domenica 31 luglio 2011

LA PAROLA “LIBERAMENTE” ALLE VOLTE PUO’ INGANNARE recensione di Daniele Giordano

Il desiderio di fare teatro è ormai noto, ci sono i bravi attori e quelli meno, gli altri non contano. Poi c’è la categoria dei registi che portano in scena commedie scritte da loro o da altri, cercando di superare o almeno essere vicino all’artefice principale della pièce. Esiste un’altra categoria non ben meglio definita, forse perchè giovane, ma già pronti a cimentarsi e farsi avanti con le proprie idee: ben vengano allora, il rischio per loro è grande! Alcuni ci provano senza esito benevolo, altri soccombono dal peso della commedia, certuni invece azzardando e, forse leggendo tra le righe scritte dai grandi autori, riesce a sviscerare un qualcosa mettendo sul palco uno spettacolo dignitoso, alle volte sorprendente. Il riferimento di cui si accennava prima, non è casuale, è stato giocato d’astuzia. Quando leggiamo, ci attraggono subito le parole scritte in grande, questo si fa per attirare l’attenzione, in termini di prestigio si definisce una distrazione. Senza fare troppi giri di parole, il commento è destinato alla compagnia teatrale Nuove Forme, in modo malizioso a scritto in locandina “liberamente tratto da La Cantatrice Calva” di Eugène Ionesco, ma il titolo della loro commedia è “La Cantatrice” presentata All’arena S. Filippo di Torino (Italia) con gli attori: Simone Faraon (adattamento e regia), Sergio Cavallaro (coreografie e direzione artistica), Monica Iannessi, Paolo Mazzini, la brava Francesca Roi, Davide Faraon (audio), aiuto regia Corrado Trione. Insomma le Nuove Forme, ha fatto suo il commento su ciò che disse Ionesco durante la stesura di questa opera teatrale, loro, hanno portando in scena non la commedia, ma l’anticommedia, una sorta di scimmiottatura rispettosa, una commedia nella commedia, cercando di stare nei parametri della commedia originale di Ionesco, il quale la mise in scena nel 1950 a Parigi, fu tutt’altro che un successo alla sua prima, dovette aspettare cinque anni per ottenerlo, a differenza della compagnia teatrale Nuove Forme con “La Cantatrice” che l'ha riscosso la sera stessa, condiviso da tutto il pubblico intervenuto nel meraviglioso Cortile di sera… com’era.
Torino (Italia), 31 luglio 2011

