Un monologo drammatico, prende spunto da quattro figure con lo stesso
nome ma diverse le situazioni del racconto. E’ quello portato in scena da
Giuseppina Facco proveniente da Savona con un titolo che sconcerta: Le Guerre
di Angela. Detto in questo modo sembra che la protagonista sia in lotta, bensì
lungi da noi il pensarlo. Si tratta invece di quattro episodi ben strutturati
che danno valore alla recita, portando sul palco situazioni inconsuete,
radicate in una situazione precisa… la guerra. Le protagoniste sono quattro
donne dallo stesso nome, quattro differenti destini, ideologie disuguali sulla
prima grande guerra. Un testo impostato e recitato con sentimento, anche se in
alcuni quadri forse, mancava quella forzatura che le venti persone che
assistevano si aspettava.
L’autore Paolo Faroni (Blusclint) ci propone un testo
alquanto bizzarro: Con le tue labbra senza dirlo. Il suo soliloquio, inizia da lontano, sono gli anni del suo
primo contatto di scuola e il suo insegnate. Da un semplice e innocuo disegno
infantile, s’intraprende un viaggio alla ricerca onirica di una figura impressa
nella sua mente e di conseguenza riportata sulla carta, intersecando situazioni
alle volte simpatiche, altre meno. In aiuto e complice di questa recita per
risolvere l’ingarbugliata matassa che attanaglia la mente dell’attore, è un
nonno sagace... ma muto. Egli è convinto, elaborando nel corso della sua esistenza
una formula applicabile su qualunque problema: cinque lettere, poichè la vita “ruota”
su questo poche sillabe che compongono tre frasi, secondo la sua opinione! Da
parte nostra abbiamo trovato il monologo altalenante cioè, in alcune scene il
testo scorre divertendo le dieci persone accorse per lo spettacolo… in altre
forse, è leggermente sfuggente… portando il pubblico a essere su un’altalena…
Luca Occelli, innamorato della sua terra langarola, coniuga
due aspetti che hanno segnato il percorso giovanile portando in scena: W Bruce
Lee. Una leggenda mescolata in due
situazioni che s’intersecano dando inizio al monologo che non ha soddisfatto i
pochi presenti, intendiamoci, stiamo parlando della messa in scena, non
dell’attore! Dalle sue capacità artistiche, avremmo voluto assistere a qualcosa
di più corposo… forse preso dalla foga della sua amata terra…ha fatto rivivere
in essa il personaggio mitico… non proveniente dalle Langhe!
Torino (Italia), giovedì 12 maggio 2016
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La critica a con le tue labbra senza dirlo è scritta in modo faragginoso e astruso, non azzecca l'argomento centrale (la donna) ed è ovviamente il parto pretestuoso di una persona che non ha alcuna competenza critica e padroneggia un italiano desueto e ostile alla lettura. Faccia altro che è meglio.
RispondiEliminaQuando un attore si propone mettendosi in gioco con uno spettacolo, deve anche prendere in considerazione le sue conseguenze. Per chi scrive una sceneggiatura, è palese pensare di aver “partorito una magnifica creatura”, di conseguenza per lui, diventa difficile accettare critiche o semplici suggerimenti. A nostro avviso l’autore avrebbe dovuto chiedersi leggendo del perché è stata scritta quella recensione, evidentemente questo non è stato fatto da parte sua. Ha preferito invece,dare ossigeno al suo inutile scritto, magari dettato dalla reazione del momento, sapendo benissimo che quanto da noi scritto è opinabile… come del resto è la sua affermazione, apparentemente fuori luogo!
RispondiEliminalei non scrive in italiano, non ha scritto nulla che abbia a che vedere con la semplice trama dello spettacolo, se non lo ha nemmeno visto con attenzione perché dovrei leggere quello che scrive. Io non ho scritto una sceneggiatura, la sceneggiatura la si scrive al cinema, questo è un monologo. "evidentemente questo non è stato fatto da parte sua": è una frase in un italiano corrente secondo lei? Ma poi lei continua a scrivere "a nostro avviso" "quanto scritto da noi". Ma gli altri oltre a lei chi sono? Le personalità multiple che la abitano? Le ripeto, faccia altro; o vada a commentare i lavori nei cantieri, che è meglio.
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