E’ stata una bella “passeggiata” tra aromi e degustazioni che
abbia donato Terra Madre Salone del Gusto grazie ai suoi espositori, offrendolo
a tutti i visitatori, facendoci conoscere usanze e cibo da parte degli
standisti. A loro volta, contenti d’informare tramite conferenze, proponendo
assaggio di piatti preparati espressamente per l’occasione. Durante il
pellegrinare gastronomico, si notava da parte di alcuni narratori, la loro
esultanza e passione nello spiegare al pubblico i loro prodotti. Non ci ha
meravigliato ne sorpreso assistere alla procedura con spiegazione di un piatto
cucinato “in diretta” dai cuochi Beppe Guido e Florin, usando materie prime del
pastificio Di Martino di Gragniano, giunto alla sua quarta generazione con il
figlio Valerio. E neppure la verace convivialità manifestata dalla Regione
Campagnia, per l’esattezza il Cilento, ha saputo “accogliere sotto il loro
stand” persone, informandole che il presidio sul cibo, sta salvando un pezzo di
terra, questo detto dal responsabile regionale di Slow Food Vito Trotta e dal
prof. Gianni Ciccia del Comitato Scientifico sulla genuinità del cibo campano.
Si è potuto assaggiare il Pecorino di Farindola, un prodotto del Parco
Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, gli insaccati di Giannelli, vincitore
di un campionato nazionale sul salame, i vini dell’Oltre Po Pavese e tutti gli
altri prodotti delle proprie regioni o nazioni. L’azienda Cesare Malerba
c’invita odorare l’aroma inconfondibile dello zafferano, i suoi pistilli
essiccati a “fiamma spenta” c’inebriano, come la vista di una “pancetta” con un
peso di 100 kg. presi da venti suini, ci sono voluti tre anni abbondanti per
l’asciugatura… ma ne valeva la pena assaggiare il suo risultato! Abbiamo
parlato con uno standista proveniente da Amatrice, era scontato chiederne la
ricetta della famosa pasta all’amatriciana, ecco gli ingredienti: Spaghetti e
non bucatini, poco pomodoro, solamente per dare un leggero colore al piatto,
poi il guanciale è quello che insaporisce tutto il preparato, infine pecorino
quanto basta, niente aglio o cipolla! Oppure soffermarci allo stand di Sapori,
per gustare i suoi Amaretti morbidi alla mandorla oppure i Cantucci Toscani IGP alle mandorle e altri magnifici manufatti dolciari. Potremmo continuare a lungo
su questo discorso, ognuno troverà il prodotto confacente al suo palato e, noi non
riusciremmo a dare la giusta idea di cos’è stata questa ventesima edizione di
Terra Madre Salone del Gusto con la presenza massiccia della fiumana di
visitatori che si sono presentati in queste giornate della Mostra. Il conteggio
è in difetto e molto incerto, si parla di cinquecentomila persone, effetto di
sicura ricaduta commerciale e afflusso di visitatori che dovrebbe aver superato
l’edizione precedente. Tutto questo non avrebbe alcun senso senza la necessità
di unione, facendo sinergie su costi e operatività nell’agricoltura, specie in
quelle famigliari che lottano per difendere la biodiversità e sementi autoctone
per uno sviluppo sano e pulito, senza essere alla mercé della “sovranità
alimentare”, sentendo le parole di Carlo Petrini: Loro sono giganti, non c’è
dubbio, ma i contadini di piccola scala sono una moltitudine diffusa e tenace”.
Alcuni piccoli rumors sentiti tra gli stand, contrarie alla chiusura ritenuta troppo
anticipata (prevista per le ore 18:00 in realtà, la serrata si prolungava
almeno di un’ora) rispetto alla precedente edizione. Senza parlare di
fatturati, profitti e dividendi, tutto ha funzionato perfettamente, compreso l’esperimento
su quest'appuntamento in esterno, di conseguenza, Torino (Italia) è stata
ancora una volta al centro di un Evento che ha saputo raccogliere in uno spazio
magnifico, quello del Parco Valentino, Culture e Cibo di Paesi lontani tra loro
ma con un unico e grande obiettivo: SALVARE LA TERRA!
Torino (Italia), lunedì 26 settembre 2016
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