Le
prime notizie sulle rose si perdono nella notte dei tempi. E’
un simbolo di per sé complesso,
i suoi petali, racchiude significati totalmente contrastanti, potendo
nello stesso momento
significare perfezione celeste e passione terrena, vita e morte,
fecondità e verginità.
Nel Medioevo, leggende e superstizioni la legavano alle streghe, ma
era il
fiore prediletto dalle
Fate. In tempi moderni potremmo definire la rosa un fiore
ambivalente.
E
sempre, parlando di rose, viene in mente la storia de Il Piccolo
Principe di Antoine Jean Baptiste Marie Roger de Saint-Exupéry,
meglio conosciuto come Antoine de Saint-Exupéry, narra di un
principe provenire da un lontano asteroide, sul quale abita solo, a
tenergli compagnia tre vulcani di cui uno inattivo e una piccola
rosa, molto vanitosa, che lui cura e ama. È fra le opere letterarie
più celebri del XX secolo, nella classifica, è il terzo libro dei
più letti oltre la Bibbia e il Corano, stampato in più di 150
milioni di copie in tutto il mondo e tradotto in trecento lingue e
dialetti e nelle lingue più parlate dei cinque continenti. Non è
dell’opera che intendiamo scrivere, l’abbiamo già recensita sul
corrieredellospettacolo.net, desideravamo portarvi alla conoscenza se
pur breve di questa famiglia delle Rosaceae.
Certamente,
le prime a essere colte venivano utilizzate in medicina, i Romani ne
facevano già uso, antichi testi riportano unguenti e pozioni che
ancor oggi i ”galenici moderni” confezionano. Inoltrandoci…
senza pungerci... cercheremo di saperne di più su questo fiore e su
com’è stato il viaggio che le ha condotte sino ai giorni odierni.
Intanto
si deve essere bravi giardinieri o vivaisti, meglio dire, cultori di
antiche rose, quelle quasi estinte, ormai rare, per dedicarsi ad
esse, cosa non facile. Di certo nei paesi Anglosassoni o in altri
Stati di tutti i cinque Continenti trova un largo seguito. Sorge una
domanda, perché l’Italia non è mai stata protagonista nella
storia della rosa, poi è così diffuso questo genere di
collezionismo? Per saperlo dobbiamo proseguire nella lettura.
Come
sempre le leggende si sprecano, in questo caso, anche per la “regina
dei fiori”, ne abbiamo trovata una, ma c’è ne sono tante altre
altrettanto romantiche.
Si
narra che le rose siano state create dalla spuma del mare che
circondavano Afrodite, dea dell'amore, mentre usciva dalle acque, un
altro diede, il seme per poterla coltivare, la dea Flora aveva donato
i petali... Il risultato finale fu sorprendente, il racconto
continua, ma noi dobbiamo interromperlo per proseguire il viaggio di
questo meraviglioso fiore. Suddivise in numerose varietà con
infiniti ibridi, è originaria dell’Europa e Dell’Asia, alcune
classi sono antiche, altre sono il risultato della mano (ibridazione)
dell’uomo. Tre, i gruppi importanti di rose: Quelle selvatiche
(forse le più profumate) e relativi ibridi, le antiche e moderne.
Pare un vero e proprio hobby di giardinaggio quello dedicato alle
rose. Scherziamo naturalmente, qui ci vuole dedizione e passione
botanica, tante sono le genealogie delle rose nel mondo, dalla grande
collezione d’Europa a quelle antiche cinesi, in particolare le
discendenti come la Rosa Odorata, arbusto vigoroso e sano. I fiori semidoppi dalla fragranza deliziosa.
Vogliamo parlare della casa in Umbria della pittrice Ducrot, più che
un giardino quello di Vicky e Isabella è una fissazione la loro per
le rose, con le tremila piante di 650 diverse varietà scovate nel
corso di innumerevoli viaggi e poi piantate semplicemente, una
appresso all’altra da formare una siepe. Si possono trovare specie
rare, come la Hemisphaerica
gialla
sulfurea, la botanica Belle sultane o la profumata Temple.
Il professor Gianfranco Fineschi, laureato in medicina e chirurgia
sulle lesioni vascolari traumatiche degli arti e sulla sindrome di
Volkmann, è riuscito a coniugare la scienza con l’umanesimo e la
cultura. In vita, era conosciuto come il “rosaista e rodologo”
appassionato e studioso non meno collezionista di tutte le specie
botaniche del Genius Rosa, creando un grande roseto con oltre seimila
varietà di rosai, dedicato poi in memoria di sua moglie Carla. Gli
appassionati troveranno un ibrido di multiflora moscata che porta
il suo nome.
Queste
sono alcuni numeri che in certi giardini si contano, come le varietà
di rose del mondo con cifre da capogiro dovuto al loro costo, un vero
business.
Chi
l’avrebbe mai detto che questo semplice e bellissimo fiore dai
petali vellutati con sfumature diverse una dall’altra, l’inebriante
e delicato profumo ti avvolge nel suo essere, se non fosse per quelle
spine sul gambo ma in egual misura la rendono ancora più sensuale.
Queste
sono alcuni numeri che in certi giardini si contano, come le varietà
di rose del mondo con cifre da capogiro dovuto al loro costo, un vero
business.
