Un film del regista
Marco di Gerlando, fatto con la consapevolezza di dover rivolgere il contenuto
a dei bambini, non è sempre facile indirizzarlo. Se poi alcuni di essi vengono
coinvolti nelle operazioni di ripresa, potremmo aggiungere il fatto che
costantemente assistiamo a cose ben più peggiori. Vedendo il film, coglie nel
segno la naturalezza degli interpreti, sicuramente alla loro prima esperienza,
trovando un senso alla narrazione, ma non è abbastanza. Il regista dovrebbe
dirigere, cercare di veicolare i suoi attori, lavoro molto impegnativo e
difficoltoso, non sempre il risultato riesce. Dobbiamo invece tenere in
considerazione che il lavoro è frutto di laboratorio. La trama è adeguata ai
piccini, scritta con garbo, appropriata al loro linguaggio, senza troppe
pretese. Nello scorrere le immagini del filmato, tuttavia non viene spiegato allo
spettatore per quale ragione la scelta è caduta sulle tre bambine (non delle
intrerpreti), dopo aver trovato un album di fotografie d’Antan, riposto in
cantina e prelevato da una delle tre. Un dato di fatto da considerare che prima
di loro qualcuno e, chissà quante mani avranno sfogliato quell’album, senza che
succedesse alcunchè. A loro invece capita di entrare nel racconto ed esserne
artefici. Si troveranno per magia dover girare le stanze di un castello come
sempre infestato da fantasmi, questa volta buoni. Tenteranno di risolvere una
serie di indovinelli dettati da un fantomatico personaggio animato, quello a
cui l’album è dedicato. Tutto questo, per liberare dall’incantesimo cinque fantasmini
imprigionati (anche qui non si sa il perché sono racchiusi dentro l’album). Come
tutte le storie anche questa è a lieto fine, Le tre graziose attrici inerba, riusciranno
nell’impresa. Risolvendo l’arcano, finalmente potranno fare ritorno a casa. Una
storia senza troppe pretese adatta a solleticare la curiosità infantile forse… serve
a sminuire la paura che i piccoli hanno per i luoghi bui o dei fantasmi.
Daniele Giordano Torino (Italia), 6 febbraio 2013
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