due vagabondi, che a debita distanza comunicherà che "oggi non verrà, ma che verrà domani", riferendosi al suo mandante. L'opera è divisa in due atti, la trama è ridotta all'essenziale, così come la scenografia fatta eccezione del salice piangente, posto come una clessidra, per scandire il passare del tempo attraverso la caduta delle foglie. Piacevoli i gesti mimici dei protagonisti e giusti nei tempi che non lasciano spazi vuoti, a detta dei due artisti, pare alle volte essere al circo.

Torino (Italia), 05 agosto 2011

mercoledì 3 agosto 2011

LE CORSARE SONO SBARCATE SULLA RIVA DEL PO CON LE SUE PELLICOLE recensione di Daniele Giordano

Sembrerebbe un titolo per un romanzo Salgariano, ma non si tratta di questo. Stiamo parlando del terzo anno consecutivo che la Rassegna Estiva di Cinema all’Aperto dell’Imbarchino. Iniziata a giugno con gli imprevisti causati dal maltempo, sopprimendo così parte delle proiezioni cinematografiche esposte in cartellone. Dopo il bellissimo film proiettato domenica scorsa dal titolo “Il segreto dei suoi occhi” del regista Juan Josè Campanella, gli appuntamenti rimasti sono: 28 agosto Berlin Calling, 04 settembre Cover Boy, infine l’11 settembre a chiusura della splendida iniziativa Il Ritorno. Le Pellicole Corsare, il ciclo del Nuovo Cinema Valentino, come rileva giustamente Francesco dell’Imbarchino, questa è l’unica manifestazione cinematografica italiana in cui gli spettatori (muniti di plaid proprio) sono seduti o sdraiati direttamente sull’erba. E’ già bella di per sé emozionante la cornice che offre il Parco del Valentino, se aggiungiamo che in un anfiteatro naturale di una collinetta e trovandoci a contatto con la natura, non meno il raggruppamento di persone differenti per etnie che età, fanno di quel posto un angolo simpatico, la serata si presenta piacevolmente diversa. I titoli dei film sono suggeriti in parte dai frequentatori dell’Imbarchino e dalla lungimiranza esperienza di Max della Solaria Cinema, è lui l’uomo della rassegna Cinema in Piazza che ogni anno allarga il suo giro di proiezioni all’aperto nelle varie Circoscrizioni e ultimamente anche fuori Torino. Max sembra aver “sposato” il progetto delle Pellicole Corsare ormai da un triennio, mentre Francesco dell’Imbarchino, non ha mai avuto sostegni da parte delle Istituzioni, forse a loro poco importa, però sono contenti quando l’iniziativa è sostenuta privatamente e offerta al pubblico – gratuitamente - purchè non debbano scucire un centesimo. Invece queste proposte private andrebbero aiutate o per lo meno agevolate, per il solo fatto che è presentato in un luogo affascinante, meta di passeggiate turistiche. Riflettendoci sopra, non si dovrebbe penalizzare le Istituzioni per la mancata sostenibilità, poichè il periodo non ci permette di sborsare alcun che. In questo caso, a sostenerlo, dovrebbero essere gli utilizzatori in cambio del servizio offerto gratuitamente, semplicemente con un doveroso gesto solidale e semplice, consumando al bar posto fuori dell’Imbarchino, senza andare da qualche altra parte a prendere le consumazioni, speculando e lesinando la differenza magari di pochi centesimi su un'ordinazione. Come sempre la gente vuole senza mai dare! Complimenti a Francesco dell’Imbarchino per l’iniziativa.
Torino, 03 agosto 2011