venerdì 18 agosto 2017

PASSEGGIANDO NEI PARCHI di Daniele Giordano

Ippocastano particolare dei rami
Ippocastano alla Certosa di Collegno (TO)
Capita alle volte di vedere alberi secolari passeggiando nei parchi o lungo i viali, enormi, grandi tronchi altrettanto i rami, è bello coccolarsi sotto la sua fulgida chioma verde protratta verso il blu del cielo che ripara dai raggi solari, in atesa di una leggera brezza sentendoci protetti. Siamo proprio sicuri, di questa protezione? Dicono che non si deve sostare sotto gli alberi quando piove, per via dei fulmini… ma oggi non piove e quindi: posso. Ripensando mentre stai sdraiato sotto quel “monumento vegetale” rifletti su cosa potrebbe capitare se si rompesse un ramo mentre tu di sotto aspetti la frescura… Entrando nel Parco della Tesoriera a Torino, esiste un enorme Platano (Platanus occidentalis), solo il tronco è spettacolo, bello da vedersi, ma era imprigionato a cavi, quasi fosse colpevole di qualcosa che non aveva commesso. Invece non era per quel motivo, la sua imbracatura serviva per “alleggerirlo dal peso dei rami”, legati tra loro in un preciso schema di sostenimento, mediante protezioni per non ferire l’albero, da uno studio condotto si pensa che loro soffrano.
Ippocastano particolare del tronco
Dalla sua magnifica altezza, sembrava quasi sorridesse, tanto era contento di continuare a far ombra a persone e bambini frequentatori del parco. Poi uno pensa, chissà quanto sarà costato tutto quel lavoro per rendere felice l’albero. Il quotidiano La Stampa, pubblica notizie sui “cacciatori di alberi” essi vanno a caccia, muniti di reflex e quando capita di trovarne uno di quelli secolari, “gli sparano” delle fotografie per immortalarli, il fatto è che esistono e andrebbero salvaguardati. Abitualmente questi mastodontici esemplari, “abitano nei parchi” o nelle strutture chiuse, come Castelli oppure la Certosa di Collegno (TO). Alberi nati spontanei o piantati dall’uomo durante i lavori preparatori di giardini o dimore storiche. Ritorniamo per un momento alla Certosa, all’interno si trova un Ippocastano        ( Aesculus hippocastanum), anche lui ha il suo fascino, non tanto per gli anni trascorsi in questo luogo rimesso in vita da poco, quanto per la bellezza derivante dal suo magnifico aspetto. Agli occhi di chi guarda si presenta come un candelabro, dove il tronco dell’albero è il basamento, i rami potati in modo in maniera saggia, si presenta come fossero candele. E’ uno spettacolo solo a vedersi. Ahimè, anche questo necessita di cure adeguate! I rami che sostengono la chioma divenuta troppo pesante per l’eccessivo peso, rischia di romperli, nel cedere, il tronco potrebbe aprirsi in due… finendo di fare ombra, una fine non degna per un albero che ha sentito i mormorii delle persone, quando dimoravano all’interno del complesso. Tra gli ospiti, alloggiava il signore del caso Bruneri – Canella… noto anche come “lo smemorato di Collegno”. Tutto questo racconto per aggiornarvi su quanto c’è da scoprire con una semplice passeggiata, la cosa interessante è questa.
Il Comune di Collegno (si legge su un giornale) ha fatto un preventivo di ventimila euro per metterlo in sicurezza, un gesto nobile certamente ma eccessiva da parte di molti. Come sia nata quella cifra, non è dato sapere. Forse, ripensandoci… magari sentendo nell’aria i rumor…ha preferito indire un bando per la sua messa in opera. Questa risposta è più sensata come soluzione. 

 Le foto sono scattate da Elio Draghi, fotografo specializzato che ringrazio per la sua prestazione
d’opera.
Torino (Italia), 17 agosto 2017



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