venerdì 22 luglio 2011

PIUME & PAILLETTES lo spettacolo, recensione di Daniele Giordano

Prima di parlare di “Piume & Paillettes” ovvero la vita nei panni di tre Drag Queen, si dovrebbe conoscerne almeno il significato di questa parola. Prima della diffusione del termine inglese Drag Queen, nel linguaggio colloquiale è usata questa espressione per indicare qualsiasi parte teatrale in costume del sesso opposto, anche al di fuori dell'ambito musicale e della musica lirica, per esempio in modi di dire come "recitare en travesti" o "attore en travesti" o "commedia en travesti". L'uso del “travesti” ebbe un movimento improvviso all'inizio dell'Ottocento, nell'opera barocca e neoclassica, si fa conoscenza già nelle opere teatrali di Donizetti, in questo caso è apertamente farsesco. In francese, si traduce "ròlè travesti" a differenza dell’inglese, tradotto in uno pseudo-francese en travesti, la traduzione italiana usa la forma "travesti" come sostantivo maschile invariabile, col significato di ruolo affidato ad attore/cantante di sesso diverso rispetto al personaggio, resta comunque la traduzione più corretta in travesti. A prescindere da ciò, la rappresentazione tenutasi all’Arena S. Filippo in via Maria Vittoria, 7 a Torino (Italia) dal titolo Piume & Pailletes, rappresenta un viaggio attraverso l'Italia di oggi, la solitudine di tre Drag Queen, unite da una vera amicizia e veritiero amore, tra bar di periferia, dove i pregiudizi sono alle porte, le menti ancora chiuse come un uovo, riusciranno comunque ad arrivare alla volta della Sicilia per realizzare lo spettacolo con balletti e canzoni. Le performances sono sempre accompagnate da un’irresistibile autoironia, mai volgari. Dichiarata incapacità di prendersi sul serio a dispetto delle ovvie abilità, che fanno di una serata un'esperienza indimenticabile, lanciando apertamente un messaggio profondo per coloro non disposti ad avere una visuale mentale aperta di questo ancora emarginato mondo che inesorabilmente avanza con le proprie richieste. Nel cast troviamo con un labiale canoro quasi da fare invidia a La La Mc. Callan, rappresenta la diva “travesti” che canta dal vivo, una vera rarità nel mondo dello spettacolo, Paolo Mazzini veste i panni di Margot, Matteo Bianco quelli di Audrey e Simone Faraon in quelli di Gilda. Continuando, Federico Bava (Alfredo), la brava e disinvolta Valeria Tardivo (la cinesina Cinthia), Michela Dolovich (Rachele), Rebecca Agostinelli è Rebecca, la figlia di Audrey e Rachele, ruolo non facile per una bambina, ma che pone l'accento e conclude questo cerchio ancora troppo chiuso. I bravi coreografi: Giorgia Zambrini (cura anche il trucco), Fabrizio Rago, Gioia Raro, Emanuele Nifosi' e Pamela Benincasa con le loro movenze danzanti hanno reso ancor più vivibile lo spettacolo. La costumista Monica Cafiero si presenta con un guardaroba di elegantissimi costumi disegnati appositamente per l’originalissimo spettacolo. Le scenografie sono di Sara Migliorini, Cristina Mantelli, Francesco Currenti, Alessandro Moro, luci: Carola Benedetti, e infine le musiche sono di Francesco D'alessio del RTA movie (cura anche la regia), Emanuele Nifosi'. Benvenuti quindi nel mondo di “Piume & Paillettes” lo show che non è un musical, ma potrebbe esserlo, in cartellone da più di sei anni, con un’esibizione e un concetto d'intrattenimento vecchio di duecento anni, ma non li dimostra! Unite da un destino che andrà ben oltre le piume e paillettes dei loro abiti di scena. Di sicuro... dive… con qualcosa in più, ma anche di buoni sentimenti e tanto da raccontare…