Chi
l’avrebbe mai detto che questo semplice e bellissimo fiore dai
petali vellutati con sfumature diverse una dall’altra, l’inebriante
e delicato profumo ti avvolge nel suo essere, se non fosse per quelle
spine sul gambo ma in egual misura la rendono ancora più sensuale.
Giunta
da chissà dove per essere nuovamente esportata in Abissinia. La
portò con se Fromenzio, prima di essere nominato Vescovo. Nella
tradizione etiopica fu chiamato Abuna Salama (Padre della Pace),
vedendo la rosa, il botanico francese Achille Ricard, la etichettò
come la Rosa Sancta. Fu uno scienziato scrupoloso e osservatore
attento, autore di numerosi libri, ancora oggi considerati dei
capisaldi della Botanica. La rosa è sempre stata legata alla chiesa,
molte raffigurazioni di santi hanno una rosa, le troviamo nel
“Ritiano per eccellenza” dove si narra di Rita, una devota che in
punto di morte avesse espresso il desiderio di avere con se una rosa,
cosa non facile trovare una rosa fiorita in un gelido inverno…
eppure in giardino, dall’unico roseto spuntò una sola rosa quella
di Santa Rita da Cascia, la Santa degli Impossibili, nonostante le
spine che la vita le aveva riservato, ma questo solo per chi conosce
la storia della Santa.
Testimonianza
letteraria e sanscriti cinesi confermano, l’acqua di rose è stato
il “legame tra l’Oriente e l’Occidente“ fin dal VIII e IX
secolo. In Persia, il commercio si estendeva oltre i confini. Seppur
di un’altra specie: La Damascena o Rosa di Damasco, nota come Kazanlik o
|
ROSA di DAMASCO |
Trigintipetal, è conosciuta non solo tra i Persiani,
celebre il Poema di Said che in prosa scrisse Giulistan, ossia il
roseto. La
Bulgaria è il maggior produttore di rose, ai piedi dei monti Balcani
esiste un’intera vallata interamente ricoperta di piante di rose, i
numerosi fiori dal profumo intenso, vengono coltivate da secoli per
la produzione di essenze, da esse si estrae l’olio di rosa,
mediante distillazione dei petali, per ottenere una sola goccia
d’olio, vengono usati 30 fiori, adesso capite del perché del suo
costo. A Taif in Arabia Saudita, si produce la più rara e costosa
acqua di rose. Sembra che alcune varietà di rose, non siano talmente
antiche da risalire all’epoca dei Romani, ma tra la fine del XVI e
l’inizio del XVIII secolo avvenne un fatto straordinario: I Paesi
Bassi, introdussero duecento varietà di Rosa Centifolia, la
particolarità di questa specie, è l’addensamento di petali
intorno agli stami, sono talmente fitti da renderli praticamente
irraggiungibili da parte degli insetti e dalla mano dell’uomo. Una
varietà di rosa fu quella dell’ibridatore Pastoret, la chiamò
Torre di Malakoff, una delle ultime e rare ottenute nel XIX secolo.
Durante
il periodo della Belle Epoque, questo fiore ebbe un momento fulgido,
i pittori hanno fatto della rosa la loro icona, se pensiamo al
giardino di Giverny, dove Claude Monet (1840-1926) amava dipingere le
sue ninfee, quasi sempre in compagnia di rose. In un suo dipinto <
Les Arceaux fleuris > è rappresentato un arco di rose fiorite,
altrettanto lo sono state le rose ai lati del viale che conduceva
alla casa dipinta di colore verde, accompagnati dalla fragranza del
suo profumo intenso e dalle sfumature colorate dei suoi petali. E
proprio in un giardino di Vichy che fu scoperta la Belle
Vichyssoise, altra varietà di rosa! Cavalieri donavano le rose alle
signore per qualsiasi circostanza. Potremmo continuare all’infinito
sulla passione per le rose, un fiore che non ha sesso, uomini, donne
s’innamorano della rosa, dalla più antica, quelle quasi estinte,
naturalmente sono le più ricercate e costose. Prendiamo Gwen Fagan,
raccogliendo le rose storiche del Capo Occidentale, traccia la storia
in un libro di queste gloriose e vetuste rose, per una strana
coincidenza le pianta nel suo giardino, ritenute rose “fuori moda”
divenute poi ricercatissime, casi che potrebbero capitare nel mondo
delle rose. La Fagan, per assimilare profonda conoscenza sulle
Roseaceae, fa visita a roseti antichi, ma gli autentici tesori li
trova dove sono custoditi, nei vecchi giardini e cimiteri, trovando
rose di natura spontanea come la Jasminum multipartitum (Gelsomino di
Primavera)
|
JASMINUM MULTIPARTITUM |
che formano siepi a bordo strada o una Rosa moschata.
Varietà dalle origini selvatiche, di incerta la provenienza della
specie, probabile possa trovarsi sull’Himalaya occidentale.
Da
questa storia nasce l’esperienza in cui potreste essere sedotti,
uscirne inebriati, è un racconto affascinante come è stata la sua
evoluzione, dopo innumerevoli tentativi, la mano esperta ha trovato
il modo, per riprodurre le varietà rose, peccato per alcune perse
nel tempo. Ci piacerebbe continuare questa piacevole storia fatta di
rose e roseti antichi e moderni, purtroppo lo spazio non basta per
descrivere le sue qualità oltre la bellezza, speriamo di avervi
incuriositi e, se fossimo riusciti… bene, questo era il nostro
intento...
Torino
(Italia), mercoledì 16 agosto 2017
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