martedì 15 gennaio 2013

LA “CASA DI VIA BARBAROUX” recensione di Daniele Giordano


Angelina Merlin, ai giovani d’oggi forse dice poco… ma ai loro nonni… molto! Stiamo parlando del lontano 1958. Il suo nome è strettamente legato all’emanazione di una legge italiana datata 20 febbraio 1958, precisamente la n. 75. La Merlin non tollerava l'ipocrisia della morale corrente, in particolare dei capi di famiglia religiosi e osservanti, che non trovavano alcuna contraddizione tra i loro principi e il frequentare le prostitute, cosa che sovente aveva come conseguenza di contagiare le loro mogli con malattie veneree andando nelle "case chiuse" (così chiamate per le persiane sempre abbassate a protezione della privacy e della morale) o case di tolleranza. Questa è storia. Queste alcove, erano considerate il luogo dove i giovani, compiuti diciotto anni d'età, potevano "fare esperienza" poiché a quel tempo, alle ragazze "da marito" non era concessa avere rapporti sessuali prima del matrimonio, ma alcune non curanti trasgredivano. A Torino, una di quelle citate  - case - e tra le più famose, era il Babi, situato in via Barbaroux, una via del centro. Questa invece era vita vissuta. Si è iniziata questa recensione in questo modo per introdurvi (si fa per dire) nella casa forse tra la più “nobile di quelle chiuse” attraverso essa, la compagnia teatrale – Barbari Invasori – hanno inscenato al teatro Araldo di Torino la commedia: Il Babi di Via Barbaroux, uno spettacolo che racconta momenti di questa importante casa di tolleranza, intrecciando storie alquanto pittoresche e probabili, consumate nella giornata che precedeva l’entrata in vigore della legge Merlin, mettendo uno stop a tutte le “signorine inquiline” della casa e il loro meretricio. Da questo spaccato fuori escono personaggi che sino a quel momento avevano un futuro certo, ognuno con la propria mansione: la Maitresse o tenutaria della casa, le Inquiline o…beh avete capito, il Tuttofare, unico uomo della casa. Improvvisamente tutte quelle persone per colpa di quella legge, colpiva chi faceva "il mestiere" dovendo reinventarsi una nuova vita, incentrata tra amori sbocciati durante la – professione – promesse lusinghiere o autentiche delusioni d’amore, sta di fatto che la compagnia teatrale Barbari Invasori, da anni propone questo spettacolo ricevendo consensi di pubblico. La regia e le ricerche storiche sono di Walter Revello, presente nel ruolo del Vicequestore (Vittorio Barbero), con Massimo Chionetti (Beppe), Patrizia Schneeberger (Wanda), Giulia Berto (Gina), Annamaria Pasquinelli (Maria Barbero), Anna Fantozzi (Rosa), Martina Tinnirello (Titti), Valentina Mortara (Mariuccia), Angelica Tafuro (Mariella), Vittorio Eterno (Pietro Agostinelli), Elena Volpe (Elga). Gli attori, han dimostrato bravura immedesimandosi nella parte assegnata, una nota meritoria va aggiunta a favore di Annamaria Pasquinelli, la quale riesce a enfatizzare il suo personaggio rendendolo veritiero. Questo tema affrontato nella commedia continua a distanza di tempo a essere controverso, tant’è che alcuni si pongono il quesito se è stato utile approvare la legge per sopprimere le famose case, considerando la realtà odierna.

Torino (Italia), 14 gennaio 2013  




 

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