Chi approda al Molo di Lilith… deve obbligatoriamente
possedere “la tessera Arci” per accedere! Questo non è un problema per chi si avventura
al 7 di via Cigliano in Torino. Varcata la soglia, trovi un pregevole cortile
ben tenuto, poco ammirato in questo periodo considerato il clima invernale a
differenza di come sarà gradito nei mesi successivi ma ora, preso in ostaggio solo
dai fumoir. Una graziosa e sorridente persona di nome Claudia, nell’accoglierti,
potrà risolvere l’impedimento regolandoti con l’associazione fornendoti la
tessera, oltre a farti sentire a tuo agio. Entrando, sembra uno di quei locali
marinari, tra nasse, gomene e reti appese, qua e là troviamo sparsi manichini
vestiti con abiti di scena, quasi per aumentarne il numero già cospicuo degli
abituali frequentatori… oppure messi a guardia…questo non è da sapere! Tra
un’apertura di porta e l’altra, fuoriesce dalla cucina un odore che sa di
buono, invitante. Sono i manicaretti genuini che la simpatica Marta abitualmente
prepara ogni giorno, con prezzi popolarissimi e accessibili considerato il
clima che si respira… aiuta entrambe le parti. Al banco troviamo Max, insieme
alle citate signore, sono parte della compagnia “L’Interezza non è il mio forte”
propone con minuziosa capacità la mescita e spiegazioni sulle birre artigianali,
in attesa di presentare sul palco l’ospite di turno. Salendo sul palco, piace
introdurre le consuetudini fondamentali della casa, su cosa potresti trovare
sempre sia nel bere sia nel mangiare, soprattutto quello che non troverai mai
per scelta e a ragion di causa! Lo spettacolo introdotto, è stato nominato per il Performance
Award al Fringe Festival di Praga 2015 in lingua del luogo, ottenendo consensi. A
Torino invece, per il suo debutto, è recitato in italiano. Si tratta di un monologo
di e con Tom Corradini che dopo aver lasciato i panni dei Supereroi, si cimenta
in un testo di elevato spessore storico, facendo rivivere “da protagonista” la giornata
del 24 luglio 1943
a Roma, rivestendo i panni del Duce. Il Gran Consiglio del Fascismo quel giorno, dopo gli insuccessi
dell’esercito italiano da lui causati, si riunisce per discutere la rimozione
di BENITO MUSSOLINI. In attesa del verdetto, egli si ritira nel suo studio di
Palazzo Venezia. Durante quell’ora di solitudine, la mente rievoca questo
formidabile viaggio, su come il destino abbia giocato un ruolo importante per
lui, da povere e umili origini, portarlo a essere il capo Supremo d’Italia. Il
Corradini, con scrupolosa ricerca sia negli abiti sia nel dialogo durante il suo
soliloquio, esibisce la qualità di attore con padronanza scenica, anche se a
nostro avviso è ancora un “lavoro in corso” cioè da smussare non tanto nel
dialogo che con sagacia perizia ottiene l’attenzione del pubblico, bensì sulla
postura dell’individuo rappresentato, per il resto non sono mancati i commenti
favorevoli, apprezzandone il lavoro svolto dall’artista.
Torino (Italia), lunedì 16 novembre 2015
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