L’orrore
lo si può descrivere in molti modi. Nei film, sui giornali, per strada, ma
quello dell’olocausto non si può descrivere. E’ solo un triste ricordo, una pagina
di storia da tenere vivo nella mente perché non venga più ripetuto. Nel corso
dell’offensiva delle truppe sovietiche verso Berlino, abbattendo i cancelli del
lager di Auschwutz i primi soldati che entrarono nel campo, non credettero ai
loro occhi e non è possibile da parte nostra immaginare cosa potessero aver
visto. Venivano incontro a essi quei pochi malnutriti superstiti, solo allora il
mondo comprese gli orrori del geniocidio nazista! Era il 27 gennaio del lontano
1945. Si scelse quella data come “Giorno della Memoria” fissandone quel ricordo degli orrori di cui
furono vittime in gran parte gli ebrei, con essi molti bambini e vecchi. Il
tempo trascorso non è bastato a cancellare quello che è stato tramandato da
incartamenti, fotografie o chi ha vissuto sulla propria pelle quella brutta
esperienza e testimone. Ogni anno si ripete quell’esodo, partono treni
speciali, questa volta non di deportati, ma di scolaresche e non solo,
soffermandosi a visitare quelle anguste dimore, divenute musei per mantenere
vivo il ricordo non solo per la Shoah o dell’olocaustico in Italia ma per tutti
i morti causati da questo terribile scempio, entrando in quelli che erano campi
di concentramento, si assimila tutto il dolore subito, ogni centimetro parla di
loro. Proprio per questo e per evitare che la storia possa ripetersi, si
celebrano iniziative per non dimenticare.
Torino
(Italia), 18 gennaio 2013
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