Quando il corpo è tutt’uno col palco, non occorre scenografia, bastano i movimenti del corpo e la preparazione condotta da dieci danzatrici, di cui tra esse una voce narrante che ti trasporta con semplici movimenti e passi di danza a vedere passaggi di situazioni con cambi di costumi per niente elaborati, ma adeguati all’occorrenza, protagonisti anch’essi creando l’effetto scenico voluto. Tutto è strutturato all’essenziale con grande preparazione di coordinamento, tempismo, luci e musiche ben selezionate per quello che la scenografa Simona Maggi con la Compagnia di Danza Tedacà voleva rappresentare: relazione tra la vita quotidiana ed il pensiero, costruendo la felicità attraverso l’azione.
Torino, 27 marzo 2011 recensione di Daniele Giordano
lunedì 28 marzo 2011
UN POMERIGGIO DI PRIMAVERA CON LUCIANO VENTURA hair diffusion
Con l’inizio della primavera gli alberi si adornano di fiori e volutamente il Vicepresidente dell’Associazione Parrucchieri Piemonte Luciano Ventura, non si perde l’occasione di realizzare una sfilata presso il proprio negozio in Rivalta alle porte di Torino, ma non si accontenta di realizzare un semplice defilè per sfoggiare le proprie acconciature abilmente messe a punto dal suo staff, egli vuole completezza lasciando deliziose ragazze nelle mani esperte di Daniela Messina stilista emergente. Ad un avvenimento di classe non poteva mancare la ciliegina sulla torta, in questo caso sono i gioielli di Antonella Aguiari e la sua creatività. L’accoglienza ricevuta dall’ospite e sua figlia è sopra ogni aspettativa entrando nel salone di Luciano Ventura, l’invitato vieni messo a proprio agio, con tocco aggraziato ci si sente coccolati, mai abbandonato, allora viene da pensare che non è solamente la bravura in fatto di acconciature dei componenti dell’Hair Diffusion a riunire tante persone per la circostanza, ma è tutto l’insieme: gentilezza e competenza lavorativa. L’invitato guardandosi attorno non può fare a meno di notare la fantasia espressa sui modelli esclusivi di Daniela Messina già conosciuta nel mondo della moda, per l’occorrenza le sue creazioni le ha fatte indossare da: Violina Ivanova, Simona Vicari, Denise Ghione, Valentina e Martina Permegian, Caterina Tarasenko, Silvia Menardi ed altre ancora. Alcuni dei suoi abiti qui presentati, hanno riscosso diversi elogi da parte di alcune Maison di risonanza mondiale. Mentre l’abbinamento degli accessori sono stati curati da Antonella Aguiari, creatrice superba di collane e bracciali, dando spazio alla sua eclettica fantasia ha saputo con grande maestria fare uscire da quei semplici materiali che si trovano in natura quali pietre dure e perle di fiume, semipreziosi fatti con passione ed altamente qualitativi.
Un pomeriggio passato diversamente, forse insolito, ma decisamente piacevole…tutto questo mentre fuori pioveva a dirotto!
Torino,27 marzo 2011 recensione di Daniele Giordano
Un pomeriggio passato diversamente, forse insolito, ma decisamente piacevole…tutto questo mentre fuori pioveva a dirotto!
