mercoledì 26 agosto 2015

IL CONTENITORE recensione di Daniele Giordano

Cosa ci potrebbe essere dietro una semplice cifra, citiamo ad esempio 0,014, niente. Salvo che non si presenti sotto forma di contenitore. Quei contenitori che contengono le porzioni di frutta, verdura o altro. Stiamo parlando dei contenitori che si trovano nei magazzini alimentari, dove ogni persona prende dall’espositore e lo ripone nel carrello della spesa. Dicevamo di una cifra che all’apparenza è priva di sostanza sé unica e che il più delle volte nessuno bada all’etichetta sul raccoglitore. Badate bene che questa volta non stiamo discutendo su quel timbrino obbligatorio che ha come simbolo bicchiere e posata o di frode alimentare. Stiamo semplicemente parlando di numeri… di tara che moltiplicato alle vendite giornaliere per il periodo che il contenitore è venduto, cioè la cifra moltiplicata per un tot… questo fa la differenza di quella insignificante cifra, dove inconsapevoli clienti acquistavano la merce: Tara venduta con il prezzo del prodotto! Il contenitore (tara) deve differenziarsi dal peso netto del prodotto. L’etichetta confezionata dal personale deve essere pesata senza involucro, variazione relativa a prodotti freschi tanto da lievitare e garantire i margini migliorandone il guadagno. Recentemente i NAS (Nucleo Anti Sofisticazioni) dopo un controllo hanno segnalato alla Procura l’elenco degli esercizi commerciali compromessi e le probabili entrate per molti euro, si tratta ora di valutare le reali responsabilità cercando di chiarire da quanto tempo questo meccanismo era messo in opera. Di conseguenza, quando andiamo a fare la spesa cerchiamo di buttare un occhio all’etichetta controllando se tara e peso sono separati e descritti in modo inequivocabile.

Torino (Italia), martedì 25 agosto 2015



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