lunedì 25 marzo 2013

UNA PESSIMA COPIA recensione di Daniele Giordano


Succede spesso puntare su un numero nella speranza che questo esca e, vincere. Sono in molti a pensarlo. Puntare su un numero inesistente, pensando che possa (ri)uscire è da sconsiderati. Nello spettacolo alcuni agiscono proprio in questo modo. Può comunque capitare di sbagliare nelle scelte delle opere teatrali, puntare tutto su quel numero immaginario convinti di farcela. Questa volta per “Gli Argonauti” non è stato così! Una compagnia di spettacolo che gode ottima stima, non solo tra i suoi affezionati, quando porta in scena i suoi piacevoli lavori. Sebbene la sala e galleria avesse fatto sold out nell’unico giorno della rappresentazione (senza sindacare l’appartenenza del pubblico), con la loro esibizione ha reso inaccettabile uno spettacolo meritevole di successo. Lo sanno bene gli esperti delle commedie di Edoardo Scarpetta, dopo aver assistito a quel che restava della messinscena: Il Medico dei Pazzi. Essi e, forse Scarpetta stesso sarebbe sceso a un compromesso, mediando con l’accettare a malincuore, magari la versione recitata in italiano! L’avvertimento comunque c’è stato, la locandina avvertiva: adattamento e regia. La parola “adattare” non significa stravolgere l’intera opera teatrale lasciando “solo” il canovaccio e titolo! Scelta ahimè infelice, condivisa tra il pubblico, quello venuto per Scarpetta. Una farsa nella farsa, detto in tono leggibile. Queste sono state le opinioni raccolte uscendo da teatro. A parte questo increscioso incidente di percorso su cui un “professionista” non dovrebbe mai inciampare, oltre la scelta sbagliata di portare in scena una commedia partenopea non adatta al genere della compagnia, come se non bastasse triturandola in quel modo, sono comunque da segnalare gli attori, iniziando da Danilo Torrito alias don Felice Sciosciammocca, Maria Luisa Toma “vedova sconsolata” e Roberta Filippi nel doppio ruolo di scrittrice/violinista. La compagnia, dovrebbe lasciare a quelli “veraci” queste interpretazioni, offrendo lavori nuovi o proponendo quelli delle passate recite, di cui hanno goduto e ottenuto apprezzabili assensi, con i ringraziamenti degli esperti.

Torino (Italia), 25 marzo 2013

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