Torino,27 marzo 2011 recensione di Daniele Giordano
PROVACI ANCORA SAM recensione di Daniele Giordano
Con l’arrivo della primavera o l’ora legale e, comunque prima di mettere via l’impermeabile alla Bogard, molte compagnie di spettacolo ripropongono la parodia del classico film del 1942 Casablanca in “Provaci ancora Sam” commedia di Woody Allen, ma traduzione inesatta. Il titolo originario sarebbe "Suonala ancora, Sam" frase celeberrima, diventata di uso comune, la quale fu rivolta dalla celebre attrice Ingrid Bergaman al pianista del Rick’s Cafe. Mi fermo qui in quanto la trama del film è ben nota a tutti. Parlando invece della commedia in questione proposta dal Gruppo Artisti Associati Paolo Trenta, il critico cinematografico Allan Felix, reduce dal divorzio della moglie Nancy che la vede nei panni dell’attrice Nadia Ferrante (e nella parte dell’intellettuale), passa il tempo isolato guardando i film su Humphrey Bogard, chiedendosi come possa uno come lui avere successo con le donne pur essendo un uomo mediocre, tant’è che le sue insistenti fantasticherie riesumano l’ectoplasma di Bogard (interpretato dall’attore Antonio Cardinali intersecandosi nel corso delle scene con tempismo), sino al punto di dialogare con lui, il quale è pronto a consigliarlo su come trattare le donne. Seguendo la rappresentazione scenica, fuori esce dalla regia di Elena Cortese l’originale, sia per quanto concerne la versione (in quella italiana il personaggio di Woody Allen si chiama Sam Felix non Allan) e volutamente ha estrapolato dalla sceneggiatura le due figure maschili, quella di Allan (ruolo sostenuto da Roberto Briatta, amalgamatosi benissimo col personaggio) e Dick Christie (impersonato abilmente da Roberto Carelli), portandoli ad essere il perno della sequenza accentuandoli, senza sottovalutarne gli aspetti degli altri attori che ruotano con bravura intorno a questa esilarante commedia quali: Linda Christie (Serena Palma), Sharon Lake (Sabrina Vivalda), Barbara Tyler (Susanna Gianandrea). Un opera magistralmente collaudata da tempo e sostenuta benissimo dal Gruppo Artisti Associati Paolo Trenta, quella di “Provaci ancora Sam” da non confonderla con altre!
Torino, 26 marzo 2011 recensione di Daniele Giordano
Torino, 26 marzo 2011 recensione di Daniele Giordano
sabato 26 marzo 2011
Johnny e la Donna Vampiro recensione di Daniele Giordano
Se un palcoscenico potesse parlare, chissà cosa uscirebbe dal boccascena! Un debutto a dire poco inusuale, quello di venerdì 25 marzo al Teatro Principessa Clotilde di Torino, messo in scena dalla Nuova Compagnia Lirica. Tratto dal film “Artisti e Modelle” del 1955, liberamente adattato col titolo “Johnny e la Donna Vampiro” in modo che 10 attori in erba potessero prendervi parte, malgrado la loro prima esperienza non si sentivano impacciati, anzi hanno contribuito a far ridere il pubblico presente intrecciando con disinvoltura le gag alla commedia brillante. La trama narra che una pittrice (interpretato da Cinzia Rossetti) senza successo, per motivi di denaro è costretta a condividere il suo appartamento con un lettore di fumetti dell’orrore (interpretato da Marco Daperno), la lettura gli procura chiassosi incubi, tranne per la sexy Donna Vampiro del quale egli è innamorato, sostenendo che un giorno potrà incontrarla e sposarla. Non per questo tutti i mali vengono per nuocere. Malgrado i continui litigi degli inquilini a causa delle urla notturne, per l’avvenente pittrice sarà fonte di guadagno oltre che di matrimonio. Nella storia si intrecciano situazioni diverse, infatti troviamo due alieni (Miriam Mazzone e Pietro Bozzo) per un errore commesso dovranno rimanere sulla terra. La segretaria dell’editore (Letizia Caucino) con la sua parlantina a mitraglia non da spazio ad alcuno nel soliloquio, Le tenniste (Matilde Montanarella e Serena Caucino) con la simpatica gag. La giornalista (Benedetta Repanati) con le sue mirabili interviste, la vecchina (Ludovica Scalise). La battuta inattesa (Lorenzo Ianno) del crick, portando un sorriso tra il pubblico presente, terminando in una grande festa indetta dal Conte di Frasso (Leopoldo Morettino) è qui che la Bat Lady rivela l’identità presa in prestito per fare innamorare il protagonista che non ignaro sapeva. Come ogni favola anche questa è a lieto fine: essi convolano a nozze e di consuetudine ogni matrimonio ha la sua torta nuziale espressamente fatta dalla simpatica Cecilia Gobbi. Tutto questo bailamme è diretto sotto l’occhio attento dalla simpaticissima Cinzia Rossetto, su testo di Marco Daperno.