Torino (Italia) 22 luglio 2011

lunedì 18 luglio 2011

UN SEMPLICE RINGRAZIAMENTO Lettera Aperta di Daniele Giordano

E’ cosa risaputa su quanto, è successo e continua inesorabilmente ad abbattersi con pesanti tagli dovuti alla crisi che ha investito non solo il nostro Paese. Ineluttabilmente, guarda caso, la scure ha ghigliottinato per così dire la Cultura, a discapito di chi fa Cultura. Pressoché inutili sono servite le dimostrazioni! La parola “cultura” esiste ormai soltanto nel dizionario della lingua italiana, destinata a interesse di pochi. Così si presume pensino i benpensanti che in qualche modo hanno deciso volutamente e drasticamente su quella parola, fingendo d’ignorare la realtà e le persone che lavorano e di Cultura vivono! Quei benpensanti sostengono che da qualche parte dovevano pur cominciare per abbattere la spesa pubblica! Come contropartita però farà pervenire alcuni grandi Eventi per il bene placido di tutti, insomma il classico zuccherino dopo la medicina amara. Come se non bastasse tutto questo, ci sono volute anche le precipitazioni atmosferiche a rendere la vita ancor più difficile il lavoro degli addetti, perdendo quei pochi sperati incassi. In virtù della parola “Cultura” che ormai sa di lessico e, a dispetto delle precipitazioni cadute dal cielo, creando non pochi disastri economici, le Associazioni operanti sul nostro territorio hanno dimostrato con il loro altruismo, ancora una volta di essere il centro gravitazionale, il punto fermo per i cittadini, offrendo comunque spettacoli culturali o di svago. La stima delle presenze di affluenza malgrado questi intoppi appaiano chiare. Beninteso, una maggiore gratitudine esternata, quando si parla di Associazioni, s’intende a quelle che non percepiscono alcun contributo o meglio, ricevendo forse un “misero sussidio” col quale non riescono nemmeno offrire un frugale pasto agli artisti. In compenso, loro mettono a disposizione esibizioni degne di questo nome, nel rispetto della cosiddetta parola chiamata CULTURA.
Altrettanto più facile e senza troppo soffrirne se piove o sono effettuati “tagli” coloro provvisti di un contributo fare manifestazioni, qui non si desidera portare esempi su chi ha o non ha percepito, di certo alcune con risultato pietoso, c’è una frase di circostanza che potrebbe calzare: Margheritas ante porcos! Questo copione è da calendario, ogni sacrosanto anno si perpetua a discapito delle Associazioni. In luce a questi fatti, ci è sembrato naturale e alquanto doveroso scrivere poche righe su queste Associazioni, portandole alla ribalta pubblica, non perché non siano conosciute, tuttavia era il minimo che si potesse fare a loro favore. A questo proposito, supponiamo forse che a nessuno del pubblico è mai venuto in mente di congratularsi tra le pagine dei giornali sul lavoro svolto da questi addetti che in qualche modo allietano le serate per loro, facendoli sentire meno soli o come passare una serata in compagnia tra la gente, magari socializzando. Lo sforzo che tali Associazioni assumono ogni giorno dell’anno, mettendo l’impegno e la loro serietà professionale a disposizione degli utilizzatori, della Cultura, nessuno escluso, con le loro esibizioni alquanto piacevoli non solo durante il periodo estivo, ma tutti i giorni dell’anno, questo non è da tutti. Pertanto questa volta l’applauso meritato e squillante, non sarà destinato come di consueto agli attori a fine recita, ma a loro, per lo sforzo che tali Associazioni assumono con le rappresentazioni gradevoli, principalmente alle Associazioni che operano “gratia et amore Dei” e continuano a mantenere un impegno non scritto ma morale verso la Cultura, in modo che questa parola possa ritornare a essere a beneficio di tutti, purchè questo sia suffragato da un serio contributo. Di loro, offriranno spettacoli gratuiti o a prezzi popolari per un pubblico sempre più in prevalenza numerica, desideroso di questi piccoli ma efficaci eventi, a dispetto di quelli costosi, forse piacevoli sì alle persone, ma a danno delle piccole o medie Associazioni.

Un semplice grazie, ma di cuore!

Torino (Italia), 12 luglio 2011

mercoledì 13 luglio 2011

ANCORA GIORGIA GOLDINI recensione di Daniele Giordano

Ieri sera, una simpatica dimostrazione di “Troppe donne in un’altra” è avvenuta nello spazio all’aperto di cui l’Associazione Tedacà propone ogni sera una rappresentazione. Lo spettacolo della ormai collaudata artista Giorgia Goldini, oltre a rivestire quei panni, ha dovuto fare i conti con il suo radiomicrofono. Per nulla imbarazzata l’attrice ci ha ricamato sopra, soprassedendo al momentaneo disguido, ma prima che ciò accadesse, ha dovuto fare i conti o meglio rispondere a una telefonata venuta dai piani “superiori” si era una voce potente, rimbombate, riconoscibilissima, non lasciava dubbi su chi fosse: era LUI, non lui, quell’altro, molto più potente ben inteso, rimproverandola di una frase pensata e poi detta. Solo chi ha visto lo spettacolo potrà capirne il senso, peccato per gli assenti, qualche posto a sedersi era ancora disponibile… poi per gli amanti della natura, c’era il prato! La Goldini con la sua esperienza è riuscita fuori copione, a coinvolgere degli avventori con simpatiche botta e risposta. Il clou finale della sua rappresentazione, è stata efficace, profonda, entrando in scena si presenta con un palloncino e, con aria seriosa legge otto propositi scritti da lei sul bigliettino, liberandolo poi verso il cielo. Chissà se qualcuno, ritrovando quel palloncino farà proprio gli intendimenti scritti!

