lunedì 4 marzo 2013

POSSO ENTRARTI NELLA MENTE recensione di Daniele Giordano


Parola di Aldo Aldini figlio d'arte, (il padre era il mago "Haldin" di scuola Houdinì), muove i primi passi in famiglia acquisendo le tecniche di prestiditazione giocando come può fare un bambino, quindi in famiglia non può che assimilare non solo la bravura del padre “escapologo” ma amare la musica per conto della madre.  La prima apparizione fu molto prima, ma in pubblico fu all’età di sedici anni come prestigiatore. La sua strada ben presto prenderà una svolta, cambiandone la sua vita. Inizia a interessarsi al linguaggio del corpo, applicandosi nel tempo a venire, lasciando poco spazio a interessi di svago comuni, sino a essere un mentalista. Quella è la via che muoverà il suo futuro. A sentire le sue parole, si definisce “autodidatta” in realtà il suo percorso artistico e la dedizione che mette per realizzare i suoi spettacoli va oltre al virgolettato, producendo effetto sul pubblico. Diverse le tournee in tutta Italia e, dopo aver girato gran parte del resto del mondo approda con il suo show al teatro Cardinal Massaia di Torino. Con questa frase: Posso “Entrarti nella Mente”, Aldo Aldini si presenta al suo numeroso pubblico, riuscendo a indovinare numeri, parole non mormorate ma pensate dai presenti in sala, estrapolando elementi da una semplice frase. C’è del subliminale di certo in tutto questo, tant’è che lo spettatore rimane basito nell’assistere per quanto accade sotto i loro occhi. Aldini crea spettacolo nello spettacolo, si muove in sala, tra il pubblico attento, cercando di metterlo in imbarazzo, ma lui attraverso tecniche di suggestione o lettura del corpo, riesco a capire quello che l’essere umano pensa sino influenzandolo a pensare quello che lui desidera che tu pensi. Attraverso l'utilizzo che noi abbiamo del corpo, come lo poniamo, riesce a capire, entrare per quell’attimo che basta nella tua mente  per sapere il tuo pensiero. Tutto questo ha dell’incredibile, se unito alla sua esperienza maturata negli anni con duro lavoro professionale, per il Mentalista è un gioco da ragazzi. Il Mentalismo, una tecnica non facile poiché è frutto di puro impegno perfezionato quotidianamente. I suoi esiti, anche se visti con i vostri occhi, non possono che farvi rimanere basiti. I suoi esperimenti alquanto singolari, vi lasceranno increduli e perplessi, portandolo ad essere uno tra i più esponenti del mentalismo italiano. Di certo non ha la facoltà di leggere la mente delle persone, ma la sua bravura è superiore tanto da farvelo credere che abbia poteri soprannaturali. Abbiamo chiesto: se dovesse consigliare ai giovani d’intraprendere il mentalismo cosa suggerisce. La risposta è stata più veloce della domanda: studiare, perché non è facile capire i segnali che emette il corpo. In origine ci si esprimeva a gesti, ma col passare del tempo anche questi si sono evoluti. Come chiusura dello spettacolo a voluto omaggiare in suo ricordo il grande Haldin, suo padre (durante una trasmissione televisiva gli prese male rischiando di morire), lo stesso esperimento di escapologia. E’ inutile dire che gli applausi non terminavano più. Una domanda rivolta a Aldini: come si sente prima dello spettacolo? E’ una sfida da vincere, da solo contro tutta la platea. E dopo?  Mi sento stanco, svuotato, ma soddissfatto per aver dato il meglio di me stesso al pubblico che mi segue numeroso senza deluderlo. E così anche questa volta il sipario si chiude dietro lui, lasciando agli spettatori la solita domanda senza avere risposta: ma come farà?

Torino (Italia), 4 marzo 2013

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