Torino, 25 marzo 2011 recensione di Daniele Giordano
Torino, 25 marzo 2011 recensione di Daniele Giordano
venerdì 18 marzo 2011
Recensione: IL VELO DI MAYA di Daniele Giordano
IL VELO DI MAYA di Daniele Giordano
Recensione Reality show: IL VELO DI MAYA
Il fenomeno materiale è dunque per Schopenhauer solo parvenza, illusione, sogno: tra noi e la vera realtà è come se vi fosse uno schermo che ce la fa vedere distorta: il velo di Maya di cui parla la filosofia indiana. Questo per introdurre la compagnia “Lontani dal Centro“ prendendo in prestito il titolo per l’appunto “Il velo di Maya” mettono in scena il loro piacevole reality show, uno spettacolo esilarante in cui la stragrande maggioranza del pubblico vorrebbe essere al posto dei concorrenti anche se quest’ultimo, venisse manipolato da un pensiero precostituito ed imposto dai media al solo scopo di vivacizzarne lo show. Ad essi, non fregherebbe nulla di tutto ciò l’importante è esserci, cosa non si farebbe per un attimo di celebrità!
Come ogni reality show che si rispetti troviamo nel “Il velo di Maya” un Presentatore che ti ammaglia con lo sciorinare parole, un Manipolàtor il quale da buon dotto psicologo tenta di spiegarne il fenomeno, entrambe le vesti per niente strette, vengono indossate da Fulvio Abbracciavento rendendo complice il pubblico in sala.
In un reality che si rispetti non potevano mancare le oche di turno, due splendide veline nei panni di Giuliana Garavini e Lisa Usseglio che oche non sono di certo, per l’occasione interpretano le coscienze degli spettatori, facendolo in un modo sublime.
Oppure parlare del duplice ruolo di Letizia D’Angelo, nel primo, simpaticissima truccatrice quanto convincente nel secondo, facendo applaudire il pubblico, grazie al suo applausometro usato in diversi show televisivi.
Concorrenti che si accalcano per potere entrare a fare parte di quel mondo virtuale, per poter dimostrare la grande nullità che possiedono purchè si faccia televisivamente, creando un spettacolo povero di contenuti, ma ricco nelle riflessioni. Quattro giovani concorrenti si cimenteranno in questo reality show “Il velo di Maya” mettendo in risalto queste virtù oltre a quelle proprie. La prima concorrente è Barbarella impersonata da Erika Fundone, il suo personaggio è quello di una ragazza bella, scaltra e arrivista, disposta a qualunque compromesso pur di raggiungere il suo proposito con la consacrazione materna.
Cristofèr, interpretato da Bruno Bianchini, il classico nullafacente totale, oltre ad essere ignorante è dilapidatore della pensione paterna.
Angela Vuolo raffigura con padronanza Santina, una donna illibata, fedelmente devota, è approdata al reality nella speranza di trovare marito.
Ed infine Teodobaldo con semplice maestria ha saputo sostenere il ruolo del ricco manager con certificato d’origine di razza ariana-lombarda. Dai loro dialoghi emergono l’incapacità di relazione reale e il potere detenuto dai mass-media sulle loro vite e non soltanto le loro.
Un’ora e quindici minuti di risate interagite con gli spettatori che alla fine decretano chi deve rimanere e chi andarsene da questo reality show, anch’essi schiavi su quanto affermava Schopenanhauer.
Daniele Giordano, Torino 12 marzo 2011
Recensione Reality show: IL VELO DI MAYA
Il fenomeno materiale è dunque per Schopenhauer solo parvenza, illusione, sogno: tra noi e la vera realtà è come se vi fosse uno schermo che ce la fa vedere distorta: il velo di Maya di cui parla la filosofia indiana. Questo per introdurre la compagnia “Lontani dal Centro“ prendendo in prestito il titolo per l’appunto “Il velo di Maya” mettono in scena il loro piacevole reality show, uno spettacolo esilarante in cui la stragrande maggioranza del pubblico vorrebbe essere al posto dei concorrenti anche se quest’ultimo, venisse manipolato da un pensiero precostituito ed imposto dai media al solo scopo di vivacizzarne lo show. Ad essi, non fregherebbe nulla di tutto ciò l’importante è esserci, cosa non si farebbe per un attimo di celebrità!