Torino (Italia) 13 luglio 2011

lunedì 11 luglio 2011

PIOGGIA SEMPRE PIOGGIA, Ma Non Tutto E’ Perduto recensione di Daniele Giordano

Torino, con i suoi appuntamenti serali all’aperto, ricchi al punto che uno non sa proprio cosa scegliere tra le proposte elencate in città o fuori porta. Quella sera, sebbene la pioggia continuasse a non dare tregua, mi è capitato per caso di entrare all’Arena S. Filippo, conosciuto anche come CORTILE di SERA. La pioggia era incessante, ma l’umore che regnava al riparo dell’androne del Cortile era gioviale. Non curanti i presenti su quello che succedeva fuori dalle mura di cinta erano lì ad attendere non si sa bene cosa, purtroppo lo spettacolo descritto dal cartellone era pressoché saltato se non fosse per l’audacia prontezza di Elena Cortese, naturalmente col placido assenso da parte dell’attore venuto da lontano per esibirsi proprio in quella piovigginosa serata invitandolo a proseguire sotto l’unico riparo che il Cortile offrisse. Ipso fatto il nostro valido attore, vestito nei panni dell’Eroe dei Due Mondi, iniziò il suo monologo dal titolo: Pompelmo di Livio va in cinta alla festa. Una storia garibaldina “vera” raccontata dall’attore Mauro Gasparini, oltre gli scrosci dell’acquazzone che imperversava incessantemente ha ottenuto il degno plauso del pubblico, chiedendogli addirittura un bis facendolo recitare alcuni brani del suo libro. Ironicamente scrivendo un attore non dovrebbe mai lasciare “all’asciutto” il suo pubblico, cioè declinare l'invito rivolto precedentemente. Lui, degnamente e con gran maestria non l’ha fatto pur non avendo a disposizione un palco, in compenso un meritato pubblico che ha condiviso ed apprezzato il suo monologo e relativo seguito. Come sempre anche in questo (s)fortunato caso c’è sempre il risvolto della medaglia, cioè la parte meno bella, riferita ai 4 Tunes venuti anch’essi a esibirsi, purtroppo non ha potuto dare la gradevole sonorità con la loro esibizione in chiusura della serata, per ovvie ragioni per così dire: di tempo, sempre ironicamente.

