venerdì 18 marzo 2011

Recensione: IL VELO DI MAYA di Daniele Giordano

IL VELO DI MAYA di Daniele Giordano
Recensione Reality show: IL VELO DI MAYA
Il fenomeno materiale è dunque per Schopenhauer solo parvenza, illusione, sogno: tra noi e la vera realtà è come se vi fosse uno schermo che ce la fa vedere distorta: il velo di Maya di cui parla la filosofia indiana. Questo per introdurre la compagnia “Lontani dal Centro“ prendendo in prestito il titolo per l’appunto “Il velo di Maya” mettono in scena il loro piacevole reality show, uno spettacolo esilarante in cui la stragrande maggioranza del pubblico vorrebbe essere al posto dei concorrenti anche se quest’ultimo, venisse manipolato da un pensiero precostituito ed imposto dai media al solo scopo di vivacizzarne lo show. Ad essi, non fregherebbe nulla di tutto ciò l’importante è esserci, cosa non si farebbe per un attimo di celebrità!
Come ogni reality show che si rispetti troviamo nel “Il velo di Maya” un Presentatore che ti ammaglia con lo sciorinare parole, un Manipolàtor il quale da buon dotto psicologo tenta di spiegarne il fenomeno, entrambe le vesti per niente strette, vengono indossate da Fulvio Abbracciavento rendendo complice il pubblico in sala.
In un reality che si rispetti non potevano mancare le oche di turno, due splendide veline nei panni di Giuliana Garavini e Lisa Usseglio che oche non sono di certo, per l’occasione interpretano le coscienze degli spettatori, facendolo in un modo sublime.
Oppure parlare del duplice ruolo di Letizia D’Angelo, nel primo, simpaticissima truccatrice quanto convincente nel secondo, facendo applaudire il pubblico, grazie al suo applausometro usato in diversi show televisivi.
Concorrenti che si accalcano per potere entrare a fare parte di quel mondo virtuale, per poter dimostrare la grande nullità che possiedono purchè si faccia televisivamente, creando un spettacolo povero di contenuti, ma ricco nelle riflessioni. Quattro giovani concorrenti si cimenteranno in questo reality show “Il velo di Maya” mettendo in risalto queste virtù oltre a quelle proprie. La prima concorrente è Barbarella impersonata da Erika Fundone, il suo personaggio è quello di una ragazza bella, scaltra e arrivista, disposta a qualunque compromesso pur di raggiungere il suo proposito con la consacrazione materna.
Cristofèr, interpretato da Bruno Bianchini, il classico nullafacente totale, oltre ad essere ignorante è dilapidatore della pensione paterna.
Angela Vuolo raffigura con padronanza Santina, una donna illibata, fedelmente devota, è approdata al reality nella speranza di trovare marito.
Ed infine Teodobaldo con semplice maestria ha saputo sostenere il ruolo del ricco manager con certificato d’origine di razza ariana-lombarda. Dai loro dialoghi emergono l’incapacità di relazione reale e il potere detenuto dai mass-media sulle loro vite e non soltanto le loro.
Un’ora e quindici minuti di risate interagite con gli spettatori che alla fine decretano chi deve rimanere e chi andarsene da questo reality show, anch’essi schiavi su quanto affermava Schopenanhauer.

Daniele Giordano, Torino 12 marzo 2011

1 commento:

  1. Che dire???
    grazie, perchè lo spettacolo di Fulvio lo merita, è un testo che vale, e se si considera che è stato concepito e steso ormai un paio d'anni fa... ci si ritrova ammirati ed attoniti per quanto abbia saputo interpretare ed anticipare i tempi che viviamo (ahinoi!). Poi è buffo ironico e graffiante, un'ora e mezza di risate pure (specie nella casa) che, proprio considerando la semplicità delle scene, dimostrano quanto è forte, incisivo e quanto potrà sempre valere.
    Grazie anche per la critica positiva!
    Giuliana Garavini, velina (solo per finta) e coreografa (per davvero)

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