Come ogni reality show che si rispetti troviamo nel “Il velo di Maya” un Presentatore che ti ammaglia con lo sciorinare parole, un Manipolàtor il quale da buon dotto psicologo tenta di spiegarne il fenomeno, entrambe le vesti per niente strette, vengono indossate da Fulvio Abbracciavento rendendo complice il pubblico in sala.
In un reality che si rispetti non potevano mancare le oche di turno, due splendide veline nei panni di Giuliana Garavini e Lisa Usseglio che oche non sono di certo, per l’occasione interpretano le coscienze degli spettatori, facendolo in un modo sublime.
Oppure parlare del duplice ruolo di Letizia D’Angelo, nel primo, simpaticissima truccatrice quanto convincente nel secondo, facendo applaudire il pubblico, grazie al suo applausometro usato in diversi show televisivi.
Concorrenti che si accalcano per potere entrare a fare parte di quel mondo virtuale, per poter dimostrare la grande nullità che possiedono purchè si faccia televisivamente, creando un spettacolo povero di contenuti, ma ricco nelle riflessioni. Quattro giovani concorrenti si cimenteranno in questo reality show “Il velo di Maya” mettendo in risalto queste virtù oltre a quelle proprie. La prima concorrente è Barbarella impersonata da Erika Fundone, il suo personaggio è quello di una ragazza bella, scaltra e arrivista, disposta a qualunque compromesso pur di raggiungere il suo proposito con la consacrazione materna.
Cristofèr, interpretato da Bruno Bianchini, il classico nullafacente totale, oltre ad essere ignorante è dilapidatore della pensione paterna.
Angela Vuolo raffigura con padronanza Santina, una donna illibata, fedelmente devota, è approdata al reality nella speranza di trovare marito.
Ed infine Teodobaldo con semplice maestria ha saputo sostenere il ruolo del ricco manager con certificato d’origine di razza ariana-lombarda. Dai loro dialoghi emergono l’incapacità di relazione reale e il potere detenuto dai mass-media sulle loro vite e non soltanto le loro.
Un’ora e quindici minuti di risate interagite con gli spettatori che alla fine decretano chi deve rimanere e chi andarsene da questo reality show, anch’essi schiavi su quanto affermava Schopenanhauer.
Daniele Giordano, Torino 12 marzo 2011
Recensione: D-ovvero la figura della donna nell'Italia del '900 di Daniele Giordano
D - ovvero la figura della donna nell'Italia del '900 recensione di Daniele Giordano
Un excursus dal ‘900 ai giorni nostri sulla figura della donna attraverso i suoi condizionamenti. Il viaggio, ripercorso tra il serioso ed il faceto, è stato presentato al BellArte di Torino (via Bellardi, 116) venerdì 4 marzo, nel cartellone della rassegna Eclettica, la quale ogni anno acquisisce un progressivo sold out, dal titolo: D – ovvero la figura della donna nell’Italia del ‘900, spettacolo ormai più che collaudato avendo debuttato in diverse città italiane e pluripremiato, riaffiora con la compagnia di teatro Tedacà, a rappresentarlo le attrici: Aicardi Valentina, Freda Silvia, Gugliandolo Celeste le quali, tenendo bene ritmo, mimica e dialogo, spaziano attraverso racconti aiutate da simpatiche scenografie che sebbene semplici, riescono a dare l’idea sul mutamento femminile del novecento italiano, il tutto assemblato da Simone Schinocca, ricordando ai lettori che ogni venerdì dalle ore 19:30 si può degustare un ottimo aperitivo musicale in attesa dello spettacolo.