Torino(Italia), 09 luglio 2011

LUIGI PIRANDELLO SI TRASFERISCE recensione di Daniele Giordano

Non si è mai visto che gli attori bighellonavano in scena mentre il pubblico occupava il posto in sala ancor prima di recitare. E’ accaduto al Teatro Gobetti di Torino (Italia), questo lasciava perplesse le persone che educatamente come da copione si confà per chi assiste ad uno spettacolo teatrale! Loro, gli attori imperterriti e senza curarsi di ciò che capitava in platea, continuavano a fare i loro comodi! Considerando che gli intervenuti, pensavano di assistere a un lavoro di Luigi Pirandello, mica una commediola da ridere, o vedere tre qualunque su un palco che vagavano perdendo tempo! All’apparire il regista, sì capì del perché della loro insolenza, era dovuta al fatto che fosse in ritardo, comprensibilmente senza la presenza di colui che dirige, gli attori si lasciano andare. L’autore del testo, presentandosi con un foglio in mano e voce autorevole disse agli attori di leggerne il contenuto. Il pubblico, come sempre attento capì subito che la messinscena della commedia di: SEI DON GIOVANNI IN CERCA D’AUTORE era da tempo iniziata. Il testo e la regia sono di Paolo Vettori, il quale con minuziosa ricerca ha realizzato un lavoro incompiuto di Pirandello, avendo solo pochi frammenti sparsi qua e là, messo in scena per il festival Nazionale di Luigi Pirandello, con un risultato che gli avrebbe fatto di sicuro piacere. Gli attori che prendono parte a questa girandola di personaggi sono: Il bravissimo Stefano Guerrieri, è riuscito a dare l’enfasi giusta alle sue trasformazioni con equanime equilibrio, dove ogni singolo spettatore percepiva le vibrazioni da lui emesse. Non da meno è Laura Ferrero e Blu Elia Bongiorno. La produzione è di Linguadoc.
A seguire LA CASA DELL’ANGOLO VERDE, testo di Luca Borgia, con l'interprete Michele Guaraldo e Luca Busnengo propongono letture spettacolo tratto sempre dalle opere Pirandelliane, a fare da corollario ma non da contorno, i musicisti Enrico De Palmas con la sua armoniosa e gradevole chitarra, mentre l’adorabile, dolce, melodioso suono provenire dal flauto traverso era prodotto da Rebecca Viora. La produzione è O P S, Officina Per la Scena.
E con questo si chiude la parte recitativa del festival Nazionale Luigi Pirandello al teatro Gobetti di Torino (Italia) per proseguire il 14/07 a Giaveno il 15/07 a Coazze, il 21/07 a Valgioie, gli spettacoli iniziano alle ore 21:00. Rendendo omaggio a Luigi Pirandello, il quale soggiornò per un breve periodo in quel di Coazze, in Provincia di Torino (Italia), dove lui nel suo generoso taccuino di sole cinquantun pagine, recentemente ritrovato, appuntava notizie o persone comuni del luogo, qualsiasi cosa era riportata come fosse un diario. Questi appunti, almeno in parte diedero vita a commedie del quale ci sentiamo affezionati. Il regista e direttore nel suo quinto anno di festival, Giulio Graglia ha cercato nonostante i tagli alla Cultura di costruire un percorso che rivolgesse lo sguardo alla nostra Italia migliore ancora, alla memoria del nostro territorio, che abbracciasse Sicilia e Piemonte, ospitando artisti di rilievo, senza lasciare in disparte i giovani che sebbene giovani dimostrano sul palco la loro risolutezza nel fare teatro, investendo su loro e producendo con non pochi sforzi, ma tanta soddisfazione uno spettacolo cucito per Natalino Balasso.

Torino (Italia), 10 luglio 2011

venerdì 8 luglio 2011

Serate Grand Guignol VENDETTA CRUDELE recensione di Daniele Giordano

Ed eccoci nuovamente a raccontare un altro appuntamento sul Soirèe Grand Guignol, messo in scena dalla competente compagnia Onda Larsen di Torino (Italia), la regia è di Vanina Bianco, per compiacere gli amanti del macabro. Il dramma di N. Thourghenieff, racconta come un marito tradito nell’orgoglio maschile, è ingannato da un compagno d’infanzia con la complicità di sua moglie. Come può l’uomo gioire da questa situazione se non architettando una “Vendetta Crudele” questo il titolo del componimento teatrale che fa da perno centrale alla circostanza creatasi. Legato l’amante in mezzo ai binari, gli scandisce gli ultimi attimi che precedono il passaggio del treno. Con una trovata d’effetto scenico, essi si ritrovano nella loro dimora, il resto della recita viene da sé. Per certuni, la drammaturgia russa potrebbe rivelarsi alquanto pesante, ma gli attori: Riccardo De Leo, Thomas Tinker, Andrea Zirio, riescono con le loro capacità recitative a condurre lo spettatore ad amalgamarsi all’opera teatrale senza che questi trovino il tempo per annoiarsi, mentre l’interpretazione dell’attrice Lia Tomatis, sembrava tutt’uno col ruolo che rivestiva, passando dai tremori seguiti con padronanza dalle paure che il suo uomo incute in lei, subendo la brutalità con cui l’uomo, la spoglia delle vesti per godere dell’atto consumato sotto l’occhio dei presenti. Ruolo notevolmente forte, espresso benissimo dalla protagonista.
Le scenografie sono di Giovanni Galuppi con la consulenza di Ottavio Coffano, per il disegno luci Claudio Meloni e Michele Di Rocco che cura anche la parte tecnica, il tutto a cura di Piero Ferrero.

