Secondo voi, la verità esiste o non esiste? E se esiste,
potrebbe essere la stessa faccia della medesima medaglia? Dilemma o messaggio?
Quanti punti interrogativi per esprimere un unico concetto! In questo caso il
lettore sarà leggermente disorientato, come di certo chi ha visto l’opera
teatrale di Luigi Pirandello – Così è se vi pare – al teatro Concordia di
Venaria Reale (TO), per la ricorrenza dei dieci anni trascorsi dall’apertura.
Il sipario si apre e voi… immaginate di essere al centro di un circo, con tanto
di animali, dove un domatore divertito, riesce “nella classica tinca
pirandelliana” come contrappeso mediatore tra la scena e il pubblico. L'opera è incentrata su un tema molto caro a Pirandello: l'inconoscibilità
del reale, di cui ognuno può dare una propria interpretazione e magari non coincidere
con quella degli altri che è ben rappresentata dal personaggio Laudisi.
Un'impossibilità a conoscere la verità assoluta. E gli animali,
direte voi? C’erano ed erano in tanti, ignari di essere rappresentati come tali
in questo dramma della vita, movimentando la monotonia della loro scialba
quotidianità, dove si desidera entrare con violenza nella vita del prossimo, sapere
tutto di tutti. Giudicando senza essere giudicati. La verità non esiste, questo
sembra essere il vero messaggio che Pirandello vuole trasmetterci in
questa pièce. Se poi esiste, forse non è l’unica verità. Da questo concetto si
sviscera il dramma, passando dal grottesco al surreale, improntato su un gruppo
di pettegoli, in una società carente, discutendo tra loro animatamente, cercando
in qualche modo di venirne a capo. Gli stessi protagonisti della controversia, lanciano
apertamente accuse di pazzia e compianto per la triste situazione
dell’accusato ma sempre più convinti di
avere ragione, esaminando approfonditamente, lasciandosi andare a conclusioni errate
sullo “strano” ménage di un marito, una fantomatica moglie e una suocera. Esasperati
e bramosi di conoscere “la vera verità” avventandosi sulle loro prede elevandosi
a giudici, rivestendo una veste non loro, tutto sotto gli occhi divertiti della
saggezza del domatore. E’ qui che il regista Adriano Pellegrin ha voluto in
quest’opera teatrale modificare alcune cose. A suo dire sembravano più incisive
e attuali, sebbene l’opera scritta nel 1917, modificata dallo stesso Pirandello
anni dopo, da allora non è mutato nulla a riguardo all’invadenza di alcuni soggetti
nei confronti del prossimo. Infatti, Pellegrin ha modificato l’allestimento
scenografico originale ponendo la farsa in un circo, in cui sono evidenziati
tutti gli ingredienti, a iniziare dal domatore Laudisi (interpretato dal bravo
Roberto Incannila), le belve: il consigliere Agazzi (Livio Mottura), Amalia
(Laura Cotza), Dina (la giovanissima e brava Isabel Rodriguez Ramos), la
signora Sirelli (Gaia Salemi), il prefetto (Raffaele Tarzia), il commissario
Centuri (Claudia Cotza), le signore Cini e Nenni (Maria Luisa Borghese, Marina
Milanasso). Infine, non ultimi i personaggi spettrali su cui ruota l’intera
rappresentazione, la signora Frola (Rita Regis); suo genero, il Ponza (Simone
Schinocchia) e sua moglie Giulia Superti, anche assistente alla regia. A
generare l’insieme di questa recita, due compagnie unite da sempre, quella di
Tedacà e la Bizzarria; le scene e costumi sono di Francesco Calabretta e Sara
Brigatti; il coordinamento tecnico: Walter Schinocca, Andrea Rizzitelli,
Giuseppe Venuti. Sebbene il lavoro teatrale sia stato piacevole, come del resto
il regista Adriano Pellegrin aveva pronosticato, egli ha voluto rivolgersi
all’autore con tono sommesso. Richiamando l’attenzione di chi seppe scrutare
atteggiamento dell’individuo, facendolo con ilarità in tutte le opere scritte
da Luigi Pirandello, dedicandogli questa opera teatrale rivisitata… e come
direbbe Lamberto Laudisi: Il dibattito continua senza arrivare
ad alcuna soluzione, finché non interviene la moglie ad
affermare che essa è ciò che marito e madre vogliono: Così è, se vi pare.
Torino
(Italia), 31 ottobre 2014
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