Daniele Giordano 05/03/2011
Un excursus dal ‘900 ai giorni nostri sulla figura della donna attraverso i suoi condizionamenti. Il viaggio, ripercorso tra il serioso ed il faceto, è stato presentato al BellArte di Torino (via Bellardi, 116) venerdì 4 marzo, nel cartellone della rassegna Eclettica, la quale ogni anno acquisisce un progressivo sold out, dal titolo: D – ovvero la figura della donna nell’Italia del ‘900, spettacolo ormai più che collaudato avendo debuttato in diverse città italiane e pluripremiato, riaffiora con la compagnia di teatro Tedacà, a rappresentarlo le attrici: Aicardi Valentina, Freda Silvia, Gugliandolo Celeste le quali, tenendo bene ritmo, mimica e dialogo, spaziano attraverso racconti aiutate da simpatiche scenografie che sebbene semplici, riescono a dare l’idea sul mutamento femminile del novecento italiano, il tutto assemblato da Simone Schinocca, ricordando ai lettori che ogni venerdì dalle ore 19:30 si può degustare un ottimo aperitivo musicale in attesa dello spettacolo.
Daniele Giordano 05/03/2011
Recensione: FLASHDANCE il musical di Daniele Giordano
FLASHDANCE il musical di Daniele Giordano
In questo momento globale d’incertezza, ritornare agli anni ’80 forse non può che fare bene! Lo facciamo partendo dal teatro Alfieri di Torino il quale, nella serata del 2 marzo ha fatto tappa il musical Flashdance, creando un vero sold out in sala affollata all’invero simile. Chi non ricorda il film musicale diretto da Adrian Lyne, che scatenò un'autentica Flashdance-mania tra i giovani dell’epoca, mentre la critica cinematografica lo giudicò irrazionale a discapito di un giudizio plateale di pubblico che ne decretò il trionfo della sua protagonista, l’allora ventenne Jennifer Beals. A ricalcare le orme di quel successo pur tentando di staccarsi dal personaggio è Simona Samarelli (l’abbiamo vista interpretare un’altro musical nello spettacolo di Grease), vestendo i panni di Alex Owens, con grinta determinata, interpreta una ragazza che lavora come saldatrice in una acciaieria di giorno, mentre di notte ballerina in un night club, sostenuta dal suo grido di battaglia - io ce la farò oppure - i sogni non sono fatti per stare in un cassetto - con la speranza che un giorno potesse raggiungere il suo sogno e poter entrare in una scuola di danza di Pittsburgh molto famosa.
Rigorosamente dal vivo le musiche tra cui l’indimenticabile What a feeling (premio Oscar) e 12 nuove canzoni originali.
La versione italiana è di Stage Entertainment con la collaborazione organizzativa della Compagnia della Ranca, sebbene si tratti di una produzione itinerante, sono stati investiti 1,5 milioni di euro, circa una cinquanta tra interpreti, tecnici e musicisti che suonano rigorosamente dal vivo, 30 cambi di scena, imponente impianto luci, da concerto, attrezzatura audio per avere un suono pulito, la scenografia imponente e allo stesso tempo mozzafiato ricostruendo ambienti realistici, un susseguirsi di effetti speciali compresa la famosa cascata d’acqua sino ad assistere all’ingresso in palcoscenico di una riproduzione di Porsche. Sotto l’attenta regia del trentenne Federico Bellone, la supervisione è del celeberrimo Glenn Casale, le magnifiche coreografie sono di Gail Davies, in tutta l’emozione del film nella magica cornice del teatro. Si replica sino a domenica 13 marzo. Altre tappe del tour sono: Napoli, Bologna, Roma. Uno spettacolo da non perdere!