Torino (Italia), 08 luglio 2011

mercoledì 6 luglio 2011

E’ UNA COSA SERIA? recensione di Daniele Giordano

Questo titolo potrebbe trarre in inganno o essere lasciato all’immaginazione del pubblico. Riconduce come filo conduttore all’opera teatrale IL BEL CECE’ del quale Sergio Tofano s'ispirò al famoso personaggio Buonaventura per la felicità di grandi e piccini dell’epoca, una commedia esilarante quindi, è presentata in apertura del festival nazionale Luigi Pirandello, partito dal teatro Gobetti di Torino per poi approdare nelle limitrofe province di Coazze, Giaveno, terminando il 21 luglio a Valgioie. Niente della rappresentazione è lasciato al caso, iniziando dalla scenografia, ricercata nei minimi particolari, ottima la scelta di luci e musiche. Gli attori sotto la mano esperta di Giulio Graglia non potrebbero dare il risultato scenico voluto dal regista e l’apprezzamento suscitato dal pubblico accorso già dalla sua prima messa in scena. Sembra che tutto sia stato analizzato perfettamente, ma pensandoci bene, una cosa semplicemente lascia forse perplessi: quel punto interrogativo nel titolo… Sé davvero è una cosa seria e, l’attore principale corrisponde al nome di Natalino Balasso, questo sarà da vedersi, invece per quanto riguarda la sua interpretazione e quella degli altri attori, non lasciano dubbi e non deludono i desideri dello spettatore.

Torino (Italia) 6 luglio 2011

LA CAGE AUX FOLLES recensione di Daniele Giordano

Ieri sera c’è stata la prima dello spettacolo “Piume, lustrini e tacchi a spillo” ripreso dal rifacimento di un film americano dal titolo “Piume di Struzzo” i cui ruoli furono coperti da Robin Williams e Nathan Lane. Nonostante la pioggia caduta il giorno precedente, continua con i suoi appuntamenti serali, la rassegna Cortile di Sera promossa da Artisti Associati Paolo Trenta. La commedia in questione è esilarante, sebbene sostenga un tema ancora di aperta discussione non solo sulla scena, ma è trattato dagli attori con discrezione tant’è che il pubblico ha apprezzato e con certezza si è divertito ancor più. In questa “gabbia delle follie” Roberto Carelli veste i panni di Georges e Roberto Briatta in quelli di Albin, a seguire: Antonio Cardinali, Laura Baldassari, Lorenzo Brugo, Gianpiero Fusco, Sabrina Vivalda, Nelson Barboni, Rita Sacchetti, Monsieur Languedoc, Antonio Strollo, Umberto Biagini, Adriana Ursino, Sabrina Lucarelli hanno dimostrato, con capacità espressiva e scenica non semplice, il ruolo da sostenere di cui il testo della commedia è pregna sino al termine. Gli effetti luce sono di Pietro Striano, per i costumi Daniela Rostirolla, la regia è curata da Elena Cortese. Da non perdere! Si replica questa sera.

