Grand Guignol, un teatro fondato da Oscar Mètenier nel 1897 specializzato in rappresentazioni di orrore. Amorale intrattenimento su temi appropriati, sbocciato come un fiore velenoso nell’atmosfera sensuale e pericolosa che avvolgeva Montmartre, quartiere dei divertimenti, delle donnine allegre, con la sua componente erotica delle esecuzioni di inermi fanciulle opportunamente discinte o degli “apache” per finire con i delinquenti dal coltello facile. Teatro della paura e della suspense specializzato in casi letali, orribili esperimenti, sadici piaceri, sembrava assolutamente degno di quel turpe quartiere, una bizzarria esotica. Tutto questo veniva raffigurato in teatro tra la prima e la seconda guerra mondiale. I frequentatori erano celebrità in abito da sera. Al Grand Guignol, il cliente poteva assistere a più spettacoli nella serata, in uno stile brutalmente vero del teatro naturalistico, di certo non mancavano gli svenimenti tra il pubblico durante le recite, le quali furono eseguite in diverse forme rappresentative, ma il più popolare fu l’orrore decisamente squallido così come per gli effetti speciali usati. In seguito venne coniato il termine grandguignolesco, indicando i film a sfondo horror e splatter. La compagnia di spettacolo Onda Larsen ha voluto far suoi i principali testi delle opere di Andrè de Lorde, mettendo in scena i foschi atti unici del repertorio grandguignolesco, proponendo “Fernanda” un’affascinante ragazza (interpretata con grande perizia da Lia Tomatis), la quale possedeva tutto dalla vita. Malgrado ciò la riporta dove un tempo esercitava un “vecchio mestiere” in casa di M.me Lepaine (ruolo espresso con decisione da Irene Forneris), in attesa di un giovane (parte sostenuta in modo piacevole da Gianluca Guastella) del quale si è infatuata, tra effusioni e confessioni scaturirà in dramma. Nella stessa serata una seconda situazione dal titolo “L’artiglio” anche questo di Jean Sartène, i protagonisti s’intersecano dando vita a questo intreccio legato tra loro, in cui un anziano capofamiglia di nome Gianmaria, colpito da una paralisi è costretto passare il proprio tempo immobile su di una poltrona, subendo oltre al suo male le angherie da parte di Rosa sua nuora, la quale trama alle spalle del figlio Ippolito in quanto innamorata di un altro. Il solito triangolo direte voi, non è proprio così! Non dobbiamo dimenticare gli spettacoli erano imperniati sulle sofferenze degli innocenti, sull’insanità e la vendetta, quindi non mancheranno i colpi di scena. Gli attori in questa rappresentazione sono stati bravissimi ed è inutile commentarli uno ad uno, quindi partendo da: Riccardo De Leo del quale è anche regista, Irene Forneris, Gianluca Guastella, Giovanni Mancaruso e Thomas Tinker, tutti carichi di patos ed estremamente validi nei ruoli assegnati. Un plauso a Piero Ferrero, Claudio Meloni, Giovanni Galuppi su consulenza di Ottavio Coffano, i quali hanno saputo ricostruire le suggestive atmosfere parigine, trasportando lo spettatore in quell’ambiente granguignolesco.Tutto contornato dall’ottima degustazione di vini piacevolmente qualificati della Azienda Agricola Baldi, oltre alle suggestive opere della galleria d’arte Paolo Tonin e dal prof. Radu Dragomirescu dell’Accademia delle belle Arti Albertina di Torino. Meritava davvero esserci, quindi non perdetevi gli appuntamenti delle prossime Soirèe Grand Guignol al Teatro Espace di Torino.
Torino, 18 aprile 2011
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