mercoledì 8 febbraio 2012
RICCARDO III e la sua ultima partita a scacchi, recensione di Daniele Giordano
Con Riccardo III si chiude la tetralogia che W. Shakespeare scrisse, determinando il passaggio dinastico dei Plantageneti a quella dei Tudor. Wikipedia definisce che gli scacchi sono un gioco da tavolo di strategia, giocato da due avversari. Contrariamente applicando la strategia e a giocare fosse uno solo, magari con la partita si potrebbe decidere sulla sorte degli altri, usando semplicemente la scacchiera a proprio vantaggio. Certamente Riccardo III è riuscito nel suo intento manovrando le pedine senza giocare, cercando di riprendere il potere a lui tolto. Un lavoro meticoloso sopra ogni attesa, gli Artisti Associati Paolo Trenta hanno saputo confluire piacevolmente. Le luci di Pietro Striano, le scene di Elisa Perrone, i costumi di Daniela Rostirolla, i video di Fabrizio Luzzo, Roberto Franco, Luca Albano, la grafica di Antonio Strollo, l’abbinamento del colore delle musiche suonate dal vivo da Gilson Silveira e il gruppo Comunicato Samba rendono fluida la tragedia. Elena Cortese, cimentandosi in un difficile componimento tragico ha dimostrato con la regia di essere in grado di presentare uno spettacolo che va oltre le righe sin dalla scenografia semplice ma efficace sull’aspetto visivo del pubblico, inserendo filmati uniti alle scene rendendo partecipe lo spettatore facendolo entrare nella drammaturgia con le immagini! In ordine di apparizione, personaggi e interpreti sono: Riccardo III, interpretato dal bravissimo Lorenzo Audisio; gradevolissimi sono gli attori: Lady Anna è Giulia Aragno mentre Clarence è Roberto Carelli; Hastings nei panni di Antonio Strollo; Buckingham è Roberto Briatta; la Regina Elisabetta è Serena Inturri: il ruolo di Margherita lo ricopre Susanna Gianandrea; I Sicari sono: Gianpiero Fusco e Chiara Fogliani; Re Edoardo veste i panni di Angelo Rubatto; il Sindaco, Umberto Biagini; Tyrcliff, Rita Sacchetti; infine Richmond è Antonio Cardinali.
Non abbiamo notizia contro chi Elena Cortese avesse giocato la partita, di certo non con il pubblico in quanto accorso numeroso, la sua mossa, cioè il suo spettacolo, a permesso di dare scacco matto all’avversario.
Torino (Italia), 8 febbraio 2012
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