Torino (Italia), 06 luglio 2011

lunedì 4 luglio 2011

ARTISTI DI STRADA recensione di Daniele Giordano

E’ possibile coniugare due commedie simili ma discorde fra loro? E’ possibile coniugare due o più drammi dissimili se non per un fattore comune? Stiamo parlando di teatro! Domande in apparenza semplici, ma complicate nell’esecuzione per renderle comprensibili a tutti gli spettatori. Ci sono diversi modi di portare in scena componimenti teatrali, uno di questi è l’arte circense. Allora ci risiamo con le domande, come può l’arte circense con i suoi giocolieri, saltimbanchi e chi più né ha né metta… ci fermiamo qui perchè la lista sarebbe non lunga, ma infinita. Dicevamo come può entrare in un dramma William Shakespeare con l’arte circense? Shakespeare, avrebbe risposto: questo è il problema! Stranamente Casata Maluf con i suoi artisti: Annaluce Marchione, Fabio Turini, Giovanni Fiore, Jean Pierre Tateo, Lucia Fusina, Matteo Frau hanno avuto l’idea di coniugare i cultori del classico e, doveroso verso i bambini questo abbinamento di livello di scrittura scenica, con grande maestria e serietà professionale. Gli artisti, provenienti da diverse formazioni non hanno tentato di mettere in scena qualcosa, bensì legato con estrema autorevolezza, senza annoiare il pubblico, unendo le rappresentazioni sceniche, in particolare la morte di Ofelia e Giulietta è stata una trovata unica la simbologia della loro morte, W. S. forse si sarebbe congratulato con voi tutti e, come diceva lui: Siamo della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni! Uno spettacolo da non perdere, diverso nel suo genere. Non è bello per chi recensisce entrare nel commento scritto in prima persona, questa è la prima volta per me. L’artista, negli spettacoli in genere ci mette anima e corpo, cercando di accontentare il pubblico intervenuto alle volte non sempre ci riesce sino in fondo, ma non è di certo in questo caso,continuando a parlare dello spettacolo AMBRETO MALEFICA, per lui non è tanto importante se l’ingresso è a pagamento o ad offerta libera, questo per certo aiuta gli artisti a sopravvivere, in contropartita al vostro divertimento e farvi dimenticare i vostri affanni… guardate invece la bellezza nei loro occhi dopo l’esibizione, quando iniziano gli applausi, soprattutto quando qualcuno del pubblico gli si avvicina e si congratula personalmente… sono occhi pieni di gioiosità, magari provate ad andate dietro le quinte… complimentandovi. Di sicuro sarà la più grande gratificazione di un'artista… fatelo anche voi. Terminando, questi vengono chiamati: Artisti di Strada!

Torino (Italia), 04 luglio 2011

domenica 3 luglio 2011

DELIRIO A DUE recensione di Daniele Giordano

Una stanza, due individui, una guerra forse urbana, gli ingredienti per lo spettacolo messo in scena nel calendario della rassegna CORTILE di SERA, a cura del Gruppo Artisti Associati Paolo Trenta, lo spettacolo DELIRIO A DUE, è una delle opere minori di Eugène Ionesco, insieme a Beckett e Adamov rivoluzionarono la drammaturgia francese col Teatro Nuovo, conosciuto meglio come Teatro dell’Assurdo, prendendo il nome coniato dal critico Martin Esslin, negli anni cinquanta, con esso si racchiude un concetto filosofico di assurdità dell'esistenza. I protagonisti della pièce Dario Amateis ed Elisabetta Rubino, malgrado il testo possa in certi momenti apparire noioso,sono riusciti con il loro dialogo insensato (voluto dal copione) ha dimostrare la loro capacità narrativa alleggerendone l'effetto. Il dramma, racconta di una coppia chiusi fra le pareti domestiche, scosse dai tremori delle granate, passi di squadroni non meglio definiti che scorrazzano su e giù dalle scale, costituendo un altra diatriba tra i due. I rumori degli spari che echeggiano dalla strada non sembra minimamente interessare ai nostri attori se non per rimbeccarsi. E' un continuo scontro verbale di non-sense, fatto di beghe meschine sottolineando la sterilità del rapporto amoroso ormai stanco, segnando fortemente la condizione di anormalità e la mancanza di contatti con l’esterno. La stanza è dunque l'ambiente, la realtà che avvolge i nostri personaggi. Solitudine e isolamento dell'individuo, difficoltà nel comunicare con gli altri, l’assoluta mancanza di capacità dei due di lasciare un segno tangibile della loro esistenza e della loro funzione nel mondo. Uno scontro dialettico e assurdo, grottesco, ridicolo che rende la commedia di Eugène Ionesco un capolavoro del teatro dell'assurdo in cui: incomunicabilità, rabbia, superficialità la fanno da padrona senza soluzione alcuna, dove neanche la morte diventa occasione per fare riflettere su ciò che sta avvenendo, lasciando non indifferente il fruitore dello spettacolo, in questo caso puramente riflessivo, senza nessuna soluzione ai problemi.
La regia curata nei dettagli è opera di Maria Grazia Solano proponendo la versione originale, realizzandola usando scenografie ridotte all’essenziale, poichè anch’esse prendono parte di quell’assurdo mondo!

Torino (Italia), 03 luglio 2011