In questo momento globale d’incertezza, ritornare agli anni ’80 forse non può che fare bene! Lo facciamo partendo dal teatro Alfieri di Torino il quale, nella serata del 2 marzo ha fatto tappa il musical Flashdance, creando un vero sold out in sala affollata all’invero simile. Chi non ricorda il film musicale diretto da Adrian Lyne, che scatenò un'autentica Flashdance-mania tra i giovani dell’epoca, mentre la critica cinematografica lo giudicò irrazionale a discapito di un giudizio plateale di pubblico che ne decretò il trionfo della sua protagonista, l’allora ventenne Jennifer Beals. A ricalcare le orme di quel successo pur tentando di staccarsi dal personaggio è Simona Samarelli (l’abbiamo vista interpretare un’altro musical nello spettacolo di Grease), vestendo i panni di Alex Owens, con grinta determinata, interpreta una ragazza che lavora come saldatrice in una acciaieria di giorno, mentre di notte ballerina in un night club, sostenuta dal suo grido di battaglia - io ce la farò oppure - i sogni non sono fatti per stare in un cassetto - con la speranza che un giorno potesse raggiungere il suo sogno e poter entrare in una scuola di danza di Pittsburgh molto famosa.
Rigorosamente dal vivo le musiche tra cui l’indimenticabile What a feeling (premio Oscar) e 12 nuove canzoni originali.
La versione italiana è di Stage Entertainment con la collaborazione organizzativa della Compagnia della Ranca, sebbene si tratti di una produzione itinerante, sono stati investiti 1,5 milioni di euro, circa una cinquanta tra interpreti, tecnici e musicisti che suonano rigorosamente dal vivo, 30 cambi di scena, imponente impianto luci, da concerto, attrezzatura audio per avere un suono pulito, la scenografia imponente e allo stesso tempo mozzafiato ricostruendo ambienti realistici, un susseguirsi di effetti speciali compresa la famosa cascata d’acqua sino ad assistere all’ingresso in palcoscenico di una riproduzione di Porsche. Sotto l’attenta regia del trentenne Federico Bellone, la supervisione è del celeberrimo Glenn Casale, le magnifiche coreografie sono di Gail Davies, in tutta l’emozione del film nella magica cornice del teatro. Si replica sino a domenica 13 marzo. Altre tappe del tour sono: Napoli, Bologna, Roma. Uno spettacolo da non perdere!
Film: ARRIVEDERCI recensione di Daniele Giordano
Recensione del film: ARRIVEDERCI di Daniele Giordano
Le immagini del film "Arrivederci" di Valeriu Jereghi ci trasportano in quel neorealismo dei grandi registi che hanno fatto la storia del cinema italiano.
.. Il regista Valeriu Jereghi, con il suo film ha volutamente dato non una ma diverse chiavi di lettura allo spettatore, i dialoghi sono sintetizzati intenzionalmente per lasciare ampio spazio alle immagini suggestive e non prive di forti emozioni, rafforzate con la scelta di canzoni cantate dalla celebre Maria Tànase, definita la Edith Piaf di Bucarest.
... Il film "Arrivederci" di Valeriu Jereghi, potrebbe essere considerato dal pubblico un documentario e reputato denigratorio, poichè lascia un turbamento profondo, ma in realtà è soltanto uno spaccato di vita sociale, la sua trama, con la sua commozione può essere trasferita in qualunque paese del mondo.
Daniele Giordano, 28 marzo 2009 Torino (Italia)
Le immagini del film "Arrivederci" di Valeriu Jereghi ci trasportano in quel neorealismo dei grandi registi che hanno fatto la storia del cinema italiano.
.. Il regista Valeriu Jereghi, con il suo film ha volutamente dato non una ma diverse chiavi di lettura allo spettatore, i dialoghi sono sintetizzati intenzionalmente per lasciare ampio spazio alle immagini suggestive e non prive di forti emozioni, rafforzate con la scelta di canzoni cantate dalla celebre Maria Tànase, definita la Edith Piaf di Bucarest.
... Il film "Arrivederci" di Valeriu Jereghi, potrebbe essere considerato dal pubblico un documentario e reputato denigratorio, poichè lascia un turbamento profondo, ma in realtà è soltanto uno spaccato di vita sociale, la sua trama, con la sua commozione può essere trasferita in qualunque paese del mondo.
Daniele Giordano, 28 marzo 2009 Torino (Italia)